MILANO (MF-DJ)--"Nei prossimi 10 anni in Europa verranno venduti oltre 50 milioni di veicoli elettrici. Quando tutti parcheggiati, e quindi connessi alla rete elettrica, significheranno circa 900 gigawatt di capacità connessa il 95% del tempo, 18 volte la potenza massima di picco del sistema Italia e il 70% della capacità installata nel sistema elettrico europeo al 2030".

Lo ha detto Carlalberto Guglielminotti, Amministratore Delegato del Gruppo Nhoa, in audizione alle Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera dei Deputati nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva Ue del 20 giugno 2019, in merito alla promozione di veicoli puliti e a basso consumo energetico.

"Le reti elettriche, di distribuzione e di trasmissione, dovranno pertanto fare investimenti faraonici per supportare questa transizione".

Tale contesto rende le tecnologie di integrazione veicolo-rete (c.d. vehicle-to-grid, V2G) decisive per l'equilibrio e la stabilizzazione all'interno dei mercati elettrici europei. In questo campo è stato lanciato lo scorso luglio il progetto Atlante, dove NHOA investirà e opererà la più grande rete di ricarica ultra-rapida del Sud Europa e la prima integrata al 100% con la rete elettrica che prevede entro il 2030 l'installazione di 35.000 punti di ricarica rapida e ultra-rapida.

Secondo Guglielminotti vi è assoluta urgenza di accelerare la transizione alla mobilità elettrica e aumentare la penetrazione delle rinnovabili attraverso tecnologie che integrano lo stoccaggio di energia, anche in considerazione del fatto che non solo l'Italia ha la più bassa penetrazione di veicoli elettrici in Europa, ma anche e soprattutto la rete di ricarica più arretrata in termini di sviluppo, diffusione e potenza.

"Il 90% della rete di ricarica rapida dell'intero sud Europa deve ancora essere costruito, e gli investimenti devono partire ora - ha continuato Guglielminotti. " Quello che mi pare manchi - e non dovrebbe mancare - è un senso complessivo di urgenza. Da un lato il sistema italiano, nonostante le buone intenzioni e gli impegni internazionali, non pare avere alcuna fretta di dotarsi di infrastrutture di ricarica, sebbene ci siano operatori come NHOA che sono pronti a farlo facendosi carico di ogni costo ed investimento. Dall'altro lato, ci sono numerose iniziative annunciate da parte di singoli operatori, ma scoordinate tra loro, e che comunque non affrontano il problema dell'integrazione delle colonnine con energie rinnovabili e stoccaggio di energia e integrazione con la rete elettrica. Questo combinato disposto di inerzia e individualismo rischia di far esplodere gli investimenti nella rete, che in ogni caso impiegheranno anni ad arrivare, per poi tradursi in un ennesimo aumento delle bollette elettriche per i nostri cittadini".

"È impensabile infatti" - prosegue Guglielminotti - "che in un momento storico come questo in cui imprese e investitori sono fortemente orientati e responsabilizzati su target di sostenibilità, concessionari e gestori di aree di sosta e di parcheggio non siano ex lege obbligati, non dico "a fare", ma almeno a "permettere" gli investimenti in questo senso".

E tali investimenti sarebbero a costo zero per lo Stato e per i cittadini, dal momento che vi sono numerosi operatori sul mercato, come NHOA, pronti a investire oggi miliardi di euro in queste infrastrutture.

Il rischio infatti, conclude Guglielminotti, è quello di "perdere gli investitori e restare in quello di Alice di Paese, dove correndo si resta sempre nello stesso posto: il cambiamento senza progresso. È un po' come nella metafora evoluzionistica della Regina Rossa: "se vogliamo andare da qualche parte, dobbiamo correre almeno due volte più veloce di così". E quel "qualche parte", è il pianeta che abbiamo preso in prestito dai nostri figli".

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