MILANO (MF-DJ)--Di fronte alle massicce sanzioni comminate al suo Paese in seguito all'invasione dell'Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin ha deciso di passare al contrattacco agitando un potente spauracchio finanziario: il rublo.

La minaccia del Cremlino, espressa dal ministro delle Finanze Anton Siluanov, scrive MF, ha tutta l'aria di un ricatto: Mosca si riserverà di pagare il debito estero in valuta nazionale, e non in dollari. Una decisione «assolutamente legittima», ha dichiarato il ministro, nel momento in cui le sanzioni hanno congelato circa 640 miliardi di dollari di riserve internazionali in valuta estera della banca centrale. Per i creditori si tratta di un rischio non indifferente: da inizio anno la valuta americana si è apprezzata di oltre il 50% rispetto a quella russa e, nonostante la piccola correzione delle ultime sedute in scia all'ipotesi di nuovi negoziati per il cessate il fuoco, il cross dollaro-rublo resta intorno a 114 (era di 74,5 a inizio gennaio). «Il rublo», ha commentato Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, «continuerà a mantenere una forte volatilità contro tutte le divise mondiali». Se da una parte «le recenti notizie sulle trattative diplomatiche hanno portato un leggero recupero nel breve», ha aggiunto, «conserviamo un atteggiamento molto cauto sulle quotazioni della valuta di Mosca, che potrebbero collassare nuovamente se le negoziazioni fallissero o se mancassero gli aiuti finanziari esterni, come quelli di Cina e India".

red/lab

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1508:04 mar 2022


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