BASILEA (awp/ats) - Sciare in Svizzera sta diventando sempre più caro: una settimana bianca nel febbraio 2024 costerà in media il 24% in più rispetto al 2022. Per le famiglie il rincaro raggiungerà addirittura il 33%, mentre le coppie dovranno sborsare il 15% in più.

I dati emergono da un'analisi condotta in novembre dalla Banca Cler e dall'istituto di ricerca economica BAK Economics, che ha tenuto conto di quattordici comprensori sciistici, fra cui Airolo in Ticino. Gli atri sono: St. Moritz, Davos-Klosters, Flims-Laax-Falera, Arosa-Lenzerheide, Andermatt-Sedrun, Engelberg-Titlis, Gstaad, Jungfrau, Adelboden-Lenk, Zermatt, Aletsch-Arena, Verbier e Saas-Fee.

Sono stati confrontati gli oneri comprensivi di skipass per otto giorni, sette notti in un appartamento di vacanza (per la famiglia, composta da due adulti e due bambini di 7 e 10 anni) o (per la coppia) in albergo, noleggio (scarponi e sci), tassa di soggiorno, scuola di sci per i bambini (cinque mezze giornate). Non sono invece stati presi in considerazione i costi variabili come vitto, divertimenti e spese di viaggio.

A salire di più - fino al 41% - sono stati i prezzi degli alloggi. In gran parte ciò è dovuto alla scarsità di offerta al momento dell'analisi: per limitare i costi è quindi consigliabile prenotare la settimana con largo anticipo. Le differenze di prezzo per le varie località sono enormi: un appartamento in una delle località più care può costare fino a quattro volte di più.

In vetta alla classifica delle mete più costose si trovano Verbier, Saas-Fee e Zermatt, dove una settimana bianca costa circa il 67% in più rispetto alle regioni più convenienti, ossia Airolo, Adelboden-Lenk e Aletsch-Arena. I prezzi degli skipass sono saliti del 9%: nel 2024 tutti i segmenti di clientela pagheranno tariffe maggiorate rispetto al 2022, a Zermatt addirittura del 27% e a Flims-Laax-Falera del 25%. I prezzi per le scuole di sci hanno registrato un aumento medio del 3%, mentre il rincaro del noleggio degli sci è limitato all'1%.

In generale, secondo l'analisi, gli operatori turistici elvetici beneficiano di una domanda elevata e con buone disponibilità finanziarie. Incide anche il fatto che il Covid ha spinto gli abitanti della Confederazione a rivalutare in modo duraturo le vacanze in patria. "Gli svizzeri amano le vacanze sulla neve e scelgono preferibilmente mete nazionali, anche se questo significa allentare i cordoni della borsa", si legge nel comunicato di Banca Cler. "Ma di quanto potranno allentarli ancora? La domanda sorge spontanea".

Stando all'analisi la tendenza che si delinea nel lungo termine vede la domanda interna conservare stabilmente una quota elevata. Per quanto riguarda gli ospiti stranieri si assisterà invece presumibilmente a un riassetto dei mercati di provenienza: la quota di visitatori europei tenderà a diminuire, mentre acquisteranno importanza i paesi lontani, trainati dalla forte crescita degli Stati Uniti e dal graduale ritorno degli ospiti asiatici. "Nel complesso, la domanda si riorienterà quindi verso i mercati contraddistinti da maggiori disponibilità finanziarie", concludono gli esperti.