MILANO (MF-DJ)--Autonomia energetica, irrobustimento delle catene produttive, quotate in saldo, transizione sostenibile e trasformazione digitale. Alle aziende non mancano certo ragioni per procedere a fusioni, acquisizioni, cessioni. Per queste ragioni Berthold Furst, Global Co-Head Mergers & Acquisitions di Deutsche Bank, è convinto che l'attività m&a non si arresterà.

Domanda. Partiamo dall'affare dell'anno: la scalata di Musk a Twitter. È il segnale di un nuovo attivismo dei miliardari?

Risposta. L'operazione ha caratteristiche specifiche e non generalizzabili, ma coinvolge una serie di questioni riscontrabili nel mercato m&a globale. Anzitutto, rappresenta l'apice in termini dimensionali del crescente interesse di investitori finanziari e lato sensu attivisti per la privatizzazione di aziende quotate, favorita dalla recente correzione di borsa. L'offerta riguarda poi l'industria tecnologica che è stato fulcro dell'attività m&a negli ultimi trimestri e rimarrà centrale anche nel 2022. L'impegno di Elon Musk segnala infine l'ampliamento dei capitali attivi sul mercato pubblico e privato, con l'emersione di family office e imprenditori decisi a giocare un ruolo in prima persona nel m&a.

D. I capitali privati soppianteranno le borse come canale di finanziamento?

R. Le borse hanno ancora un ruolo importante, comprovato dal gran numero di quotazioni concluse nel 2021 anche da aziende nelle prime fasi del loro percorso di crescita. Ci sono però momenti nel ciclo di vita delle imprese in cui i capitali privati e la conseguente struttura proprietaria e di governance sono più funzionali al perseguimento dell'agenda strategica di un'impresa.

D. Quali?

R. Mi riferisco in particolare alle fasi di trasformazione, che si tratti di una ristrutturazione, di una riorganizzazione o della transizione digitale ed energetica. Non è una regola generale, ma in alcuni casi è più facile dedicarsi a questi progetti a medio-lungo termine quando non bisogna rendere conto trimestralmente al mercato dei progressi e non si è sotto i riflettori di stampa, analisti, investitori e opinione pubblica.

D. Quale impatto avrà la guerra sull'attività m&a?

R. Guardando al totale delle commissioni generate a livello globale nell'investment banking, il mercato è calato rispetto allo stesso periodo del 2021, che era stato un trimestre molto solido. Comunque, l'attività m&a globale ed europeo è cresciuta anche nel primo trimestre 2022 e sta dimostrando resilienza rispetto ai vari fattori di incertezza presenti da tempo ma esacerbati dalla guerra in Ucraina: inflazione, atteso rialzo dei tassi d'interesse, dubbi sulla crescita economica. I compratori sono ora più attenti nel valutare l'impatto secondario della crisi sulle aziende e i venditori si vedono sottoposti a due diligence più approfondite rispetto a pochi mesi fa. Ciò potrebbe ritardare alcune transazioni. Nella maggiore volatilità, tuttavia, gli investitori opportunisti osserveranno certamente alcuni settori che sono colpiti dalla difficile situazione macroeconomica.

D. Come stanno affrontando le aziende i blocchi nelle forniture?

R. La costruzione di catene di approvvigionamento più resistenti era una priorità già prima della guerra. Nella pandemia molte aziende hanno realizzato di essere troppo dipendenti da alcuni Paesi e hanno avvertito l'esigenza di avvicinare le supply chain ai mercati di sbocco. Questa strategia sarà attuata sia per via organica investendo in nuovi stabilimenti e diversificando i fornitori sia tramite la leva m&a per integrare verticalmente la filiera.

D. I temi Esg come incidono sul m&a?

R. Negli ultimi due anni le aziende hanno riesaminato le loro attività più inquinanti, in gran parte su spinta di investitori attenti nelle loro scelte di portafoglio al rispetto dei criteri Esg. Le imprese sono disposte a cedere o aggregare questi asset e gli investitori sempre più interessati ad acquistarli. Tuttavia, alla luce dell'impatto della guerra sui prezzi delle merci e delle strategie di salvaguardia degli approvvigionamenti energetici, il trma di discussione è cambiato: da "come smaltire i brown asset" a "come assicurarmi le forniture di energia".

D. Pandemia prima e guerra poi hanno alimentato il protezionismo: sarà un freno al m&a?

R. Tutte le imprese stanno valutando eventuali dipendenze da uno o più Paesi non solo in termini di fornitura di componenti essenziali, ma anche di incidenza sui ricavi complessivi. La globalizzazione è del resto in rallentamento da qualche anno e il protezionismo in aumento, con uno scrutinio più severo sulle acquisizioni di imprese occidentali da parte di concorrenti che godono in patria di sussidi o regole diversi rispetto agli standard europei e nordamericani. Credo perciò che ci sarà un ribilanciamento regionale degli investimenti anche in ambito m&a. Si dedicherà più attenzione all'integrazione dei mercati occidentali per sviluppare filiere autonome in settori strategici. Lungi dal rappresentare un freno, questi obiettivi potrebbero diventare un driver dell'attività m&a nel medio periodo.

D. Nasceranno campioni europei?

R. Assisteremo sicuramente a operazioni volte a favorire l'integrazione come dimostrano le discussioni in corso, ad esempio fra Italia e Germania, in vista di aggregazioni nella difesa. Benché queste unioni abbiano senso economico e industriale, bisogna tener conto degli altri interessi in gioco, anzitutto della politica che potrebbe avere un'opinione diversa di questi processi. La strada verso un'ulteriore integrazione delle industrie europee della difesa, dell'energia o della finanza richiederà perciò ancor più lavoro e determinazione da parte di tutti gli stakeholder coinvolti.

D. Dove si concentrerà l'm&a in Italia?

R. In Italia abbiamo assistito nel 2021 a diverse operazioni di consolidamento e nel 2022 si proseguirà su questa strada. Trattandosi di un'economia molto diversificata, è difficile indicare un settore. Se dovessi individuarne uno, credo che le infrastrutture continueranno ad attrarre grande interesse dagli investitori come evidenzia il progetto di privatizzazione di Atlantia.

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May 02, 2022 02:21 ET (06:21 GMT)