MILANO (MF-DJ)--E' frammentazione il nuovo 'name of the game' sui mercati.

La Bce falco di ieri mette paura all'azionario (Milano -2,4%), non solo perchè indica un percorso dei tassi potenzialmente piú aggressivo, ma anche perchè non parla di uno scudo sullo spread e dunque dá il la alle paure del mercato su un impatto ben diverso del restringimento monetario tra i vari Paesi dell'Eurozona. Un problema in piú per la Bce, che le altre banche centrali non devono affrontare e che mette benzina alla corsa dello spread sul Btp/Bund, ora a quota 232 punti base.

Ieri la Bce ha indicato un aumento dei tassi da 25 punti base a luglio, senza fornire dettagli su futuri programmi per prevenire i rischi di frammentazione all'interno dell'Eurozona come conseguenza di condizioni monetarie piú restrittive. In sostanza, nessuna indicazione chiara su uno scudo anti-spread, come invece ipotizzato dalla stampa nelle scorse settimane.

In generale, i timori del mercato sono catalizzati dal fatto che l'inasprimento monetario a livello globale per combattere l'inflazione possa rallentare la crescita, giá condizionata, come evidenziato dal taglio delle stime di Banca Mondiale e Ocse negli ultimi giorni, dalle conseguenze della guerra in Ucraina. La palla passa ora alla Fed, che ha giá alzato i tassi di 50 pb nell'ultimo meeting e che è attesa rialzarli nuovamente la settimana prossima. Oggi alle 14h30 il focus è dunque sull'inflazione Usa a maggio.

Fa riflettere, intanto, che Jens Eisenschmidt, adesso capo della European economic coverage di Morgan Stanley ma fino a pochi mesi fa membro della strategy unit della Bce sulla politica monetaria e per 14 anni economista della banca centrale, veda ora un rialzo dei tassi da 50 punti base da parte della Bce a settembre e un ulteriore aumento da 25 pb a ottobre, dopo che la banca centrale europea ha chiarito che i rischi di inflazione sono molto piú elevati di quelli sulla crescita.

Nella riunione di ieri il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di porre fine al Qe entro il primo luglio, mese in cui il tasso di riferimento verrá alzato di 25 pb, con un possibile rialzo di almeno altri 25 bp a settembre, segnala Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments. "Ma se le prospettive di inflazione persisteranno o peggioreranno, a settembre si registrerá un aumento dei tassi piú ampio, a nostro avviso di 50 punti base", aggiunge l'esperto, secondo cui, "dati i rischi al rialzo per l'inflazione, lo spostamento del Consiglio verso una posizione piú aggressiva pone rischi al rialzo per le nostre previsioni di un aumento complessivo dei tassi pari a 100 bp entro la fine dell'anno".

I modelli "previsionali hanno fallito nell'assistere le decisioni della Bce, che ora si trova a dover rincorrere un'inflazione che galoppa. La risposta, presa all'unanimitá dal collegio, sará la fine del Quantitative easing il primo luglio e un primo rialzo dei tassi di 25 punti base nella riunione di luglio. Il successivo ritocco potrebbe essere a settembre, ma la sua entitá dipenderá dall'andamento dei prezzi. Il primo passo di un importante percorso, queste le parole utilizzate dalla Lagarde durante la conferenza", sottolinea Gabriel Debach, market analyst di eToro.

"Per la prima volta dal luglio 2011, la Bce torna quindi a parlare di aumento dei tassi di interesse. Allora, il presidente in carica della Bce era Jean-Claude Trichet il quale, nonostante la crisi del debito della zona euro (ci ricordiamo i cosiddetti Pigs) aveva innalzato il tasso di riferimento all'1,5% per combattere un'inflazione che si avvicinava pericolosamente alla soglia del 2,5%. Le conseguenze sono note, soprattutto per la crisi dei debiti periferici che si sono susseguiti.

Anche ora le preoccupazioni dei mercati sono le stesse: la frammentazione. Parola quest'ultima che fa riferimento al timore che quando la Bce inasprisce o allenta la politica monetaria, gli effetti non siano percepiti allo stesso modo in tutte le 19 nazioni che compongono l'Eurozona, un fenomeno potenzialmente destabilizzante e di cui le altre banche centrali in genere non devono preoccuparsi", evidenzia l'esperto.

Infatti, "nonostante le parole a sostegno della difesa sui titoli periferici e di un'adeguata trasmissione della politica monetaria nell'intero sistema, i mercati non sembrano essere stati rassicurati" e lo spread Btp/Bund continua a salire, segnala l'analista.

"L'inflazione statunitense di oggi", in pubblicazione alle 14h30, "sará un dato chiave per il mercato. Ieri la Bce ha segnalato un percorso politico da falco, così come la Fed all'inizio dell'anno, ma se l'inflazione dovesse sorprendere ancora una volta al rialzo potrebbe essere un brutto colpo per Powell &Co. Per essere chiari, la Fed è alla ricerca di 'prove chiare e convincenti' che l'inflazione negli Stati Uniti inizierá a scendere dall'8,3%, un livello che fa strabuzzare gli occhi - un pio desiderio?", afferma Nick Chatters, investment manager di Aegon AM.

pl

paola.longo@mfdowjones.it


(END) Dow Jones Newswires

June 10, 2022 05:01 ET (09:01 GMT)