Oltre alle regole note come Digital Markets Act (DMA), i legislatori hanno approvato anche il Digital Services Act (DSA), che richiede alle piattaforme online di fare di più per sorvegliare Internet alla ricerca di contenuti illegali.

Le aziende rischiano multe fino al 10% del fatturato globale annuo per le violazioni del DMA e del 6% per le violazioni del DSA. I legislatori e gli Stati dell'UE avevano raggiunto un accordo politico su entrambe le serie di regole all'inizio dell'anno, lasciando alcuni dettagli da limare.

I due regolamenti per le Big Tech si basano sull'esperienza del capo dell'antitrust dell'UE Margrethe Vestager nelle indagini sulle aziende. Ha istituito una taskforce DMA, con circa 80 funzionari che si prevede si uniranno, che secondo i critici è inadeguata.

Il legislatore Andreas Schwab, che ha guidato la questione al Parlamento europeo, ha chiesto una taskforce più grande per contrastare le tasche profonde di Big Tech.

L'Organizzazione Europea dei Consumatori (BEUC) ha fatto eco alle stesse preoccupazioni.

"La scorsa settimana, insieme ad altri gruppi della società civile, abbiamo lanciato l'allarme: se la Commissione non assumerà gli esperti necessari per monitorare le pratiche di Big Tech sul mercato, la legislazione potrebbe essere ostacolata da un'applicazione inefficace", ha dichiarato il Vice Direttore Generale del BEUC, Ursula Pachl, in un comunicato.

La DMA è destinata a forzare i cambiamenti nelle attività delle aziende, richiedendo loro di rendere interoperabili i loro servizi di messaggistica e di fornire agli utenti business l'accesso ai loro dati.

Gli utenti commerciali potranno promuovere prodotti e servizi concorrenti su una piattaforma e concludere accordi con i clienti al di fuori delle piattaforme.

Le aziende non potranno favorire i propri servizi rispetto a quelli dei rivali o impedire agli utenti di rimuovere il software o le applicazioni preinstallate, due regole che colpiranno duramente Google e Apple.

Il DSA vieta la pubblicità mirata ai bambini o basata su dati sensibili come religione, sesso, razza e opinioni politiche. Saranno vietati anche i dark pattern, ovvero le tattiche che inducono le persone a fornire dati personali alle aziende online.