MILANO (MF-DJ)--Nell'ultimo anno l'Italia ha visto quasi raddoppiare la propria capitalizzazione nel mercato high-tech europeo entrando tra i primi dieci Paesi e passando in un anno, in termini assoluti, da 14,5 a 26,6 miliardi di dollari.

Il dato emerge dall'ultimo rapporto sull'industria tecnologica del Vecchio Continente realizzato da Atomico in collaborazione con Slush e con il sostegno di Orrick, di Silicon Valley Bank e della società di gestione degli investimenti Baillie Gifford. Il risultato italiano è in larga parta dovuto alla crescita dell'83% registrata da Nexi. Dallo studio, realizzato da Tom Wehmeier e Sarah Guemouri, la Penisola emerge come un Paese dotato di potenziale ancora da esprimere. Per investimenti negli ultimi 12 mesi si colloca infatti fuori dai primi dieci, fermandosi a 41 dollari pro-capite investiti in tecnologia contro la media europea di 269 dollari. L'ecosistema nazionale sta comunque crescendo in modo rapido, spiegano da Atomico a MF-Milano Finanza. Il numero degli unicorni tricolori potrebbe presto esplodere. Se al momento l'Italia ne vanta soltanto uno, in futuro potrebbe arrivare ad averne almeno 15. Il Paese sta inoltre sperimentando, almeno nel campo tecnologico, una sorta di ritorno dei cervelli in fuga. Il 64% dei fondatori di realtà tech ha infatti lavorato per società estere con capitalizzazione oltre un miliardo. E cresce anche la domanda di lavori legati al campo dell'innovazione (+20% nell'ultimo anno). Atomico evidenzia inoltre la spinta che potrebbe arrivare dai fondi pensione nel sostenere il venture capital.

Guardando all'Europa nel suo complesso, «il mercato sta diventando più liquido, con la convergenza di diversi tipi di investitori e crescente appetito da parte dei mercati», spiega Sarah Guemouri.

fch

(END) Dow Jones Newswires

December 08, 2021 03:31 ET (08:31 GMT)