L'annuncio dell'interruzione dei negoziati con Airbus ha fatto crollare il prezzo delle azioni di oltre il 20% e la discesa agli inferi è continuata, purtroppo senza sorprese. Atos non sarà in grado di pubblicare i suoi risultati per il 2023 a breve, perché dopo aver abbandonato il piano A, anche il piano B sta scappando.

Secondo Sejal Varshney, analista di AlphaValue, questa è una buona notizia per gli azionisti di Airbus. Secondo le ultime indiscrezioni, il presidente (tedesco) di Airbus era contrario all'accordo, mentre l'amministratore delegato (francese) era favorevole. Tuttavia, i due dirigenti "hanno concordato di non acquistare l'azienda a causa della mancanza di numeri solidi nei conti", ritiene l'analista.

Richiesta di sospensione del prezzo delle azioni

Atos vale oggi solo 185 milioni di euro in borsa. Ieri l'Union des actionnaires constructifs d'Atos (Udaac), una delle associazioni di piccoli azionisti formatesi dopo il crollo dell'azienda, ha chiesto che venga attuata al più presto una sospensione del prezzo delle azioni. Questa operazione "darebbe al gruppo una maggiore tranquillità nelle trattative con le banche e con i potenziali acquirenti di alcune delle sue attività". Una richiesta comprensibile nel clima attuale, ma che si scontra anche con il quadro giuridico relativo alle sospensioni dei prezzi delle azioni e con alcuni principi del diritto borsistico, come la libertà di negoziazione. Non si tratta di un dibattito nuovo, tra chi ritiene che le contrattazioni debbano essere sospese per migliorare la serenità degli scambi e chi invece ritiene che il mercato debba rimanere aperto per permettere alla domanda e all'offerta di incontrarsi. Va da sé che in casi estremi, come il fallimento alla fine della storia, il blocco delle contrattazioni impedisce agli azionisti di abbandonare la nave prima che affondi.

Nessun risultato al 20 marzo

Il 28 febbraio di quest'anno, Atos aveva già annunciato la fine dei negoziati con EPEI sulla potenziale vendita di Tech Foundation. Allo stesso tempo, il gruppo ha rivelato che la data di pubblicazione dei risultati era stata fissata per il 20 marzo. Il 20 marzo, perché i revisori esterni (Deloitte e Grant Thornton) stavano aspettando una revisione indipendente dell'attività prima di completare la revisione dei risultati della svalutazione dell'avviamento. Alla conferenza di presentazione tenutasi il 28 febbraio, il management aveva rimandato al 20 marzo una serie di domande, al fine di poter dare delle risposte precise. Non ci resta che aspettare, ma il passare del tempo si sta ritorcendo inesorabilmente contro Atos, facendo aumentare la confusione tra dipendenti, azionisti e clienti.