ROMA (MF-DJ)--Il calciomercato dei club non è mai stato così ricco. Almeno 15 società europee sono in vendita o alla ricerca di nuovi investitori. Fra loro ci sono membri dell'elite del pallone come Manchester United, Tottenham, Inter e Liverpool, club di media dimensione come Udinese, Sampdoria e Verona e squadre di città importanti come Brescia e Cagliari. La valutazione complessiva dei club sul mercato, scrive MF-Milano Finanza, sfiora i 16 miliardi. Si troveranno capitali per tutti? Negli Stati Uniti la liquidità non manca né il desiderio di scendere in campo.

In Premier League otto club sono in mano americana, in Serie A sei. Il numero è destinato ad aumentare nei prossimi mesi. "I grandi capitali statunitensi intravedono un enorme potenziale nel calcio europeo", spiega Pietro Berardi, amministratore delegato della Roma, club della famiglia americana Friedkin. "La tesi di investimento è sulla carta semplice: comprare un club, far emergere il valore inespresso, accrescendo, il giro d'affari a livello domestico e internazionale, e infine rivendere a un prezzo superiore a quello di acquisto", aggiunge. "Nella pratica, certo, l'industria del calcio è più complessa di altre per il suo portato sociale e simbolico".

Contro questi retaggi si è schiantata la Superlega, il progetto di secessione delle grandi d'Europa. Allontanando la prospettiva di rendimenti stabili e cospicui, il fallimento ha convinto diversi proprietari a passare la mano. Sarebbe per esempio all'origine della ricerca di nuovi investitori per il Liverpool da parte del Fenway Sports Group, nonché della decisione dei Glazer di mettere sul mercato il Manchester United. La famiglia americana aveva rilevato il controllo della società nel 2005, con una scalata a debito da un miliardo che ha segnato l'inizio dell'era della finanziarizzazione del calcio europeo. Oggi la loro richiesta per il club si aggira sui 7 miliardi, a fronte di una capitalizzazione di borsa che l'annuncio di vendita ha fatto salire del 58% in tre sedute, a 3,6 miliardi.

Per Liverpool e Manchester "arriveranno 30-40 offerte provenienti dal Medioriente ma soprattutto dagli Usa", prevede un consulente che ha lavorato al passaggio da record del Chelsea per 3,1 miliardi dall'oligarca russo Roman Abramovich al magnate americano Todd Boehly. Gli sceicchi sauditi stanno già valutando l'affare e i Paperoni americani sono pronti a sfidarsi a suon di miliardi. II pallone europeo sta insomma rotolando rapidamente verso le monarchie del Golfo e verso gli Stati Uniti.

Mentre sono in corso i Mondiali di calcio in Qatar, del resto, gli investitori stanno già pensando al prossimo appuntamento: la Coppa del Mondo 2026 organizzata da Canada, Messico e Stati Uniti. "Il seguito del calcio negli Usa sta sicuramente aumentando e c'è l'opportunità per trasformarlo nel quinto sport del Paese", osserva Berardi. "Di pari passo sta salendo il suo valore economico, come prova l'accordo decennale stipulato da Apple per trasmettere la Major League Soccer che, secondo indiscrezioni, vale 2,5 miliardi di dollari".

In realtà, a giudizio di alcuni esperti, il valore dei diritti tv ha raggiunto il picco prima della pandemia ed è destinato a seguire il declino della popolarità del pallone fra le nuove generazioni. Altri ritengono invece che i club possano incassare di più dalle immagini. "Credo che in prospettiva i broadcaster saranno superati", prevede il manager di un'istituzione sportiva globale. "La loro intermediazione sottrae ai club un margine che potrebbero incamerare portando direttamente le partite ai consumatori", aggiunge. "La Premier League", anticipa, "sarà la prima a creare proprie piattaforme di distribuzione". Cosa accadrebbe se il Manchester United trasmettesse per un euro le partite ai suoi 1,1 miliardi di appassionati? Chissà che simile prospettiva non sia la ragione dell'interesse - tutto da verificare - di Amazon, Apple e Meta per il club.

Mondiali e canali di Lega giustificano i 9 miliardi investiti in un anno nello sport europeo e le valutazioni da capogiro? Per i 32 top club di calcio, la stagione 20/21 si è conclusa 2,7 miliardi di perdite complessive. "La vendita del Chelsea ha spronato il mercato che si suddivide in due categorie: i club d'élite e gli altri", rimarca Andrea Sartori, fondatore e ceo di Football Benchmark. "Nonostante a livello di profitti non abbiano dato soddisfazioni negli ultimi anni, società come Manchester United, Milan e Liverpool hanno marchi riconosciuti a livello globale, garantiscono visibilità, generano sinergie con altri interessi e opportunità di relazioni per i proprietari, oltre che spesso soddisfare il loro ego", prosegue. "Si tratta di trophy asset la cui valutazione va oltre le metriche finanziarie e comprende logiche di soft power". Basti pensare al ruolo giocato dal Milan nella carriera politica di Silvio Berlusconi o al peso della proprietà del Paris Saint-Germain nell'aggiudicazione dei Mondiali 2022 al Qatar, i primi invernali e i primi in Medioriente. "Per comprare i top club c'è spesso la fila: è un mercato del venditore, dove è il proprietario a fare il prezzo".

La Serie A, salvo eccezioni, si trova in una situazione diversa. "Nel caso dei club medi e piccoli il mercato lo fa il compratore", precisa Sartori. "Molte di queste società sono uscite dal biennio pandemico con minore liquidità e maggiori debiti che, con il rialzo dei tassi d'interesse, diventano difficile da sostenere. Anche per questi club c'è grande appetito da parte degli investitori che fissano però valutazioni e prezzi molto più realistici rispetto all'élite del calcio mondiale".

Probabilmente, perciò, in questo mercato si nascondono i migliori affari. Secondo indiscrezioni, non a caso, il Verona ha dato mandato a Deutsche Bank di sondare il mercato americano, l'Udinese è vicina all'accordo con una spac di Wall Street e l'Inter ha chiesto a Goldman Sachs e Raine di cercare finanziatori in Usa. Sirene americane avrebbero tentato infine di ammaliare anche il Napoli con un'offerta da 800 milioni, ma il presidente Aurelio De Laurentiis non pare intenzionato a cedere. "Le proprietà Usa potrebbero andare in maggioranza in Serie A", ragiona un altro manager calcistico. "E quando si tratta di soldi, gli investitori americani sanno agire come un sol uomo".

Il calcio italiano "è fra quelli con maggior prospettive di crescita: esce da un periodo di difficoltà, che ha reso le valutazioni più appetibili rispetto alla Premier", osserva l'ad della Roma Berardi. "I club hanno quindi potenzialità di rendimento superiori, se gestiti bene e inseriti in un contesto di sviluppo: la candidatura dell'Italia per gli Europei del 2032 è una grande occasione".

La Turchia sarà l'avversario da battere per Roma, che già aveva studiato una candidatura con Arabia Saudita ed Egitto per il Mondiale 2030. Quel progetto è tramontato, ma non la volontà di ospitare un grande evento. "La partita è aperta e le istituzioni si stanno impegnando", conclude. "L'Italia ha dalla sua la tradizione calcistica, un popolo di tifosi appassionati e un marchio di livello globale. Bisogna però migliorare infrastrutture e stadi: noi contiamo di completare il nuovo impianto entro il 2027".

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2808:19 nov 2022


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November 28, 2022 02:20 ET (07:20 GMT)