ROMA (MF-DJ)--Viviamo una crisi energetica globale senza precedenti per effetto dell'aumentata domanda di risorse fossili, del loro utilizzo come arma nei conflitti internazionali e delle speculazioni che portano i prezzi di vendita oltre ogni limite rispetto ai costi. L'impegno di decarbonizzare l'economia mondiale preso con l'Accordo di Parigi entro la metà del secolo e, in Europa, gli obiettivi del Green Deal, spingono per un'accelerazione della transizione ecologica. Un grande cambiamento verso cui la società civile e molte imprese sembrano voler andare in modo tempestivo ed efficace, che tuttavia viene rallentato dagli interessi consolidati nel commercio dei fossili e dalle istituzioni che stanno adottando misure emergenziali centrate sul rilancio del gas, e in misura minore del petrolio e del carbone, come fonti energetiche indispensabili.

E' questo, si legge in una nota, lo scenario su cui si sono articolate le riflessioni dell'evento "Le fonti rinnovabili contro la crisi e per la transizione ecologica" organizzato dai gruppi di Gruppi di lavoro Energia e Clima (Goal 7-13) dell'ASviS, l'Alleanza italiana per lo Sviluppo sostenibile con il contributo di Amazon, nell'ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2022.

"Il saldo tra gli enormi problemi e le straordinarie opportunità della transizione ecologica dipende dal punto di vista con cui la politica, le imprese e la società la vogliono affrontare. Siamo divisi tra chi vuol accelerare e chi vuol rallentare il cambiamento - ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini -. La guerra in Ucraina e i mercati di energia impazziti ci impediscono di valutare il futuro: per superare lo shock dobbiamo ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e spostarci su altre fonti. Anche dal mondo delle imprese arriva una risposta inequivocabile: accelerare gli investimenti sulle fonti rinnovabili per aumentare l'indipendenza strategica del nostro sistema economico. Per farlo bisogna superare diversi problemi, come i costi delle materie prime, del credito e la necessità di costruire reti complesse. L'affermazione delle rinnovabili non dipende però solo da questioni economiche e tecnologiche, va affrontata soprattutto sul piano culturale. E' con la democrazia che possiamo contribuire ad affrontare la crisi climatica, agendo affinché una cultura della sostenibilità, basata sulla scienza, diventi dominante".

"Per affrontare la sfida al cambiamento climatico, nel 2019, Amazon ha co-fondato il Climate Pledge, che oggi conta oltre 375 aziende unite nell'impegno a raggiungere zero emissioni nette di CO2 entro il 2040, dieci anni in anticipo rispetto a quanto stabilito dall'Accordo di Parigi - ha affermato Giorgio Busnelli, direttore per le Categorie Largo Consumo di Amazon in Europa -. Per raggiungere l'ambizioso obiettivo di decarbonizzare le nostre attività, stiamo compiendo progressi lungo tutta la filiera: dall'eliminazione graduale degli imballaggi superflui, all'elettrificazione della flotta di consegna, fino all'approvvigionamento da fonti rinnovabili. Amazon è oggi il maggior acquirente aziendale di energia rinnovabile al mondo, con 379 progetti, dei quali 117 in 10 Paesi europei inclusa l'Italia che conta 3 progetti fotovoltaici off-site per una capacità totale di 106 MW, mentre i siti Amazon dotati di pannelli fotovoltaici installati su tetto sono ad oggi 17".

L'incontro ha affrontato sviluppi e criticità riguardanti la diffusione delle energie rinnovabili come strumento fondamentale per la mitigazione e l'adattamento al cambiamento climatico, i cui gravissimi effetti sul territorio europeo non consentono alcun ritardo nella decarbonizzazione né ripensamenti sulla transizione ecologica giusta, inclusiva e ora anche necessaria per spegnere i conflitti che si stanno alimentando con le energie fossili.

gug


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October 05, 2022 11:57 ET (15:57 GMT)