MILANO (MF-DJ)--Per essere nata come moneta refrattaria all'autorità, il bitcoin sta riscontrando molto successo tra le istituzioni. L'ultimo parlamento a cedere al fascino della creazione di Satoshi Nakamoto è quello ucraino, che ha approvato quasi all'unanimità una legge per legalizzare e definire regole chiare per la criptovaluta. Prima del provvedimento il bitcoin non aveva una definizione legale, né regole che ne determinassero l'utilizzo.

Adesso, invece, la definizione è arrivata: il bitcoin, si legge nella legge, è un asset intangibile espresso sotto forma di dati elettronici, si legge su milanofinanza.it. Potrà non sembrare molto, ma la codifica legale della moneta è la conditio sine qua non per tracciare un più ampio perimetro normativo. Tra i paletti più importanti fissati dalla nuova legge ci sono anche misure per proteggere i cripto-investitori e le piattaforme di scambio dalle frodi.

E ancora, il parlamento ha stabilito che le aziende cripto potranno lavorare in Ucraina e soprattutto pagare le tasse nel Paese, purché dimostrino alti standard di trasparenza e paghino allo Stato 3.100 dollari per ottenere una licenza. Passo avanti non da poco, considerando che Kiev è sempre stata recalcitrante ad accettare il bitcoin e spesso, a quanto riportato dal Kiev Post, le autorità hanno confiscato alle cripto-piattaforme attrezzature costose senza giusta causa. "Le condizioni normative favorevoli attireranno sempre più aziende del settore", ha previsto Mykhailo Fedorov, ministro per la transizione digitale ucraino. "È vero, dovranno pagare le nostre tasse, ma sapranno di essere protette dallo Stato".

A questo punto va fatta una precisazione: in Ucraina il bitcoin resterà uno strumento di investimento e non una vera e propria moneta. Il che significa che, al contrario di quanto stabilito a El Salvador, i cittadini non potranno pagare beni e servizi direttamente con la valuta digitale. Stando a quanto riportato dal Kiev Post, il parlamento ha intenzione di aprire i mercati di criptomonete ad aziende e privati entro il 2022, ma non prima di aver portato a termine gli emendamenti previsti in agenda.

E se gli investitori hanno apprezzato la notizia (la moneta oggi guadagna il 2,3% e si porta a 46.209 dollari), alcuni esperti hanno scrollato le spalle: "Certo, i progressi legali sono lodevoli", ha commentato Jeremy Rubin, amministratore delegato di Judica, laboratorio R&D di criptovalute. "Ma sono solo simbolici. Il bitcoin non deve chiedere il permesso per continuare a proteggere le comunità dai governi ingiusti".

Il messaggio è limpido: il bitcoin non ha bisogno dell'autorizzazione della legge. Eppure, numeri alla mano, sembrerebbe proprio che la moneta di Satoshi Nakamoto dipenda dalle istituzioni più di quanto voglia far credere. Si guardi la curva dei prezzi: a maggio il bitcoin è arrivato a perdere il 30% scendendo a un minimo di 30.201. La molla? Lo stop alle cripto-transazioni da parte di Pechino.

Tra le tirate d'orecchi della Sec e provvedimenti contro le piattaforme di scambio, da allora la regina delle cripto ha cercato di risalire la china sempre scandita dalle risoluzioni delle autorità. Due settimane fa, ad esempio, Cuba ha approvato una legge per riconoscere e approvare le criptomonete, citando ragioni di "interesse socioeconomico", mentre Panama sta lavorando a un simile disegno di legge.

Ieri poi la valuta, che lunedì era arrivata a toccare i 52 mila dollari, è scesa a un minimo intraday a 45.080. Il motivo, a detta degli esperti, è sempre lo stesso: le istituzioni. Infatti, El Salvador ha adottato ufficialmente il bitcoin come moneta legale, alla stregua del dollaro. L'esordio non è stato dei più semplici: Chivo, la piattaforma di scambio salvadoregna, ha riscontrato problemi tecnici, mentre nel Paese sono scoppiate proteste di piazza da parte di gruppi di cittadini diffidenti. Ma secondo gli esperti a far scattare il crollo sarebbe stato il classico effetto "sell on the news".

"Gli investitori individuali avrebbero dovuto reagire con grande entusiasmo alle novità dal Centro America, acquistando bitcoin in segno di solidarietà, e quindi mettendo pressione al rialzo sul prezzo", ha spiegato Simon Peters, cryptoasset analyst di eToro. "Tuttavia, i driver delle vendite sembrano essere le "balene" (investitori con grandi cripto-portafogli in grado di smuovere il mercato, ndr), che avrebbero letto in anticipo la mossa e colto l'opportunità di prendere profitto". Oggi però "il prezzo sta già mostrando segni di ripresa e potrebbe rimbalzare prima del previsto. Le prossime ore dovrebbero confermare la portata del danno e se si è trattato solo di un piccolo blip". Quale che sia la direzione presa dalla moneta, sembra che il bitcoin non possa fare a meno di scendere a patti con la legge.

alb

alberto.chimenti@mfdowjones.it

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September 09, 2021 05:40 ET (09:40 GMT)