ROMA (Reuters) -Il governo ha approvato l'atteso decreto che permette al Tesoro di ricomprare Sace - società specializzata nell'assicurazione dei crediti all'esportazione - da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), in un'operazione del valore di circa 4,25 miliardi di euro.

I ministri dell'Economia e degli Esteri hanno firmato il provvedimento rispettivamente il 19 e il 22 gennaio scorsi, spiegano due fonti vicine al dossier.

Una volta completato il riassetto, la governance di Sace farà capo al Tesoro.

Via XX Settembre vuole il controllo diretto della società, di cui condivide l'esposizione al rischio, data la sua crescente importanza nel sostenere l'economia italiana.

L'emissione di titoli necessaria a chiudere l'operazione, che andrà ad aumentare il debito pubblico italiano, è già stata inclusa nei target di finanza pubblica resi noti a settembre.

Il Tesoro stima che il debito pubblico italiano, proporzionalmente il più alto della zona euro dopo quello greco, possa esser sceso nel 2021 sotto quota 153,5% del Pil, per poi registrare un ulteriore calo nel 2022 al 149,4%.

Prima di tornare sotto le insegne del Tesoro, Sace venderà il 76% di Simest a Cdp per 228,4 milioni, prevede il decreto, di cui Reuters ha letto una copia.

L'operazione inverte la vendita effettuata durante la crisi del debito sovrano del 2012 dal governo Monti, che aveva trasferito il controllo di Sace a Cdp per circa 6 miliardi di euro. Le passività di CdP, di cui il Tesoro detiene l'83% non rientrano nel perimetro della pubblica amministrazione.

Tradizionalmente Sace offre garanzie e sostegno finanziario alle imprese esportatrici, collaborando con le banche ad agevolare l'accesso al credito. Il ruolo dell'agenzia è cresciuto a partire dalla primavera del 2020, dopo l'esplosione dell'epidemia di Covid-19 nel paese.

Il governo sta preparando anche un decreto che consentirà a Sace di fornire garanzie a favore delle banche a condizioni di mercato.

(Giuseppe Fonte, Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in redazione a Roma Stefano Bernabei)