MILANO (MF-DJ)--Carlo Salvatori ha il pregio di parlare chiaro. Da banchiere di lungo corso ha attraversato decenni di finanza ed economia italiana e guidato o presieduto colossi come Bnl, Ambrosiano Veneto, Cariplo - e quindi Banca Intesa -, Unicredit, Unipol Gf, Lazard (di cui è attualmente presidente onorario) e oggi, alla soglia degli 81 anni, ha altrettanto chiare le idee su come affrontare il problema più grave dell'Italia: il gigantesco debito pubblico. Per questo Salvatori ha aderito al Manifesto per il Tagliadebito lanciato da MF-Milano Finanza: è la proposta di tagliare in maniera netta una quota dell'attuale debito da 2.755 miliardi vendendo gli immobili inutilizzati dallo Stato e dagli enti pubblici a un fondo, alimentato dal risparmio degli italiani, che riqualifichi e metta a reddito quell'immenso patrimonio. Un modo per tenere in Italia la ricchezza nazionale e fungere da volano per la crescita.

"Sono anni che nei miei interventi pubblici batto sul tema del debito e in diversi interventi ho detto che si può risolvere con la vendita di parte del patrimonio immobiliare», dice Salvatori. «Lo Stato ha ceduto tanti immobili agli enti locali, province, regioni, comuni che però non fanno niente per gestirli - perché costa - ma se li tengono comunque stretti. Immobili che quindi perdono valore. Pensiamo alle tante caserme non utilizzate, al centro delle città, che vanno in malora perché non hanno soldi per la manutenzione ordinaria. Ne vedo tanti anche nella mia Parma ma l'Italia ne è piena. Si potrebbe fare edilizia residenziale, o resort, o strutture di tipo sociale, e ce ne sarebbe tanto bisogno specialmente nel Sud».

Non è naturalmente una mossa semplice né scontata, riconosce il banchiere. Ma una soluzione la vede: «Quegli immobili oggi non sono vendibili perché vincolati dalle attuali destinazioni d'uso, che i Comuni non vogliono cambiare. Lo Stato quindi deve avere la volontà politica di risolvere questo problema avocando a sé quel patrimonio. Ci vuole una norma che cambi la loro destinazione d'uso obbligando a metterli sul mercato attraverso vendite dirette o cartolarizzazioni». A spanne, secondo Salvatori, «ci sono immobili per 400 miliardi che possono essere immessi in tempo brevi sul mercato. Solo lo Stato può farlo. E se si cambia destinazione d'uso i valori aumentano significativamente».

L'enorme debito pubblico porta anche a un'altra considerazione: dopo dieci anni di sostegni della Bce ci rendiamo conto di essere ancora dipendenti dagli aiuti di Francoforte. «Abbiamo le tutele perché dieci anni fa ce le ha date Mario Draghi. Senza, andiamo in difficoltà dato che il debito sta in gran parte all'estero». Anche il giudizio sul Christine Lagarde, che ha preso il posto di Draghi nel novembre 2019, è chiaro: «Sta tentando di fare qualcosa di diverso ma secondo me è prematuro perché non ci sono le condizioni per allentare le misure: c'è la pandemia, c'è una guerra in corso, c'è un'economia debole in Italia e in Europa e quindi cambiare strada è rischioso. Qualche governatore deve aver fatto capire che bisogna essere più prudenti, per questo hanno convocato la riunione di emergenza mercoledì. E non dimentichiamo il rialzo dei tassi della Fed. È stato più forte delle attese e questo ha preoccupato i mercati. Insomma c'è ancora da ballare".

red

MF-DJ NEWS

1708:16 giu 2022


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