ZURIGO (Reuters) - Siemens abbandonerà il mercato russo a causa della guerra in Ucraina, scelta che ha pesato per 600 milioni di euro sui conti del secondo trimestre, e ulteriori costi dovranno essere sopportati.

Il gruppo industriale e tecnologico tedesco è l'ultima multinazionale ad annunciare perdite legate alla sua decisione di lasciare la Russia dopo l'invasione del 24 febbraio, che Mosca definisce "operazione militare speciale".

Diverse aziende come i produttori di birra Anheuser-Busch InBev e Carlsberg, Adidas, alla Renault e diverse banche si sono dovute confrontare con i costi derivanti dalla sospensione delle operazioni in Russia o dal loro ritiro. 

L'amministratore delegato di Siemens, Roland Busch, ha descritto il conflitto come un "punto di svolta nella storia".

"Come azienda, abbiamo condannato chiaramente e con forza questa guerra", ha dichiarato Busch ai giornalisti.

"Siamo tutti colpiti dalla guerra come esseri umani. E i dati finanziari devono passare in secondo piano di fronte alla tragedia. Tuttavia, come molte altre aziende, stiamo sentendo l'impatto sul nostro business".

Nel secondo trimestre, Siemens ha dovuto sostenere 600 milioni di euro di svalutazioni e altri oneri, per lo più registrati nel settore della mobilità ferroviaria a seguito delle sanzioni contro la Russia.

Busch ha detto che l'azienda si attende ulteriori impatti, soprattutto a causa di oneri non monetari legati alla liquidazione di soggetti giuridici, alla rivalutazione di attività finanziarie e ai costi di ristrutturazione.

"Al momento prevediamo ulteriori rischi potenziali per l'utile netto nell'ordine di centinaia di milioni, anche se non siamo in grado di definire un arco temporale esatto", ha aggiunto.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Francesca Piscioneri)