• Intangibles assets & pianificazione fiscale
  • Primo errore - Registrare un marchio non personale
  • Secondo errore - Dedurre le royalties senza alcuna inerenza
  • Terzo errore - Assenze di prove documentali

Marchi, brevetti, know how: quante volte nei hai sentito parlare? Spesso gli intangibles assets, perché così sono pure chiamati, possono essere incredibili strumenti di pianificazione fiscale per ridurre le imposte a debito. Non tutti, però, ne sono a conoscenza, altri invece li sfruttano in maniera errata.

Ma come sfruttare correttamente per ridurre le tasse senza avere problemi con il Fisco? Andiamo a vedere gli errori più comuni e come risolversi per sfruttare al meglio questi fantastici strumenti di pianificazione fiscale.

Intangibles assets & pianificazione fiscale

Gestire un'azienda non significa soltanto guidarla per raggiungere i risultati di fatturato stabiliti precedentemente. Significa anche saperla guidare nell'utilizzo ottimale di tutti gli strumenti di pianificazione fiscaleper ridurre le imposte a debito.

Tra questi strumenti, abbiamo quelli che vengono definiti gli intangibles assets, ovvero marchi, brevetti, know how e licenze commerciali. L'utilizzo degli intangibles è forte nelle imprese di grandi dimensioni, tanto da essere utilizzati non solo per posizionarsi sul mercato ma anche per azzerare le imposte a debito.

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Quello che molti non sanno è che gli intangible assets possono essere sfruttati incredibilmente anche dalle imprese di piccole e medie dimensioni nella propria pianificazione fiscale. Da anni, infatti, l'utilizzo degli intangibles assets è sempre più frequente nelle realtà minori(anche se molte ancora restie).

Tuttavia, gli errorinell'utilizzo degli intangibles assets sono sempre all'ordine del giorno. Si tratta di errori a volte banali, altri molto più seri facendo scaturire una serie di conseguenze e problemi con il Fisco molto negativi.

Tra tutti quelli che abbiamo toccato con mano noi, attraverso le nostre consulenze, quelli che hanno fatto maggior scalpore sono tendenzialmente tre. Andiamo a scoprire quali!

Primo errore - Registrare un marchio non personale

Registrare un marchio già esistentesul mercato è uno degli errori più comuni nell'ormai frequenti e utilizzo degli intangible assets nella pianificazione fiscale. Un caso che succede frequentemente è quello di registrare un marchio come persona fisica nonostante lo stesso sia già in uso all'azienda stessa.

Il motivo? Semplice: ottenere una remunerazione mensile e abbattere l'imponibile sulla quale l'impresa calcola le imposte dirette. Insomma utilizzare le royalties e dedurle dal reddito d'impresa. Soluzione non praticabilepoiché il titolare del marchio è sempre l'impresa e non l'imprenditore o persona fisica.

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Una pratica a dir poco errata, tra l'altro facilmente intuibileda parte dell'Amministrazione finanziaria. Infatti, è sufficiente controllare se ci sono fatture intestate all'impresa che riguardano i costi di ricerca e sviluppo del marchio ed il gioco è fatto. Un errore che può costare caro, tant'è che inizia con lunghi accertamenti fiscali e finisce con la restituzione di tutti i vantaggi fiscali ottenuti finora.

Secondo errore - Dedurre le royalties senza alcuna inerenza

Il secondo errore riguarda la deducibilità delle royaltiespagate al titolare del marchio da parte dell'azienda. Anche qua, non tutto viene fatto a sentimento. Ci spieghiamo meglio: non puoi dedurre tutto ciò che ti pare, ma solo quello che segue il c.d. "principio di inerenza".

Cosa dice questo principio? Il principio di inerenza dice che l'azienda, per dedurre un costo, deve avere la capacità di dimostrare all'Agenzia delle Entrate che quel costo è inerente alla reale attività svolta. Insomma è attinente all'azienda.

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Per farti capire meglio, un falegname non potrebbe mai scaricare l'acquisto del pane come materia prima merce, perché non produce pane ma lavora il legno. Dedurre senza seguire il principio di inerenza significa restituire tuttoquanto guadagnato prima.

Terzo errore - Assenze di prove documentali

Quando si parla di dedurre i costi delle royalties è necessario avere delle prove documentaliper evitare di dover "combattere" con il Fisco. Insomma, bisogna dimostrare che il marchio è stato registrato dal socio persona fisica ad esempio, così da poter dedurre le royalties da quest'ultimo ottenute.

Si tratta, pertanto, di documenti che si possono trovare in azienda. Quindi se il Fisco nota che queste fatture sono a carico dell'azienda non è possibile erogare le royalties al socio perché, nella realtà dei fatti, non ha registrato alcun marchio lui. O magari anche i costi di pubblicità dello stesso sono a carico dell'azienda. In tutti e due i casi l'azienda non può scaricare i costi delle royalties.

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Un ultimo errore, ma non per importanza, è la valutazione errata delle royalties ovvero la somma di denaro ricevuta riconosciuta al titolare del marchio dopo che, lo stesso, ha ceduto l'utilizzo del marchio alla propria azienda attraverso un contratto di licenza.

La somma delle royaltynon viene scelta a piacimento ma viene commisurata al valore del marchio. Tuttavia, ignari delle conseguenze negative, si tende spesso ad abusarne: in primis per avere un compenso mensile maggiore, in secondo luogo per abbattere l'imponibile poiché le royalties sono completamente deducibili.

Vedi, gli intangibles e la pianificazione fiscalevanno a braccetto, ma se commetti un minimo errore, ognuno va per conto proprio e a te non resta che subire le conseguenze del Fisco.

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Soluzione Tasse S.p.A. published this content on 13 January 2022 and is solely responsible for the information contained therein. Distributed by Public, unedited and unaltered, on 13 January 2022 16:40:06 UTC.