PILLAR 3

Informativa da parte degli Enti ai sensi del Regolamento (UE)

n.575/2013

Dati riferiti al 31/12/2020

INTRODUZIONE ................................................................................................ 3

  • 1. OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO ................................ 6

  • 2. AMBITO DI APPLICAZIONE .................................................................... 63

  • 3. FONDI PROPRI ....................................................................................... 66

  • 4. REQUISITI DI CAPITALE .......................................................................... 79

  • 5. RISCHIO DI CREDITO .............................................................................. 82

    • 5.1 RETTIFICHE DI VALORE SU CREDITI ................................................. 82

    • 5.2 ATTIVITA' VINCOLATE E NON VINCOLATE .................................... 110

    • 5.3 USO DELLE ECAI ............................................................................. 117

    5.4 USO DI TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO . 122

  • 6. ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI CONTROPARTE ..................................... 127

  • 7. RISCHIO OPERATIVO ........................................................................... 139

  • 8. ESPOSIZIONI IN POSIZIONI VERSO LA CARTOLARIZZAZIONE .......... 140

  • 9. ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE ..................................................... 152

  • 10. ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SU POSIZIONI

    NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE ...................... 162

  • 11. POLITICA DI REMUNERAZIONE ........................................................... 165

  • 12. LEVA FINANZIARIA .............................................................................. 166

DICHIARAZIONE DEL DIRIGENTE PREPOSTO ALLA REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTABILI SOCIETARI A NORMA DELLE DISPOSIZIONI DELL'ART. 154-BIS COMMA 2 DEL D. LGS. 58/1998 (TESTO UNICO DELLA FINANZA) … .............................................................................................. 171

GLOSSARIO ................................................................................................. 172

INTRODUZIONE

La normativa riguardante il Terzo Pilastro prevede obblighi di pubblicazione delle informazioni riguardanti l'adeguatezza patrimoniale, l'esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti all'identificazione, alla misurazione e alla gestione di tali rischi.

Dal 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 ("CRR") e nella Direttiva (UE) 2013/36 del 26 giugno 2013 ("CRD IV"), che hanno trasposto nell'Unione Europea le riforme degli accordi del Comitato di Basilea ("Basilea 3").

Alla suddetta normativa si aggiungono le disposizioni emanate dalla Banca d'Italia con la Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 e successivi aggiornamenti, che raccolgono le disposizioni di vigilanza prudenziale applicabili alle banche e ai gruppi bancari italiani - riviste e aggiornate per adeguare la normativa interna alle novità intervenute nel quadro regolamentare internazionale, con particolare riguardo al nuovo assetto normativo e istituzionale della vigilanza bancaria dell'UE, nonché per tenere conto delle esigenze emerse nell'esercizio della Vigilanza sulle banche e sugli intermediari - e riporta l'elenco delle disposizioni allo scopo previste dalla CRR.

La struttura della regolamentazione prudenziale è articolata su tre Pilastri:

  • - il Primo prevede un requisito patrimoniale per fronteggiare i rischi tipici dell'attività bancaria e finanziaria, introducendo l'utilizzo di metodologie alternative per il calcolo dei requisiti patrimoniali;

  • - il Secondo richiede alle banche di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell'adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica;

  • - il Terzo stabilisce obblighi d'informativa al pubblico volti a consentire agli operatori di mercato una più accurata valutazione della solidità patrimoniale e dell'esposizione ai rischi delle banche.

La materia sulla base della quale viene redatta l'informativa di terzo pilastro è direttamente regolata da:

  • • CRR, Parte otto "Informativa da parte degli enti" (art. 431 - 455) e Parte dieci, Titolo I,

Capo 3 "Disposizioni transitorie in materia di informativa sui fondi propri" (art. 492);

  • • Regolamenti della Commissione Europea recanti le norme tecniche di regolamentazione o di attuazione per disciplinare modelli uniformi di pubblicazione delle diverse tipologie di informazioni;

  • • Orientamenti (Guidelines) emanati dall'EBA (European Banking Autority) con lo scopo di disciplinare i modelli uniformi per la pubblicazione delle diverse tipologie di informazioni.

La normativa prevede che le banche - al fine di rafforzare la disciplina di mercato - forniscano al pubblico specifiche informazioni riguardanti, tra l'altro, l'adeguatezza patrimoniale, l'esposizione ai rischi, le caratteristiche generali dei sistemi di gestione e controllo dei rischi, gli assetti di governo societario e le politiche di remunerazione.

Banca Carige (di seguito "Capogruppo", "Banca Carige", "Carige" o "Banca") assolve l'obbligo d'informativa al pubblico per il Gruppo Banca Carige (di seguito "Gruppo Carige"

  • o "Gruppo") e redige il presente documento in base alle suddette disposizioni normative, su base consolidata, con riferimento ad un'area di consolidamento "prudenziale" che coincide sostanzialmente con la definizione di Vigilanza di gruppo bancario.

Il documento è quindi articolato secondo quanto indicato nella CRR per fornire informazioni di natura qualitativa e quantitativa, ove si ritengono applicabili al Gruppo, e coerentemente all'art. 433, paragrafo 2, viene pubblicato congiuntamente al fascicolo di bilancio.

Occorre ricordare che a fronte della pandemia da COVID-19, e dei conseguenti effetti negativi della crisi economica in corso, si è reso necessario aggiornare la disclosure per consentirne un'adeguata rappresentazione nell'informativa al pubblico. Per questi motivi, a giugno 2020 l'EBA ha pubblicato il documento "Guidelines on reporting and disclosure of

exposures subject to measures applied in response to the COVID-19 crisis"

(EBA/GL/2020/07), contenente orientamenti in materia di disclosure relative alle esposizioni interessate da misure adottate per mitigare gli effetti della crisi da COVID-19.

Sempre all'interno dello scenario pandemico sopra descritto, è stato pubblicato, con iter accelerato (c.d. "quick fix"), il Regolamento (UE) 2020/873 del 24 giugno 2020, che modifica i regolamenti (UE) n. 575/2013 e (UE) 2019/876 contenente disposizioni temporanee di sostegno in termini di capitale e liquidità.

In data 31 gennaio 2020 si è conclusa la procedura di Amministrazione Straordinaria della Capogruppo avviata da BCE il 2 gennaio 2019; in pari data l'Assemblea degli Azionisti ha nominato i nuovi Organi di amministrazione e controllo, ripristinando così una situazione di governance ordinaria e stabile. Pertanto, il Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo Banca Carige è relativo all'informativa finanziaria del periodo 1° febbraio - 31 dicembre 2020 (undici mesi).

L'articolo 433, paragrafo 2, del CRR prescrive che l'informativa annuale sul Terzo Pilastro debba essere pubblicata unitamente alla data di pubblicazione dei rendiconti finanziari annuali, stabilendo un legame tra le medesime pubblicazioni. Occorre ricordare che alla luce di tale legame ed in assenza di obblighi di rendicontazione finanziaria per l'esercizio 2019, il Gruppo, sentite anche i competenti organi di Supervisione, aveva deciso di assolvere gli obblighi di cui alla Parte 8 del CRR con data di riferimento 31 gennaio 2020, in coerenza con il periodo di riferimento del Bilancio Consolidato dell'esercizio di Amministrazione Straordinaria 01.01.2019 - 31.01.2020, redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B. ed approvato da BCE. Si evidenzia, infine, che talune informazioni quantitative contenute nel presente documento, determinate comunque secondo la normativa prudenziale di riferimento, non sono state oggetto di invio alle Autorità di Vigilanza in quanto riferite al 31 gennaio 2020, data non rilevante ai sensi della normativa vigente per alcuni flussi segnaletici.

Per completezza si specifica che:

  • • ulteriori informazioni relative ai rischi cui il Gruppo è esposto sono pubblicate nella

    Parte E della Nota integrativa del Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2020 del Gruppo Banca Carige;

  • • tutte le informazioni sulla Governance sono riportate nella "Relazione sul Governo Societario e gli Assetti Proprietari per l'esercizio 2020", consultabile nella sezione

    "Documenti societari" della sezione "Governance" del sito internet del Gruppowww.gruppocarige.it(di seguito "sito internet");

  • • tutte le informazioni richieste dall'art. 450 della CRR in merito alle politiche e alle prassi di remunerazione, relative alle categorie di personale le cui attività professionali hanno un impatto rilevante sul profilo di rischio della Banca, sono riportate nella

    "Relazione sulla Remunerazione", consultabile nella sezione "Assemblee" del menù "Governance" del sito internet.

Il documento è consultabile sul sito internet del Gruppowww.gruppocarige.it, nella sezione "Report Basilea - Pillar 3" del menù "Investor Relations".

I dati, salvo dove diversamente indicato, sono espressi in migliaia di euro.

1. OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO

INFORMATIVA QUALITATIVA - art. 435 CRR

1.1 Premessa

Il presidio dei rischi si sostanzia in quattro momenti che vedono:

a) la definizione delle strategie di gestione dei rischi, con particolare riferimento alla risk tolerance ed al risk appetite dell'organizzazione, espresse dagli Organi Amministrativi della Capogruppo;

b) la statuizione delle modalità d'individuazione, misurazione e controllo dei vari rischi cui è sottoposta l'attività del Gruppo;

  • c) la gestione dei rischi individuati;

  • d) la verifica dell'adeguatezza dei sistemi di misurazione e gestione di tali rischi.

Nei paragrafi che seguono si offre un dettaglio delle attività del Gruppo finalizzate al conseguimento dei suindicati obiettivi.

A. La definizione delle strategie di gestione dei rischi

Coerentemente con quanto previsto dalla normativa di Vigilanza il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, mediante l'approvazione in data 17/06/2014 del Risk Appetite Framework ed i suoi successivi aggiornamenti ha identificato il profilo di rischio-rendimento target che il Gruppo Bancario intende conseguire, in coerenza con l'indirizzo strategico definito, il modello di business prescelto e le competenze del Gruppo.

Le tipologie di rischio da monitorare in ambito RAF, nonché i relativi indicatori, sono riconducibili essenzialmente a sei profili di rischio: solvibilità, redditività, rischio di credito, rischio di mercato, rischio di tasso di interesse e rischio di liquidità. In coerenza con quanto previsto dalla normativa di Vigilanza, per tutti gli indicatori selezionati è stato definito un sistema di soglie quantitative articolato in termini di risk appetite, risk tolerance, risk capacity e risk profile.

In relazione ai principali profili di rischio inclusi nel RAF, il Consiglio di Amministrazione ha definito soglie di risk appetite coerenti con la strategia delineata nel Piano Industriale e limiti di tolerance tali da garantire il rispetto delle capacity anche in condizioni di stress.

Contestualmente alla definizione degli indicatori, il Consiglio di Amministrazione ha approvato anche i meccanismi che regolano la governance del processo di RAF in termini di processo di aggiornamento e revisione, monitoraggio ed escalation.

Per quanto attiene all'informativa fornita al Consiglio di Amministrazione, è previsto che venga predisposto dalla struttura Risk Management un monitoraggio periodico degli indicatori di RAF che consenta di verificare l'evoluzione dei diversi profili di rischi nel corso del tempo e di misurarne la coerenza con i target di rischio/rendimento statuiti. Lo stesso Consiglio di Amministrazione, inoltre, è coinvolto nei meccanismi di escalation allorquando si verifichi la violazione dei livelli di risk tolerance fissati per i diversi indicatori, approvando l'attuazione dei piani di intervento predisposti dalle funzioni assegnatarie.

B. Modalità d'individuazione, misurazione e controllo dei vari rischi

Nell'ambito delle attività relative alla rendicontazione ICAAP il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo approva la mappa dei rischi ai quali il Gruppo è esposto in relazione alla propria operatività e ai mercati di riferimento.

Nel Risk Appetite Framework il Gruppo Carige ha identificato le tipologie di rischio che si intendono monitorare ed ha estrapolato dalla complessiva mappa dei rischi, quelli a maggiore valenza strategica. Il RAF prevede, per ciascuno dei principali profili di rischio, obiettivi di rischio declinati su diversi indicatori che trovano poi sintesi nel più generale mantenimento di un profilo di solvibilità in coerenza con il modello di business del Gruppo e con le strategie perseguite definite nell'ambito del Piano Strategico.

La mappa dei rischi del Gruppo include le tipologie di seguito riportate:

  • • rischio di credito e di controparte;

  • • rischio di mercato;

  • • rischio operativo;

  • • rischio di concentrazione;

  • • rischio di tasso (relativamente al banking book);

  • • rischio immobiliare;

  • • rischio di liquidità;

  • • rischio residuo;

  • • rischio derivante da operazioni di cartolarizzazione;

  • • rischio strategico;

  • • rischio reputazionale;

  • • rischio Paese;

  • • rischio di trasferimento;

  • • rischio di base;

  • • rischio sovrano;

  • • rischio da Fondi Pensione a prestazioni definite;

  • • rischio di leva finanziaria eccessiva;

  • • rischio di partecipazione;

  • • rischio di riciclaggio e di terrorismo.

Le metodologie di misurazione dei rischi sono state portate all'attenzione del Consiglio di Amministrazione che ne ha verificato l'adeguatezza allo scopo di misurare i rischi cui è esposto il Gruppo nell'ambito delle attività relative all'ultima rendicontazione ICAAP1.

1 Durante la procedura di Amministrazione Straordinaria, i processi ICAAP e ILAAP sono stati sospesi ed attualmente sono in corso le attività propedeutiche alla loro riattivazione nonché alla redazione dei relativi Resoconti.

C. La gestione dei rischi individuati

Nell'ambito del processo di monitoraggio dei rischi assunti ed assumibili dal Gruppo, sono stati predisposti presidi informativi ed organizzativi che consentono la produzione di un'aggiornata reportistica al servizio dei diversi ruoli coinvolti nelle attività di gestione e controllo dei rischi, favorendo una tempestiva individuazione delle anomalie ed una gestione dei fenomeni coerente con l'obiettivo di rischio/rendimento definito dai vertici aziendali.

L'informativa fornita al Consiglio di Amministrazione circa le attività di controllo di secondo livello esercitate dalla struttura Risk Management avviene mediante un articolato set di report relativi all'evoluzione dei profili di rischio definiti dal Regolamento (UE) n. 575/2013 e dalla Circolare Banca d'Italia n. 285/2013, con ulteriore focalizzazione sull'evoluzione nel tempo degli indicatori di RAF, sulle caratteristiche del portafoglio impieghi del Gruppo e sulle performance del sistema interno di rating.

Di seguito un elenco dei principali flussi informativi indirizzati al Consiglio di Amministrazione:

  • • monitoraggio trimestrale degli indicatori di Risk Appetite Framework;

  • • reportistica annuale relativa alle caratteristiche del credito deteriorato e ai profili di rischio del portafoglio in bonis;

  • • analisi annuale del rating fornito dalle ECAI sulle controparti Corporate;

  • • relazione annuale che include le risultanze dell'attività di convalida su tutte le componenti del sistema di rating;

  • • relazione annuale Internal Capital Adequacy Assessment Process (ICAAP);

  • • relazione annuale Internal Liquidity Adequacy Assessment Process (ILAAP);

  • • relazione annuale sulle attività svolte dalla funzione di controllo dei rischi.

Inoltre, il Consiglio di Amministrazione è periodicamente informato circa le attività svolte dal Comitato Controllo Rischi che supporta gli Organi aziendali e/o i Comitati consiliari nella gestione integrata dei rischi.

Si rimanda al paragrafo 1.3 del presente capitolo per un'analisi di dettaglio circa i sistemi di misurazione, gestione e controllo adottati dal Gruppo in relazione alle diverse tipologie di rischio assunte e/o assumibili.

D. La verifica dell'adeguatezza dei sistemi di misurazione e gestione di tali rischi

La Capogruppo Banca Carige, in linea con la normativa di legge e di Vigilanza e in coerenza con le indicazioni del codice di Autodisciplina delle società quotate, per garantire una sana e prudente gestione che coniughi alla profittabilità dell'impresa una coerente assunzione dei rischi e un'operatività improntata a criteri di trasparenza e correttezza, si è dotata di un sistema di controllo interno (il "Sistema dei Controlli Interni o SCI") al fine di rilevare, misurare e verificare nel continuo i rischi tipici dell'attività sociale.

Il prerequisito per un sistema dei controlli interni ben funzionante è rappresentato dalla corretta articolazione del Sistema organizzativo aziendale.

Il sistema organizzativo aziendale, costituito da 5 elementi:

  • Sistema organizzativo e di governo societario

  • Sistema gestionale

  • Sistema di misurazione e valutazione dei rischi

  • Sistema di autovalutazione dell'adeguatezza del capitale

  • Sistema dei controlli interni

è costruito e costantemente monitorato per garantirne nel continuo la coerenza con il modello organizzativo di vigilanza, ossia con l'insieme delle previsioni di legge e di vigilanza che disciplinano i processi, le procedure e la struttura organizzativa.

Il coinvolgimento attivo degli Organi aziendali nell'adeguamento del sistema organizzativo aziendale alle disposizioni di Vigilanza riveste particolare importanza: la normativa ha infatti delineato in maniera puntuale i compiti e le responsabilità degli Organi aziendali nella definizione del sistema dei controlli interni delle banche.

In particolare, all'Organo con funzione di supervisione strategica è demandata la definizione del modello di business, degli indirizzi strategici, dei livelli di rischio accettati e l'approvazione dei processi aziendali più rilevanti (quali, ad esempio, la gestione dei rischi, la valutazione delle attività aziendali e l'approvazione di nuovi prodotti/servizi).

I singoli processi che compongono il sistema organizzativo aziendale sono pertanto disciplinati e descritti in specifici Regolamenti che costituiscono le fonti normative interne di primo livello, a loro volta dettagliate nelle fonti normative interne di secondo livello.

La formalizzazione in Regolamenti del funzionamento dei processi che compongono il sistema organizzativo aziendale ha come obiettivo principale quello di governare i rischi ai quali il Gruppo è esposto, in particolare il rischio di non conformità alle norme, cioè il rischio che i processi vengano svolti diversamente da quanto previsto dalle disposizioni di legge e di Vigilanza (norme esterne).

Pertanto, l'impianto regolamentare descritto è finalizzato a:

  • a definire, nel continuo e nel rispetto delle norme esterne, le disposizioni aziendali (norme interne) relative al complesso dei processi aziendali, ivi compresi quelli di governo societario e dei controlli;

  • valutare periodicamente:

    • a. il rischio organizzativo di non conformità delle norme interne che regolamentano i processi alle relative norme esterne (cosiddetta conformità normativa), con riferimento alla significatività dell'eventuale scostamento fra le predette normative;

    • b. il rischio organizzativo di non conformità delle attività svolte nei processi rispetto a quelle previste dalle norme esterne (cosiddetta conformità operativa), con riferimento alla significatività dell'eventuale scostamento fra le predette attività e la normativa esterna;

  • assicurare l'attendibilità della valutazione dei rischi attraverso la verifica nel continuo della conformità dei processi attraverso i quali viene effettuata tale valutazione;

  • informare periodicamente gli Organi aziendali in merito ai risultati delle verifiche svolte in merito al rischio organizzativo di conformità normativa ed operativa dei processi;

  • assumere le iniziative necessarie per eliminare le eventuali carenze emerse dalle predette verifiche e, in particolare, le carenze significative, cioè quelle che ostacolano la gestione dei rischi ed il conseguimento degli obiettivi di Gruppo.

Il Sistema dei Controlli Interni di Banca Carige, periodicamente soggetto a ricognizione e adeguamento in relazione all'evoluzione dell'operatività aziendale e al contesto di riferimento, è incentrato su un insieme di regole, procedure e strutture organizzative che mirano ad assicurare il rispetto delle strategie aziendali e l'equilibrio gestionale.

Anche alla luce delle osservazioni formulate a livello di Gruppo dalla BCE, nell'ambito del Supervisory Review and Evaluation Process, e ad esito di attività ispettive, il mantenimento di un congruo dimensionamento quali-quantitativo delle funzioni di Internal Audit, Risk Management e Compliance della Capogruppo, è oggetto di attento monitoraggio da parte sia delle strutture stesse sia da parte delle competenti unità operative della Banca, al fine di garantire l'adeguatezza del sistema di monitoraggio e di controllo dei rischi a livello di Gruppo.

La valutazione circa l'adeguatezza e l'efficacia del SCI nel suo insieme è oggetto dell'attività di revisione interna.

