(di Paola Valentini - Milanofinanza.it)

MILANO (MF-DJ)--Si avvia a concludersi con successo l'opa di Generali su Cattolica a 6,75 euro per azione, partita il 4 ottobre scorso. L'operazione si chiude oggi e non ci sono scenari alternativi o possibilità di estensione del periodo di offerta. Ma stamani il titolo Cattolica cede il 7,03% a 6,29 euro, ben sotto il prezzo di offerta. Gli hedge fund si chiedono perché Generali a queste quotazioni non compri i titoli sul mercato. Il motivo è presto detto: la compagnia triestina (che sale di un marginale 0,05% a 18,85 euro) non può fare mercato e acquistare i titoli perché se salisse sopra il 25% (dal 24,5% attuale) dovrebbe fare una nuova opa. Il comportamento speculativo degli hedge fund dunque non ha pagato.

Quella di oggi è quindi l'ultima finestra per aderire e ottenere il corrispettivo all cash di 6,75 euro per azione. Il prezzo implica un premio del 40,5% sulla media di Borsa degli ultimi sei mesi pre-annuncio (perfettamente allineato con il premio medio del 38% circa registrato nelle opa volontarie di maggioranza perfezionate in Italia negli ultimi 10 anni).

Ieri Generali aveva già raggiunto il 53,85% del capitale, superando così la soglia del 50%, a cui era subordinata la sua efficacia con la certezza nell'ultima giornata di adesione di superare il 67% del capitale della compagnia veronese (il 66,67% dà il controllo di diritto dell'assemblea straordinaria per approvare la fusione di Cattolica in Generali). Contrariamente alle ultime 17 opa in Piazza Affari, questa è l'unica offerta che non avrà un prolungamento del periodo di adesione o un rialzo del prezzo. Tutti i grandi azionisti hanno ritenuto fair la valutazione offerta da Generali tra cui Berkshire Hathaway, colosso mondiale degli investimenti assicurativi e fondazione Bami, primo investitore italiano in Cattolica, escluso Generali, con ottica di lungo termine.

Chi non aderisce oggi si troverà in mano strumenti poco liquidi o illiquidi se si supera il 90% e l'azione viene delistata. Secondo quanto riporta l'advisor Equita, Generali procederà alla fusione per incorporazione di Cattolica nello scenario in cui la quota raggiunta dalla compagnia guidata dall'ad, Philippe Donnet, superasse il 66,67%, livello che permette il controllo di fatto dell'assemblea straordinaria.

Inoltre, sempre Equita sottolinea che le valutazioni di Cattolica e Generali per determinare il rapporto di concambio verranno fatte su base stand-alone senza tenere conti di eventuali sinergie da fusione e chi non apporta le azioni in opa oggi riceverà in cambio, quindi, azioni Generali sulla base di valutazioni relative basate su metodologie fondamentali che condurranno a una valutazione implicita di Cattolica inferiore rispetto a quella offerta in opa. Infine, per gli azionisti che non approveranno la fusione non è previsto il diritto di recesso.

Intanto Francesco Gaetano Caltagirone è salito ancora nel capitale di Generali e si è portato al 6,813%, aumentando la quota dello 0,125% grazie a operazioni di acquisto di azioni condotte il 26 e il 27 ottobre, tramite la holding Fincal, una delle società che fanno capo all'imprenditore capitolino. È quanto emerge da una comunicazione di internal dealing di Borsa Italiana pubblicata stamani. La quota del patto parasociale tra il costruttore romano, Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt sale al 13,59%.

La mossa di Caltagirone segue un'operazione analoga della Delfin di Leonardo Del Vecchio che ieri sempre con un internal dealing ha comunicato di aver comprato 585 mila azioni di Generali (0,03% del capitale) portando la sua quota al 5,61% e quella del patto al 13,47%, a cui si sono aggiunti gli acquisti comunicati oggi da Caltagirone.

red

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2913:46 ott 2021

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