ROMA (MF-DJ)--Dopo gli scossoni nel centro-sinistra, con l'uscita di
Carlo Calenda e la coalizione data dai sondaggi sotto il 30%, l'altro
fronte fa il gioco delle tre carte per trarne vantaggio. Ogni possibile
argomento di polemica e attrito tra alleati è depotenziato. E mentre
Matteo Salvini frena sui ministri e rilancia la pace fiscale, Silvio
Berlusconi agita lo spettro della patrimoniale. Giorgia Meloni non entra nel merito delle tasse ma gioca di sponda col primo sui nomi e ribadisce la sua premiership.
Il leader della Lega, che neppure una settimana fa aveva chiesto di
mettere nero su bianco i nomi dei ministri prima del voto, oggi fa marcia
indietro. "Chi fa cosa lo decidono gli italiani con il voto: se scelgono
il centrodestra e danno un consenso in più alla Lega sono pronto a
prendermi l'onore e l'onere di prendere per mano questo Paese e scegliere
il meglio. Non ci sono ministri o premier o sottosegretari adesso:
aspettiamo il 25 settembre", ha detto Salvini rilanciando: il
programma del centrodestra "è sostanzialmente pronto, al 99%, tranne
qualche limatura: c'è la pace fiscale, la rottamazione delle cartelle,
l'estensione della flat tax".
"A differenza di quello che piace molto alla stampa, non farò la
campagna elettorale parlando di nomi, premier e ministri", fa quasi da
sponda a Salvini la leader di FdI: "le regole si conoscono nel
centro-destra: il partito che prende piú voti in una coalizione propone
al presidente della Repubblica la figura che vorrebbe fosse indicata come
premier. Spetta al presidente della Repubblica"; salvo rimarcare: "il nome sono io, perchè non dovrebbe esserlo? La cosa che non capisco è: perchè la Meloni no? Io penso che chi vota Fratelli d'Italia voti in
quest'ottica".
Il leader di Forza Italia, dal canto suo, con la pillola di programma
quotidiana agita sui social lo spettro della patrimoniale. "Il segretario
del PD, Enrico Letta, ha giá annunciato di voler introdurre una
patrimoniale sui nostri risparmi e un'imposta sulle successioni", attacca
Berlusconi che rassicura: "noi, al contrario, non approveremo mai, in modo assoluto, un'imposta patrimoniale sulla casa, un'imposta patrimoniale sui risparmi, un'imposta sulle successioni e sulle donazioni".
Intanto il "Corriere della Sera" pubblica un'analisi di Alberto Brabilla dalla quale emerge che gli italiani non sarebbero affatto oppressi dal fisco e "la metá vive a carico degli altri" che le tasse le pagano. "I contribuenti delle prime due fasce di reddito sono 18.140.077, cioè il 43,68% del totale dei dichiaranti pari a 26,13 milioni di abitanti - si legge -. Tutti insieme pagano solo il 2,31% dell'intera Irpef cioè circa 4 miliardi, cioè ben 153 euro l'anno. Per il solo servizio sanitario di cui beneficiano gratuitamente, costano ad altri cittadini "volonterosi" ben 50,4 miliardi l'anno. Poi ci sono tutti gli altri servizi forniti gratis da Stato, regioni, comuni, di cui evidentemente si rendono poco conto se evidenziano un continuo malcontento che si riflette nelle urne".
"Se aggiungiamo la terza classe di redditi (da 15 a 20 mila euro lordi
l'anno) - prosegue il presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari
Previdenziali -, arriviamo a 34,1 milioni di abitanti poco piú del 57%,
che messi insieme pagano 14,7 miliardi di Irpef pari all'8,35% del totale
delle imposte (431 euro a testa l'anno) e per la sola sanitá il costo a
carico del 13,07% della popolazione, che dichiara da 35 mila euro lordi
l'anno in su, sale a 54 miliardi e a 182 miliardi considerando anche altre due funzioni: scuola e assistenza. Le stesse proporzioni valgono per le imposte indirette".
gug
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August 08, 2022 12:00 ET (16:00 GMT)