Nell'ambito del Sistema dei Controlli Interni, i controlli sulla Gestione dei Rischi (2° livello) sono finalizzati ad accertare la conformità normativa ed operativa dei processi aziendali rispetto alle disposizioni di legge e di Vigilanza, a definire le metodologie di misurazione del rischio, a verificare il rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni operative e a controllare il raggiungimento degli obiettivi di rischio-rendimento loro assegnati, gli stessi controlli sono affidati a strutture diverse da quelle produttive.

In particolare, il ruolo di funzione di controllo dei rischi è affidato alla Struttura Chief Risk Officer che, ai sensi di quanto stabilito dalle disposizioni di vigilanza, opera in completa indipendenza di giudizio e di azione ed è posta in posizione di staff all'Amministratore Delegato, con possibilità di riferire direttamente, tramite il proprio Responsabile cui è assegnato il ruolo di Chief Risk Officer - CRO, agli Organi amministrativi e di controllo della Capogruppo e delle Società del Gruppo che esternalizzano la Funzione alla Capogruppo.

Le competenze della funzione di controllo dei rischi comprendono la verifica circa:

  • la corretta rilevazione e misurazione dei rischi ai quali è esposto il Gruppo bancario;

  • l'adeguatezza del capitale (cosiddetto capitale complessivo) rispetto alla sommatoria dei rischi (cosiddetto capitale interno complessivo);

  • la conformità operativa del processo svolto dalle unità organizzative competenti per la classificazione dei crediti, per la determinazione delle relative previsioni di perdita e per la gestione del recupero dei crediti stessi;

  • il rispetto dei limiti di rischio (RAF) fissati dal Consiglio di Amministrazione;

  • la conformità operativa del processo ICAAP e ILAAP.

La Struttura CRO svolge le proprie funzioni per la Capogruppo e per le Società del Gruppo che esternalizzano la funzione alla Capogruppo avvalendosi della collaborazione delle diverse strutture aziendali e del supporto di specifici referenti nell'ambito di ciascuna società interessata.

Al fine di segregare le funzioni di modellazione da quelle di controllo dei rischi nonché di garantire l'adeguamento della struttura alle sempre crescenti necessità di una visione integrata del rischio a livello di banca, anche attraverso l'individuazione di figure manageriali intermedie, la Struttura CRO è articolata come segue:

  • Chief Risk Officer, collocata alle dirette dipendenze dell'Amministratore Delegato e composta dalle seguenti strutture e uffici:

    • o Ufficio Convalida interna, che opera in staff al CRO

    • o Ufficio Risk Data & tools management, che opera in staff al CRO

    • o Ufficio Risk Strategy & Capital management, che opera in staff al CRO

    • o Servizio Credit Risk Management, composta da:

      • Ufficio Credit Risk Control

      • Ufficio Risk Modeling

    • o Servizio Financial & Operational Risk Management, composta da:

      • Ufficio Financial & Wealth risk management

      • Ufficio Operational risk management

1.2 Governo dei rischi: il Consiglio di Amministrazione - composizione e ruoli

A. Consiglio di Amministrazione: composizione

Più volte nel corso del documento si è accennato alle funzioni del Consiglio di Amministrazione ed al ruolo fondamentale che esso assume nel governo dei rischi, nella definizione e valutazione della propensione al rischio del Gruppo, nonché nella determinazione dell'adeguatezza dei sistemi di misurazione e gestione degli stessi rischi. Si procede ora con una descrizione dei tratti distintivi di tale organo.

Il Consiglio di Amministrazione di Banca CARIGE può essere composto da un minimo di sette ad un massimo di quindici membri, secondo quanto stabilito dall'Assemblea, cui spetta altresì in via esclusiva la nomina del Presidente e del Vice Presidente del Consiglio medesimo.

Gli Amministratori durano in carica tre esercizi e scadono alla data dell'Assemblea convocata per l'approvazione del bilancio relativo all'ultimo esercizio della loro carica. Gli Amministratori sono rieleggibili. L'elezione dei membri del Consiglio di Amministrazione avviene sulla base di liste presentate dai soci secondo le modalità previste dallo Statuto.

I Consiglieri svolgono la propria attività con diligenza, tenuto conto della specifica professionalità, nonché del numero di cariche dai medesimi ricoperte in altre società quotate, bancarie, finanziarie, assicurative o di rilevanti dimensioni.

Le Disposizioni di Vigilanza sul Governo Societario richiedono inoltre che:

- negli Organi societari siano presenti soggetti che dedichino tempo e risorse adeguate alla complessità del loro incarico;

- sia assicurato che i componenti degli Organi garantiscano un'adeguata dedizione di tempo al loro incarico, tenuto conto: (i) della natura e della qualità dell'impegno richiesto e delle funzioni svolte nella banca, anche in relazione alle sue caratteristiche; (ii) di altri incarichi in società o enti, impegni o attività lavorative svolte, fermo restando il rispetto dei limiti al cumulo degli incarichi previsti ai sensi della CRD IV o da disposizioni di legge o statutarie.

Si fa presente che con provvedimento del 2 gennaio 2019 la Banca Centrale Europea ha posto Banca Carige in Amministrazione Straordinaria e ha notificato alla stessa la decisione di scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e di controllo e la loro sostituzione con tre Commissari Straordinari ed un Comitato di Sorveglianza ai sensi degli artt. 69-octiesdecies, 70 e 98 del D.Lgs. n. 385 del 1° settembre 1993 (Testo Unico Bancario).

Al termine della procedura di Amministrazione Straordinaria, l'Assemblea ordinaria degli Azionisti del 31/1/2020 ha provveduto al ripristino degli Organi sociali nominando ilConsiglio di Amministrazione e il collegio sindacale per gli esercizi 2020-2021-2022, con scadenza della carica all'Assemblea di approvazione del bilancio al 31/12/2022.

In data 26/6/2020 il Vice Presidente Angelo Barbarulo si è dimesso dalla carica con pari decorrenza; inoltre in data 14/10/2020 il Consiglio di Amministrazione ha nominato per cooptazione Paolo Ravà nella carica di Consigliere, con durata della carica fino alla data della successiva Assemblea.

In data 28/12/2020 è deceduto il Presidente Vincenzo Calandra Buonaura. In data 22/2/2021 l'Assemblea ordinaria dei soci di Banca Carige ha quindi deliberato di nominare membri del Consiglio di Amministrazione Giuseppe Boccuzzi e Paolo Ravà, i quali resteranno in carica per la durata residua del mandato dell'attuale Consiglio di Amministrazione, ovvero sino alla data dell'Assemblea convocata per l'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2022.

L'Assemblea ha altresì deliberato di nominare Giuseppe Boccuzzi e Paolo Ravà, rispettivamente quali Presidente e Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione.

Il Consiglio di Amministrazione è attualmente così composto:

Carica

Nome e Cognome

Luogo e data di nascita

Presidente

Giuseppe Boccuzzi (1)

Bollate (MI) - 7 dicembre 1954

Vice Presidente

Paolo Ravà (5)

Genova, 24 gennaio 1965

Amministratore Delegato

Francesco Guido

Lecce - 7 gennaio 1958

Consigliere

Sabrina Bruno (1) e (2)

Cosenza - 30 gennaio 1965

Consigliere

Lucia Calvosa (3) e (4)

Roma - 26 giugno 1961

Consigliere

Paola Demartini (5)

Genova - 31 maggio 1962

Consigliere

Miro Fiordi (2) e (8)

Sondrio - 20 novembre 1956

Consigliere

Gaudiana Giusti (6)

Livorno - 14 luglio 1962

Consigliere

Francesco Micheli (4) e (7)

Roma - 3 gennaio 1946

Consigliere

Leopoldo Scarpa (5)

Venezia - 16 giugno 1951

  • (1) Membro del Comitato Nomine, Governance e Sostenibilità.

  • (2) Membro del Comitato Remunerazione.

  • (3) Presidente del Comitato Nomine, Governance e Sostenibilità.

  • (4) Membro del Comitato Operazioni Parti Correlate.

  • (5) Membro del Comitato Rischi.

  • (6) Presidente del Comitato Operazioni Parti Correlate.

  • (7) Presidente del Comitato Remunerazione.

  • (8) Presidente del Comitato Rischi.

B. Consiglio di Amministrazione: ruolo

Ai sensi dell'art. 20 dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione è investito di tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione. Ai fini del governo dei rischi, in particolare, al Consiglio di Amministrazione sono riservate le seguenti materie:

- la definizione della natura e del livello dei rischi compatibili con gli obiettivi strategici della Banca;

- la valutazione dell'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile della Carige e delle Controllate aventi rilevanza strategica, con particolare riferimento al sistema di controllo interno e di gestione dei rischi;

- la valutazione del generale andamento della gestione, tenendo in considerazione, in particolare, le informazioni ricevute dagli organi delegati, nonché confrontando, periodicamente, i risultati conseguiti con quelli programmati;

- la valutazione, almeno una volta all'anno, sul funzionamento del Consiglio stesso e dei suoi Comitati, nonché sulla loro dimensione e composizione, tenendo anche conto di elementi quali le caratteristiche professionali, di esperienza, anche manageriale, e di genere dei suoi componenti, nonché della loro anzianità di carica;

- la definizione di una procedura per la gestione interna e comunicazione all'esterno di tutte le informazioni riguardanti la società, con particolare riferimento a quelle privilegiate, che assicuri la corretta gestione di tali informazioni.

Inoltre, con riferimento alla disciplina di vigilanza prudenziale della Banca d'Italia:

- il Consiglio di Amministrazione di Banca Carige ha da tempo approvato il "Modello di Governo del processo ICAAP", la mappa dei rischi cui è esposto il Gruppo Banca Carige ed il "Manuale Operativo del Processo per la valutazione dell'adeguatezza patrimoniale", nonché il "Modello di Governo del Processo di Informativa al Pubblico - Pillar 3" ed il "Processo di raccolta e pubblicazione delle informazioni ex Pillar 3"; inoltre ha deliberato la costituzione del Comitato ICAAP con compiti di assistenza e supporto nelle attività di definizione e manutenzione del processo, attualmente in corso di aggiornamento;

- in attuazione delle Disposizioni di Vigilanza sul Sistema dei Controlli Interni, il Consiglio di Amministrazione ha approvato il Risk Appetite Framework (RAF) del Gruppo Banca CARIGE nell'ambito del quale vengono definiti il profilo di rischio-rendimento target che il Gruppo bancario intende conseguire (Risk Appetite Statement), le tipologie di rischio da monitorare e i relativi indicatori, le soglie quantitative previste per tutti gli indicatori selezionati nonché i processi e la governance del RAF.

A seguito del provvedimento di "Amministrazione Straordinaria" notificato da BCE in data 2/1/2019 le funzioni del Consiglio di Amministrazione sono state svolte dai Commissari Straordinari in forma collegiale fino alla data del 31/1/2020.

Si rinvia alla Relazione sul Governo Societario e gli Assetti Proprietari tempo per tempo resa pubblica dall'Emittente per una più esaustiva elencazione e descrizione delle attività svolte dal Consiglio di Amministrazione.

C. Consiglio di Amministrazione: politiche di ingaggio

L'elezione dei membri del Consiglio di Amministrazione avviene sulla base di liste presentate dai soci secondo le seguenti modalità: i soci che da soli od insieme ad altri soci documentino di essere complessivamente titolari di almeno l'1% delle azioni ordinarie, od altra minore soglia di possesso che - ai sensi della normativa vigente - venga indicata nell'avviso di convocazione dell'Assemblea chiamata a deliberare sulla nomina degli Amministratori, possono presentare e/o recapitare una lista di candidati che può contenere nominativi fino al numero massimo di Consiglieri previsto statutariamente, ordinati progressivamente per numero, depositandola, a pena di decadenza, presso la sede sociale nei termini previsti dalle norme di legge e regolamentari tempo per tempo vigenti (ossia, attualmente, entro il venticinquesimo giorno precedente la data dell'Assemblea), come altresì indicato nell'avviso di convocazione.

Le liste sono messe a disposizione del pubblico presso la sede sociale, sul sito internet della Banca e con le altre modalità previste dalle norme di legge e regolamentari tempo per tempo vigenti, entro il termine da queste stabilito (ossia, attualmente, entro il ventunesimo giorno precedente la data dell'Assemblea). La titolarità della quota minima di partecipazione necessaria alla presentazione della lista deve essere attestata con le modalità e nei termini previsti dalle norme di legge e regolamentari tempo per tempo vigenti, in conformità a quanto indicato nell'avviso di convocazione. Ciascun socio potrà presentare e votare una sola lista di candidati ed ogni candidato potrà candidarsi in una sola lista, a pena di ineleggibilità.

Unitamente a ciascuna lista, entro il termine di deposito della stessa, devono depositarsi presso la sede sociale il curriculum di ciascun candidato e le dichiarazioni con le quali i singoli candidati accettano la propria candidatura e attestano, sotto la propria responsabilità, l'inesistenza di cause di ineleggibilità e di incompatibilità, l'esistenza dei requisiti prescritti dalla legge e dai regolamenti per la carica di Consigliere, l'elenco degli incarichi di Amministrazione e Controllo da essi ricoperti presso altre società, nonché l'eventuale menzione dell'idoneità a qualificarsi come Amministratore indipendente ai sensi dell'art. 18, comma 4, dello Statuto.

Le liste che presentino un numero di candidati almeno pari a tre devono garantire, nell'individuazione dei candidati, il rispetto del criterio di riparto tra generi previsto dalla vigente normativa e dallo Statuto, nonché contenere un numero di candidati, specificatamente indicati, aventi i requisiti di indipendenza statutariamente previsti pari ad almeno un quarto dei candidati presentati nella lista (con approssimazione all'intero inferiore se il primo decimale è pari o inferiore a 5). La qualifica di candidato appartenente al genere meno rappresentato e quella di indipendente possono cumularsi nella stessa persona.

La lista presentata senza l'osservanza delle prescrizioni di cui sopra è considerata come non presentata.

Ulteriori informazioni in merito alle politiche di ingaggio sono contenute nel capitolo dedicato al Consiglio di Amministrazione della Relazione sul Governo Societario e gli Assetti

Proprietari tempo per tempo resa pubblica dall'Emittente.

D. Consiglio di Amministrazione: politiche di diversità

Ai sensi di Statuto nella composizione del Consiglio di Amministrazione deve essere assicurato l'equilibrio tra i generi almeno nella misura minima richiesta dalla normativa, anche regolamentare, pro tempore vigente.

A tal riguardo si segnala che la normativa di riferimento è stata modificata con due successivi provvedimenti (legge di conversione 157/2019 del D. Lgs. 124/2019 in vigore dal 25 dicembre 2019 e legge di bilancio n. 160/2019, in vigore dal 1° gennaio 2020) in base ai quali è stata prolungata da tre a sei mandati consecutivi la vigenza della normativa in materia di equilibrio tra i generi ed è stato stabilito che il genere meno rappresentato debba ottenere almeno due quinti dei membri eletti, in luogo della precedente quota di un terzo.

La Consob, con Comunicazione n. 1 del 30 gennaio 2020 ha chiarito che nell'ambito dell'attività di vigilanza sulla disciplina in esame, considererà inapplicabile il criterio dell'arrotondamento per eccesso all'unità superiore (previsto dal comma 3, dell'art. 144-undecies.1 del Regolamento Emittenti), per impossibilità aritmetica, agli organi sociali formati da tre componenti. Pertanto, con riferimento a questi ultimi, la Consob riterrà in linea con la nuova disciplina l'arrotondamento per difetto all'unità inferiore.

Successivamente, con delibera del 13 maggio 2020, la Consob ha approvato le modifiche al Regolamento Emittenti, confermando l'impostazione data nella predetta Comunicazione del 30 gennaio 2020. È stato quindi ribadito che il criterio per il computo dei posti negli organi sociali da riservare al genere meno rappresentato è quello dell'arrotondamento per eccesso; è previsto invece l'arrotondamento per difetto solo nel caso degli organi sociali formati da tre componenti, dando atto dell'impossibilità aritmetica di garantire l'equilibrio di genere in base all'arrotondamento per eccesso.

I meccanismi statutari previsti per la nomina mediante voto di lista dei Consiglieri e dei Sindaci garantiscono il rispetto di tale disposizione. In particolare:

  • - le liste di Consiglieri che presentino un numero di candidati almeno pari a tre devono garantire, nell'individuazione dei candidati, il rispetto del criterio di riparto tra generi di cui sopra;

  • - se al termine delle votazioni non vengono nominati in numero sufficiente Consiglieri appartenenti al genere meno rappresentato e pertanto non risulti assicurato il rispetto dell'equilibrio tra i generi, si procede ad escludere il candidato con il quoziente più basso, la cui elezione determinerebbe il mancato rispetto dell'equilibrio tra i generi. I candidati esclusi saranno sostituiti dai candidati successivi nella graduatoria, l'elezione dei quali determini il rispetto dell'equilibrio tra i generi;

- nell'elezione del Collegio Sindacale, le liste che presentino un numero di candidati almeno pari a tre devono garantire la rappresentanza di entrambi i generi nell'individuazione dei primi due candidati alla carica di Sindaco effettivo.

In conformità alla normativa di legge e Vigilanza, il Consiglio di Amministrazione, ai fini delle nomine o della cooptazione dei Consiglieri, identifica preventivamente la propria composizione quali-quantitativa considerata ottimale, individuando e motivando il profilo teorico (ivi comprese caratteristiche di professionalità e di eventuale indipendenza) dei candidati ritenuto opportuno, prevedendo, tra l'altro, la presenza in seno al Consiglio di adeguati elementi di differenziazione con particolare riferimento ai profili di genere.

E. Comitato Rischi: composizione

All'interno del Consiglio di Amministrazione di Carige è stato costituito il Comitato Rischi, il quale ha funzioni consultive e propositive, in particolare, svolge funzioni di assistenza al Consiglio nella valutazione dell'adeguatezza del sistema di controllo interno e gestione dei rischi.

Il Comitato è costituito da Amministratori non esecutivi ed in maggioranza indipendenti, il cui numero (da un minimo di tre ad un massimo di cinque) è definito dal Consiglio di Amministrazione in sede di nomina in maniera coerente alla complessità del mandato conferito dallo stesso Consiglio al Comitato. I membri del Comitato devono possedere le professionalità richieste per svolgere il proprio ruolo ed in particolare conoscenze in materia di governo e gestione dei rischi al fine di esaminare e monitorare gli orientamenti e le strategie al riguardo definite dagli Organi competenti.

Il Comitato nomina tra i componenti indipendenti il proprio Presidente, che ne coordina i lavori.

Ai lavori del Comitato partecipa almeno un componente del Collegio Sindacale e un esponente dell'Ufficio Affari Societari e di Gruppo con funzioni di verbalizzazione. Il Presidente ha facoltà di invitare alle riunioni altri esponenti e responsabili delle funzioni aziendali nonché consulenti esterni.

Una volta cessata la predetta procedura (31/1/2020), il nuovo Consiglio di Amministrazione nominato dall'Assemblea dei Soci ha ricostituito il Comitato Rischi determinando in quattro il numero dei componenti e procedendo alla loro nomina con durata fino all'approvazione del bilancio del 31/12/2022.

F. Comitato rischi: ruolo

Il Comitato Rischi supporta il Consiglio di Amministrazione in materia di rischi, sistema dei controlli interni e organizzazione aziendale, ponendo particolare attenzione su tutte le attività strumentali e necessarie affinché il Consiglio di Amministrazione possa addivenire ad una corretta ed efficace determinazione del RAF ("Risk Appetite Framework") e delle politiche di governo dei rischi.

Nella prassi il Comitato riferisce al Consiglio, almeno semestralmente, in occasione dell'approvazione della relazione finanziaria annuale e semestrale, sull'attività svolta nonché sull'adeguatezza del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi. Tuttavia il Comitato può riferire al Consiglio di Amministrazione ed al Collegio Sindacale, tramite il Presidente, anche verbalmente, ove necessario ed ogniqualvolta ritenuto utile.

Al Comitato Rischi erano in passato attribuite anche le competenze che il Regolamento Parti Correlate Consob, la Normativa Banca d'Italia sui Soggetti Collegati e la normativa di Vigilanza in tema di "Partecipazioni detenibili dalle banche e dai gruppi bancari" prevedono in capo agli Amministratori indipendenti.

Alla chiusura del periodo di Commissariamento, tuttavia, il nuovo Consiglio di Amministrazione ha riscontrato l'opportunità di procedere alla costituzione di uno specifico Comitato Operazioni Parti Correlate, al quale sono state attribuite le funzioni come sopra previste dalla disciplina vigente in materia di operazioni con parti correlate e soggetti collegati.

