Martedì BPCE e Generali hanno confermato la loro fusione e hanno annunciato la firma di un memorandum d'intesa non vincolante per creare il più grande asset manager europeo in termini di ricavi.

L'accordo, che arriva in un momento in cui il settore deve affrontare la contrazione dei margini di profitto, la concorrenza dei giganti statunitensi e i requisiti tecnologici in rapida evoluzione, dovrebbe essere finalizzato entro l'inizio del 2026, hanno dichiarato le due società.

"Siamo convinti che il settore della gestione patrimoniale stia subendo un rapido cambiamento e che la scala e le dimensioni siano più importanti che in passato", ha dichiarato Nicolas Namias, presidente del consiglio di amministrazione di BPCE, in occasione di una conferenza stampa congiunta con Philippe Donnet, amministratore delegato di Generali, per presentare questo progetto "molto ambizioso".

Secondo i termini dell'accordo, Natixis Investment Managers e Generali Investments di BPCE possiederanno ciascuno il 50% della società combinata, con una governance equilibrata e diritti di controllo.

La nuova entità, che secondo le stime delle due società ha un valore di circa 9,5 miliardi di euro, avrà 1.900 miliardi di euro di attività in gestione, diventando la seconda più grande in Europa dopo la francese Amundi, e la più grande in termini di ricavi con 4,1 miliardi di euro.

Nicolas Namias presiederà il consiglio di amministrazione di questa nuova joint venture, che avrà sede ad Amsterdam e le cui operazioni quotidiane saranno gestite da Italia, Francia e Stati Uniti.

Philippe Donnet sarà Vicepresidente e l'Amministratore Delegato sarà Woody Bradford, che attualmente dirige l'attività di gestione patrimoniale di Generali e in precedenza era a capo di Conning Holdings, un gestore patrimoniale statunitense al servizio di assicuratori e fondi pensione, recentemente acquisito da Generali.

Philippe Setbon, Amministratore delegato di Natixis IM, sarà Vice Amministratore delegato.

Secondo Philippe Donnet, Natixis IM apporterà alla società circa 1.300 miliardi di euro di asset in gestione e Generali poco più di 630 miliardi di euro.

Il nuovo gruppo dovrebbe generare profitti per circa 200 milioni di euro in un periodo di cinque anni. Nello stesso periodo, Generali si è impegnata a fornire 15 miliardi di euro di 'seed capital' per lanciare nuovi progetti di investimento.

L'operazione deve affrontare ostacoli normativi, in particolare in Italia, dove il Governo desidera garantire che i risparmi nazionali continuino a sostenere il rifinanziamento del suo grande debito pubblico.

Roma deve autorizzare l'operazione in base alla legislazione sul 'golden power', un insieme di poteri speciali che consente al Governo di esercitare il controllo su aziende ritenute strategiche per il Paese.

Lunedì, i tre rappresentanti del consiglio di amministrazione del principale azionista di Generali, Francesco Gaetano Caltagirone, che è vicino al governo conservatore italiano, hanno votato contro l'accordo, ma il consiglio di amministrazione di Generali, composto da 13 membri, ha approvato il memorandum d'intesa, secondo tre persone vicine alla questione.

(Scritto da Pauline Foret e Florence Loève, con Gianluca Semeraro a Milano, Mathieu Rosemain a Parigi ed Elvira Pollina, a cura di Augustin Turpin)