GENOVA (MF-DJ)--La prima udienza del maxi processo per il crollo del Ponte Morandi, apertasi questa mattina a Genova, è stata rinviata al prossimo 12 settembre.

L'udienza è cominciata con la costituzione delle parti civili su cui i giudici si esprimeranno nel corso delle prossime udienze che sono state calendarizzate in tre sedute a settimana fino a luglio 2023.

Prima di entrare in aula Giovanni Accinni, avvocato del collegio di difesa dell'ex ad di Aspi, Giovanni Castellucci, ai numerosi giornalisti presenti ha detto: "Credo che tutti desiderino avere un accertamento della verità, quindi una giustizia con verità nel rispetto effettivo delle regole del processo e perciò anche del contraddittorio delle parti nel rispetto di quelli che sono effettivamente i fatti e non una forma di vendetta. Speriamo di chiarire in contraddittorio, e speriamo questa volta in modo oggettivo, se saranno, come noi siamo certi, rispettate le regole per le quali la colpevolezza deve essere accertata legalmente e fuori dalla favola, e quindi nel rispetto dei fatti, emergerà che il ponte è crollato per un vizio costruttivo. Questa è la ragione per la quale 43 persone sono morte in un modo spaventoso e assurdo. L'ingegner Castellucci non ha nessuna responsabilità penale rispetto a quanto gli è stato contestato. Il rispetto per chi è morto in un modo tanto assurdo è di una compartecipazione totale. Faccio presente che anche l'innocente se venisse condannato diventerebbe a sua volta una vittima".

Il crollo del Ponte Morandi, il 14 agosto del 2018, provocò la morte di 43 persone. A giudizio, nel processo partito oggi, sono chiamate 59 persone tra cui compaiono, oltre all'ex ad di Aspi e Atlantia, Giovanni Castellucci, Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli, rispettivamente capo dell'ufficio centrale operazioni e della direzione manutenzione e investimenti di Aspi. I reati contestati a vario titolo sono omicidio stradale, omicidio colposo plurimo, falso, attentato alla sicurezza dei trasporti e rimozione dolosa dei dispositivi di sicurezza sui luoghi lavoro.

Nel registro degli indagati erano state iscritte anche le due societá

Aspi e Spea, che però hanno deciso di patteggiare, versando allo Stato

una cifra che si aggira attorno ai 30 mln euro. Aspi ha giá risarcito in

via stragiudiziale tutti i familiari delle vittime tranne due, pagando

complessivamente circa 50 mln, e ha finanziato la ricostruzione del nuovo

viadotto.

red/mcn

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MF-DJ NEWS

0711:44 lug 2022


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July 07, 2022 05:44 ET (09:44 GMT)