Si rinvia ai capitoli della Relazione sul Governo Societario e gli Assetti Proprietari tempo per tempo resa pubblica dall'Emittente per ulteriori informazioni su composizione, funzionamento e funzioni attribuite al Comitato rischi e al Comitato Operazioni Parti Correlate.

G. Coordinamento tra i soggetti coinvolti nel sistema di controllo interno e di gestione dei rischi

In conformità a quanto previsto dal Principio 7.P.3 del Codice di Autodisciplina e in ottemperanza alla vigente normativa di Vigilanza, considerato che la circolazione di informazioni tra gli Organi sociali e all'interno degli stessi rappresenta una condizione imprescindibile affinché siano effettivamente realizzati gli obiettivi di efficienza della gestione ed efficacia dei controlli, la Carige pone specifica cura nello strutturare forme di comunicazione e di scambio di informazioni complete, tempestive e accurate tra gli Organi con funzioni di supervisione strategica, di gestione e di controllo, in relazione alle competenze di ciascuno di essi, nonché all'interno di ciascun Organo.

Al riguardo appositi regolamenti aziendali disciplinano l'individuazione dei soggetti tenuti ad inviare, su base regolare, flussi informativi agli Organi aziendali, prevedendo in particolare che i responsabili delle funzioni di controllo nell'ambito della struttura organizzativa della Banca riferiscano direttamente al Consiglio di Amministrazione, al Comitato Rischi e al Collegio Sindacale.

Inoltre, il "Regolamento di Gruppo per il coordinamento degli Organi e delle Funzioni di controllo" definisce specifiche attività di coordinamento tra Organi e Funzioni della Capogruppo, nonché tra Organi e Funzioni delle diverse componenti del Gruppo, nelle singole fasi del processo dei controlli.

I flussi attivati tra gli Organi e le funzioni di controllo sono riepilogati con maggior dettaglio all'interno della Relazione sul Governo Societario e gli Assetti Proprietari tempo per tempo resa pubblica dall'Emittente nel paragrafo dedicato al coordinamento tra soggetti coinvolti nel Sistema dei Controlli Interni e di Gestione dei Rischi nonché nel paragrafo dedicato al ruolo del Consiglio di Amministrazione, ai quali si rimanda per maggiori informazioni.

1.3 Governo dei rischi: definizione, strategia e monitoraggio dei rischi del Gruppo

Nei paragrafi precedenti ci si è soffermati nell'analisi delle attività svolte dal Gruppo a presidio dei rischi e nella descrizione dei soggetti impegnati nelle medesime attività. Nei paragrafi che seguono invece, si procede ad una rassegna dei diversi rischi assunti e/o assumibili dal Gruppo, indirizzata ad evidenziare per ciascuno di essi, le principali connotazioni, le strategie di contrasto e le metodologie di misurazione e monitoraggio.

A. Rischio di Credito

In termini generali, per rischio di credito si intende la possibilità che un debitore della Banca non adempia integralmente alle obbligazioni contratte oppure che ciò accada in ritardo rispetto alle scadenze pattuite.

In un'accezione più ampia, afferisce al rischio di credito anche la variazione di valore di un attivo creditizio connessa al mutare del merito di credito della controparte, allorquando la variazione della rischiosità non sia controbilanciata da un adeguamento delle condizioni economiche praticate al cliente.

Strategia

L'offerta di credito del Gruppo è prevalentemente orientata verso il comparto delle famiglie, dei piccoli operatori economici, delle piccole e medie imprese e della pubblica amministrazione, senza comunque tralasciare il segmento corporate.

La Capogruppo persegue politiche di consolidamento del proprio posizionamento di mercato mediante azioni tese all'aumento del livello di penetrazione sugli attuali clienti, principalmente tramite il cross-selling, non trascurando comunque le nuove iniziative imprenditoriali. L'azione di sviluppo è indirizzata ai segmenti dei privati, dei piccoli operatori economici e delle imprese corporate del territorio.

L'obiettivo primario fuori dalla Liguria è la valorizzazione delle potenzialità della rete per incrementare la base della clientela, con particolare riferimento al segmento privati e piccoli operatori economici e alle piccole e medie imprese.

Le principali linee di indirizzo di politica creditizia, prevedono:

- il contenimento del rischio di credito da perseguire attraverso la crescita selettiva degli impieghi, guidata dalla classe di rating delle controparti e dal settore di appartenenza, unitamente ad un rinnovato impulso all'assunzione di garanzie;

- la ricomposizione del portafoglio crediti coerente con le prospettive di crescita espresse dai territori di insediamento;

- il contenimento del rischio di concentrazione degli affidamenti su singoli clienti o gruppi di clienti;

- la semplificazione della gamma di prodotti creditizi offerti.

Aspetti organizzativi

Il processo di erogazione del credito prevede un decentramento decisionale nell'ambito dei poteri di delibera definiti dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo. Le proposte di fido trovano, di norma, formulazione presso le dipendenze e i team di consulenza, e vengono poi sottoposte all'approvazione degli organi deliberanti abilitati sia "periferici" sia "centrali" in base ad aspetti qualitativi e quantitativi delle linee di credito e alla perdita attesa attribuita alla controparte per i segmenti con rating. Le banche controllate agiscono nei limiti delle deleghe e delle limitazioni fornite dalla Capogruppo mediante specifiche direttive emanate ai sensi del Regolamento di Gruppo, istituito in recepimento del dettato normativo.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

A fronte del decentramento decisionale, sono state predisposte strutture organizzative centrali deputate a verificare la conformità dei livelli di rischio assunto con gli orientamenti strategici espressi dagli Organi Amministrativi, sia sotto il profilo del merito creditizio delle controparti, che in termini di rispondenza formale a norme comportamentali interne ed esterne.

Nel Gruppo Carige il processo di misurazione, gestione e controllo del rischio di credito si esplica in attività di:

  • Credit Risk Management, finalizzate al governo strategico dell'attività creditizia del Gruppo, mediante il monitoraggio della qualità del portafoglio sulla base di analisi riguardanti la dinamica degli indicatori di rischio di fonte rating (PD e LGD), nonché altri fenomeni di interesse con verifica puntuale del rispetto dei limiti interni e normativi in tema di concentrazione dei rischi e adeguatezza patrimoniale a fronte del rischio di credito assunto; sono stati inoltre introdotti specifici processi di controllo del portafoglio impieghi, in coerenza con quanto previsto dalla normativa di Vigilanza in tema di controlli di secondo livello in capo alla struttura Credit Risk Management;

  • carattere operativo, tese al presidio della qualità del credito erogato; in particolare è attivo uno strumento di monitoraggio operativo del credito ("Monitora" istituito presso la Direzione Crediti) che consente di coniugare i diversi ambiti delle attività di controllo con gli indicatori di rischio elaborati secondo la metodologia IRB al fine di migliorare l'efficienza dell'attività di controllo ed una gestione sempre più aderente ai profili di rischio della clientela. In quest'ottica, il processo di monitoraggio è stato rafforzato fissando, per le posizioni creditizie caratterizzate da rilevanti anomalie andamentali, tempistiche massime per la loro risoluzione, superate le quali, in assenza di regolarizzazione, si procede alla loro classificazione nel credito deteriorato.

Tali attività alimentano un sistema di reporting al servizio delle unità aziendali a vario titolo deputate alla supervisione del rischio di credito del Gruppo.

I modelli interni di rating sono stati sviluppati dalla Capogruppo su dati storici con riferimento ai segmenti Retail (Privati, Piccoli operatori economici e Small Business) e Corporate (PMI e Large Corporate). Banca Carige ha quindi realizzato modelli per la determinazione, a livello di consolidato, della probabilità di default (PD), della perdita in caso di insolvenza (Loss Given Default - LGD) e dell'esposizione in caso di insolvenza

(Exposure At Default - EAD).

Le fonti informative utilizzate per la stima della PD afferiscono a tre principali aree di indagine che intervengono in misura diversa nella valutazione in dipendenza del segmento: informazioni di natura finanziaria (dati di bilancio); informazioni di natura andamentale (dati interni della banca e dati di Centrale dei Rischi); informazioni anagrafiche. Per i segmenti PMI e Large Corporate è operativo il procedimento di override del rating statistico che consente di apprezzare eventuali informazioni rilevanti ai fini di una corretta classificazione della clientela.

La Perdita Attesa (prodotto tra PD, LGD e EAD) è il parametro adottato per la determinazione dell'iter di delibera delle pratiche di fido relative alle controparti appartenenti ai segmenti retail (Privati; Piccoli operatori economici e Small business), Corporate (PMI e Large Corporate).

I parametri di rischio (PD, e LGD) sono ricalibrati in modo da incorporare le più recenti evoluzioni della rischiosità del portafoglio impieghi del Gruppo.

La classificazione delle attività deteriorate avviene sulla base di un processo continuo che si esplica in attività di monitoraggio incentrate sulla pronta individuazione di eventuali anomalie nella conduzione dei rapporti, sulla dinamica nel tempo del giudizio di rating e sull'emergere di eventi sintomatici di potenziale degrado della relazione.

La Capogruppo, per conto di tutte le banche controllate, ha predisposto procedure operative che determinano automatismi nella qualificazione delle posizioni con irregolarità nel rimborso dei finanziamenti e strumenti informatici di monitoraggio che supportano un'azione gestionale coerente con i profili di rischio rilevati.

I provvedimenti che scaturiscono dalle citate attività di monitoraggio sono differenziati a seconda del grado di anomalia riscontrato e rispondono a norme approvate dai Consigli di Amministrazione di ciascuna delle banche facenti parte del Gruppo.

La riammissione in bonis dei crediti classificati non in via automatica tra le attività deteriorate avviene in seguito alla positiva valutazione delle capacità finanziarie del cliente, che, superate le criticità che avevano condotto alla qualificazione, si ritiene pienamente in grado di assolvere ai propri obblighi nei confronti della banca.

Tecniche di attenuazione del rischio di credito

La politica creditizia del Gruppo è improntata alla massima attenzione nella selezione del credito, delle iniziative finanziate e dei prenditori nonché nel monitoraggio dell'andamento della relazione. La valutazione del merito di credito si basa su indicatori statistici e informazioni qualitative volte a valutare la capacità del prenditore di generare risorse finanziarie coerenti con il servizio del debito.

I finanziamenti a medio lungo termine vengono prevalentemente assistiti da garanzie ipotecarie e, qualora si delinei un profilo di rischio più rilevante, le linee sono assistite da garanzie personali (fideiussioni ordinarie ed omnibus) e da Consorzi di Garanzia fidi.

Posto che, in tale ottica, vengono acquisite le garanzie personali e reali che di volta in volta sono ritenute più opportune ai fini della attenuazione del rischio di credito, vista l'importanza dei finanziamenti ipotecari sul portafoglio complessivo ed in osservanza del disposto normativo, è stato messo a punto un processo di monitoraggio del valore dei cespiti in garanzia.

Più dettagliatamente, al fine di una corretta valutazione del grado di copertura dei finanziamenti per la determinazione dei requisiti patrimoniali, il valore degli immobili ipotecati è oggetto di rivalutazione periodica effettuata sulla base delle informazioni statistiche acquisite da primario istituto specializzato in studi sull'economia reale.

Tale processo prevede, inoltre, una nuova perizia nel caso si verifichi una diminuzione significativa del valore di mercato del cespite, con lo scopo di attuare gli interventi gestionali più opportuni a tutela del credito erogato. Analogo processo è operativo sugli immobili oggetto di locazione finanziaria e sui titoli in pegno a fronte di affidamenti concessi alla clientela.

Per gli immobili a garanzia di esposizioni di importo significativo è attivo un processo di controllo periodico del valore della garanzia condotto con il supporto di una relazione di stima del valore del cespite affidata a network di periti indipendente.

B. Rischio residuo

Per rischio residuo si intende "il rischio che le tecniche riconosciute per l'attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla banca risultino meno efficaci del previsto".

Il rischio residuo dunque si può manifestare sulle tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM) utilizzate dal Gruppo nel processo gestionale del credito e nel determinare il relativo requisito patrimoniale ai fini delle Segnalazioni di Vigilanza.

Strategia

Le tecniche di mitigazione del rischio di credito (Credit Risk Mitigation - CRM) sono rappresentate da contratti accessori al credito oppure da altri strumenti e tecniche che determinano una riduzione del rischio di incorrere in perdite, cui la normativa, pertanto, riconosce un beneficio in termini di assorbimento di capitale.

Posto che per le diverse tecniche di CRM sono previsti requisiti di ammissibilità, il Gruppo ha effettuato nel tempo una serie di attività di approfondimento finalizzate alla verifica della coerenza e della completezza della contrattualistica e della normativa interna rispetto ai requisiti normativi, definendo una serie di interventi volti ad assicurare il rispetto degli specifici requisiti relativamente alle diverse tipologie di garanzie.

Tra questi rilevano ad esempio le attività di razionalizzazione ed informatizzazione della gestione dei periti, assegnando al network di periti gestito da Crif S.p.A. le perizie su immobili posti a garanzia di finanziamenti, mentre per quanto riguarda invece il processo di rivalutazione periodica delle garanzie immobiliari è stato da tempo attivato un processo di rivalutazione centralizzata di tutte le garanzie ipotecarie collegate a rapporti di mutuo, sulla base di indici statistici acquisiti da un istituto specializzato in studi sull'economia reale (Nomisma).

Con specifico riferimento al monitoraggio di secondo livello sulle perizie immobiliari, importante nell'ambito della determinazione del rispetto dei criteri di eleggibilità delle garanzie, si elencano di seguito i principali elementi caratterizzanti:

  • riguarda l'intero portafoglio ed è finalizzato ad un controllo documentale volto ad assicurare la completezza della perizia;

  • si articola in cluster differenziati per tipologia di immobile ed è basato su specifici Key Risk Indicator (KRI) e relative soglie per ciascun cluster;

  • nel 2020 è stata avviata una collaborazione con un fornitore esterno per la valutazione della congruità delle perizie e per le verifiche previste sulla qualità del servizio offerto dai provider utilizzati dalla Banca. L'attività è stata avviata con una fase pilota con l'obiettivo di definire processi e strumenti che consentano di effettuare efficacemente i controlli.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

nell'ambito del processo ICAAP verranno quantificati gli impatti economici a seguito delle evidenze emerse nei controlli di 2 livello e, in particolare, in base all'incidenza delle posizioni identificate come anomale sulla porzione di portafoglio campionata dal processo.

C. Rischio di mercato

Il rischio di mercato è riferito a variazioni di valore di uno strumento finanziario o di un portafoglio di strumenti finanziari connesse a cambiamenti inattesi nelle variabili di mercato (tassi di interesse, prezzi dei titoli, tassi di cambio, ecc.).

Il Regolamento UE 575/2013 ("CRR") tratta il rischio mercato nella Parte Tre, Titolo IV, suddividendolo nelle seguenti categorie di rischio:

Rischio di posizione

Esprime il rischio che deriva dalle oscillazioni del prezzo degli strumenti finanziari per fattori attinenti all'andamento generale del mercato (rischio di posizione "generico") e alla situazione peculiare della società emittente (rischio di posizione "specifico")

Rischio di cambio

Esprime il rischio di subire perdite per effetto di avverse variazioni dei corsi delle divise estere

Rischio di posizione su merci

Rischio derivante da oscillazioni dei prezzi delle merci

Nell'ambito del rischio di mercato, il rischio di base rappresenta il rischio di perdite causate da variazioni non allineate dei valori di posizioni di segno opposto, simili ma non identiche. Per maggiori dettagli sul rischio di base si rinvia ai successivi e specifici contenuti del presente Capitolo al punto in cui esso viene trattato specificatamente.

Infine la CRR nella Parte Tre, Titolo V tratta il rischio di Regolamento, che è il rischio che si determina nelle operazioni di transazione su strumenti finanziari qualora la controparte dopo la scadenza del contratto non abbia adempiuto alla propria obbligazione.

Strategia

Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo definisce gli orientamenti e gli indirizzi strategici relativamente all'assunzione del rischio di mercato ed identifica, nell'ambito del Risk Appetite Framework, i livelli di Risk Appetite e di Risk Tolerance.

Il Comitato Controllo Rischi monitora la dinamica del rischio di mercato ed il rispetto dei limiti, mentre il Comitato Finanza e ALM sovraintende alle azioni di gestione del rischio di mercato, operativamente attuate dalla Struttura Finanza.

La Funzione controllo dei rischi garantisce nel continuo la misurazione ed il controllo dell'esposizione del Gruppo al rischio di mercato, attraverso il monitoraggio del Value at Risk (VaR) con frequenza giornaliera, anche in ipotesi di stress.

Le principali fonti del rischio di tasso di interesse sono rappresentate dall'attività svolta sugli strumenti finanziari di natura obbligazionaria e sui derivati di tasso, sia regolamentati che OTC.

Le principali fonti del rischio di prezzo sono rappresentate dall'attività svolta sugli strumenti finanziari di natura azionaria, fondi di natura azionaria e derivati azionari.

L'attività di gestione del portafoglio di investimento in titoli del Gruppo è svolta con un profilo di rischio sostanzialmente conservativo, nell'ottica di mantenere un equilibrato rapporto rischio/rendimento e rivolgendo particolare attenzione ai profili di liquidità del Gruppo e, quindi, alla dinamica delle riserve di liquidità (counterbalancing capacity).

Metodologie di monitoraggio e misurazione

La Funzione controllo dei rischi della Capogruppo provvede, a fini gestionali, al monitoraggio giornaliero del rischio di interesse e del rischio di prezzo sul portafoglio di negoziazione di Vigilanza, verificando al contempo il rispetto dei limiti operativi previsti.

Il rischio di interesse e il rischio di prezzo vengono misurati tramite il Value at Risk (VaR) e la sua scomposizione nei fattori di rischio tasso di interesse e azionario. Il Risk Management utilizza il VaR a scopi gestionali, con l'obiettivo di misurare sia i rischi degli strumenti finanziari detenuti nei portafogli di trading (Other Business Model -OBMFT) sia quelli propri degli strumenti finanziari allocati nei portafogli di banking book (HTC&S e HTC), monitorarne nel tempo la dinamica, e verificare costantemente il rispetto dei limiti operativi e definiti in ambito di Risk Appetite Framework.

Il VaR è calcolato mediante una metodologia basata sull'approccio storico a 1 anno, con un intervallo di confidenza del 99% e un "holding period" di dieci giorni. Vengono altresì effettuate analisi di stress test che evidenziano gli impatti sia in termini di VaR sia in termini di present value conseguenti a shock prefissati che richiamano specifici eventi del passato. Gli scenari di stress sono definiti dal Risk Management sulla base di condizioni di mercato particolarmente severe, tenendo conto della effettiva composizione dei portafogli.

D. Rischio operativo

Il rischio operativo consiste nella possibilità di subire perdite derivanti da frodi interne o esterne, dall'inadeguatezza o dal non corretto funzionamento delle procedure aziendali, da errori o carenze delle risorse umane e dei sistemi interni, interruzioni o malfunzionamenti dei servizi o dei sistemi (compresi quelli di natura informatica), errori o omissioni nella prestazione dei servizi offerti, oppure da eventi esogeni; include altresì il rischio legale (ad esempio, reclami della clientela e rischi connessi alla distribuzione dei prodotti non in conformità alle normative a presidio delle prestazione dei servizi bancari, di investimento e assicurativi, e a sanzioni derivanti da violazioni normative nonché al mancato rispetto delle procedure relative all'identificazione al monitoraggio e alla gestione dei rischi stessi).

Strategia

L'orientamento strategico del contenimento dei rischi operativi cui soggiace l'attività del Gruppo si sostanzia nello sviluppo di metodologie di rilevazione e nella definizione di processi di monitoraggio finalizzati all'attivazione delle soluzioni tecnico-organizzative più idonee a ridurre l'esposizione a tali fattispecie di rischio e, in prospettiva, all'affinamento delle modalità di allocazione del capitale aziendale.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

Il Framework di Operational Risk Management (ORM) adottato dal Gruppo Banca Carige prevede un processo di identificazione dei rischi operativi, finalizzato a rilevare e a raccogliere le informazioni relative ai rischi operativi attraverso il trattamento coerente e coordinato di tutte le fonti informative rilevanti al fine di costruire una base dati completa e coerente con l'attività del Gruppo.

