ROMA (MF-DJ)--"Entro fine marzo ci saranno 13 milioni di vaccinati" in Italia. Lo afferma Roberto Speranza, ministro della Salute, in un colloquio con La Stampa, "soddisfatto e anche orgoglioso, perchè siamo arrivati a un traguardo decisivo benchè non ancora risolutivo".

Speranza lancia un doppio messaggio agli italiani: il 1* è all'insegna della fiducia e della speranza perchè "l'avvio della campagna vaccinale apre una stagione nuova, e lo dico io che sono un "rigorista", finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel. Il 2* messaggio è all'insegna della sobrietá e della prudenza: restiamo con i piedi per terra ed evitiamo i trionfalismi, perchè dobbiamo evitare che un pezzo di Paese profondo possa illudersi che abbiamo giá vinto, e che da domani possiamo riprendere la vita normale, ricominciare ad abbracciarci, toglierci le mascherine, riaprire tutto. Se questo accadesse sarebbe devastante. L'antidoto non ci esenta dalle responsabilitá e non ci esime dai sacrifici. La differenza rispetto a prima è che possiamo affrontarli con uno spirito diverso, perchè ora sappiamo che possiamo farcela.

Ma che dobbiamo continuare a farli, mantenendo la divisione "cromatica" dell'Italia e i divieti durante i giorni di festa, è fuori discussione.

Anche perchè i frutti delle restrizioni varate con l'ultimo decreto li stiamo raccogliendo, visto che l'indice Rt è sceso da 1,7 a 0,82", osserva.

In Italia sono arrivate solo 9.750 dosi mentre in Germania ne sono arrivate giá 150.000 ma per il ministro "questa è una stupidaggine.

Chiariamo subito un punto cruciale. Esiste un solo contratto di acquisto dei vaccini, firmato dalla Commissione Europea per conto dell'intera Unione. E la distribuzione delle dosi tra i vari Stati membri, sempre da contratto, è gestita dalla stessa Commissione in base al numero di abitanti. La nostra quota è del 13,45% del totale di tutti i vaccini che l'Ue ha acquistato dalle sei aziende produttrici. Alla fine della campagna vaccinale, nel 2022, il nostro Paese avrá ricevuto 202 milioni di dosi. Nell'immediato, la distribuzione tra i singoli Stati può variare in base a fattori del tutto casuali: il giorno in cui viene fatta la comunicazione, la distanza dagli stabilimenti. Quelli Pfizer sono a Bruxelles, quindi in Germania arrivano prima che da noi. Ma la quota di dosi che spetta a ciascun Paese è fissa, per contratto. Dunque non c'è chi è piú bravo e ne compra di piú e chi è piú scarso e ne compra di meno. A regime, a noi spettano 420.000 dosi a settimana, e quelle saranno".

Speranza annuncia una novitá ulteriore, che potrebbe accelerare il raggiungimento dell'obiettivo finale articolato in due fasi. Fase Uno: 15 milioni di persone vaccinate, per avere il primo impatto epidemiologico.

Fase due: 40 milioni di vaccinati, per ottenere l'immunitá di gregge.

"Pascal Soriot, ceo di AstraZeneca, al Sunday Times ha annunciato che il loro vaccino ha raggiunto il 95% di efficacia e che giá entro questa settimana l'Agenzia del Farmaco della Gran Bretagna potrebbe dare via libera alla commercializzazione. Se questo accade, siamo a un "Game Change" ancora piú significativo, e le spiego perchè. Secondo il piano contrattuale, nel 1* trimestre noi dovremmo ricevere 8,7 milioni di dosi prodotte da Pfizer e 1,3 milioni prodotte da Moderna. Totale, 10 milioni di dosi, corrispondenti a 5 milioni di persone vaccinate, visto che con un richiamo servono due dosi a persona. Se arriva subito al traguardo anche AstraZeneca, entro il 1* trimestre si aggiungeranno altri 16 milioni di dosi, che corrispondono ad altre 8 milioni di persone vaccinate. Risultato finale: noi giá dal 1* aprile potremmo avere 13 milioni di vaccinati, e così avremmo giá raggiunto la Fase Uno, cioè quella che ci consente di avere il primo impatto epidemiologico", spiega.

Con AstraZeneca l'Italia gioca in casa. "Il vettore virale è prodotto a Pomezia, nell'impianto Irbm, l'infialamento avviene ad Anagni, e la conservazione delle dosi non ha bisogno di temperature a 75 sotto zero.

Vuol dire che per noi, sfruttando Pratica di Mare come hub, sará tutto piú semplice: produzione, distribuzione, conservazione", assicura Speranza. "La gestione è centralizzata sul piano delle forniture".

Inoltre, "alla fine abbiamo ritenuto che la volontarietá e la persuasione rappresentino la strategia migliore" per vaccinarsi perchè "se decretassimo l'obbligatorietá del vaccino: scoppierebbe subito uno scontro ideologico, il Paese si spaccherebbe in due curve di ultrá. Non risolveremmo il problema, lo aggraveremmo. Meglio una seria campagna di informazione e sensibilizzazione: ho fiducia che produca risultati migliori", prosegue.

Come Governo "abbiamo tre sfide fondamentali: la campagna vaccinale, il

Recovery Plan e la presidenza del G20. Di fronte a questi appuntamenti

decisivi, tutto dobbiamo fare meno che guardarci l'ombelico. Io non sono

per mettere la polvere sotto il tappeto. Nella maggioranza ci sono

problemi, di merito sulle risorse del Recovery, o di assetto sulla squadra dei ministri? Bene, affrontiamoli adesso subito e risolviamoli in fretta. Poi tutti zitti e ventre a terra" esorta il ministro. "Abbiamo l'arma in piú, ma la guerra non è finita: rimettiamoci subito a combattere, per il bene dell'Italia", conclude.

pev

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December 28, 2020 05:03 ET (10:03 GMT)