Il gruppo industriale dei semiconduttori SEMI Europe ha invitato lunedì l'Unione Europea a porre il minor numero possibile di restrizioni agli investimenti in uscita nella tecnologia dei chip per computer stranieri da parte delle aziende con sede nel blocco.

Si stanno valutando proposte per schermare gli investimenti in uscita - capitali europei investiti in aziende straniere di semiconduttori, AI e biotecnologie - anche se non si prevede una decisione dell'UE prima del 2025.

Gli Stati Uniti hanno pubblicato una bozza di regole per vietare alcuni di questi investimenti in Cina che potrebbero minacciare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, nell'ambito di una spinta più ampia per evitare che il know-how statunitense aiuti i cinesi a sviluppare una tecnologia sofisticata e a dominare i mercati globali.

"Le aziende europee di semiconduttori devono essere il più libere possibile nelle loro decisioni di investimento, altrimenti rischiano di perdere agilità e rilevanza", ha dichiarato SEMI Europe in un documento che delinea le sue raccomandazioni.

Ha affermato che le politiche prese in considerazione dall'UE sembrano essere eccessivamente ampie e, se adottate, potrebbero costringere le aziende a rivelare informazioni commerciali sensibili, aggiungendo che le restrizioni alla cooperazione transfrontaliera nella ricerca sarebbero fuori luogo.

"Incoraggiamo la Commissione Europea ad affrontare ulteriormente questi aspetti e a non violare la capacità delle multinazionali europee di effettuare gli investimenti necessari per sostenere le loro attività", ha affermato.

SEMI Europe rappresenta circa 300 aziende e istituzioni di semiconduttori con sede in Europa, tra cui aziende come ASML, ASM, Infineon, STMicroelectronics, NXP, e centri di ricerca come imec, CEA-Leti e Fraunhofer.

Oltre alle proposte di screening degli investimenti in uscita, l'Unione Europea si sta muovendo anche verso una legge che selezioni gli investimenti in entrata di capitali stranieri che potrebbero rappresentare un rischio per la sicurezza, come gli acquisti di porti europei, impianti nucleari e tecnologie sensibili.