ROMA (MF-DJ)--Era il 26 marzo 2020, un anno fa, quando il Consiglio Ue riconosceva la pandemia di covid-19 come una "sfida senza precedenti" per l'Europa. Adesso l'Ue deve fare di tutto per uscire dalla crisi sanitaria. Partendo dai vaccini: ce ne sono a disposizione quattro, tutti "sicuri ed efficaci". Bisogna poi intervenire sulle case farmaceutiche e far rispettare gli accordi contrattuali. E' necessario che l'Unione rafforzi la propria credibilità sulla campagna vaccinale. A spronare l'Ue su un sentiero che renda più efficaci gli interventi di contrasto e prevenzione alla pandemia è il premier, Mario Draghi, durante le comunicazioni in aula al Senato in vista del Consiglio europeo, in programma domani e dopodomani. Al Consiglio si parlerà proprio della risposta alla pandemia, ma anche dell'azione sul mercato unico, di politica industriale e trasformazione digitale; delle relazioni con la Russia e della situazione nel Mediterraneo orientale".

L'Unione deve fare "tutto il possibile per una piena e rapida soluzione della crisi sanitaria", ha affermato Draghi sottolineando come "abbiamo quattro vaccini sicuri ed efficaci. Tre sono già in via di somministrazione, mentre un quarto, quello di Johnson&Johnson, sará disponibile da aprile. Ora il nostro obiettivo comune deve essere ora quello di vaccinare più persone possibile, nel più breve tempo possibile". La pandemia rende "evidente l'opportunità di investire sulla capacità produttiva di vaccini in Europa. Dobbiamo costruire una filiera che non sia vulnerabile rispetto agli shock e alle decisioni che vengono dall'esterno. E abbiamo già iniziato, sostenuti dal governo, a stabilire accordi di partnership con case internazionali per la produzione in Italia".

Draghi ha ricordato che la Commissione Ue ha istituito una task force, guidata dal Commissario Thierry Breton, per rafforzare la produzione continentale. "Si parla spesso di autonomia strategica. Spesso se ne parla in riferimentoalla difesa e alla sicurezza, al mercato unico. Ma io credo che la prima autonomia strategica -ha messo in evidenza il premier- sia in fatto di vaccini oggi". "La salute pubblica globale richiede un impegno comune da parte di tutti i principali attori internazionali, nei confronti dei Paesi più vulnerabili. D'altronde, con un virus così insidioso, nessuno sarà davvero al sicuro finchè non lo saremo tutti -ha sottolineato Draghi- L'Italia ne è pienamente consapevole, come è anche consapevole che sia necessaria una rafforzata credibilità europea sui vaccini perchè si abbia un'autentica solidarietà internazionale in questo campo".

Il dispositivo Covax "è lo strumento migliore per raggiungere questo

obiettivo. Gli Stati aderenti includono Stati Uniti e Cina.

L'Unione Europea vi partecipa in modo cospicuo: la Commissione Europea ha

infatti impegnato 1 miliardo di euro. L'Italia è stata tra i primi Paesi

a contribuirvi nel 2020, con 86 milioni di euro. Il grande merito di Covax -ha affermato Draghi- è garantire la distribuzione dei vaccini secondo le effettive necessità dei Paesi riceventi, e non in base all'interesse politico o economico o geopolitico dei donatori. Finora, ha già assicurato consegne di quasi 30 milioni di dosi di vaccini a 50 Paesi. Il nostro auspicio è rafforzare questo meccanismo e renderlo sempre più efficace". In Ue, "la tutela della salute deve andare di pari passo con la libertà di movimento" e "senza discriminazioni". Dunque, per quanto riguarda il green pass europeo proposto dalla Commissione Ue "occorre raggiungere questo obiettivo senza discriminazioni e senza violazione dei dati sensibili".

Sul mercato unico "non c'è per me veramente bisogno di ribadirne l'importanza per il nostro sviluppo e per il processo di

integrazione europea": "difendere l'unicità del mercato -ha messo in evidenza- significa difendere le aziende italiane, che ne beneficiano in grande misura".

L'Europa deve occuparsi delle generazioni future. "Dobbiamo ribadire l'impegno, come governi e parlamenti nazionali, a costruire un'Europa che accolga i giovani e li formi come figli, non come riserva di lavoro spesso sottopagata. Un futuro migliore per l'Europa unita passa attraverso un'azione concreta sull'occupazione, soprattutto giovanile, sulle pari opportunitá, sui diritti sociali", ha precisato Draghi spiegando che "vogliamo organizzare e occuparci di questi temi in un "Vertice Sociale" che sarà organizzato il 7-8 maggio dalla Presidenza di turno portoghese del Consiglio dell'Unione europea. Ed è il tema che dobbiamo mettere al centro della Conferenza sul Futuro dell'Europa che prenderà il via il 9 maggio".

L'uscita dalla pandemia rappresenta "la principale sfida di tutti i governi europei, ma non è l'unica. E noi abbiamo ora un atteggiamento di coloro che spronano gli altri partner e sono essi stessi consapevoli della necessitá di agire urgentemente, con efficacia, senza perdere un attimo. Sono certo che, grazie al vostro sostegno, potremo meglio indirizzare e sicuramente rendere molto piú forte la voce dell'Italia in Europa e negli altri contesti internazionali".

Draghi ha espresso "forte soddisfazione" per la presenza del presidente Usa, Joe Biden a un segmento del Consiglio Ue: "la sua presenza conferma la reciproca volonta' di imprimere, dopo un lungo periodo, un nuovo slancio alle relazioni tra Unione europea e Stati Uniti". "Nel mio primo discorso in Senato ho indicato come l'ancoraggio alle relazioni atlantiche insieme all'europeismo sia uno dei pilastri di questo governo- ha sottolineato il premier- Intendiamo proseguire sia in ambito bilaterale sia in ambiti multilaterali come la presidenza italiana del G20". Un rinnovato rapporto con gli Usa potrà far rispettare la sccadenza di una digital tax entro il primo semestre 2021. "Il Consiglio Ue deve procedere verso una soluzione globale e consensuale su una tassazione digitale in sede Ocse entro metà 2021 e credo che questo ora sia possibile con la nuova amministrazione Usa di Biden -ha precisato il premier- La presidenza italiana del G20 è un'occasione particolarmente adatta per farlo".

Sulla Turchia, "l'abbandono della Convenzione di Istanbul rappresenta un grave passo indietro. La protezione delle donne dalla violenza, ma in generale la difesa dei diritti umani in tutti i Paesi sono un valore europeo fondamentale. Direi anche di piú, sono un valore identitario per l'Unione europea", ha concluso.

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March 24, 2021 06:47 ET (10:47 GMT)