Coerentemente al principio di salvaguardia della chiarezza e coerenza logica del Framework adottato, la raccolta di queste informazioni avviene sulla base di alcuni modelli di riferimento finalizzati a garantire una classificazione omogenea dei dati stessi. Tali modelli sono alla base dei due processi che caratterizzano l'identificazione dei rischi operativi:

  • la raccolta delle perdite operative (LDC - Loss Data Collection), allo scopo di costruire un dataset di eventi di rischio operativo;

  • l'attività di self-assessment sui rischi operativi, finalizzata ad una valutazione prospettica dell'esposizione ai rischi operativi.

Il processo di Loss Data Collection consiste nella raccolta strutturata delle informazioni relative agli eventi operativi (e di reputazione) verificatisi nell'ambito dell'operatività del Gruppo. Quest'ultimo, infatti, ha implementato una metodologia allo scopo di garantire ladisponibilità di dati omogenei, completi ed affidabili, presupposto per l'utilizzo di strumenti di misurazione e gestione dei rischi operativi. La modalità di raccolta è definita nel continuo per intercettare gli eventi dannosi nel periodo di tempo più breve possibile. Nello specifico, il sistema di raccolta degli eventi operativi prevede il coinvolgimento delle strutture della Banca nell'attività di identificazione e segnalazione degli eventi operativi. L'obiettivo di tale processo di raccolta degli eventi operativi e di reputazione è, quindi, costruire un sistema solido e strutturato con tutti i dati di perdita storici, che garantisca la tempestiva segnalazione e gestione degli eventi e la completezza e la coerenza delle informazioni raccolte, anche allo scopo di identificare opportunamente eventuali azioni di mitigazione da intraprendere ed evitare, quindi, che eventi di rischio operativo e di reputazione si possano verificare nuovamente.

Il processo di Risk Self Assessment è costruito in ottica prospettica, identificando e valutando l'accadimento potenziale degli eventi operativi. La metodologia implementata dal Gruppo Banca Carige ha l'obiettivo di ottenere, attraverso la raccolta di stime soggettive ex-ante, fornite dagli esperti professionali interni al Gruppo, un insieme di informazioni utili ad identificare e valutare il grado potenziale di esposizione ai rischi operativi. Le stime soggettive raccolte durante l'esecuzione del processo di Risk Self Assessment contribuiscono all'identificazione delle aree di vulnerabilità del Gruppo e alla conseguente definizione delle azioni di mitigazione. La metodologia implementata dal Gruppo Banca Carige prevede che l'esercizio di Risk Self Assessment sia effettuato a livello aziendale dall'Ufficio Operational Risk Management con periodicità annuale. Il risultato dell'aggregazione delle valutazioni fornite dai risk owner e le eventuali azioni di mitigazione da implementare sono presentate al Consiglio di Amministrazione.

Il Framework di Operational Risk Management prevede, inoltre, la fase di misurazione, gestione e reportistica.

Per ciò che attiene alla misurazione il Gruppo adotta, ai fini della quantificazione del capitale di primo pilastro, il metodo "standard" che prevede la misurazione del requisito patrimoniale separatamente per ogni singola business line regolamentare sulla base di un indicatore rilevante e di specifici coefficienti di rischiosità predeterminati. Le business line e i rispettivi coefficienti sono definiti dall'Autorità di Vigilanza (Titolo III del Regolamento UE 575/2013). Ai fini, invece, della misurazione del capitale economico di secondo pilastro (ICAAP) è stato sviluppato, utilizzando la serie storica delle perdite operative del Gruppo, un modello di Operational Risk VaR opportunamente calibrato e parametrizzato in base alle linee guida strategiche.

Il processo di gestione prevede, in un'ottica di evoluzione progressiva, la definizione di politiche di assunzione, riduzione e trasferimento del rischio operativo da attuare in relazione all'esposizione al rischio operativo del Gruppo. Tale processo è svolto sulla base di un'analisi costi/benefici consapevole, mirata ed oggettiva svolta dalle entità organizzative con il supporto dell'Area CRO. In generale, gli strumenti gestionali a disposizione sono: 1) la riduzione del rischio, ovvero la riduzione dell'esposizione al rischio attraversol'implementazione di azioni di mitigazione e di prevenzione del rischio. Generalmente tale scelta è connessa ad eventi con un'alta frequenza di accadimento e un basso impatto economico; 2) il trasferimento del rischio che prevede il ricorso alla mitigazione assicurativa tradizionale o ad altre tecniche basate su schemi di natura finanziaria (c.d. Alternative Risk Transfer), le quali, pur lasciando inalterati i fattori di rischio, permettono di trasferirne l'impatto finanziario. Generalmente tale scelta è connessa ad eventi con una bassa frequenza di accadimento e di maggiore impatto; 3) l'assunzione del rischio (gestione passiva) prevede l'accettazione da parte del Gruppo di un determinato livello a fronte del quale accantonare capitale. Generalmente tale scelta è connessa ad eventi con una bassa frequenza di accadimento e di minore impatto.

Il Gruppo Banca Carige ha implementato, inoltre, un processo di monitoraggio e reporting dei rischi operativi, derivante dai risultati ottenuti dai processi di identificazione, misurazione e gestione dei rischi operativi, al fine di analizzare e controllare nel tempo l'evoluzione dell'esposizione e garantire un'adeguata informativa verso l'Alta Direzione in ottica strategica ed operativa.

***

Allo scopo di migliorare il proprio sistema di gestione dei rischi operativi e, di conseguenza, ridurre l'impatto economico derivante da potenziali perdite operative, il Gruppo Banca Carige ha proseguito nell'affinamento di strumenti e processi sopra descritti in coerenza con le previsioni normative relative all'utilizzo del Metodo "Standard" (Titolo III del Regolamento UE 575/2013), adottato dal Gruppo per la stima dei requisiti di Capitale di primo pilastro. Sono state, inoltre, ricercate le opportune sinergie con la gestione e monitoraggio del rischio informatico; a tal proposito, dal 2019 è stato implementato un nuovo framework specifico per la misurazione, monitoraggio e gestione del rischio informatico, tenendo opportunamente in considerazione i recenti aggiornamenti normativi e la nuova configurazione del Gruppo a seguito dell'operazione di full-outsourcing dei sistemi IT.

Nell'ambito dei processi ORM sono state integrate le attività relative alla predisposizione ed alimentazione del Database Italiano Perdite Operative (DIPO), costituito nel 2003 su iniziativa dell'ABI, di cui il Gruppo Carige è aderente sin dalla sua costituzione.

Per quanto concerne in particolare il sistema informatico di tutte le società del Gruppo, questo è accentrato presso la Capogruppo che, relativamente ai rischi connessi alla mancata operatività, definisce e manutiene un piano di Business Continuity e Disaster Recovery finalizzato ad individuare gli interventi necessari a ripristinare la normale operatività del Gruppo a fronte di situazioni di crisi, opportunamente adeguato in seguito all'operazione di outsourcing.

E. Rischio di tasso

Il rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario è il rischio che variazioni dei tassi di interesse di mercato impattino negativamente sul valore economico del patrimonio (rischio in ottica patrimoniale) e sul contributo al margine di interesse (rischio in ottica reddituale) delle attività e passività di bilancio che non sono allocate nel portafoglio di negoziazione a fini di Vigilanza.

L'esposizione a tale tipologia di rischio, con riferimento alle operazioni a tasso di interesse variabile, nasce come diretta conseguenza di strutture di bilancio disallineate in termini sia di scadenze (maturity gap), sia di caratteristiche e tempi di revisione delle condizioni di remunerazione (refixing gap). Con riferimento alle operazioni a tasso di interesse fisso, l'esposizione dipende dal maturity gap.

In dettaglio il rischio tasso è a sua volta declinabile in:

Repricing risk

Rischio legato al disallineamento delle scadenze (tasso fisso), delle modalità e dei tempi di refixing (tasso variabile) delle attività e delle passività, che espone la banca a variazioni (shock) della curva dei tassi di interesse, anche di tipo parallelo

Yield curve risk

Rischio relativo a variazioni inattese nella pendenza o nella conformazione della curva dei tassi di interesse (shock di tipo non parallelo)

Basis risk

Rischio che i tassi di interesse rispetto ai quali sono indicizzate le operazioni a tasso di interesse variabile reagiscano con tempi e intensità differenti al variare delle condizioni di mercato, inducendo una non perfetta correlazione tra i parametri di indicizzazione degli impieghi e della raccolta

Optionality risk

Rischio legato ad opzioni "esplicite" o "implicite" nelle attività o passività della banca. Talune forme contrattuali includono componenti opzionali che impongono una valutazione analitica ai fini della misurazione dell'esposizione al rischio di tasso di interesse. Si fa riferimento in particolare alle opzioni di rimborso anticipato dei finanziamenti (prepayment) o dei titoli obbligazionari (callability e putability) e al prelievo/versamento di denaro da prodotti commerciali di raccolta e impiego con scadenza "a vista"

Strategia

Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo definisce gli orientamenti e gli indirizzi strategici relativamente all'assunzione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario ed identifica, nell'ambito del Risk Appetite Framework, i livelli di Risk Appetite e di Risk

Tolerance.

Il Comitato Controllo Rischi monitora la dinamica del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario ed il rispetto dei limiti, mentre il Comitato Finanza e ALM sovraintende alle azioni di gestione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, operativamente attuate dalla Struttura Finanza.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

La Struttura Risk Management garantisce nel continuo la misurazione ed il controllo dell'esposizione del Gruppo al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, sia in ottica patrimoniale che in ottica reddituale.

Il monitoraggio del rischio di tasso sul portafoglio bancario consiste nel misurare l'impatto di variazioni dei tassi di interesse sul fair value del patrimonio e sul margine di interesse atteso su un orizzonte temporale predefinito (gapping period).

Per ulteriori dettagli relativi alle metodologie di misurazione dell'esposizione al rischio di tasso si rinvia a quanto riportato nell'ambito del successivo Capitolo 10 "Esposizione al rischio di tasso di interesse su posizioni non incluse nel portafoglio di negoziazione".

Attività di copertura

L'operatività oggetto di copertura del rischio di tasso di interesse riguarda principalmente la componente di impiego e raccolta con durata originaria di medio lungo termine.

L'attività di copertura del Fair Value ha l'obiettivo di immunizzare le variazioni di fair value della raccolta e degli impieghi causate da cambiamenti dello scenario finanziario, mentre la copertura dei Cash Flows sono finalizzate a contenere le variazioni dei flussi finanziari connesse ad esposizioni a tasso variabile. La Struttura Risk Management svolge le attività di verifica dell'efficacia delle coperture ai fini dell'hedge accounting nel rispetto della normativa dei principi contabili internazionali, con particolare riferimento all'identificazione e alla documentazione della relazione di copertura attraverso la produzione di hedging card. Le verifiche di efficacia vengono svolte, oltre che con test prospettici, con test retrospettivi a periodicità trimestrale.

Gli obiettivi e le strategie sottostanti a tali operazioni di copertura fanno riferimento alla riduzione del rischio di tasso di interesse perseguita mediante la stipula di contratti derivati

OTC (non quotati).

F. Rischio Immobiliare

Il rischio immobiliare del Gruppo Carige consiste nelle potenziali perdite derivanti dalle fluttuazioni negative del valore del portafoglio immobiliare di proprietà delle società del Gruppo, mentre sono esclusi gli immobili di pertinenza della clientela, gravati da garanzie ipotecarie.

Il calcolo del rischio connesso al portafoglio immobiliare distingue la parte strumentale (filiali e agenzie) da quella non strumentale all'esercizio dell'attività bancaria e finanziaria.

Strategia

Il rischio viene misurato nel processo ICAAP nell'orizzonte temporale di riferimento in considerazione di quanto previsto nel Piano Strategico: pertanto il perimetro di riferimento è quello rappresentato dagli immobili di proprietà delle Banche del Gruppo.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

La valutazione del rischio immobiliare e il conseguente assorbimento di capitale interno prendono a riferimento quanto effettuato in occasione del Comprehensive Assessment della BCE e vengono diversificati a seconda che si tratti di immobili strumentali o non strumentaliG. Rischio di liquidità

Il rischio di liquidità, nella sua principale accezione di Funding liquidity risk, è il rischio che il Gruppo non sia in grado di far fronte, secondo criteri di economicità, alle proprie uscite di cassa (sia attese sia inattese) e alle esigenze di collaterale, senza pregiudicare l'operatività caratteristica o la situazione finanziaria del Gruppo stesso.

Il rischio di liquidità può essere generato da eventi strettamente connessi al Gruppo e alla sua operatività caratteristica (idiosincratici) e/o da eventi esterni (sistemici). Le due tipologie di fattori di rischio non sono tra loro alternative, e possono presentarsi anche congiuntamente. Il rischio di liquidità si suddivide generalmente in:

Funding liquidity risk

Incapacità di reperire fondi

Market liquidity risk

Presenza di limiti allo smobilizzo delle attività

Nell'ambito del rischio di liquidità si ricomprende anche il rischio di dover fronteggiare i propri impegni di pagamento a costi non di mercato, ossia sostenendo un elevato costo della provvista.

Strategia

Lo scopo del governo, della gestione e del monitoraggio del rischio di liquidità si sostanzia nel favorire il bilanciamento dei flussi di cassa in entrata e in uscita nel breve termine e, contestualmente, minimizzare squilibri strutturali nel profilo di liquidità a medio/lungo termine, in modo tale da assicurare un elevato grado di solvibilità e ottimizzare il costo del funding.

Dal punto di vista del modello organizzativo, costituisce principio cardine del modello di gestione del rischio di liquidità del Gruppo la separazione fra i processi di gestione e i processi di monitoraggio del rischio di liquidità, da conseguire attraverso l'attribuzione di specifici ruoli e responsabilità ai diversi Organi e Funzioni aziendali coinvolte.

In particolare, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo definisce gli orientamenti e gli indirizzi strategici relativamente all'assunzione del rischio di liquidità in termini di Risk

Appetite e Risk Tolerance.

Il Comitato Controllo Rischi monitora la dinamica del rischio di liquidità ed il rispetto dei limiti, mentre il Comitato Finanza e ALM sovraintende alle azioni di gestione del rischio di liquidità, operativamente attuate dalla Struttura Finanza.

La Liquidity Policy del Gruppo Banca Carige prevede l'accentramento presso la Capogruppo Banca Carige del processo di gestione e monitoraggio del rischio di liquidità. In particolare, la Capogruppo è responsabile dello sviluppo e dell'aggiornamento della policy di liquidità e gestisce il funding ed il rischio di liquidità a livello di Gruppo.

La Liquidity Policy prevede inoltre un sistema di limiti distinto per le posizioni di liquidità a breve (con scadenza inferiore a 1 anno) e a medio/lungo termine (con scadenza superiore a 1 anno).

L'obiettivo del governo della liquidità a breve termine (liquidità operativa) è quello di garantire che il Gruppo sia nella condizione di far fronte agli impegni di pagamento, previsti e imprevisti, su un orizzonte temporale di riferimento pari a 12 mesi, senza pregiudicare la normale continuità operativa. La gestione della liquidità a breve termine è dunque volta al riequilibrio continuo dei flussi di liquidità in entrata e in uscita.

L'obiettivo del governo della liquidità a medio/lungo termine (liquidità strutturale) è quello di garantire il mantenimento di un adeguato rapporto fra le attività e le passività, limitando pressioni sull'attività di funding nel breve termine. La gestione della liquidità strutturale è dunque volta sia alla redistribuzione delle scadenze delle operazioni di finanziamento, al fine di ridurre le fonti di funding meno stabili, sia al finanziamento della crescita del Gruppo con attività di funding strategico in termini di scadenze.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

La Struttura Risk Management garantisce nel continuo la misurazione ed il controllo dell'esposizione del Gruppo al rischio di liquidità, sia operativa (a breve termine) che strutturale (a medio/lungo termine).

La misurazione e il monitoraggio della liquidità operativa vengono effettuati con frequenza giornaliera tramite la maturity ladder operativa. La maturity ladder operativa consente una analisi della distribuzione temporale dei flussi di cassa positivi e negativi, degli eventuali gap, nonché delle riserve (counterbalancing capacity) disponibili a fronteggiare tali gap.

La Struttura Risk Management monitora costantemente il rispetto dei limiti operativi, a valere sui saldi dei soli flussi di liquidità così come sui saldi complessivi dei flussi di liquidità e delle riserve. Il Gruppo effettua inoltre un'attività di stress test con riferimento alla maturity ladder operativa al fine di analizzare l'effetto sulla situazione di liquidità del verificarsi di scenari di crisi e valutare la congruità delle riserve di liquidità detenute, a loro volta soggette ad una valorizzazione "stressata".

Oltre a indicatori di liquidita gestionali viene monitorato il Liquidity Coverage Ratio (LCR), che rapporta il valore degli 'high liquid assets' a quello dei 'net cash outflows' in uno scenario di stress della durata di 30 giorni.

31/12/2019 31/01/2020 31/03/2020 30/06/2020 30/09/2020 31/12/2020

Liquidity buffer

Net liquidity outflow

3.484.019 1.360.036

3.602.646 1.344.254

3.919.760 1.360.441

4.271.689 1.470.064

  • 4.488.573 4.414.101

  • 1.573.443 1.624.554

Liquidity coverage ratio (%)

260%

272%

294%

303%

297%

285%

Valori calcolati come media semplice delle osservazioni di fine mese rilevate nei dodici mesi precedenti

La misurazione e il monitoraggio della liquidità strutturale vengono effettuati tramite la maturity ladder strutturale. La maturity ladder strutturale si fonda su un modello di maturity mismatch ed ha un orizzonte temporale che comprende le poste a vista e si estende sino a 20 anni e oltre e contiene i flussi in conto capitale, certi o modellizzati, originati da tutte le poste di bilancio. In connessione sono stati definiti gli indicatori in termini di gap ratio sulle scadenze oltre l'anno, ed i relativi limiti oggetto di monitoraggio da parte della Struttura Risk

Management.

Oltre agli indicatori gestionali viene monitorato il Net Stable Funding Ratio (NSFR) che rapporta l'ammontare di provvista disponibile all'ammontare di provvista obbligatoria che dipende dalle caratteristiche di liquidità e dalla vita residua delle varie attività detenute.

Le politiche di gestione della liquidità a medio - lungo a livello di Gruppo tengono conto di tali limiti in sede di pianificazione strategica e budget.

Il Gruppo adotta infine un Contingency Funding Plan (CFP), che si prefigge la protezione del Gruppo stesso e delle singole società da stati di stress o di crisi di diversa entità, garantendo la continuità operativa a fronte di improvvise riduzioni della liquidità disponibile. In connessione, vengono monitorati indicatori di allarme (EWI, Early Warning Indicators) che consentono di anticipare l'insorgere di uno stress o di una crisi di liquidità.

H. Rischio derivante da operazioni di cartolarizzazione

Per rischio derivante da cartolarizzazioni s'intende il rischio che la sostanza economica dell'operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio.

La valutazione quantitativa della rischiosità derivante dalle operazioni di cartolarizzazione realizzate dal Gruppo Carige è effettuata in base a quanto previsto dalla normativa di riferimento.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

Per quel che concerne la misurazione dei rischi connessi alle diverse operazioni nel tempo attivate dal Gruppo, è stata impostata una metodologia di valutazione qualitativa mediante la predisposizione di una scorecard che, compilata dai diversi referenti coinvolti nel processo, ne ricomprende le valutazioni connesse a tre specifiche aree d'indagine, relative a:

  • • cash flow attesi;

  • • aspetti legali;

  • • entità coinvolte.

A ciascuna delle aree d'indagine viene attribuito un punteggio (score), successivamente pesato e normalizzato su una scala, secondo una logica di livelli crescenti di rischio.

Per ogni più ampio dettaglio in merito alle operazioni in essere, ai loro profili economico/finanziari, alle modalità di monitoraggio ed ai correlati presidi organizzativi, nonché, infine, alle modalità di loro segnalazione, si rimanda a quanto riportato al successivo Capitolo 8 "Esposizioni in posizioni verso la cartolarizzazione".

I. Rischio Strategico

Rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

Per sua natura il rischio strategico non risulta facilmente misurabile, ma è assoggettabile a valutazione qualitativa, allo scopo di individuare eventuali aree di miglioramento dei processi di formazione delle decisioni strategiche e del relativo monitoraggio, indirizzando gli interventi correttivi che dovessero rendersi opportuni.

