Le notizie sul fronte dell'occupazione si susseguono e non sempre sono coerenti. L’indice dei direttori degli acquisti (PMI) per il settore non manifatturiero (cioè i servizi), che misura le condizioni occupazionali all'interno di un panel di aziende americane, è risultato in territorio espansivo a 51,1 contro una previsione di 46,4. Per quanto riguarda le nuove richieste settimanali di disoccupazione, sono rimaste al di sotto della soglia di 250k, consentendo al rendimento del decennale statunitense di rimbalzare. Va ricordato che un calo dei rendimenti in un contesto di inflazione in calo è positivo per il mercato azionario, mentre un calo dei rendimenti dovuto a timori sulla crescita economica è negativo per le azioni. Nell'attuale contesto, il rimbalzo delle obbligazioni è quindi visto positivamente e ha permesso all'S&P 500 di stabilizzarsi. Sarà tuttavia necessario reintegrare la zona dei 5400, in chiusura e idealmente con volume, per ridare slancio al mercato azionario nel suo complesso. Al contrario, la rottura dei 5055/35, livello che corrisponde grosso modo alla media mobile a 200 giorni, sarebbe un segnale tangibile del rischio di recessione, sinonimo di rinnovata pressione di vendita da diversi mesi. Non siamo ovviamente a questo punto e consideriamo il movimento attuale come una "normale" pausa in un trend rialzista in atto dall'inizio dell'estate 2022.

Sul mercato obbligazionario, il decennale statunitense ha registrato un buon rimbalzo grazie a una figura rialzista in candele giapponesi (hammer) di cui abbiamo parlato la scorsa settimana. L'obiettivo del 3,92/4,00% è stato toccato e dovrebbe dare vita a un'accesa battaglia. Un ulteriore allentamento al di sotto di questo livello verso il 3,50% è favorito. Resta da vedere se questo sarà accompagnato da nuovi timori di recessione o da un ulteriore calo dell'inflazione. La risposta arriverà questa settimana con la pubblicazione dell'IPP oggi e, soprattutto, dell'IPC annualizzato domani, che nella sua versione "non alimentare ed energetica" dovrebbe attestarsi a luglio a +3,2%, rispetto al +3,3% di giugno.