MILANO (MF-DJ)--Se la privatizzazione del Montepaschi è stata in questi mesi la priorità per il sistema bancario italiano, le nozze di Carige hanno dovuto aspettare. Il protrarsi della ricerca del partner però non dovrebbe rappresentare un problema per la banca genovese diretta da Francesco Guido e controllata dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd).

Sarebbe questo il messaggio che tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre il vertice e l'azionista di maggioranza hanno trasmesso alla Bce. In una serie di interlocuzioni con l'organo di vigilanza (che nel corso dell'estate aveva chiesto un aggiornamento sul processo di m&a) la banca avrebbe infatti confermato la tenuta degli indicatori di capitale e di liquidità pur in assenza di una business combination. Un messaggio volto a tranquillizzare Francoforte e a comprare tempo prezioso in vista del deal. Per il momento comunque la scadenza rimane quella annunciata all'inizio dell'anno: il Fitd punta infatti a cedere il suo pacchetto per la fine dell'anno e in questa direzione si stanno muovendo gli advisor Kpmg e Deutsche Bank che hanno in mano il dossier.

La data room è già abbastanza popolata visto che, oltre ad alcuni fondi di private equity (sono circolati di nomi di Apollo Global Management, Centerbridge e Bain), prima dell'estate si sarebbero manifestati il Credito Emiliano e Banco Bpm. Con altri istituti come Bper e Crédit Agricole ci sarebbero stati contatti più informali, che però, anche in questo caso, avrebbero dato esito interlocutorio. Per il momento le banche contattate non si sono sbilanciate, ma non si può escludere però che qualche istituto scelga di rompere gli indugi a cavallo dell'estate. Anche perché il decreto Sostegni bis prevede che la conversione delle Dta (deferred tax asset) in crediti fiscali scatti solo per le integrazioni approvate dai rispettivi consigli di amministrazione entro fine anno.

fch

(END) Dow Jones Newswires

October 06, 2021 02:20 ET (06:20 GMT)