ROMA (MF-DJ)--Con una mossa inaspettata ieri il premier Mario Draghi ha telefonato al capo del Cremlino, Vladimir Putin. L'obiettivo è stato quello di poter trovare una soluzione alla forte crisi alimentare che il conflitto russo-ucraino sta generando soprattutto sulle aree più povere del mondo.

In sostanza, Draghi ha chiesto una cosa soltanto: «non lasciare marcire le merci» bloccate nel porto di Odessa. Per il resto «ha parlato quasi sempre Putin, sul gas ha parlato da solo», ha raccontato lo stesso premier, poco dopo aver chiuso la telefonata con il Cremlino, nel corso di una rapida conferenza stampa a due passi da Palazzo Chigi. Quanto alla possibilità di intravedere spiragli di pace, o spazi utili per il negoziato "no, non ne vedo", ha risposto Draghi.

Insomma l'unico spiraglio utile che si è aperto è quello sulle derrate alimentari. Il presidente russo ha assicurato che Mosca «è pronta a dare un contributo significativo al superamento della crisi alimentare attraverso l'esportazione di cereali e fertilizzanti», ma «a condizione che le restrizioni politicamente motivate siano revocate dall'Occidente», si legge in una nota del Cremlino. Il comunicato di Palazzo Chigi parla degli «sforzi per una soluzione condivisa» alla crisi alimentare.

Tuttavia, se mai quello che il premier ha definito «uno spiraglio» dovesse allargarsi sino ad aprire realmente dei corridoi alimentari il Cremlino metterebbe sul tavolo una condizione precisa, la volontà di «controllare le rotte» delle navi di grano e altre sementi, la volontà di «sapere in anticipo i porti di destinazione» e di avere una voce in capitolo. Non è poco, ma rafforza la sensazione che uno spiraglio sia davvero aperto. Draghi davanti ai cronisti non fa professione di ottimismo, ma da giorni sta puntando tutte le sue fiches proprio sull'apertura di «corridoi alimentari» in grado di sbloccare le merci che da settimane rischiano di marcire nel porto di Odessa e nel colloquio con il presidente russo si è concentrato solo su questo argomento.

"Può essere un tentativo che non avrà seguito, non ho alcuna certezza, può finire tutto nel nulla, ma bisogna anche rischiare e ne discuterò anche con Zelensky. Sicuramente farò un'informativa al prossimo Consiglio europeo» della settimana prossima, ha spiegato il premier. Nella versione di Putin la colpa è dunque tutta dalla parte ucraina: «noi stiamo facendo tutti gli sforzi per una navigazione sicura nel Mar Nero, sono gli ucraini che ostacolano» l'apertura di corridoi umanitari per la partenza «di navi civili». Sul fronte della sicurezza energetica viene ribadito, sia nella nota del Cremlino sia nel racconto in conferenza stampa da parte di Draghi, che Mosca ha dato garanzie sul flusso di gas verso il nostro Paese: «È stata confermata l'intenzione della parte russa di continuare a garantire forniture ininterrotte di gas naturale all'Italia ai prezzi fissati nei contratti», ha detto il presidente del Consiglio.

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2708:22 mag 2022


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