LONDRA (Reuters) - Allianz è tornata a fare shopping, pagando anche molto, ma non senza una logica. Dopo oltre un decennio passato a evitare acquisizioni, la prima compagnia assicurativa europea paga profumatamente per espandersi in Polonia. Ridurre i costi significa per il Ceo Oliver Baete che il gioco vale ancora la candela - e potrebbe essere un segnale di quanto avverrà in futuro.

L'approccio cauto di Baete nel siglare accordi non gli ha creato alcun nemico: negli ultimi cinque anni il titolo Allianz ha restituito circa il 90%, dividendi compresi, registrando performance migliori dell'indice assicurativo europeo Stoxx Europe 600 Insurance e facendo meglio anche della rivale francese Axa, che invece è molto attiva nelle acquisizioni e nel 2018 ha pagato 15 miliardi di dollari per la rivale XL.

Pertanto, i 2,5 miliardi di euro in contanti pagati per la controllata polacca di Aviva -- il più grande deal siglato da Allianz dal 2007 -- giungono a sorpresa. Doppiamente a sorpresa visto il prezzo spinto al rialzo dalle offerte dell'olandese NN e di Generali, che è circa 17 volte l'utile. Una mossa che risulta dispendiosa se messa a confronto con la recente acquisizione, da parte di Vienna Insurance, del business in Est Europa di Aegon, tra cui rientra la Polonia, che supera 15 volte l'utile dell'azienda.

In ogni caso, rafforzare la presenza in un mercato che Baete punta a far diventare un hub regionale, ha una logica strategica. In seguito all'operazione, Allianz diventerà la quinta compagnia assicurativa del Paese per ricavi e la seconda nel ramo vita. Inoltre, la percentuale dell'utile operativo del gruppo nella regione aumenterà di circa un decimo, proporzione che dovrebbe crescere costantemente grazie al forte aumento del Pil nei Paesi dell'Europa dell'Est.

Anche la riduzione dei costi ha senso economicamente parlando. Tassare i 300 milioni di euro di utile operativo stimato per il 2025 al 27% e aggiungere 40 milioni di euro di target in sinergie, implica che l'acquisizione contribuirà con 262 milioni di euro ai conti di Allianz. La cifra rappresenta circa un ritorno dell'11% dell'esborso di Baete. Morningstar stima che il costo di capitale di Allianz sia di circa il 9%.

Il Solvency ratio di circa il 200% in seguito al deal implica che alla compagnia assicurativa tedesca con sede a Monaco resteranno circa 9 miliardi di euro di capitale in avanzo, se si presuppone un target più basso del 180%. Le rivali più deboli che venderanno gli asset periferici potrebbero cedere ulteriori obiettivi in Europa. Guardando al futuro, un'offerta più ambiziosa per Hartford Financial Services, che ha di recente rifiutato un tentativo di offerta da 23 miliardi di dollari da Chubb, potrebbe essere un obiettivo allettante. Il titolo Allianz, in rialzo, suggerisce che Baete può almeno permettersi di fare compere con una certa fiducia.

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