ROMA (MF-DJ)--Alle compagnie low cost vanno oltre 500 milioni di euro di incentivi l'anno. La cifra non è ufficiale, ma secondo la ricostruzione del Messaggero, è molto vicina alla realtà. E' vero che grazie a queste compagnie molti viaggiatori possono usufruire del trasporto aereo a prezzi contenuti, ma è anche vero che spesso a pagarne i costi sono gli aeroporti e le amministrazioni locali, ovvero i contribuenti.

Se con gli scali più importanti, come Fiumicino o Malpensa ci sono accordi trasparenti, con quelli più periferici i contratti sono riservati. Accordi che prevedono pacchetti di sconti per i vettori, ovvero contributi in cambio di passeggeri e quindi di introiti per tutto il territorio. È una prassi comune e, va detto, non c'è nulla di illegale, anche se i vettori tradizionali, come Ita Airways, hanno spesso denunciato le condizioni di favore che distorcono la concorrenza.

In ogni caso, al momento si stima che gli aiuti tra prezzi per atterrare scontati e incentivi vari, possano superare quota 500 milioni. Una crescita continua, visto che nel 2019 tali contributi sono ammontati a poco meno di 400 milioni considerando soltanto le sette principali low cost. La pandemia ha frenato la corsa, ma oggi il volume complessivo dei sostegni sarebbe aumentato di almeno 100 milioni. E per il 2023 le previsioni dicono 600 milioni.

Ryanair, stando ai calcoli, ottiene la fetta maggiore di questo pacchetto, del resto è il vettore che nel nostro Paese trasporta più passeggeri, oltre 40 milioni. Seguono di qualche lunghezza EasyJet, Volotea, Vueling, e Wizz Air.

Queste agevolazioni nascono da un'idea di fondo: più compagnie volano in uno scalo e più l'economia del territorio ne trae beneficio dal momento che i turisti spendono soldi per hotel, ristoranti e i negozi. Del resto è proprio una direttiva europea del 2009 a dare il via libera a questi "incentivi per avviare nuove rotte in modo da promuovere, tra l'altro, lo sviluppo delle regioni svantaggiate e ultraperiferiche" a patto che vengano erogati "in conformità del diritto comunitario".

Ma è la stessa Commissione europea a ricordare che è necessaria la massima trasparenza, che invece manca del tutto. Non ci sono soltanto i classici incentivi al traffico o quelli per l'apertura della base (di solito quinquennali), ma anche sconti sull'handling e sul parcheggio. E poi gli affitti agevolati, il pagamento alla compagnia della differenza delle tasse aeroportuali per volare in uno scalo con costi più elevati. In alcuni contratti si aggiungono sconti ulteriori del 10-20% se si vola anche negli orari non di picco (generalmente dopo le 17 nel periodo invernale e dopo le 19 in quello estivo).

In qualche caso è la società di gestione che supporta economicamente le compagnie se operano voli con tassi di riempimento bassi di solito nei periodi invernali con altre limature alle spese dell'handling anche del 25% se l'aereo è mezzo vuoto. In più di un contratto, poi, compaiono le tabelle sui volumi da soddisfare che danno luogo ad altri sconti. Così se i viaggiatori aumentano, aumenta il "premio".

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1309:46 set 2022


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September 13, 2022 03:47 ET (07:47 GMT)