ROMA (MF-DJ)--E' di 9,1 mld di euro l'offerta di Cdp, coi fondi Macquarie e Blackstone, su Autostrade inviata ad Atlantia. Il che significa che la quota relativa all'88% posseduto dalla holding dei Benetton si attesta intorno agli 8 mld. Quello che però non era chiaro finora è che l'offerta contiene diverse clausole, la più rilevante delle quali obbliga Atlantia a rispondere di eventuali richieste di danni indiretti derivanti dalla tragedia del Ponte Morandi per un valore di 700 mln. Si tratta, in poche parole, di una riformulazione della cosiddetta manleva, che ha diviso in modo radicale acquirenti e venditori fin dall'inizio della trattativa.

Lo scrive il "Messaggero" ricordando che Atlantia ha sempre sostenuto che questo tipo di condizioni non appartiene al settore infrastrutturale e di aver già da tempo risarcito qualunque forma di danno diretto alla comunità genovese, inclusa la ricostruzione del ponte, versando importi superiori a 800 mln. Inoltre, ragionano gli studi legali che seguono il dossier, poiché sarebbe la nuova gestione di Cdp a occuparsi degli eventuali contenziosi usando le risorse messe a garanzia da Atlantia, è scontato che il petitum sarebbe portato ben presto a saturazione.

A questo punto, l'incasso complessivo per la holding infrastrutturale scenderebbe ben sotto gli 8 mld ventilati inizialmente dai rumor di mercato, fissandosi a quota 7,3 mld. Piazza Affari, dove da due giorni il titolo di Atlantia registra il segno negativo, sembra aver colto che tira una brutta aria, e che l'offerta che il board di Atlantia si troverà a valutare oggi non si discosta in alcun modo da quelle già rifiutate per ben tre volte. E' probabile che il Cda raffronti gli economics dell'offerta con le valutazioni dei propri advisor, in primis JP Morgan, che hanno indicato tra 10 e 12 mld il valore di Aspi, sia che si usi il metodo dei dividendi che quello che discount cash value.

Un importo peraltro molto vicino alla valutazione indipendente di Intermonte (10,9-11,9 mld) e del secondo azionista di Atlantia, Tci (11-12 mld). La valutazione più bassa espressa da Cdp, Blackstone e Macquarie sarebbe basata su previsioni di traffico inferiori rispetto a quelle inserite da Autostrade nel Pef. Si tratta in realtà di stime che la concessionaria ha condiviso con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e che hanno superato il vaglio dell'Autorità di regolazione e trasporti (Art).

Peraltro, il nuovo sistema di regolazione prevede che, in caso di calo di traffico, per mantenere inalterato il volume di investimenti si possa agire sulla tariffa all'utente; ma questo rimetterebbe in discussione il tasso di aumento annuo dell'1,64% sul quale si era già trovata una convergenza dopo tante liti.

E' probabile dunque, conclude il "Messaggero", che i consiglieri della holding, visto anche il particolare momento politico e l'arrivo di un Esecutivo con sensibilità molto più attente al mercato, si limitino a una prima analisi dell'offerta, prendendosi poi il tempo necessario per fare ulteriori approfondimenti e interessare, nel caso, la propria assemblea dei soci. Cdp ha posto come termine per una risposta il 16 marzo.

gug

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February 26, 2021 02:22 ET (07:22 GMT)