ROMA (MF-DJ)--Con la guerra in Ucraina e l'isolamento della Russia non esiste un rischio sistemico per il sistema finanziario.

Lo ha detto Ana Botín, presidente del Banco Santander e della Federazione bancaria europea, in un'intervista al Corriere della Sera e a un numero ristretto di quotidiani europei. "Le banche europee - ha spiegato - sono molto forti e siamo in ottima posizione per resistere a tempi più difficili di quanto pensassimo. In Spagna, l'esposizione sulla Russia è quasi a zero. Le banche italiane, francesi, austriache, tedesche e britanniche hanno storicamente legami più forti. Ma se si guardano le cifre complessive, non è molto. Per i Paesi più coinvolti, l'esposizione sulla Russia delle singole banche è tra l'1 e il 2% degli attivi. Siamo ben patrimonializzati, liquidi e siamo migliorati enormemente nella gestione dei rischi. Il sistema finanziario è molto più forte oggi che nel 2008. Senza voler sottovalutare nulla, partiamo da una situazione molto più solida in un quadro in cui c'è chiaramente ancora molta incertezza».

Dall'economia russa sono stati emessi bond per 700 miliardi di dollari, ma con un default, Botin ha affermato che "molto di quel debito è in Russia. Per il resto, non è solo l'Europa: anche le Americhe e l'Asia detengono queste obbligazioni. Non ci sono elementi per pensare che esista una concentrazione di rischio tale che da creare rischi sistemici».

«Stiamo affrontando un disastro umanitario. È la cosa più importante. Poi, certo, questa crisi e le sue ripercussioni non sono una buona notizia per milioni dei nostri clienti. Gli esportatori in certi settori saranno molto colpiti. Non molto è già chiaro, se non che avremo più inflazione e volatilità. Ma le implicazioni della guerra andranno oltre, ci saranno impatti più strategici», ha aggiunto.

L'inflazione accelera e la crescita rallenta e questa e' «una delle questioni è che la transizione verso le emissioni zero diventa più difficile. In alcuni Paesi probabilmente non si può far altro che tornare - temporaneamente - al carbone o a usare più petrolio. Ma penso che questa sia un'opportunità per raddoppiare l'impegno sulla transizione verde. Dobbiamo ridurre la dipendenza dal petrolio e dal gas russo», ha proseguito.

«Le banche centrali avevano un compito difficile prima della guerra, ora anche di più. Il mercato si aspettava prezzi elevati dell'energia, ma la tendenza peggiorerà. Lo stesso riguarda anche molte altre materie prime. Penso che ora l'aumento dei tassi d'interesse sarà probabilmente più lento. È presto per fare previsioni. Ma sappiamo tutti che se si aggredisce l'inflazione prima, i risultati sono migliori», ha sottolineato.

«Il settore finanziario è più colpito in alcuni Paesi che in altri. Ciò che dobbiamo fare è dare fiducia. I consumatori hanno paura e le aziende non hanno investito, durante il Covid. Ora abbiamo bisogno di investimenti. Abbiamo bisogno che i consumatori escano, che vadano in vacanza. Quindi prima di tutto dobbiamo occuparci dell'emergenza umanitaria, dei rifugiati, dell'aiuto da offrire agli ucraini. Ma dobbiamo anche continuare con la nostra vita, per quanto difficile sia», ha suggerito.

«Le sanzioni avranno un impatto enorme. Quello che stiamo facendo è senza precedenti: la scelta di isolare un'economia importante come quella russa è una svolta nell'ordine finanziario internazionale. Abbiamo escluso gran parte delle banche di quel Paese dalle transazioni in dollari, euro e sterline e stiamo congelando i loro beni nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Si tratta di misure molto dure, con impatti molto significativi sulla capacità della Russia di difendere il rublo, per esempio», ha concluso.

pev


(END) Dow Jones Newswires

March 11, 2022 02:55 ET (07:55 GMT)