MILANO (MF-DJ)--Il traffico sta ripartendo, ma l'ombra della guerra potrebbe frenare la crescita. Nella sua prima intervista dopo la riconferma alla guida di Autostrade per l'Italia, l'ad Roberto Tomasi parla del futuro dell'infrastruttura, tra regole diverse (per poter determinare lo sviluppo della rete dei prossimi anni) e nuove partnership per gestire la mobilità anche oltre l'ambito autostradale.

Domanda. Neanche un mese fa, il 5 maggio, è diventata effettiva la cessione di Aspi da Atlantia ad Hra, il consorzio guidato da Cdp Equity. Lei ha vissuto tutta la trattativa per la cessione e oggi è ancora ad. Come riassumerebbe tutto quello che è successo?

Risposta. Il 5 maggio è una data che mette un punto su un percorso che è stato complesso, ma c'è ancora molto da fare. Si tratta di dare vita a una nuova visione strategica della società alla quale concorrono molti soggetti, autorità, governo, azionisti. Dobbiamo farci interpreti di tutte queste esigenze.

D. Qual è la prima novità che potrebbe citare?

R. Potremmo dire che l'azienda sta vivendo una transizione in continuità col passato, ma chi fino a ieri ci vedeva da fuori, oggi dall'interno si sta rendendo conto della profonda complessità che comporta la gestione di una società infrastrutturale di questo tipo.

D. Facendo un esempio?

R. È in atto un corposo piano di investimenti e di ammodernamento su una rete che non è così resiliente: del resto parliamo di infrastrutture che spesso hanno più di 50 anni. Da questa presa di coscienza si sta sviluppando, anche a livello nazionale, una visione strategica che forse il sistema non aveva mai avuto prima.

D. Sembra un fatto positivo

R. Lo è, eccome. Oggi il Mims sta sviluppando nuove normative tecniche che doteranno il Paese degli strumenti per poter determinare lo sviluppo dell'infrastruttura. Lo so che sembrano argomenti noiosi, ma sono invece fondamentali. Pochi si rendono conto che parlare di «normativa tecnica» implica che con uno 0,1 in più o in meno su questa o quella voce si può bloccare la mobilità di una regione.

D. Questa in parte è una risposta a chi dice che si state mettendo troppo tempo?

R. Certo che la discussione è ancora in corso, ma è una materia delicata e complessa e una volta definita sarà la base per il futuro delle infrastrutture del Paese.

D. Le cifre degli investimenti però le avete già stabilite.

R. Il piano vale 21,5 miliardi, di cui 7 dedicati alla manutenzione. Ma resta un piano in evoluzione. Sulla nostra rete entrano 800 milioni di mezzi ogni anno. Ogni giorno viaggiano 4,4 milioni di persone.

D. A proposito come sta andando il traffico?

R. Il traffico pesante continua a essere in netta crescita rispetto al 2019. Le do un dato aggiornatissimo, questa settimana siamo al 7% in più.

D. E in generale?

R. Il ponte del 2 giugno sta vedendo una importante crescita dei flussi, in linea con i trend delle ultime settimane che hanno visto un aumento dei transiti dell'1,5% rispetto al 2019, con picchi del 20% in più delle ultime domeniche. Per quanto riguarda le previsioni dei prossimi mesi, molto dipenderà dagli eventi congiunturali.

D. Effetti della guerra?

R. Non escludo che in futuro possano esserci effetti del conflitto.

D. Il Mef segue l'andamento del business?

R. Nella nostra ultima nota indirizzata al ministro Daniele Franco abbiamo comunicato numeri in linea con le previsioni. Fino ad oggi non ci sono state variazioni significative, ma guardiamo con grande attenzione alle previsione di crescita del pil. Se dovessero calare, allora anche la nostra aspettativa di crescita sarebbe depressa.

D. In generale, come sono i numeri di bilancio di Aspi del 2022? Quali previsioni avete per l'anno in corso?

R. Le posso dire che, per quanto riguarda il periodo concessorio al 2024, il Wacc (costo medio ponderato del capitale, ndr) è del 7,09% pre tax.

D. Quali sono le tappe dello sviluppo di Aspi?

R. Entro il 2022 dobbiamo definire il citato quadro normativo e le modalità di ingaggio con il Mims per la gestione dell'assesment della rete, gran parte del quale peraltro è già stato fatto. Poi dobbiamo avviare i principali cantieri previsti nel piano industriale e stiamo lavorando ad alcune partnership perché questo possa avvenire.

D. Dopo quella con Open Fiber ce ne sono altre in programma?

R. Stiamo lavorando a nuovi accordi ma non posso anticiparli. Posso dire che contiamo di chiuderle entro il 2022.

D. Può quantificare quanto valgono i cantieri in partenza?

R. Nel 2023 dovrebbero partire lavori per 8,6 miliardi, tutti progetti di cui è già stato realizzato il piano esecutivo.

D. Quali altri sviluppi prevede per Aspi?

R. Lo sviluppo delle competenze per noi è prioritario, ma voglio ricordare che il capitale umano fa sì che il nostro gruppo rappresenti già una piattaforma a disposizione del sistema Paese. Sicuramente la gestione della mobilità in senso più ampio, anche al di fuori dello stretto ambito autostradale, è uno degli sviluppi su cui puntiamo. Anche da questo punto di vista prevediamo partnership importanti.

D. Ad esempio?

R. Per il 2023 dovremmo completare, con la nostra società controllata Free To X, la messa in opera delle 100 stazioni di ricarica elettrica previste sulla rete autostradale.

D. Parlando di infrastruttura, uno degli elementi spesso criticati ha riguardato la lunghezza. Un'unica rete da 3.000 km non è complessa da gestire?

R. Le concessioni su distanze più corte e con durate più brevi sono funzionali quando non ci sono grossi investimenti da fare. Per una concessione con un volume di investimenti come quello che prevediamo, 3.000 km sono la taglia giusta perché permettono di sostenere le spese senza pesare sui pedaggi.

D. Nel corso della cessione di Aspi, qualcuno ha sostenuto che con l'introduzione del nuovo Pef, il ritorno sugli investimenti della società non sia adeguato.

R. Il nostro, non mi stancherò mai di ripeterlo, è un business che prevede una complessità di gestione che talvolta non è ben compresa. I ritorni sono quelli previsti da un piano economico finanziario approvato dal governo e calcolato sulla base di nuovi investimenti che sono stati controllati dall'autorità di settore. Se le condizioni previste nel piano si avverano e i livelli di traffico restano allineati con le previsioni, Aspi garantirà un rendimento del 7,09%, dato sicuramente in linea con il mercato.

D. Oltre a Cdp, in Hra ci sono anche azionisti come Blackstone e Macquarie, come è stata l'interlocuzione con i fondi?

R. Sempre costruttiva. Sono azionisti non interessati esclusivamente agli aspetti finanziari, ma che pongono grande attenzione ai dettagli e agli aspetti industriali. Un atteggiamento positivo che stimola la crescita.

red

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0608:38 giu 2022


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