ROMA (MF-DJ)--Il Comitato Nomine e Governance di Generali avrebbe concluso le due istruttorie in corso. E un Cda sarà convocato lunedì o martedì, per sostituire il consigliere Francesco Gaetano Caltagirone e per proporre un'ipotesi di Comitato investimenti. Questo comitato ancora non è formato, dopo che il 12 maggio i tre consiglieri di minoranza rifiutarono di entrare nei comitati consiliari, contro la soppressione di quello dedicato alle strategie, che in passato preparava le acquisizioni.

Dette "strategie" potrebbero, nella mediazione allo studio, tornare sotto il Comitato investimenti, come fu dal 2017 al 2019, scrive "La Repubblica". Il tema più urgente è sostituire Caltagirone, socio al 9,95% che si è dimesso venerdì, senza dare spiegazioni, ma da oltre un anno critico nei confronti del management. La riunione ieri tra il presidente Andrea Sironi e le tre componenti del comitato nomine Clara Furse, Diva Moriani e Luisa Torchia è durata un'ora e mezza. Sembra che abbiano passato in rassegna le previsioni statutarie per cooptare il nuovo consigliere, e le pratiche delle rivali europee di Generali sui comitati endoconsiliari. Lo Statuto del Leone all'art.28.13 dice che per sostituire un amministratore di minoranza il cda "nomina il primo dei candidati non eletti della lista alla quale apparteneva l'amministratore cessato, purché sia ancora eleggibile e disponibile ad accettare la carica ed appartenente al medesimo genere".

Tuttavia - e contrariamente alle interpretazioni date da più legali dell'imprenditore - la lettura prevalsa nel comitato nomine sarebbe di riaffermare lo spirito della norma, scritta per preservare il genere femminile meno rappresentato. Se questa linea passasse in Cda tra qualche giorno, l'invito a prendere il posto di Caltagirone andrebbe a Roberta Neri, ex ad di Enav e direttore finanziario di Acea, prima dei non eletti della lista che ha perso il conteggio assembleare del 29 aprile. Ipotesi rilanciata anche dal "Sole 24 Ore". Sempre che Neri "sia ancora eleggibile e disponibile", altrimenti toccherebbe al quinto non eletto, l'ex banchiere Claudio Costamagna. Nel caso di sua indisponibilità, il sesto è Luciano Cirinà, ex ad Generali nell'Est Europa e licenziato per giusta causa dopo la sua entrata nella lista Caltagirone.

Secondo il "Sole 24 Ore", la convinzione della compagnia è che nello Statuto non c'è alcun riferimento preciso al fatto che debba essere seguita una progressione numerica. Questa vale solo per il primo candidato in lista. Insomma, non è detto che il secondo nome che verrà interpellato sarà quello di Claudio Costamagna mentre rispetto a Luciano Cirinà resterebbe ferma la posizione già assunta nei giorni scorsi, ossia non è pensabile che entri a far parte del board un ex manager con cui l'azienda è in causa.

Un paletto che potrebbe trovare in totale disaccordo il fronte della minoranza, che certamente potrebbe mal digerire il fatto che sia il Cda a stabilire a priori chi debba essere sondato o meno. Allo stesso modo potrebbe far discutere la scelta di non considerare il riferimento esplicito al genere contenuto nello statuto. Così come, sebbene sia vero che tra le norme che regolano la vita della compagnia non vi sia alcun riferimento specifico all'ordine con cui debbano essere interpellati i candidati, è altrettanto sicuro che la prassi diffusa, e applicata in moltissime altre aziende, sia quella di rispettare una progressione numerica. Tutte questioni che, stante anche il faro di Consob, potrebbero diventare terreno fertile per un ulteriore scontro.

Oggi, intanto, saranno sentiti dalla Commissione banche il presidente del Leone Andrea Sironi e l'ad Philippe Donnet.

gug


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May 31, 2022 03:54 ET (07:54 GMT)