"Continuiamo a guardare alla possibilità di consolidare altre realtà del risparmio gestito ma in Italia la situazione è un po' 'cappata' e quindi, quando sul mercato ci sarà maggiore visibilità, avrà senso per noi guardare anche all'estero", ha detto a Reuters il neo AD Alessandro Melzi D'Eril.

"Uno dei problemi principali problemi del nostro titolo è l'italianità e il forte legame con le banche italiane", ha aggiunto.

Per il manager il titolo "non è correttamente valutato". Tanto è vero che, dopo la notizia dell'interesse, poi smentita, di Amundi per il gruppo che in Italia gestisce 176 miliardi di euro, "non mi stupirebbe che altri ci guardassero".

Ma, con in pancia 100 miliardi di titoli di stato italiani, Anima deve "proteggere gli interessi della nostra clientela italiana e il risparmio degli italiani", ha sottolineato il manager.

La compagine azionaria attuale è soddisfatta come dimostra, secondo l'AD, il recente arrotondamento della partecipazione di Banco Bpm.

Oggi il titolo Anima ha festeggiato in borsa con un balzo di quasi il 7% la trimestrale archiviata con un utile netto in crescita del 41% a 38,6 milioni (normalizzato a 50,2 milioni, +32%) a fronte di ricavi totali per 102,8 milioni (+28%).

Il titolo ha perso oltre il 27% negli ultimi tre mesi, complici le turbolenze sui mercati globali scatenate dalla pandemia di Covid-19.

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