La metodologia di valutazione del rischio strategico adottata dal Gruppo Carige prevede il ricorso a scorecards (compilate dalle Funzioni interne di Organizzazione, Risk e Commerciale), che permettono un'analisi quali-quantitativa:

I. del livello di coerenza tra le azioni intraprese dall'azienda e i principali obiettivi strategici del Piano Strategico in vigore;

II. del processo di pianificazione strategica e dei principali elementi che ne potrebbero modificare la performance, con particolare riferimento alla capacità di evitare che l'azienda intraprenda decisioni errate o che le decisioni vengano attuate in modo inadeguato e alla reattività rispetto a mutamenti del contesto competitivo in cui il Gruppo opera.

Le valutazioni qualitative sono state affiancate dalla quantificazione del rischio di business che misura il rischio di variazioni avverse e inattese del margine da commissioni rispetto ai dati previsti, legati alla volatilità dei volumi dovuta a pressioni competitive e situazioni di mercato.

J. Rischio Reputazionale

Il rischio di reputazione è il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell'immagine della banca da parte degli stakeholders (clienti, fornitori, dipendenti, azionisti, investitori, autorità di controllo, ecc.)

Metodologie di monitoraggio e misurazione

Il rischio reputazionale, data la sua natura trasversale e pervasiva, non risulta di facile misurazione. Al contempo, è possibile definire politiche gestionali e analisi di valutazione di aree maggiormente a rischio con l'obiettivo di diffondere una cultura di prevenzione del rischio e di identificare azioni correttive e di attenuazione.

In tale ottica, la gestione del rischio reputazionale del Gruppo Carige viene effettuata mediante la definizione di adeguati presidi organizzativi volti al controllo e alla attenuazione del rischio. Detti presidi coinvolgono una pluralità di funzioni e organi, ciascuno con distinti ambiti di competenza e responsabilità di monitoraggio e presidio di aree di rischio specifiche, tra i quali si riportano, a titolo esemplificativo e non esaustivo, la Funzione di Compliance, il Comitato Controllo Rischi, l'Organismo di Vigilanza ai sensi D. Lgs. 231/2001, il Responsabile D. Lgs. 81/08. Inoltre, il Gruppo adotta un Codice Etico che declina i valori sui quali si fondano la propria identità e i principi di condotta cui si ispira l'attività svolta. Il rispetto del Codice Etico è richiesto a qualsiasi soggetto che intrattiene, direttamente o indirettamente, rapporti con il Gruppo (fornitori, partner d'affari, appaltatori, ecc.).

Una valutazione qualitativa atta ad indirizzare le azioni gestionali a fini correttivi e/o di attenuazione, avviene tenendo in considerazione gli eventi potenzialmente in grado di generare rischi di reputazione nonché gli stakeholder rilevanti per preservare l'immagine e la reputazione del Gruppo. Le aree poste sotto osservazione riguardano la gestione dei reclami, la capacità di retention della clientela con valutazione dei tassi di acquisizione e sviluppo, il livello di soddisfazione della clientela attraverso indagini di customer satisfaction, l'esposizione mediatica tramite un'attività periodica di media monitoring e, infine, la valutazione del rapporto con il personale quali ad esempio la qualità della formazione offerta, le performance raggiunte, la capacità di trattenere risorse qualificate.

Con l'intento di rafforzare il presidio su tale rischio, è stato definito un framework di misurazione, gestione e monitoraggio nel continuo dei rischi reputazionali, attraverso la strutturazione di processi, metodologie e strumenti allineati alle best practice di sistema, alle indicazioni fornite dai riferimenti normativi sul tema (es. Guidelines on common procedures and methodologies for the supervisory review and evaluation process (SREP) - European Banking Authority), e coerenti con le caratteristiche e peculiarità del Gruppo. Nell'ambito del framework sono state previste le opportune sinergie con le attività di sviluppo del frameworkdi operational risk management; in particolare, nel processo di raccolta delle perdite operative - Historical data collection (HDC) sono stati integrati gli aspetti peculiari necessari per valutare gli aspetti reputazionali.

il processo di misurazione e gestione dei rischi reputazionali in corso di evoluzione persegue le seguenti principali finalità di:

  • prevenzione, onde minimizzare il verificarsi di eventi di rischio reputazionale basandosi sull'analisi di quanto si è già presentato (analisi retrospettiva) e sviluppando una componente di valutazione prospettica di quanto potrebbe accadere (analisi prospettica). Il monitoraggio nel continuo dell'esposizione al rischio fornisce gli elementi informativi a supporto della definizione delle azioni finalizzate al contenimento/attenuazione delle possibilità che si verifichi un evento con effetti negativi sulla reputazione aziendale;

  • ottimizzazione dei presidi organizzativi e di controllo a fronte del rischio reputazionale;

  • contenimento e ripristino, allo scopo di rispondere adeguatamente e in tempi congrui ai danni alla reputazione del Gruppo causati dal manifestarsi di particolari situazioni di crisi reputazionale (gestione ex post), anche attraverso adeguati meccanismi di escalation.

In particolare, il processo di raccolta periodica dei KRI (Key Risk Indicator), con il supporto delle strutture aziendali owner di tale rischio, utili a valutare l'andamento delle principali metriche che possono essere influenzate dalla reputazione della Banca.

E' stato inoltre strutturato un processo di raccolta delle notizie sui media che possono avere una ripercussione sull'immagine de Gruppo.

K. Rischio di concentrazione

Il rischio di concentrazione è il rischio derivante dall'esposizione verso singoli clienti o gruppi di clienti fra loro connessi (concentrazione singole name) oppure verso controparti appartenenti al medesimo settore (concentrazione geo-settoriale) e che quindi evidenziano andamento tra loro maggiormente correlato in quanto esposte a comuni fattori di rischio.

La quantificazione di un requisito di capitale aggiuntivo a fronte del rischio in analisi va a colmare l'ipotesi di infinita granularità del portafoglio creditizio sottostante ai modelli di rischio di credito standard e IRB.

Strategia

Il Gruppo Carige persegue una strategia di crescita che nel medio termine garantisca adeguati profili di diversificazione del portafoglio impieghi, sia a livello "single name", che per quanto riguarda l'esposizione verso determinati settori produttivi o aree geografiche, compatibilmente con le peculiarità delle diverse realtà territoriali servite. Tale orientamento si concretizza nell'indirizzo ad uno sviluppo preferenziale del comparto Retail, cui si affianca, comunque, un importante sostegno al segmento Corporate, verso il quale è stata delineata una politica di crescita selettiva. Con riferimento al rischio di concentrazione nominativa sono stati definiti specifici limiti nell'assunzione del rischio verso gruppi di clienti connessi, allo scopo di garantire un adeguato livello di frazionamento del portafoglio impieghi

Metodologie di monitoraggio e misurazione

Come menzionato nel paragrafo relativo alle tecniche di misurazione del rischio di credito, la metodologia per la stima del requisito di secondo pilastro è tale da considerare debitamente eventuali concentrazioni presenti nel banking book del Gruppo Banca Carige.

Il rischio di concentrazione single name, relativamente alle esposizioni Bonis, è quantificato tramite tecniche di simulazione delle perdite associate alle maggiori esposizioni.

Il rischio di concentrazione Geo-Settoriale relativamente alle esposizioni Bonis, è rappresentato tramite la Marginal Contribution to VaR dei singoli cluster geosettoriali, individuati secondo un principio di correlazione tra le serie storiche delle variazioni annue dei tassi di decadimento.

L. Rischio Paese

Rischio di perdite causate da eventi, di carattere politico o di altra natura, che si verificano in un Paese diverso dall'Italia. Il concetto di rischio Paese è più ampio di quello di rischio sovrano in quanto è riferito a tutte le esposizioni indipendentemente dalla natura delle controparti, siano esse persone fisiche, imprese, banche o amministrazioni pubbliche.

Strategia

Vista la natura dell'operatività del Gruppo Carige, orientata in larga prevalenza verso il mercato domestico, le esposizioni potenzialmente soggette a tale tipologia di rischio hanno carattere marginale.

Ciò premesso, la valutazione dei profili di rischiosità legati al verificarsi di eventi nel Paese d'origine che possano compromettere la solvibilità della clientela affidata rientra, da un punto di vista gestionale, nella più ampia ed articolata valutazione del merito di credito della controparte, in particolare all'atto dell'assunzione del rischio, assuma essa la forma di investimento in titoli di debito o di concessione di finanziamenti.

Gli indirizzi di politica creditizia del Gruppo tengono conto di questa specifica fattispecie di rischio.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

La misurazione del rischio Paese avviene attraverso la rilevazione delle esposizioni in titoli e crediti delle Banche del Gruppo Carige riferite a soggetti (governi sovrani, istituzioni finanziarie, imprese, persone fisiche, ecc.) residenti in Paesi esteri potenzialmente soggetti ad eventi di carattere politico o di altra natura, il cui verificarsi possa comportare un default parziale o totale del soggetto affidato.

A ciascuna esposizione rilevata viene associato un rating Paese espresso da un soggetto terzo (SACE) in funzione di tale rischio; l'esposizione viene quindi ponderata in base al giudizio di rischiosità espresso nel rating Paese e l'ammontare complessivo delle esposizioni ponderate costituisce la misura dell'esposizione a tale fattispecie di rischio.

M. Rischio di Trasferimento

Rischio che una banca, esposta nei confronti di un soggetto che si finanzia in una valuta diversa da quella in cui percepisce le sue principali fonti di reddito, realizzi delle perdite dovute alle difficoltà del debitore di convertire la propria valuta nella valuta in cui è denominata l'esposizione.

Il rischio di trasferimento è di norma considerato un componente del rischio Paese, specificatamente riferito ad eventi attinenti alla convertibilità della valuta, restrizioni sui movimenti di capitale, forti svalutazioni e fatti similari, cui risulta esposto qualsiasi soggetto le cui principali fonti di reddito siano percepite in una valuta a rischio.

Strategia

Vista la natura dell'operatività del Gruppo Carige, orientata in larga prevalenza verso il mercato domestico, le esposizioni potenzialmente soggette a tale tipologia di rischio hanno carattere marginale.

Analogamente al rischio Paese, la valutazione di eventuali profili di rischiosità legati a possibili restrizioni nella conversione e/o circolazione valutaria in determinati Stati, tali da compromettere la solvibilità della clientela affidata, rientra, da un punto di vista gestionale, nella più ampia ed articolata valutazione del merito di credito della controparte, in particolare all'atto dell'assunzione del rischio.

Gli indirizzi di politica creditizia del Gruppo tengono conto di questa specifica fattispecie di rischio.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

Premesso che - in linea di principio - l'esposizione al rischio di trasferimento dipende, a livello di singola controparte, dall'ammontare dei flussi di cassa espressi in una valuta a rischio in relazione alle complessive dimensioni aziendali (fatturato, capitale investito, presenza di flussi alternativi, ecc.), in via approssimativa si è ritenuto di indentificare il perimetro di potenziale esposizione al rischio di trasferimento con il portafoglio clienti/emittenti residenti in uno dei Paesi considerati a rischio sotto il profilo della convertibilità valutaria.

La misurazione del rischio di trasferimento avviene attraverso la rilevazione delle esposizioni in titoli e crediti presso le Banche del Gruppo Carige riferite a soggetti (governi sovrani, istituzioni finanziarie, imprese, persone fisiche, ecc.) residenti in Paesi esteri potenzialmente soggetti a restrizioni nella conversione della valuta nazionale o nella sua circolazione.

A ciascuna esposizione rilevata viene associato un rating espresso da un soggetto terzo (SACE) in funzione di tale specifico rischio (differente, pertanto, dal più ampio e generico rischio Paese); l'esposizione viene quindi ponderata in base al giudizio di rischiosità espresso nel rating relativo al rischio di conversione valutaria e l'ammontare complessivo delle esposizioni ponderate costituisce la misura dell'esposizione a tale fattispecie di rischio.

N. Rischio di Base

Nell'ambito del rischio di mercato, il rischio di base rappresenta il rischio di perdite causate da variazioni non allineate dei valori di posizioni di segno opposto, simili ma non identiche. L'Autorità di Vigilanza prevede che nella considerazione di tale rischio particolare attenzione vada posta dalle banche che, calcolando il requisito patrimoniale per il rischio di posizione secondo la metodologia standardizzata, compensano le posizioni in uno o più titoli di capitale compresi in un indice azionario con una o più posizioni in future o altri derivati correlati a tale indice oppure compensano posizioni opposte in future su indici azionari, che non sono identiche relativamente a scadenza e/o composizione.

Strategia

L'esposizione al rischio di base è inclusa nella valutazione del rischio di mercato che viene effettuata giornalmente dalla Struttura Risk Management mediante analisi di VaR; peraltro il rischio di mercato risulta poco rilevante nel suo complesso, viste le dimensioni del portafoglio di negoziazione, e il rischio base ne costituisce una quota residuale.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

Il rischio di base è misurato gestionalmente tramite l'utilizzo del modello interno di VaR impiegato con l'obiettivo di misurare più compiutamente il rischio di mercato del trading book, che comprende anche il rischio di movimenti non allineati nelle esposizioni di segno opposto presenti all'interno del portafoglio.

O. Rischio Sovrano

Rischio che riguarda la capacità, o la volontà, del debitore sovrano di onorare i propri impegni di pagamento. Non si fa riferimento solamente alla disponibilità effettiva di risorse, ma anche alla reputazione e alla presenza di precedenti ristrutturazioni del debito del governo medesimo.

Strategia

La valutazione dei profili di rischiosità legati al verificarsi di eventi nel Paese d'origine che possano compromettere la solvibilità della clientela affidata rientra, da un punto di vista gestionale, nella più ampia ed articolata valutazione del merito di credito della controparte, in particolare all'atto dell'assunzione del rischio, assuma essa la forma di investimento in titoli di debito o di concessione di finanziamenti.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

L'esposizione al rischio sovrano per le posizioni incluse nel portafoglio HTC&S viene misurata principalmente mediante le analisi previste per il framework sul rischio di mercato (VaR e Present Value sensitivy) e mediante la valutazione di impatto di specifici scenari (es. metodologia applicata nell'ambito dell'esercizio di Stress Test EBA 2018). La scelta del perimetro oggetto di analisi riflette i criteri contabili (posizioni al fair value con impatto ad OCI). I fattori stress e la severity dello stress applicato sono coerenti con quelli definiti per lo scenario di stress ICAAP.

P. Rischio da Fondi Pensione a prestazioni definite

Rischio che, con riferimento ai piani pensionistici a prestazioni definite, i contributi versati/accantonati non siano sufficienti a coprire le prestazioni garantite in relazione a dinamiche demografiche impreviste (cd. rischio attuariale) e/o che si realizzi un insufficiente rendimento degli asset in cui tali contributi sono stati investiti (cd. rischio finanziario), con conseguenti oneri aggiuntivi a carico della banca.

Strategia

Al Gruppo Carige fanno capo tre Fondi costituenti forme pensionistiche complementari:

  • Fondo di Previdenza di Banca Carige S.p.A (in breve FIP Carige);

  • Fondo di Previdenza della Cassa di Risparmio di Savona S.p.A (in breve FIP Carisa);

  • Fondo di Previdenza della Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A. (in breve FIP Carrara).

A seguito della incorporazione della Cassa di Risparmio di Savona S.p.A. e della Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A., i fondi di quiescenza costituiti all'interno della sopraindicata società hanno mantenuto la loro individualità, anche contabile, all'interno della incorporanda Banca Carige S.p.A.

I Fondi peraltro non sono strutturati in conti individuali e sono chiusi a nuovi ingressi, in particolare al FIP Carrara sono iscritti solo dipendenti in quiescenza in quanto la Sezione a contribuzione definita a cui erano iscritti i dipendenti è stata liquidata nel mese di febbraio del 2015 in conformità alla delibera assunta dal CdA della Cassa di Risparmio di Carrara in data 10/11/2014.

I tre Fondi inoltre non sono dotati di autonoma personalità giuridica, e sono costituiti:

  • quelli di Carige e di Carisa come poste contabili nell'ambito del patrimonio complessivo della Banca Carige S.p.A., all'interno della quale sono costituiti, conseguentemente non esistono attività al servizio del piano;

  • quello di Carrara quale patrimonio separato ed autonomo ai sensi dell'art. 2117 del codice civile nell'ambito del patrimonio complessivo della Banca Carige S.p.A.

Lo IAS19 distingue i "post employment benefits" vale a dire le prestazioni post lavorative dovute dopo la cessazione del rapporto di lavoro quali i Fondi in esame tra piani a contribuzione definita e piani a benefici definiti. I piani a benefici definiti sono caratterizzati dal fatto che i rischi attuariali e di investimento non sono trasferiti ad un soggetto esterno o al dipendente ma rimangono in capo all'Azienda.

Ai fini IAS, i Fondi di cui sopra sono piani a benefici definiti successivi alla cessazione del rapporto di lavoro.

L'obbligazione dell'Azienda consiste nel pagamento delle pensioni:

  • dirette ai dipendenti cessati dal servizio;

  • indirette ai superstiti di dipendenti deceduti in servizio;

  • di reversibilità ai superstiti di ex dipendenti deceduti dopo il pensionamento.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

Ai fini della redazione del bilancio tecnico di un fondo pensione a prestazione definita secondo lo IAS 19, i valori attuariali da determinare sono:

  • il Defined Benefit Obligation (DBO), che rappresenta il valore attuale medio alla data di valutazione delle prestazioni pensionistiche;

  • il Current Service Cost (CSC), che rappresenta il valore attuale medio delle prestazioni maturate dai lavoratori in servizio nel corso dell'esercizio. Nel caso del FIP Carrara, essendo la collettività costituita da soli pensionati, il CSC è nullo;

  • l'Interest Cost (IC), che rappresenta l'interesse sulla passività netta (differenza tra DBO e Plan assets at fair value) a inizio anno;

  • il Plan assets at fair value, che rappresenta il valore corrente delle attività del fondo. Per i Fondi in esame, non dotati di autonoma personalità giuridica, non esistono attività al servizio del piano.

In definitiva, i rischi relativi ai fondi a prestazione definita riguardano sia le somme che sono da addebitarsi a conto economico (Interest Cost e Current Service Cost), sia le somme che sono da addebitarsi allo Stato patrimoniale - riserva di valutazione (Other Comprehensive Income "OCI") - relativamente alle perdite attuariali (variazione della Defined Benefit Obligation). Quest'ultima componente valutativa rappresentata dagli utili/perdite attuariali costituisce il driver di rischio principale.

Q. Rischio di Leva Finanziaria Eccessiva

L'Autorità di Vigilanza definisce il rischio di leva finanziaria eccessiva come "il rischio che un livello di indebitamento particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri renda la banca vulnerabile, rendendo necessaria l'adozione di misure correttive al proprio piano industriale, compresa la vendita di attività con contabilizzazione di perdite che potrebbero comportare rettifiche di valore anche sulle restanti attività"2.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

La leva finanziaria viene misurata con l'indicatore di leverage ratio, che rapporta il patrimonio aziendale (TIER 1) con il totale dell'attivo, comprensivo degli assets fuori bilancio, la cui esposizione viene quantificata ricorrendo ad appositi fattori di conversione. Il leverage ratio costituisce uno degli indicatori di RAF, nell'ambito del quale sono stati definiti valori di Risk Appetite e Risk Tolerance, oggetto di specifico monitoraggio.

2 Cfr. Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche (Circolare Banca d'Italia n. 285/2013, titolo iii - capitolo 1, allegato A - i rischi da sottoporre a valutazione nell'ICAAP).

R. Rischio di Riciclaggio e di Terrorismo

Rischio che individua i reati presupposto del riciclaggio, ovverosia conversione e trasferimento di beni provenienti da attività criminosa o il loro acquisto, detenzione ed utilizzo, nonché l'occultamento e la dissimulazione della reale natura di beni provenienti da attività criminosa, oltre ad altri fenomeni riconducibili al finanziamento del terrorismo.

Strategia

In stretta aderenza con il modello FATF, la metodologia delineata dalle Disposizioni sull'organizzazione emanate da Banca d'Italia prevede che il processo sia svolto nelle seguenti macro attività:

  • identificazione del rischio inerente: i destinatari identificano i rischi attuali e potenziali cui sono esposti, tenendo in considerazione anche gli elementi forniti da fonti informative esterne;

  • analisi delle vulnerabilità: i destinatari analizzano l'adeguatezza dell'assetto organizzativo, dei presidi di prevenzione e monitoraggio rispetto ai rischi precedentemente identificati al fine di individuare eventuali vulnerabilità;

  • determinazione del rischio residuo: i destinatari valutano il livello di rischio cui sono esposti in ragione del livello di rischio inerente e della robustezza dei presidi di mitigazione;

  • azione di rimedio: i destinatari realizzano appropriati interventi correttivi a fronte delle eventuali criticità esistenti e per l'adozione di opportune misure di prevenzione e mitigazione del rischio di riciclaggio.

