MILANO (MF-DJ)--Potrebbe sbarcare in Borsa la nuova Autostrade targata Cdp. Il condizionale è d'obbligo, visto che ancora la partita per la cessione della controllata di Atlantia non è chiusa, con l'assemblea dei soci convocata per dare il suo parere sull'offerta del consorzio Cassa-Blackstone-Macquarie il prossimo 31 maggio.

Ma secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza l'opzione ipo, in caso di passaggio a Cassa Depositi e Prestiti, sarebbe già un'opzione sul tavolo. D'altronde tra le prime ipotesi messe sul campo dalla spa del Tesoro nelle negoziazioni con Atlantia c'era stata proprio quella di far passare l'operazione per un aumento di capitale seguito dallo scorporo e contestuale quotazione della società dei caselli. E il modello sarebbe quello di altre controllate quotate come Snam e Terna, dove Cdp ha una partecipazione importante (il 30% circa in entrambi i casi) ma non la maggioranza assoluta. Si tratterebbe dunque di immaginare un'operazione per l'apertura di Aspi al mercato con contestuale diminuzione del peso di quello che diventerebbe l'azionista di maggioranza della società.

Un'ipotesi suggestiva e non peregrina, che però non potrà comunque concretizzarsi in tempi brevi visto che, se anche l'assemblea dei soci di Atlantia darà il suo benestare, l'iter per arrivare al closing sarà lungo e costellato di diverse tappe, e non potrà arrivare prima della fine dell'anno, se non nel primo trimestre del 2022. Ad ogni modo, dopo la nuova proposta presentata dal consorzio guidato da Cassa lo scorso 29 aprile, un accordo adesso sembrerebbe più a portata di mano. Soprattutto a giudicare dai toni con cui Atlantia ha deciso di rivolgersi ai suoi azionisti in merito all'offerta per Aspi, che di fatto sotto il profilo meramente finanziario è migliorativa per circa 200 milioni rispetto alle precedenti, portando la valutazione dell'intera Autostrade a 9,3 miliardi (grazie alla così detta tickinig fee), ma prevede anche degli altri aggiustamenti.

È stato inserito, per esempio, un earn out per il possibile recupero dei minori pedaggi registrati a causa della pandemia, qualora fossero effettivamente riconosciuti dal concedente come ristori Covid, (per altro già previsti nel nuovo Piano economico finanziario di Aspi), ma anche una importante modifica del meccanismo di gestione dei contenziosi presi in considerazione nel perimetro dell'offerta. Come si spiega nella relazione all'assemblea del 31 maggio, in particolare, il consorzio ha accettato una condivisione dei rischi tra compratore e venditore (sopra i 150 milioni), rispettivamente al 25% e al 75%, un passo avanti importante anche se non del tutto aderente alla richiesta della holding di arrivare a una quota del 50-50%. Accettata dai potenziali compratori anche l'ipotesi di riconoscere ad Atlantia qualsiasi ristoro assicurativo dovesse emergere dalle coperture in essere su Aspi in relazione al programma «All Risk», come per esempio quelli per la ricostruzione del viadotto sul Polcevera (per un valore massimo di 264 milioni). Nella nota diffusa venerdì scorso, inoltre, sostanzialmente la società sottolinea l'attuale mancanza di reali alternative all'offerta Cdp, se quella di portare avanti i contenziosi già aperti in sede europea e nazionale, il che però altro esporrebbe Atlantia e Aspi a tutti i rischi connessi con la difficoltà di vedere approvati in tempi ragionevoli l'atto aggiuntivo alla convenzione, il Pef e l'atto transattivo.

fch

(END) Dow Jones Newswires

May 04, 2021 02:15 ET (06:15 GMT)