MILANO (Reuters) -Il Tribunale di Milano ha assolto l'ex AD di Saipem Pietro Franco Tali, il suo successore Umberto Vergine e la società "perché il fatto non sussiste" al termine del processo che trae origine dal profit warning sui conti lanciato in una conference call a borsa chiusa nel gennaio 2013.

Nella sentenza, letta dal presidente del collegio giudicante Antonella Bertoja, il Tribunale ha inoltre assolto l'ex dirigente per la redazione dei documenti contabili Stefano Goberti e l'ex Coo della business unit Engineering e Construction Pietro Varone, per il quale la stessa procura aveva chiesto l'assoluzione.

Saipem era imputata per effetto della legge 231 sulla responsabilità della aziende per reati ascritti a propri dirigenti.

Sia la società che gli imputati hanno sempre respinto le accuse. Il capo di imputazione rimasto era quello di aggiotaggio, ma la assoluzione è estesa anche al reato di falso in bilancio per il quale la procura aveva dichiarato l'avvenuta prescrizione durante il processo.

Lo scorso 13 maggio la procura aveva chiesto la condanna di Tali a quattro anni di reclusione, di Vergine e Guberti a due, e l'assoluzione di Varone "per non aver commesso il fatto".

Per la società il pm aveva chiesto una sanzione pecuniaria di 600.000 euro.

Nel processo, iniziato nel maggio 2019, la procura di Milano aveva sostenuto che sarebbero state nascoste al mercato già note criticità sul budget previsto per il 2013 in particolare nel comunicato stampa del 24 ottobre 2012 e nella conference call dello stesso giorno, omettendo di riferire le previsioni interne che vedevano un calo dell'Ebit, inferiore al 2012 per circa un miliardo di euro e anzi programmando di abbellire il budget previsionale con "l'inserimento di commesse fittizie ad alta marginalità".

(Emilio Parodi, in redazione a Roma Stefano Bernabei; mailto:emilio.parodi@thomsonreuters.com; +39 06 8030 7744)