Il framework di autovalutazione si sostanzia in un RBA model (Risk Based Approach) composto da:

  • schema logico per la raccolta delle informazioni quantitative;

  • schema logico per la raccolta delle informazioni qualitative;

  • criteri per la formazione e l'organizzazione del data set (fattori di rischio);

  • algoritmi per l'elaborazione delle informazioni quali-quantitative e per stimare il risk profile;

  • infrastrutture informatiche per la produzione delle evidenze (es. spreadsheet excel o altro strumento software)

Il framework metodologico è articolato su quattro blocchi logici, cui sono dedicati appositi ambienti di raccolta, catalogazione ed elaborazione delle informazioni che costituiscono il data set:

  • modulo di valutazione del rischio inerente;

  • modulo di valutazione della vulnerabilità;

  • modulo di determinazione del rischio residuo;

  • modulo di produzione dei report di output.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

L'autovalutazione comporta i seguenti passaggi logico-formali:

  • calcolo del "rischio inerente" per ciascuna linea di business individuata, utilizzando specifici indicatori atti a misurare l'operatività dell'intermediario con riferimento alle "aree di rischio" individuate (Key Risk Indicators);

    • l'analisi del rischio inerente viene ordinatamente condotta mediante l'elaborazione di KRI o indicatori di rischio, ossia evidenze quali-quantitative che possono essere considerate come evidenze di esposizione al rischio oppure di potenziale accadimento di eventi avversi;

    • in altri termini, il data set viene costruito processando le informazioni e i dati raccolti per l'elaborazione dei KRI, specificatamente concepiti e declinati per ogni business line e tenendo conto dei diversi risk factor;

    • secondo la canonica impostazione di Risk Management, per la stima dell'esposizione al rischio è necessario prendere in esame:

      • la probabilità di accadimento dell'evento avverso (likelihood);

      • gravità, svincolata da misure economiche, delle ricadute sulla Banca nel caso di accadimento dell'evento avverso (severity).

    Il modello sviluppato prevede l'attribuzione di una misura di frequenza nella manifestazione dell'evento avverso sottostante ogni KRI, ovvero per ogni elemento rilevante individuato nei fattori di rischio e nell'ambito della linea di business.

    Il rischio inerente per linea di business viene calcolato come media dello score di rischio potenziale assegnato al k-esimo KRI ponderata per il livello di severity (peso assegnato).

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  • determinazione della "vulnerabilità" per ciascuna linea di business/ area di rischio (in termini di adeguatezza dell'assetto organizzativo e dei presidi).

    Una volta determinata l'intensità del rischio inerente per ciascuna delle linee di business dell'intermediario, va valutato, per ciascuna di esse, il livello di vulnerabilità del relativo sistema dei presidi. Il sistema dei presidi viene concepito nell'ambito del framework metodologico come l'insieme delle misure di deterrenza adottate dalla Banca per mitigare il rischio potenziale. Seguendo l'approccio presentato nella nota di Banca d'Italia, il sistema dei presidi viene valutato tenendo conto dei seguenti blocchi di presidi:

    • quadro organizzativo;

    • sistema dei controlli interni;

    • consapevolezza del rischio inerente.

Lo svolgimento dell'istruttoria mira a valutare proprio la sussistenza e l'efficacia dei predetti blocchi, scomponendo il sistema dei presidi nelle sue componenti più elementari, cioè in misure di deterrenza granulari.

S. Rischio di Partecipazione

Rischio di potenziali perdite di valore derivanti da investimenti finanziari non speculativi in società esterne al perimetro di consolidamento.

Strategia

A decorrere dall'aprile 2015 la Banca si è dotata di un Regolamento di Gruppo relativo al processo delle partecipazioni e di una policy che contiene le strategie e le politiche in materia di partecipazioni in imprese non finanziarie. La Capogruppo esercita attività di direzione e coordinamento nei confronti delle proprie controllate e promuove l'efficienza, la valorizzazione e l'interesse imprenditoriale delle singole società, fatta salva la dovuta autonomia di queste ultime, e del Gruppo nella sua totalità, nel rispetto dei principi di corretta gestione societaria, salvaguardandone la stabilità e la redditività.

La gestione degli investimenti partecipativi in imprese non finanziarie, con particolare riguardo all'attività di acquisizione e cessione delle interessenze, tiene principalmente conto delle opportunità di sviluppo e di impulso delle attività core del Gruppo connesse all'investimento sia sotto il profilo delle iniziative imprenditoriali poste in essere dalla partecipata sia sotto l'aspetto promozionale. Gli investimenti in imprese non finanziarie rispondono ad una logica di differenziazione nell'allocazione delle risorse del Gruppo con l'obiettivo di conseguire nel medio-lungo periodo ritorni economici, diretti ed indiretti, in termini di distribuzione di dividendi e di commissioni percepite in qualità di intermediario bancario 'di riferimento' per la società partecipata.

La gestione degli investimenti partecipativi della specie può inoltre essere orientata all'avvio o al mantenimento e allo sviluppo di relazioni significative con società o enti rappresentativi del tessuto locale di insediamento della Banca, o aventi rilevanza di sistema in quanto strumentali ad attività del Gruppo, o promossi da associazioni di categoria o altri enti ed aggregazioni aventi rilevanza economica o sociale. Ciò nell'ottica di promuovere l'immagine ed il marchio del Gruppo, tanto presso gli interlocutori istituzionali che presso il pubblico dei risparmiatori/investitori.

Esulano dagli obiettivi di investimento, come sopra illustrati, le partecipazioni acquisite per effetto della conversione di crediti nei confronti di imprese in temporanea difficoltà finanziaria

  • o per recuperare un credito, vantato nei confronti della società partecipata o di un partecipante alla stessa. In entrambi i casi dovrà essere attentamente valutata la convenienza economica dell'operazione rispetto ad altre forme di tutela del credito.

Nel caso di acquisizione di partecipazioni in imprese in temporanea difficoltà finanziaria dovrà essere sottoposto all'approvazione dell'Organo con funzione di gestione della Banca del Gruppo interessata e, se diversa, della Capogruppo per il previsto parere favorevole, un piano di risanamento della durata massima di cinque anni, condiviso da un numero dibanche che rappresenti una quota elevata dell'esposizione complessiva verso il sistema, e individuata la banca capofila responsabile della verifica della corretta esecuzione del piano e del sostanziale conseguimento degli obiettivi perseguiti.

L'acquisizione di partecipazioni direttamente nella società debitrice al fine di recuperare il credito dovrà, invece, essere finalizzata esclusivamente ad accelerare le procedure di liquidazione dell'attivo attraverso una o più operazioni da sottoporre alla preventiva approvazione dell'Organo con funzione di gestione della Banca del Gruppo interessata e, se diversa, della Capogruppo per il previsto parere favorevole.

In ogni caso, le decisioni d'investimento e la gestione del portafoglio di partecipazioni in imprese non finanziarie devono essere orientate al criterio della redditività al netto del rischio.

Come previsto dalla normativa di Vigilanza, non possono essere acquisite partecipazioni oltre il margine disponibile per investimenti in partecipazioni e in immobili. Inoltre, fermi restando il limite complessivo e il limite di concentrazione degli investimenti qualificati in società non finanziarie, da contenere a livello consolidato rispettivamente entro il 60% ed il 15% del capitale ammissibile, come da disposizione regolamentare.

Metodologie di monitoraggio e misurazione

Nella voce partecipazioni di bilancio sono classificate le partecipazioni non possedute per la vendita in società collegate, iscritte in bilancio in base al metodo del Patrimonio Netto. L'iscrizione iniziale avviene alla data di regolamento. In questa categoria sono eventualmente classificate le società controllate escluse dall'area di consolidamento integrale e le società collegate escluse dall'applicazione del metodo di valutazione del Patrimonio Netto in quanto non ritenute rilevanti. Tali società sono iscritte in bilancio al costo. In corrispondenza di ciascuna chiusura contabile, vengono verificati i possibili indizi in base ai quali una partecipazione potrebbe dover essere svalutata. Tali indizi sono indicativamente individuati in fattori interni ed esterni alla partecipante quali:

  • declino del valore di mercato della partecipazione;

  • cambiamento delle condizioni ambientali nelle quali la società partecipata opera;

  • incremento dei tassi di mercato;

  • deterioramento nelle performance attese della partecipazione.

Se esiste una di tali condizioni viene calcolato il valore recuperabile dell'investimento, inteso come il maggior valore tra il fair value meno i costi di vendita ed il valore d'uso. Se il valore recuperabile risulta inferiore al valore contabile, si procede alla svalutazione dell'investimento. Il valore d'uso si calcola come valore attuale dei flussi di cassa che saranno generati all'investimento applicando agli stessi flussi un tasso di mercato rappresentativo del costo del capitale e dei rischi specifici dell'investimento. Nel calcolare il valore d'uso occorre altresì attualizzare il valore di presunta dismissione dell'investimento adun tempo finale sulla base di un ipotetico prezzo concordato tra parti indipendenti, disponibili ed informate.

Se la perdita di valore iscritta nei precedenti periodi viene meno o diminuisce, viene effettuata una ripresa di valore a conto economico. In caso il valore risultante della partecipazione non può eccedere il costo precedente la svalutazione.

Le partecipazioni sono cancellate quando l'attività in esame viene ceduta, trasferendo sostanzialmente tutti i rischi ed i benefici connessi o quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari, il valore riportato con riferimento alla voce "Partecipazioni" corrisponde all'ammontare indicato nella voce 100 dell'Attivo dello Stato Patrimoniale Consolidato. Si evidenzia che le partecipazioni esposte nella voce 100 sono tutte non quotate e valutate con il metodo del Patrimonio Netto o al costo se ritenute non rilevanti.

Per quanto riguarda il complesso delle partecipazioni, secondo la definizione regolamentare, viene monitorato periodicamente il rispetto dei seguenti limiti regolamentari:

  • capienza del margine disponibile, inteso quale differenza tra Capitale Ammissibile e investimenti in immobili e partecipazioni;

  • limite del 60% del Capitale Ammissibile sul totale degli investimenti in imprese non finanziarie;

  • limite del 15% del Capitale Ammissibile su ciascun investimento in imprese non finanziarie considerato singolarmente.

I limiti sulle imprese non finanziarie vengono verificati anche in ipotesi di stress, andando cioè a includere nel computo il totale degli investimenti in imprese in temporanea difficoltà finanziaria o per recupero crediti.

2. AMBITO DI APPLICAZIONE

INFORMATIVA QUALITATIVA - art. 436 CRR

L'ambito di applicazione del presente documento riguarda il perimetro del Gruppo Bancario Banca Carige.

Fanno parte del Gruppo Bancario le società controllate che esercitano attività bancaria, finanziaria e strumentale. Il concetto di controllo applicato è quello fissato dal principio contabile IFRS 10 - Bilancio Consolidato. Alla data di riferimento non sono state individuate società sottoposte a controllo congiunto a cui si applica il principio contabile IFRS 11 - Accordi a controllo congiunto. Le società controllate che esercitano attività dissimili sono incluse nell'area di consolidamento del bilancio civilistico redatto in base ai principi IAS/IFRS, ma sono escluse dall'ambito di applicazione della presente informativa. Al 31/12/2020 le due aree di consolidamento non coincidono in quanto è stato acquisito il controllo della società St. Anna Golf S.r.l. e si è deciso, vista l'attività svolta ritenuta non strumentale, di non inserirla nel Gruppo Bancario. Nel corso del periodo di riferimento è stato acquisito il controllo anche della società St. Anna Gestione Golf Società Dilettantistica a r.l. che, viste le dimensioni non significative (valore di carico 0,1 milioni, totale attivo 0,5 milioni, patrimonio netto 0,1 milioni, perdita 0,3 milioni al 31/12/2020) e l'attività svolta, si è ritenuto di escludere dall'area di consolidamento sia prudenziale sia contabile.

Con riferimento all'attività svolta, le società controllate facenti parte del Gruppo Bancario possono essere suddivise in bancarie (Banca Carige S.p.A., Banca del Monte di Lucca S.p.A., Banca Cesare Ponti S.p.A.), società fiduciaria (Centro Fiduciario C.F. S.p.A. in liquidazione), società veicolo di cartolarizzazione (Argo Mortgage 2 S.r.l., Lanterna Finance S.r.l., Lanterna Mortgage S.r.l. e Lanterna Lease S.r.l.), società veicolo per operazioni di emissione di covered bond (Carige Covered Bond S.r.l. e Carige Covered Bond 2 S.r.l.) e società strumentali (Carige Reoco S.p.A.).

Con riferimento alle società veicolo Argo Mortgage 2 S.r.l., Lanterna Finance S.r.l., Lanterna Lease S.rl., Lanterna Mortgage S.r.l., Covered Bond S.r.l. e Carige Covered Bond 2 S.r.l. si fa presente che per tutte si è proceduto al consolidamento con il metodo integrale. Non si è proceduto alla cancellazione dei crediti dai bilanci dei rispettivi cedenti, né per le operazioni di cartolarizzazione né con riferimento alle cessioni finalizzate all'emissione di covered bond, in quanto il Gruppo ha trattenuto sostanzialmente i relativi rischi e benefici connessi.

Si segnala che non esistono vincoli o restrizioni giuridiche o sostanziali in grado di ostacolare il rapido trasferimento di risorse patrimoniali all'interno del Gruppo. Gli unici vincoli sono quelli riconducibili alla normativa regolamentare, che può richiedere il mantenimento di un ammontare minimo di fondi propri o di un indice di liquidità (LCR - Liquidity CoverageRatio), il divieto alla distribuzione di dividendi o alle disposizioni del codice civile sugli utili e riserve distribuibili, nonché a quelli normativamente previsti in sede di sottoscrizione di azioni che prevedono il divieto della società di fornire risorse per la sottoscrizione delle proprie azioni (art. 2358 cod. civ.) e comunque divieto delle controllate di sottoscrivere azioni della controllante (art. 2359-quinquies cod.civ.) ed il divieto di sottoscrizione reciproca di azioni di cui all'art. 2360 del cod. civ.

INFORMATIVA QUANTITATIVA - art. 436 CRR

2.1

Area di Consolidamento al 31 dicembre 2020

Denominazioni imprese

Sede

operativa

Sede

legale

Rapporto di partecipazione

Trattamento

Impresa partecipante

Quota %

nel bilancio

nelle segnalazioni prudenziali

A. Imprese

A.1 Consolidate integralmente Gruppo Bancario

1. Banca CARIGE SpA

Genova

Genova

  • 2. Banca del Monte Lucca SpA

  • 3. Banca Cesare Ponti SpA

  • 4. Centro Fiduciario C.F. SpA in liquidazione

  • 5. Argo Mortgage 2 Srl

  • 6. Carige Covered Bond Srl

  • 7. Carige Covered Bond 2 Srl

  • 8. Lanterna Finance Srl (1)

  • 9. Lanterna Mortgage Srl (1) (2)

  • 10. Lanterna Lease Srl (1)

  • 11. Carige Reoco SpA

Altre imprese

12. St Anna Golf Srl

Lucca Milano Genova Genova Genova Genova Genova Genova

Genova Genova

Genova

Lucca Milano Genova Genova Genova Genova Genova Genova

Genova Genova

Genova

A1.1

A1.1

A1.1

A1.1

A1.1

A1.1

A1.1

A1.1

A1.1

A1.1

A1.11

69,97

100,00

96,95

60,00

60,00

60,00

5,00

5,00

5,00

100,00

100,00

cons. cons. cons. cons. cons.

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cons. integralecons. cons.

cons. cons.

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cons.

integrale

cons. cons. cons. cons. cons.

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cons. integralecons. cons. cons. cons.

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patronio netto

  • (1) Società veicolo di operazioni di cartolarizzazione controllata in base ai requisiti fissati dall'IFRS 10.

  • (2) Ex Lanterna Conumer Srl. La società ha cambiato denominazione il 28/5/2020

Il perimetro dell'area di consolidamento prudenziale non è variato rispetto a quello determinato per la redazione del bilancio al 31 gennaio 2020. Non è più presente la società Abitare R.E. S.r.l. in quanto fusa per incorporazione in Carige Reoco S.p.A..

3.

FONDI PROPRI

INFORMATIVA QUALITATIVA - art. 437 CRR

I fondi propri sono stati determinati in base alla disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nel Regolamento UE n. 575/2013 (CRR) aggiornato con il Regolamento UE 876/2019 (CRR2) e successivamente modificato con il Regolamento UE 873/2020 e nella Direttiva UE 36/2013 (CRDIV) che traspongono nell'Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. Si è tenuto conto inoltre delle disposizioni emanate dalla Banca d'Italia con le circolari n. 285/2013 e n.286/2013, e relativi aggiornamenti con particolare riferimento all'esercizio delle discrezionalità nazionali.

In data 12 dicembre 2017 il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno emanato il Regolamento (UE) 2395/2017 "Disposizioni transitorie volte ad attenuare l'impatto dell'introduzione dell'IFRS 9 sui fondi propri" che aggiorna il Regolamento 575/2013 CRR, inserendo il nuovo articolo 473 bis "Introduzione dell'IFRS 9", il quale offre la possibilità alle banche di mitigare gli impatti sui fondi propri derivanti dall'introduzione del principio contabile IFRS 9 in un periodo transitorio di 5 anni (da marzo 2018 a dicembre 2022) sterilizzando nel CET1 l'impatto con l'applicazione di percentuali decrescenti nel tempo. In data 31 gennaio 2018 Banca Carige ha manifestato alla BCE per tutte le Banche del Gruppo la volontà di adottare il cosiddetto "phase in", ovvero il regime transitorio previsto dal regolamento UE 2017/2395, che consente la diluizione in 5 anni degli impatti sui fondi propri derivanti dalla transizione all'IFRS 9, includendo nel capitale primario di classe 1 (CET1) una quota via via decrescente della differenza tra le nuove rettifiche di valore, calcolate secondo l'IFRS9, e le rettifiche di valore determinate secondo le regole dello IAS39. Banca Carige ha optato per aderire anche alla componente dinamica dell'aggiustamento transitorio.

In data 24 giugno 2020 il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno emanato il Regolamento (UE) 873/2020 prevedendo alcune modifiche del CRR e del Regolamento (UE) 876/2019 in risposta alla pandemia da Covid-19. Tra l'altro è stata introdotta una modifica del regime transitorio riferito all'introduzione dell'IFRS 9 previsto dall'art. 473 bis del CRR sopra descritto. In particolare, con riferimento alla componente dinamica dell'aggiustamento transitorio è stata introdotta la possibilità di sterilizzare in base a percentuali decrescenti (100% per il 2020 e 2021, 75% per il 2022, 50% per il 2023, 25% per il 2024 e 0% a partire dal 2025) l'incremento delle rettifiche di valore su crediti bonis verificatosi nel periodo 2020-2021. Banca Carige ha optato inoltre di avvalersi del nuovo criterio introdotto dal comma 7 bis dell'art. 473 bis andando così ad aumentare l'attivo ponderato di un importo pari al beneficio ottenuto nel calcolo dei fondi propri dall'applicazione del filtro prudenziale sia statico sia dinamico.

Avendo optato per il trattamento transitorio Banca Carige deve fornire al mercato le informazioni relative a Capitale disponibile, RWA, Ratio patrimoniale e Leverage ratio con e senza l'applicazione delle disposizioni transitorie in materia di IFRS 9.

Banca Carige ha invece optato di non aderire al filtro introdotto dal nuovo art. 468 "Trattamento temporaneo di profitti e perdite non realizzati misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo alla luce della pandemia di COVID-19 ".

Si evidenzia inoltre che con Regolamento Delegato (UE) 2176/2020 della Commissione è stato introdotto un nuovo regime più favorevole con riferimento alla deduzione delle attività sotto forma di software dagli elementi del CET1.

Schema relativo alle caratteristiche degli strumenti di capitale

I prospetti a seguire sono strutturati sulla base degli schemi contenuti all'interno del Regolamento di Esecuzione (UE) n. 1423 del 20 dicembre 2013, che stabilisce le norme tecniche di attuazione per quanto riguarda l'informativa sui requisiti di Fondi Propri degli enti ai sensi del Regolamento n. 575/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio.

In particolare, l'Allegato II del citato Regolamento prevede uno specifico modello per la disclosure delle principali caratteristiche degli strumenti di capitale.

1. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET 1)

Il Capitale primario di classe 1 prima dei filtri prudenziali è costituito dai seguenti elementi positivi o negativi:

  • capitale sociale

  • sovrapprezzo azioni

  • riserve

  • azioni proprie in portafoglio

  • perdita del periodo

  • altri elementi di conto economico accumulate

  • interessi di minoranza

I filtri prudenziali del CET 1 sono costituiti dai seguenti elementi:

  • copertura dei flussi di cassa (cash flow hedge)

  • utili o perdite di fair value derivanti dal rischio di credito proprio correlato a passività derivate

  • rettifiche di valore di vigilanza

Le detrazioni dal CET 1 sono costituite da:

  • attività immateriali

  • attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze temporanee al netto delle relative passività fiscali

  • attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura ed emergono da differenze temporanee

Agli elementi sopraelencati vengono aggiunti gli impatti sul CET 1 dovuti al regime transitorio per attenuare l'impatto dell'introduzione dell'IFRS 9.

2. Capitale aggiuntivo di classe 1 (additional Tier 1 - AT1)

Il capitale aggiuntivo di classe 1 è costituito da:

  • capitale versato (azioni di risparmio)

  • interessi di minoranza

3. Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2)

Il Capitale di classe 2 è costituito dai seguenti elementi positivi o negativi:

  • strumenti di T2 propri

  • detrazione per strumenti di T2 detenuti indirettamente

  • interessi di minoranza

Gli strumenti computabili nel T2 sono rappresentati dai seguenti prestiti subordinati:

1) Prestito obbligazionario subordinato Tier II emesso dalla Banca con le seguenti caratteristiche:

  • - valore nominale euro 320.000.000 emesso il 30 novembre 2018, in circolazione al 31 dicembre 2020 per euro 6.800.000, suddiviso in obbligazioni del valore nominale unitario di euro 100.000, valore computabile nel T2 euro 6.800.000; Si segnala che viene portata in deduzione le quote detenute indirettamente dalle controllate Banca

    Ponti e Banca del Monte di Lucca tramite lo Schema Volontario del FITD;

  • - tasso: 8,25% annuo pagabile trimestralmente;

  • - scadenza: 30 novembre 2028, con possibilità di rimborso anticipato a partire dal quinto anno dalla data di emissione previa autorizzazione della competente Autorità di Vigilanza;

  • - clausola di subordinazione: le obbligazioni sono in ogni caso subordinate e, in caso di liquidazione volontaria o di sottoposizione a procedure di liquidazione coatta amministrativa o di risoluzione dell'Emittente, potranno essere rimborsate solo dopo che saranno stati soddisfatti tutti gli altri creditori non ugualmente subordinati dell'Emittente e, cioè, dopo che siano stati soddisfatti tutti i creditori, subordinati e non dell'Emittente, fatta eccezione per quelli con un grado di subordinazione uguale o maggiore rispetto a quello delle obbligazioni;

  • - caratteristiche di computabilità: non essendosi verificato un Aumento di Capitale entro il 30 giugno 2019 e non avendo dunque rispettato, a livello individuale e/o consolidato, i requisiti minimi di capitale alla stessa applicabili (definiti come pillar 1, pillar 2 requirements, con esclusione pertanto del capital conservation buffer e della pillar 2 guidance), il portatore dell'obbligazione ha utilizzato a fine 2019 - su richiesta della Banca e/o delle competenti Autorità di Vigilanza - le obbligazioni per rafforzare il Common Equity Tier 1 ratio (CET1) della Banca per nominali 313.200.000 euro. L'importo residuo di 6.800.000 euro potrà essere utilizzato di volta in volta nella misura strettamente necessaria a garantire il rispetto dei suddetti requisiti minimi.

2) Prestito obbligazionario subordinato Tier II emesso dalla Banca con le seguenti caratteristiche:

  • - valore nominale euro 200.000.000 emesso il 20 dicembre 2019, in circolazione al 31 dicembre 2020 per euro 200.000.000, suddiviso in obbligazioni del valore nominale unitario di euro 100.000, valore computabile nel T2 euro 200.000.000;

  • - tasso: 8,25% annuo pagabile trimestralmente fino alla "Data di Reset" (primi 5 anni);

    dalla data di "reset" a scadenza o rimborso anticipato il "Tasso di Reset": Tasso di Reset = Tasso di Mercato + Margine; ove "Tasso di Mercato" è il tasso swap a 5 anni, "Margine" è la differenza tra il tasso iniziale degli Interessi e il tasso swap a 5 anni rilevato alla Data di Emissione;

  • - scadenza: 20 dicembre 2029, con possibilità di rimborso anticipato a partire dal quinto anno dalla data di emissione previa autorizzazione della competente Autorità di Vigilanza;

  • - clausola di subordinazione: le obbligazioni sono in ogni caso subordinate e, in caso di liquidazione o di sottoposizione a procedure concorsuali dell'Emittente, il debito relativo alle Obbligazioni sarà rimborsato i) solo dopo che siano stati soddisfatti tutti i creditori privilegiati e ordinari dell'Emittente; ii) pari passu con i titolari di tutti gli strumenti finanziari dell'Emittente aventi pari grado di subordinazione e con i creditori dell'Emittente caratterizzati dal medesimo grado di subordinazione; iii) in ogni caso con precedenza rispetto ai titolari di strumenti finanziari o posizioni negoziali caratterizzati da un grado di subordinazione maggiore rispetto a quello delle Obbligazioni.

Di seguito si riportano i modelli sulle principali caratteristiche degli strumenti di classe 2 computati.

Modello sulle principali caratteristiche degli strumenti di capitale (1)

1

Emi ttente

Banca Carige S.p.A.

2

Identificativo unico {ad es., identificativo CUSIP, ISIN o Bloomberg per i collocamenti privati)

IT0005353526

3

Legislazione applicabile allo strumento

Italiana

Trattamento regolamentare

4

Disposizioni transitorie del CRR

Capitale aggiuntivo di classe 2

5

Disposizioni post transitorie del CRR

Capitale aggiuntivo di classe 2

6

Ammissiblie a livello di singolo ente/(sub‐)consolidamento l di singolo ente e di (sub‐)conso‐ lidamento

Capitale aggiuntivo di classe 2 sia alivello individuale sia a livello consolidato

Tipo di strumento (i tipi devono essere specificati per ciascuna giurisdizione)

Bond - Art. 62,63 e 77 Regolamento UE 575/2013

8

Importo rilevato nel capitale regolamentare (moneta in milioni, alla più recente data di riferìmento per la segnalazione)

euro 6,8 milioni

9

Importo nominale dello strumento

euro 320,000,000 iniziali. In circolazione alla data 6.800.000

9a

Prezzo di emissione

100

9b

Prezzo di rimborso

100

10

Classificazione contabile

Passività - Costo Ammortizzato

11

Data di emissione originaria

30/11/2018

12

lrredimibile o a scadenza

Scadenza

13

Data di scadenza originaria

30/11/2028

14

Rimborso anticipato a discrezione dell'emittente soggetto a approvazione preventiva dell'auto‐ rità di vigilanza

15

Data del rimborso anticipato facoltativo, date del rimborso anticipato eventuale e importo del rimborso

30/11/2023

16

Date successive di rimborso anticipato, se del caso

trimestralmente il 31/3 30/6 30/9 31/12 di ogni anno a partire dal 31/03/2019

Cedo/e/di vi dendi

si

17

Dividendi/cedole fissi o variabili

Fisso

18

Tasso della cedola ed eventuale indice correlato

8,25%

19

Presenza di un meccanismo di "dividend stopper"

No

20a

Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di tempo)

Pienamente discrezionale

20b

Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di i mporto)

Pienamente discrezionale

21

Presenza di "step up" o di altro incentivo al rimborso

No

22

Non cumulativo o cumulativo

Non cumulativo

23

Convertibile o non convertibile

Non convertibile

24

Se convertibile, evento(i) che determina(no) la conversione

N/A

25

Se convertibile, in tutto o in parte

N/A

26

Se convertibile, tasso di conversione

N/A

27

Se convertibile, conversione obbligatoria o facoltativa

N/A

28

Se convertibile, precisare il tipo di strumento nel qual e la conversione è possibile

N/A

29

Se convertibile, precisare l'emittente dello strumento nel qual e viene convertito

N/A

30

Meccanismi di svalutazi one (write down)

N/A

31

In caso di meccanismo di svalutazione (write down), evento(i) che la determina(no)

N/A

32

In caso di svalutazione (write down), svalutazione totale o parziale

N/A

33

In caso di svalutazione (write down), svalutazione permanente o temporanea

N/A

34

In caso di svalutazione (write down) temporanea, descrizi one del meccanismo di rivalutazione

N/A

35

Posizione nella gerarchia di subordinazione in caso di liquidazione (specificare il tipo di strumento di rango immediatamente superiore (senior))

Tier II

36

Caratteristiche non conformi degli strumenti che beneficiano delle disposizioni transitorie

No

37

In caso affermativo, specificare le caratteristiche non conformi

(1) "N/A" se l'informazione non si applica

Modello sulle principali caratteristiche degli strumenti di capitale (1)

1

Emi ttente

Banca Carige S.p.A.

2

Identificativo unico {ad es., identificativo CUSIP, ISIN o Bloomberg per i collocamenti privati)

IT0005389934

3

Legislazione applicabile allo strumento

Italiana

Trattamento regolamentare

4

Disposizioni transitorie del CRR

Capitale aggiuntivo di classe 2.

5

Disposizioni post transitorie del CRR

6

Ammissiblie a livello di singolo ente/(sub‐)consolidamento l di singolo ente e di (sub‐)conso‐ lidamento

Tipo di strumento (i tipi devono essere specificati per ciascuna giurisdizione)

Bond - Art. 62,63 e 71 Regolamento UE 575/2013

8

Importo rilevato nel capitale regolamentare (moneta in milioni, alla più recente data di riferì‐ mento per la segnalazione)

200

9

Importo nominale dello strumento

euro 200,000,000

9a

Prezzo di emissione

100

9b

Prezzo di rimborso

100

10

Classificazione contabile

Passività - Costo Ammortizzato

11

Data di emissione originaria

20/12/2019

12

lrredimibile o a scadenza

Scadenza

13

Data di scadenza originaria

20/12/2029

14

Rimborso anticipato a discrezione dell'emittente soggetto a approvazione preventiva dell'auto‐ rità di vigilanza

15

Data del rimborso anticipato facoltativo, date del rimborso anticipato eventuale e importo del rimborso

20/12/2025

16

Date successive di rimborso anticipato, se del caso

trimestralmente il 20/3 20/6 20/9 20/12 di ogni anno a partire dal 20/03/2020

Cedo/e/di vi dendi

si

17

Dividendi/cedole fissi o variabili

Fisso

18

Tasso della cedola ed eventuale indice correlato

8,25%

19

Presenza di un meccanismo di "dividend stopper"

No

20a

Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di tempo)

Pienamente discrezionale

20b

Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di i mporto)

Pienamente discrezionale

21

Presenza di "step up" o di altro incentivo al rimborso

No

22

Non cumulativo o cumulativo

Non cumulativo

23

Convertibile o non convertibile

Non convertibile

24

Se convertibile, evento(i) che determina(no) la conversione

N/A

25

Se convertibile, in tutto o in parte

N/A

26

Se convertibile, tasso di conversione

N/A

27

Se convertibile, conversione obbligatoria o facoltativa

N/A

28

Se convertibile, precisare il tipo di strumento nel qual e la conversione è possibile

N/A

29

Se convertibile, precisare l'emittente dello strumento nel qual e viene convertito

N/A

30

Meccanismi di svalutazi one (write down)

N/A

31

In caso di meccanismo di svalutazione (write down), evento(i) che la determina(no)

N/A

32

In caso di svalutazione (write down), svalutazione totale o parziale

N/A

33

In caso di svalutazione (write down), svalutazione permanente o temporanea

N/A

34

In caso di svalutazione (write down) temporanea, descrizi one del meccanismo di rivalutazione

N/A

35

Posizione nella gerarchia di subordinazione in caso di liquidazione (specificare il tipo di strumento di rango immediatamente superiore (senior))

Tier II

36

Caratteristiche non conformi degli strumenti che beneficiano delle disposizioni transitorie

No

37

In caso affermativo, specificare le caratteristiche non conformi

(1) "N/A" se l'informazione non si applica

INFORMATIVA QUANTITATIVA - art. 437 / 445 / 492 CRR

3.1 Composizione dei Fondi Propri al 31 dicembre 2020

Totale

Totale

31/12/2020

31/01/2020

A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) prima dell'applicazione dei filtri prudenziali

1.355.334

1.599.774

di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie

-

-

B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-)

61.353

72.371

C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effeti del regime transitorio (A+/-B)

1.416.687

1.672.145

D. Elementi da dedurre dal CET1

(483.047)

(620.790)

E. Regime transitorio - Impatto su CET1 (+/-), inclusi gli interessi di minoranza oggetto di disposizioni transitorie

278.879

245.144

D+/-E)

1.212.519

1.296.499

elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio

1.285

175

di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie

-

-

H. Elementi da dedurre dall'AT1

-

-

I. Regime transitorio - Impatto su AT1 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nell'AT1 per effetto di disposizioni transitorie

-

-

L. Totale capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) (G-H+/-I)

1.285

175

degli effetti del regime transitorio

208.515

206.795

di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie

-

-

N. Elementi da dedurre dal T2

-

-

O. Regime transitorio - Impatto su T2 (+/-),inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusinel T2 per effetto di disposizioni transitorie

-

-

P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 -T2) (M-N+/-O)

208.515

206.795

Q. Totale fondi propri (F+L+P)

1.422.319

1.503.469

Di seguito si riporta il Modello per il confronto dei fondi propri e dei coefficienti patrimoniali e di leva finanziaria degli enti, con e senza l'applicazione delle disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 previsto negli Orientamenti dell'EBA su tale materia emessi il 16/1/2018 e modificati l'11/8/2020 allo scopo di garantire la conformità con le "soluzioni rapide" in materia di CRR in risposta alla pandemia di Covid-19.

3.2 Modello quantitativo

31/12/2020

31/01/2020

31/12/2018

Capitale disponibile (importi)

1

Capitale primario di classe 1 (CET1)

1.212.519

1.296.499

1.572.743

2

Capitale primario di classe 1 (CET1) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti

933.640

1.051.355

1.240.047

2a

Capitale primario di classe 1 (CET1) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

n.a.

3

Capitale di classe 1

1.213.804

1.296.674

1.575.170

4

Capitale di classe 1 come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti

934.925

1.051.530

1.242.474

4a

Capitale di classe 1 come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

n.a.

5

Capitale totale

1.422.319

1.503.469

1.896.943

6

Capitale totale come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti

1.143.440

1.258.325

1.564.247

6a

Capitale totale come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

n.a.

Attività ponderate per il rischio (importi)

7

Totale delle attività ponderate per il rischio

9.441.032

10.781.824

14.727.271

8

Totale delle attività ponderate per il rischio come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti

9.162.153

10.408.564

14.125.730

Coefficienti patrimoniali

9

Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

12,8%

12,0%

10,7%

10

Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti

10,2%

10,1%

8,8%

10a

Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

n.a.

11

Capitale di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

12,9%

12,0%

10,7%

12

Capitale di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti

10,2%

10,1%

8,8%

12a

Capitale di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

n.a.

13

Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

15,1%

13,9%

12,9%

14

Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti

12,5%

12,1%

11,1%

14a

Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

n.a.

Coefficiente di leva finanziaria

15

Misurazione dell'esposizione totale del coefficiente di leva finanziaria

23.052.757

22.777.752

22.657.486

16

Coefficiente di leva finanziaria

5,3%

5,7%

7,0%

17

Coefficiente di leva finanziaria come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti

4,1%

4,6%

5,5%

17a

Coefficiente di leva finanziaria come se non fosse applicato il trattamento temporaneo previsto dall'articolo 468 del CRR per i profitti e perdite non realizzati, misurati al valore equo rilevato nelle altre componenti di conto economico complessivo

n.a.

3.3 Tavola di riconciliazione tra le voci dello stato patrimoniale prudenziale utilizzate per il calcolo dei fondi propri e i fondi propri regolamentari

Voci dell'attivo

31/12/2020

Impatto sui

Fondi Propri

-

(4)

(26)

-

(4)

(26)

-

-

(33.925)

-

-

(449.122)

-

-

-

-

-

(449.122)

-

(4)

(483.073)

Impatto su

Impatto sui

T2

Fondi Propri

-

-

206.800

206.800

-

-

206.800

206.800

(15.607)

-

-

(15.607)

(599.729)

-

-

(599.729)

623.922

-

-

623.922

1.915.164

-

-

1.915.164

(15.536)

-

-

(15.536)

8.317

1.285

1.719

11.321

(217.906)

-

-

(217.906)

1.698.625

1.285

208.519

1.908.429

Impatto su

Impatto su

Impatto su

Impatto sui

CET1

AT1

T2

Fondi Propri

(2)

(3.035)

(3.037)

1.422.319

Impatto su

Impatto su

Impatto su

CET1

AT1

T2

  • 10. CASSA E DISPONIBILITÀ LIQUIDE

    267.695

  • 20. ATTIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR VALUE CON IMPATTO A CONTO ECONOMICO 20. c) ALTRE ATTIVITÀ FINANZIARIE

    OBBLIGATORIAMENTE VALUTATE AL FAIR VALUE

168.601 (22)

166.873 (22)

  • 100. ATTIVITÀ IMMATERIALI di cui:

    85.594

    (33.925)

    - avviamento

  • 110. ATTIVITÀ FISCALI 110. a) CORRENTI 110. b) ANTICIPATE

    1.413.628 586.154

    (449.122)

    -

    • 827.474 (449.122)

    TOTALE DELL'ATTIVO

22.030.236

(483.069)

Voci del passivo e del patrimonio netto

31/12/2020

Impatto su

CET1

Impatto su

AT1

10. PASSIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL 19.771.001

COSTO AMMORTIZZATO

10. a) DEBITI VERSO BANCHE 3.843.524

10. b) DEBITI VERSO LA CLIENTELA 12.819.390

10. c) TITOLI IN CIRCOLAZIONE 3.108.087

120. RISERVE DA VALUTAZIONE

(79.996)

  • 150. RISERVE

    (844.873)

  • 160. SOVRAPPREZZI DI EMISSIONE

    623.922

  • 170. CAPITALE

    1.915.164

  • 180. AZIONI PROPRIE (-)

    (15.536)

  • 190. PATRIMONIO DI PERTINENZA DI TERZI (+/-)

    12.867

  • 200. UTILE (PERDITA) DEL PERIODO (+/-)

    (251.641)

    TOTALE DEL PASSIVO E DEL PATRIMON

22.030.236

Altri elementi a quadratura dei Fondi Propri

variazione del proprio merito creditizio rettifiche di valore di vigilanza

(2) (3.035)

- -- -Totale altri elementi a quadratura dei fondi propri

TOTALE FONDI PROPRI

(3.037) 1.212.519

- 1.285

- 208.515

3.4 Modello transitorio per la pubblicazione delle informazioni sui fondi propri

Capitale primario di classe 1 : strumenti e riserve

(A) IMPORTO ALLA DATA

DELL'INFORMATIVA

(B) ARTICOLO DI RIFERIMENTO DEL REGOLAMENTO (UE)

N. 575/2013

(C) IMPORTI SOGGETTI AL TRATTAMENTO

PRE-REGOLAMENTO (UE) No 575/2013 TRATTAMENTO O

IMPORTO

RESIDUO

PRESCRITTO DAL REGOLAMENTO (UE) No 575/2013

1

Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo

2.539.085

29, Elenco EBA 26 (3)

di cui: strumenti di primo tipo

2.539.085

Elenco EBA 26 (3)

2

Utili non distribuiti

(1.031.492)

26 (1) e regime transitorio art 473 bis

245.403

3

Altre componenti di conto economico complessivo accumulate (e altre riserve, includere gli utili e le perdite non realizzati ai sensi della disciplina contabile applicabile)

106.624

26 (1)

5

Interessi di minoranza (importo consentito nel capitale primario di classe 1 consolidato)

8.317

84, 479, 480

6

Capitale primario di classe 1 (CET1) prima delle rettifiche regolamentari

1.622.534

245.403

Capitale primario di classe 1: rettifiche regolamentari

7

Rettifiche di valore aggiuntivo (importo negativo)

(3.035)

34, 105

8

Attività immateriali (al netto delle relative passività fiscali) (importo negativo)

(33.925)

36 (1) (b), 37, 472 (4)

