MILANO (MF-DJ)--GameStop suona la ritirata per l'armata dei trader. Ieri la catena di videogiochi all'origine della riscossa dei piccoli investitori a Wall Street ha lanciato un aumento di capitale che verrà eseguito emettendo 3,5 milioni di nuove azioni sul mercato. Ai prezzi correnti l'operazione dovrebbe fruttare a GameStop oltre 500 milioni di dollari, una somma inimmaginabile fino a 12 mesi fa.

Allora il titolo valeva poco più di 3 dollari e un'operazione di questo tipo avrebbe portato in cassa meno di 10 milioni. Oppure, da altra prospettiva, un anno fa per ottenere mezzo miliardo di dollari GameStop avrebbe dovuto collocare circa 166 milioni di titoli, 50 volte l'attuale quantitativo di carta offerto. Nel frattempo, però, le quotazioni della catena sono lievitate grazie all'ondata d'acquisti retail che assieme allo short squeeze hanno rianimato le quotazioni. Il titolo è arrivato a valere quasi 500 dollari, per poi correggere a 175, comunque in rialzo del 5.700% rispetto ad aprile 2020. Presto, però, GameStop potrebbe tornare con i piedi per terra: con il graduale rientro dell'emergenza sanitaria negli Usa, infatti, gran parte dei trader individuali sta uscendo dalla bolla di Wall Street per tornare nella «vita reale».

La flessione del 4% di GameStop dopo l'annuncio dell'aumento di capitale sarà l'inizio della fine per il social investing e per le cosiddette «meme stocks»? Qualche indizio pare indicarlo. A marzo il volume d'acquisti individuali di azioni è calato del 60% a livello tendenziale. Contestualmente, il traffico su siti e app per la compravendita di titoli a zero commissioni come Robinhood, eTrade e Charles Schwab è calato fino al 35%, segno che la curva del trading retail potrebbe aver superato il picco. Quali sono i fattori dietro la ritirata dell'armata dei piccoli investitori? Primo fra tutti, il graduale alleggerimento delle misure restrittive negli Stati Uniti che ha consentito una parziale riapertura delle attività economiche e un altrettanto parziale ritorno ai consueti passatempi.

Nelle ultime settimane, così, il numero di ricerche su Google di parole-chiave come «ristorante», «voli» o «vacanze» ha sopravanzato per la prima volta da molto tempo termini come «azioni» o «investire». La rotazione dei risparmiatori dall'investimento al consumo ha avuto ripercussioni sui loro titoli preferiti. Complici anche i timori per un rialzo dei tassi e la rotazione verso i settori ciclici in vista della riapertura, società come Tesla, Nio e Apple hanno perso quota a Wall Street. La prova del nove è che dopo aver toccato l'apice a fine gennaio, il Buzz Index delle quotate più citate in rete ha perso il 9%, sottoperformando sia lo S&P 500 sia il Dow Jones (che ieri ha toccato il record, si veda articolo a pagina 19). Lo stesso è accaduto alle spac, altro asset comprato a piene mani dai piccoli investitori a caccia della prossima Amazon. Nonostante ogni giorno siano quotati a Wall Street in media tre di questi veicoli, le loro quotazioni sono scese rapidamente nell'ultimo mese, sino a entrare in fase di correzione proprio per il venir meno del supporto retail.

fch

MF-DJ NEWS

0609:12 apr 2021

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April 06, 2021 03:12 ET (07:12 GMT)