ROMA (MF-DJ)--L'annuncio è arrivato quasi in contemporanea col crollo della piattaforma per le criptovalute Ftx, ma non è in alcun modo collegato. Ovvero la Federal Reserve, la banca centrale americana, ha lanciato un progetto pilota di 12 settimane per testare il dollaro digitale. Lo ha fatto assieme ad alcuni colossi bancari come Citi, Hsbc, Wells Fargo, Bny Mellon e grosse banche regionali come Pnc Bank, Td Bank e Truist, ma anche Mastercard sul fronte delle carte di credito. La tecnologia utilizzata viene fornita da Setl e Amazon Web Services, partecipa anche la il sistema di comunicazione finanziaria Swift mentre Deloitte è consulente dell'iniziativa, che sul piano legale si avvale dello studio Sullivan & Cromwell.

Assieme all'annuncio, però, la Fed ha inserito un chiarimento molto importante, precisando che il test "non intende portare avanti alcuna specifica scelta in materia di policy, né vuole segnalare alcuna imminente decisione della Fed stessa sulla necessità di lanciare una valuta digitale per i consumatori o per le aziende, né come una simile valuta debba essere necessariamente definita". Ovvero, spiega MF-Milano Finanza, si tratta solo di un esperimento.

Il test lanciato dalla Fed rientra nel flusso di attività internazionali di un gran numero di banche centrali nel mondo per studiare - e in alcuni casi lanciare - una Cbdc, dalle iniziali di Central Bank Digital Currency. Ovvero di un asset digitale che ha il sostegno esplicito di un governo nazionale e viene emesso dalla banca centrale dello stesso paese. Si tratta quindi di qualcosa molto diverso da una criptovaluta, che per definizione non gode dell'appoggio di un'entità governativa e viene emesso da enti privati o da società di fintech. L'annuncio rappresenta un piccolo tassello nella direttiva in materia di asset digitali annunciata dal presidente Biden nello scorso marzo, e resa ancora più urgente dal crollo di Ftx. Quello di Biden era un executive order per "assicurare uno sviluppo responsabile degli asset digitali".

Dopo aver precisato che alcune stime parlano di almeno 40 milioni di americani, il 16% della popolazione adulta, che hanno utilizzato, scambiato o investito in valute digitali, la direttiva poneva degli obiettivi concreti che richiedono uno sforzo corale di varie agenzie governative: 1) Proteggere i consumatori americani, gli investitori e le aziende. 2) Proteggere la stabilità finanziaria negli Usa e nel mondo e mitigare i rischi sistemici. 3) Mitigare i rischi della finanza illecita e quelli per la sicurezza nazionale legati all'uso illecito di asset digitali. 4) Promuovere la leadership tecnologica e quella di competitività economica degli Usa e rafforzare quella nel sistema finanziario globale. 5) Promuovere un accesso equo a servizi finanziari sicuri e a prezzi convenienti. 6) Sostenere il progresso tecnologico e assicurare sviluppo e uso responsabile degli asset digitali.

7) Esplorare l'ipotesi di una Cbdc, ovvero una valuta digitale emessa dalla banca centrale.

L'annuncio del test pilota della Fed, che in precedenza aveva preparato un lungo rapporto sulle valute digitali senza però fare alcuna scelta operativa, è quindi in linea con l'ultima delle direttive del presidente americano. Che a sua volta invitava a "esplorare" una possibile valuta digitale, senza indicare né modelli di riferimento o tempi di realizzazione. Tanto più che sulla valuta digitale la Fed è, per molti versi, in ritardo rispetto a molte altre banche centrali. In luglio, secondo dati del Fondo Monetario, circa 100 Cbdc erano allo studio o in via di sperimentazione e solo Nigeria e Bahamas avevano formalmente lanciato delle simili valute digitali. Paesi come la Cina sono da tempo attivi su questo fronte, l'India ha iniziato un test negli stessi giorni della Fed e il Giappone lo farà nel prossimo anno.

Il crollo di Ftx, un'entità con base legale nelle Bahamas ma legata a una casa di brokeraggio e hedge fund americani come Alameda, rende molto più urgente la discussione normativa negli Usa. E mette in luce fin dall'inizio che repubblicani e democratici al Congresso non hanno opinioni condivise sul tema, così come non esiste unanimità sul fatto che la Fed entri sul fronte delle valute digitali. Molti operatori di settore ricordano che la lentezza americana nel creare una normativa per gli asset digitali ha spinto e spinge molti a operare fuori dagli Usa dove c'è maggiore chiarezza, anche se questo aumenta i rischi di chi investe.

Il chairman della Cftc, l'authority del trading di materie prime e futures, Rostin Behnam ha sostenuto in un'udienza parlamentare nei giorni scorsi che "ci è mancata la possibilità di regolare in modo comprensivo il mercato delle commodities digitali, e per prevenire che (collassi come quello di Ftx) avvengano di nuovo il Congresso ci deve dare l'autorità necessaria". Il suo collega della Sec, l'authority dei mercati finanziari, sostiene la stessa tesi. Ovvero chiedono al Congresso di sbrigarsi a regolamentare il settore, e a chiudere ogni vuoto legislativo in materia.

Il meccanismo di trading di Cbdc lanciato dalla Fed, che fa largo uso di blockchain, viene visto come una potenziale alternativa al movimento di denaro contante fra un Paese e l'altro e soprattutto per sveltire alcune contrattazioni - come quelle valutarie - che hanno tempi lunghi di realizzazione mentre sul fronte digitale il tutto può essere chiuso in una manciata di secondi. Ed è interessante notare che sulla valenza simbolica del progetto pilota esistono letture diametralmente opposte: per alcuni è la conferma che la Fed intende contrastare attivamente la crescita delle criptovalute emesse da privati, per altri è un segnale che la Fed scende in campo sulle valute digitali e quindi di fatto avalla l'attività anche delle criptovalute. In ogni caso è evidente grande cautela del Tesoro Usa e della Fed sul tema.

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0508:44 dic 2022


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December 05, 2022 02:45 ET (07:45 GMT)