MILANO (MF-DJ)--Le turbolenze nel settore bancario statunitense non sono un problema solo per gli Stati Uniti, ma alimentano anche il rischio di una recessione globale.

Molti economisti si aspettavano una significativa flessione della crescita economica globale quest'anno, anche prima del crollo della Silicon Valley Bank, a causa della prevista contrazione della spesa e degli investimenti negli Stati Uniti e in Europa, a causa dell'aumento dei tassi di interesse.

Questi timori si sono un po' attenuati all'inizio dell'anno, con dati che hanno mostrato una sorprendente vitalità economica nelle economie occidentali e l'inizio di una ripresa in Cina dopo che Pechino, a dicembre, ha abbandonato il suo approccio di tolleranza zero nei confronti de Covid-19.

Ora però sta tornando un po' di pessimismo. Gli economisti, sebbene ritengano che una crisi finanziaria vera e propria non sia probabile, vedono anche un aumento dei rischi per la crescita globale a causa di un settore bancario in crisi e dello spettro di una stretta creditizia.

"È un momento potenzialmente pericoloso per l'economia mondiale", dichiara Eswar Prasad, professore di politica commerciale ed economia alla Cornell University. I problemi del settore bancario, sommati all'aumento dei tassi di interesse nelle economie avanzate, "potrebbero avere effetti di ricaduta in tutto il mondo".

Il rischio immediato è che le banche statunitensi mantengano una stretta sui prestiti alle famiglie e alle imprese americane per garantire che i loro bilanci rimangano sani e che i depositanti dormano sonni tranquilli, puntualizzano gli economisti. Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha dichiarato mercoledì che un simile scenario è "potenzialmente molto reale" e potrebbe "facilmente avere un effetto macroeconomico significativo".

Una stretta creditizia negli Stati Uniti potrebbe avere un effetto sulla crescita globale, in quanto potrebbe ridurre la domanda di beni e servizi di altri Paesi, come le auto tedesche, le vacanze francesi o l'elettronica di produzione cinese.

Più in generale, il commercio globale e il sistema finanziario sono sostenuti dal dollaro americano. Ciò significa che l'inasprimento delle condizioni finanziarie statunitensi - come la riduzione dei prestiti, l'aumento dei costi di indebitamento, la diminuzione dei prezzi delle azioni e di altri beni - può rapidamente diffondersi ad altre economie.

Le banche al di fuori degli Stati Uniti, dovendo far fronte ai maggiori costi di finanziamento in dollari, potrebbero ridurre i prestiti alle famiglie e alle imprese nazionali, amplificando il colpo transfrontaliero derivante dall'indebolimento delle importazioni statunitensi. I Governi fortemente indebitati potrebbero avere maggiori difficoltà a contrarre prestiti.

Secondo un documento di gennaio degli economisti della Banca dei Regolamenti Internazionali e dell'Università Nazionale di Seoul, il commercio mondiale è molto sensibile alle variazioni delle condizioni finanziarie legate al dollaro. Gli autori hanno riscontrato che il commercio come quota della crescita globale si espande quando il dollaro è debole e le condizioni finanziarie globali sono favorevoli, poiché il capitale circolante a basso costo consente alle aziende di espandere le elaborate catene di fornitura transfrontaliere. Quando il dollaro si rafforza o le condizioni finanziarie diventano più rigide, la quota del commercio sulla crescita si riduce.

"Il dollaro americano ingrassa le ruote del commercio e della finanza globali e, per estensione, della crescita globale", afferma Sue Trinh, co-responsabile della strategia macro globale di Manulife Asset Management a Singapore.

In un report pubblicato mercoledì, gli economisti di Citigroup hanno delineato diversi scenari di crescita globale a seconda della gravità degli attuali problemi del settore finanziario. Secondo gli economisti, l'aspettativa principale è che i problemi si risolvano entro la primavera, grazie ai bilanci sani delle banche e alla rapida azione delle autorità di regolamentazione. Anche in questo caso, si prevede che l'economia globale si espanderà del 2,2% circa nel 2023 e del 2,5% nel 2024, rispetto al 3,2% stimato per il 2022, secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

Se la preoccupazione per la salute delle banche dovesse persistere più a lungo, mettendo a dura prova il costo e la disponibilità di finanziamenti, la crescita del credito potrebbe arrestarsi e la crescita globale potrebbe rallentare all'1,6% quest'anno, secondo Citi.

Una mossa più aggressiva da parte delle banche per ridurre gli asset rischiosi nei loro libri contabili implicherebbe una crescita globale ancora più bassa, intorno all'1,5%, mentre una crisi in piena regola, caratterizzata da molteplici fallimenti bancari negli Stati Uniti e in Europa, causerebbe una contrazione dell'economia globale, forse fino al 2%, secondo il report.

alb

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March 27, 2023 03:41 ET (07:41 GMT)