10

Attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura,escluse quelle derivanti da differenze temporanee (al netto delle passività fiscali dove siano soddisfatte le condizioni di cui all' articolo 38 (3)) (importo negativo)

(425.344)

36 (1) (c), 38, 472 (5)

-

11

Riserve di valore equo relative agli utili e alle perdite generati dalla copertura dei flussi di cassa

64.390

33 (a)

14

Utili o perdite sulle passività valutate al valore equo dovuti all'evoluzione del merito di credito

(2)

33 (b)

16

Strumenti propri di capitale primario di classe 1 detenuti dall'ente direttamente o indirettamente (importo negativo)

(15.558)

36 (1) (f), 42, 472 (8)

21

Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo superiore alla soglia del 10%, al netto delle relative passività fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38 (3)) (importo negativo)

(23.779)

36 (1) (c) , 38, 48 (1)

(a), 470, 472 (5)

-

25a

Perdite relative all'esercizio in corso (importo negativo)

(251.641)

36 (1) (a), 472 (3)

33.476

28

Totale delle rettifiche regolamentari del capitale primario di classe 1 (CET1)

(688.894)

33.476

29

Capitale primario di classe 1 (CET1)

933.640

278.879

Capitale aggiuntivo di classe 1: strumenti

34

Capitale di classe 1 ammissibile incluso nel capitale aggiuntivo di classe 1 consolidato (compresi gli interessi di minoranza non inclusi nella riga 5) emesso da filiazioni e detenuto da terzi

1.285

85, 86, 480

-

36

Capitale aggiuntivo di classe 1 prima delle rettifiche regolamentari

1.285

-

Capitale aggiuntivo di classe 1: rettifiche regolamentari

44

Capitale aggiuntivo di classe 1

1.285

-

45

Capitale di classe 1 (T1= CET1 + AT1)

934.925

278.879

Tier 2 (T2): strumenti

46

Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo

206.800

62, 63

48

Strumenti di fondi propri ammissibili inclusi nel capitale di classe 2 consolidato (compresi gli interessi di minoranza e strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 non inclusi nella riga 5 o nella riga 34) emessi da filiazioni e detenuti da terzi

1.719

87, 88, 480

-

51

Capitale di classe 2 (T2) prima delle rettifiche regolamentari

208.519

-

Capitale di classe 2 (T2): rettifiche regolamentari

52

Strumenti propri di capitale di classe 2 detenuti dall'ente direttamente o indirettamente e prestiti subordinati (importo negativo)

(4)

63 (b) (i), 66 (a), 67, 477 (2)

57

Totale delle rettifiche regolamentari al capitale di classe 2 (T2)

(4)

-

58

Capitale di classe 2 (T2)

208.515

-

59

Capitale totale (TC= T1+T2)

1.143.440

278.879

59a

Attività ponderate per il rischio in relazione agli importi soggetti a trattamento pre-CRR e trattamenti transitori, soggetti a eliminazione progressiva ai sensi del regolamento (UE) No 575/2013 (ossia importi residui CRR)

278.879

di cui: rettifiche di valore non ammesse in base alle disposizioni transitorie per attenuare l'impatto dell'introduzione dell'IFRS 9

278.879

473 bis

60

Totale delle attività ponderate per il rischio

9.441.032

Coefficienti e riserve di capitale

61

Capitale primario di classe 1 (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

12,8%

92 (2) (a), 465

62

Capitale di classe 1 (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

12,9%

92 (2) (b), 465

63

Capitale totale (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

15,1%

92 (2) (c)

64

Requisito della riserva di capitale specifica dell'ente (requisito relativo al capitale primario di classe 1 a norma dell'articolo 92 (1) (a)), requisiti della riserva di conservazione del capitale, della riserva di capitale anticiclica, della riserva di capitale a fronte del rischio sistemico, della riserva di capitale degli enti a rilevanza sistemica (riserva degli G-SII o O-SII), (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

8,5%

CRD 128, 129, 130

65

di cui: requisito della riserva di conservazione del capitale

2,5%

68

Capitale primario di classe 1 disponibile per le riserve (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)

2,8%

CRD 128

Coefficienti e riserve di capitale

72

Capitale di soggetti del settore finanziario detenuto direttamente o indirettamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo inferiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)

24.792

36 (1) (h), 45, 46, 472 (10) 56 (c ), 59, 60, 475 (4), 66 (c ),

69, 70, 477 (4)

75

Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo inferiore alla soglia del 10%, al netto delle relative passività fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38 (3))

119.521

36 (1) (c ), 38, 48, 470, 472 (5)

Massimali applicabili per l'inclusione di accantonamenti nel capitale di classe 2

Strumenti di capitale soggetti a eliminazione progressiva (applicabile soltanto tra il 1 gennaio 2013 e il 1 gennaio 2022)

82

Attuale massimale sugli strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 soggetti a eliminazione progressiva

32.000

484 (4), 486 (3) & (5)

84

Attuale massimale sugli strumenti di capitale di classe 2 soggetti a eliminazione progressiva

93.866

484 (5), 486 (4) & (5)

4.

REQUISITI DI CAPITALE

INFORMATIVA QUALITATIVA - art. 438 CRR

Il Gruppo si pone tra gli obiettivi strategici principali il rafforzamento della propria posizione patrimoniale e l'attenuazione dei profili di rischio individuando un percorso di graduale ritorno alla redditività in condizioni di equilibrio patrimoniale con obiettivi di capitalizzazione coerenti con i requisiti prudenziali a livello consolidato di Banca Carige comunicati dalla Banca Centrale Europea (BCE).

La BCE tramite la SREP Decision dell'8 giugno 2020 ha comunicato alla Banca una riduzione del requisito aggiuntivo di fondi propri di secondo pilastro che dal 3.25% viene ridotta a 2,75% e ha richiesto al Gruppo Banca Carige il mantenimento del requisito patrimoniale complessivo (Overall Capital Requirement - OCR) in termini di:

  • Common Equity Tier 1 Ratio (CET1 Ratio) su base consolidata dell'8,55% (costituito da coefficiente minimo del 4,5%, requisito di fondi propri aggiuntivi del 2,75% da detenere sotto forma di capitale primario di classe 1 almeno per il 56,25% e requisito combinato di riserva di capitale del 2,5%).

  • Tier 1 Ratio (T1 Ratio) su base consolidata del 10,56% (costituito da coefficiente minimo del 6%, requisito di fondi propri aggiuntivi del 2,75% da detenere sotto forma di capitale di classe 1 almeno per il 75% e requisito combinato di riserva di capitale del 2,5%).

  • Total Capital Ratio (TC Ratio) su base consolidata del 13,25% (costituito da coefficiente minimo del 8%, requisito di fondi propri aggiuntivi del 2,75% e requisito combinato di riserva di capitale del 2,5%).

Inoltre la BCE ha comunicato un coefficiente patrimoniale SREP complessivo minimo (Total SREP Capital Requirement - TSCR) dell'10,75% su base consolidata.

Sempre a giugno 2020 è stata comunicata alla Banca, con la SREP Decision, la Capital Guidance da detenere su tutti i livelli di capitale a 1,55%.

INFORMATIVA QUANTITATIVA - art. 438 / 445 CRR

4.1 REQUISITI PATRIMONIALI E COEFFICIENTI DI VIGILANZA

Gli indicatori patrimoniali al 31/12/2020 risultano su valori superiori a quelli richiesti dalla BCE tramite la SREP Decision dell'8 giugno 2020 anche grazie agli aggiornamenti normativi sull'ammortamento prudenziale delle attività immateriali, alle garanzie statali concesse a seguito della crisi pandemica e all'avanzamento delle operazioni di derisking condotte nel 2020.

Con riferimento agli orientamenti di capitale di secondo pilastro, il Gruppo risulta conforme a quanto raccomandato dalla BCE nella lettera SREP del 2020 su tutti i livelli di capitale.

REQUISITO PATRIMONIALE RELATIVO A CIASCUNA TIPOLOGIA DI RISCHIO

ADEGUATEZA PATRIMONIALE

TIPOLOGIA DI RISCHIO

IMPORTI NON

PONDERATIIMPORTI PONDERATIREQUISITO

REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA

22.914.596 8.716.376 697.310

1. Rischio di credito e di controparte Amm.ni centrali e banche centrali Enti

9.608.332

493.145 39.452

812.646

286.110 22.889

Amm. Regionali ed autorità locali Banche Multilaterali di Sviluppo Organizzazioni internazionali Organismi del settore pubblico

583.430 - -

116.686 9.335

208.739

- - 206.495

  • Imprese 2.400.161 2.051.927

  • Esposizioni al dettaglio 2.532.668 1.687.989

    - - 16.520 164.154 135.039

  • Esposizioni garantite da Immobili 3.970.913 1.421.424

Esposizioni in stato di default Esposizioni ad alto rischio Esposizioni a b-t v/imprese Esposizioni verso O.I.C

269.344

296.249

294.717 - -

442.075 - -

113.714 23.700 35.366 - -

Strumenti di capitale

365.567

365.567

Altre posizioni

1.825.954

1.283.582

29.245 102.687

Elementi che rappresentano posizioni vs cartolarizzazione

42.126

65.128

  • 2. Rischio CVA (metodo standard)

    5.210 64

  • 3. Rischi di mercato (metodologia standard)

    rischio generico - titoli di debito rischio generico - titoli di capitale rischio specifico - titoli di debito rischio specifico - titoli di capitale rischio specifico - cartolarizzazioni rischio di posizione sulle quote di OICR rischio generico dei fattori gamma e vega rischio di cambio

    134 134

  • 4. Rischio operativo (metodo standardizzato)

  • 5. Altri requisiti prudenziali

  • 6. Totale requisiti prudenziali

57.774 - 755.283

COEFFICIENTI DI VIGILANZA Attività di rischio ponderate

9.441.032

Common Equity Tier 1/Attività di rischio ponderate (Common Equity Tier 1 capital ratio) 12,8%

Capitale primario/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 12,9%

Fondi propri/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 15,1%

Importi espressi in migliaia di Euro.

5. RISCHIO DI CREDITO

5.1 RETTIFICHE DI VALORE SU CREDITI

INFORMATIVA QUALITATIVA - art. 442 CRR

I crediti sono costituiti da attività finanziarie verso clientela e banche, con pagamenti fissi o comunque determinabili e non quotate in un mercato attivo. Essi sono iscritti alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione alla controparte.

Qualora si riscontri un deterioramento del merito creditizio tale da far ritenere improbabile che vengano puntualmente onorati gli impegni contrattuali del cliente si procede, se confermate le criticità emerse in sede di monitoraggio, alla classificazione della posizione tra i crediti deteriorati.

I crediti deteriorati sono suddivisi nelle seguenti categorie:

Sofferenze: esposizioni verso clienti che versano in uno stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equivalenti;

Inadempienze probabili: esposizioni creditizie, diverse dalle sofferenze, per le quali la banca giudichi improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l'escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente alle sue obbligazioni creditizie;

Esposizioni Scadute: esposizioni, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che, alla data di riferimento della segnalazione, sono scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni e superano una prefissata soglia di materialità.

Le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate possono essere determinate facendo riferimento, alternativamente, al singolo debitore o - per le sole esposizioni verso soggetti retail - alla singola transazione.

Il Gruppo ha optato per rilevare le Esposizioni Scadute per singolo debitore: sono pertanto classificati i clienti che presentano crediti scaduti e/o sconfinanti da oltre 90 giorni, qualora la quota scaduta/sconfinante oppure la relativa media rilevata giornalmente nell'ultimo trimestre sia pari o superiore al 5% dell'esposizione complessiva nei confronti della controparte, al netto di eventuali compensazioni con margini disponibili su altre linee di credito in capo al medesimo cliente.

Il 28 settembre 2016 l'EBA ha pubblicato gli "Orientamenti sull'applicazione della definizione di default" (EBA/GL/2017/07) che insieme al successivo Regolamento Delegato (UE) 2018/171 della Commissione sulla soglia di rilevanza per le esposizioni creditizie in arretrato (RTS (EU) 2018/171), costituisce il pacchetto normativo noto come "Nuova Definizione di Default".

La nuova regolamentazione, entrata in vigore lo scorso 1 gennaio 2021, introduce alcune innovazioni normative, fra cui:

  • una nuova soglia di materialità oggettiva per la valutazione della rilevanza dell'arretrato/ sconfino del cliente, costituita da una componente assoluta (100 euro per i clienti Retail; 500 euro per i non-Retail) ed una relativa (1% dell'esposizione complessiva in bilancio);

  • un periodo obbligatorio di almeno 90 giorni consecutivi di regolarità ed assenza di eventi di default per il rientro in "Bonis" del cliente (c.d. "Probation Period");

  • la presenza di determinate condizioni oggettive e/o soggettive per la propagazione del "contagio" dello status di default nell'ambito delle obbligazioni creditizie congiunte e dei gruppi di clienti connessi;

  • un nuovo criterio oggettivo per la classificazione a Inadempienza Probabile delle misure di forbearance, laddove le stesse si configurino come "ristrutturazioni onerose" (ovvero quando la riduzione dell'obbligazione finanziaria per il cliente, supera la soglia dell'1% nel rapporto tra Valore Attuale Netto del credito prima e dopo l'applicazione della misura di forbearance).

Per recepire tali aggiornamenti normativi, il Gruppo Banca Carige ha posto in essere una specifica progettualità che ha portato all'adeguamento delle proprie procedure interne e dei propri sistemi informatici.

Nell'ambito dei crediti deteriorati, la valutazione delle sofferenze e delle inadempienze probabili avviene in modo analitico, se di importo significativo, e forfettariamente, qualora di ammontare non rilevante, mentre le esposizioni scadute sono soggette a valutazione su base collettiva, a prescindere dall'importo del credito.

Più dettagliatamente, le valutazioni analitiche avvengono in base ai flussi di cassa attesi, al valore di presumibile realizzo delle garanzie che assistono il credito1 ed ai costi che potrebbero essere sostenuti a fronte di un'eventuale attività di recupero coatto. Tali voci vengono attualizzate al saggio di interesse in vigore al momento della classificazione tra i crediti deteriorati, se i tempi previsti per l'incasso di detti flussi monetari sono superiori ai 12 mesi. In ottica di convergenza con la normativa prudenziale di Basilea 3, le posizioni di importo non significativo vengono svalutate sulla base degli indicatori di rischio stimati con i modelli interni sviluppati ed utilizzati su tutte le Banche del Gruppo Carige.

Analogamente, sul portafoglio non qualificato in una delle classi di credito deteriorato precedentemente richiamate (cd. crediti in bonis), per il quale, quindi, non si ravvisano specifici elementi di perdita durevole di valore, viene effettuata una svalutazione di natura collettiva, sempre utilizzando modelli interni opportunamente ricalibrati.

Strategie e politiche di gestione

Le strategie del Gruppo Carige in relazione alla gestione delle esposizioni creditizie deteriorate sono state specificamente definite nel rispetto del quadro normativo vigente e delle aspettative delle competenti autorità di Vigilanza con il chiaro obiettivo di ridurre sensibilmente il livello complessivo di crediti deteriorati iscritti a bilancio per ricondurlo entro limiti coerenti con quanto osservabile in istituzioni finanziarie comparabili a livello europeo.

Il Piano Strategico 2019-2023, il cui ultimo aggiornamento - pur in un contesto di massima incertezza relativamente ai riflessi che avrà la pandemia di Covid-19 nel medio-lungo

1 Stante la perdurante crisi del settore immobiliare, nel valutare le somme recuperabili derivanti dal recupero coatto di garanzie ipotecarie, il Gruppo Carige applica adeguati scarti prudenziali (cd. haircut), articolati in base alla tipologia di bene e di procedura di realizzo.

termine, è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione di Banca Carige in data 23 febbraio 2021, riduce strutturalmente il profilo di rischio del Gruppo. In particolare, proseguendo la complessiva operazione di derisking già avviata alla fine del 2019, nel corso del secondo semestre 2020 il Gruppo ha perfezionato la cessione di significative esposizioni deteriorate. Al 31 dicembre 2020 per una quota residua del portafoglio di crediti inseriti nello scenario di vendita, di importo lordo pari a circa euro 171 milioni relativa al portafoglio leasing non performing, non si erano ancora realizzate le condizioni per la derecognition. Il closing per la cessione della residua quota di crediti inseriti nello scenario di vendita resta pianificata entro il 2021. Nel corso del mese di dicembre Banca Carige ha perfezionato ulteriori operazioni di cessione di crediti. Per maggiori informazioni in merito alle operazioni realizzate e/o in corso di realizzazione si rinvia ai contenuti dei paragrafi della Sezione 5 - "Altri aspetti" della Nota integrativa al Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2020.

Al momento, raggiunto l'obiettivo del Piano Strategico di riduzione dell'incidenza del portafoglio non performing sul totale dei crediti in portafoglio ed in attesa del citato perfezionamento della cessione della residua quota del portafoglio di crediti inseriti nello scenario di vendita, non sono previste ulteriori operazioni di cessione di crediti non performing.

Write-off

Le politiche di cancellazione contabile dei crediti (cd "write-off") adottate dalla Banca hanno avuto ad oggetto i) iniziative unilaterali non collegate alla rinuncia esplicita verso la clientela delle ragioni di credito vantate da quest'ultima e ii) iniziative rivenienti da accordi specifici finalizzati tra la Banca e i propri clienti/debitori che, invece, hanno avuto come riflesso la rinuncia parziale o integrale delle ragioni di credito vantate dalla Banca.

Con riferimento specifico alla seconda fattispecie evidenziata poc'anzi, l'attività ordinaria della struttura NPE Unit prevede, anche nel contesto di operazioni effettuate di concerto con il ceto bancario, la negoziazione con la clientela di accordi di ristrutturazione mediante l'utilizzo degli strumenti messi a disposizione dalla Legge Fallimentare (es. Piani di Risanamento ex art 67 LF, Accordi di Ristrutturazione ex art 162 LF) che talvolta prevedono da parte della Banca la rinuncia parziale (o totale) alla propria ragione creditoria in quanto a capitale e/o interessi (ordinari e di mora). Tali accordi vengono conclusi dalla Banca spesso facendo leva sul supporto specialistico di "advisor" finanziari ed industriali specializzati al fine di garantire sia la riqualificazione del profilo finanziario della clientela sia la più ampia tutela delle ragioni di credito della Banca oltre alla mitigazione di eventuali rischi di natura "reputazionale" cui la Banca si troverebbe esposta e spesso connessi a fattori di natura "sociale" ed "territoriale".

Dal punto di vista operativo il processo di cancellazione contabile dei crediti viene esercitato attraverso il confronto tra le strutture operative deputate alla negoziazione degli accordi di cui sopra (NPE Unit) e le strutture organizzative deputate al presidio delle attività di contabilità e bilancio della Banca in coerenza con i principi contabili adottati dalla Banca nel rispetto della vigente normativa.

INFORMATIVA QUANTITATIVA - art. 442 CRR

5.1.1 Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)

Portafogli/qualità

Deteriorate

Non deteriorate

1. Attività finanziarie valutate al costo

645.041

(335.827)

309.214

12.412

16.139.744

(125.305)

16.014.439

16.323.653

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

-

-

-

-

2.340.912

(230)

2.340.682

2.340.682

3. Attività finanziarie designate al fair value

-

-

-

-

X

X

-

-

4. Altre attività finanziarie

57.623

(15.886)

41.737

-

X

X

113.855

155.592

5b. bAlttività finanziarie in corso di dismissione

-

-

-

-

-

-

-

-

Totale

31/12/2020

702.664

(351.713)

350.951

12.412

18.480.656

(125.535)

18.468.976

18.819.927

Totale

31/01/2020

1.249.896

(571.732)

678.164

21.299

18.498.092

(89.222)

18.511.988

19.190.152

Portafogli/qualità

Attività di evidente scarsa qualità creditizia

Altre attività

Minusvalenze cumulate

Esposizione netta

Esposizione netta

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione

2

8

1.722

2. Derivati di copertura

-

-

9.355

Totale

31/12/2020

2

8

11.077

Totale

31/01/2020

1

7

10.795

Esposizione lorda

Rettifiche di valore complessive

Esposizione netta

Write-off* parziali complessivi

Esposizione lorda

Rettifiche di valore complessive

Esposizione netta

Totale (esposizione netta)

I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 1 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31.12.2020 in tabella A.1.2 di pari oggetto.

5.1.2 Distribuzione delle attività finanziarie per fasce di scaduto (valori di bilancio)

1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

3. Attività finanziarie in corso di dismissione

Portafogli/stadi di rischio

Primo stadio

Secondo stadio

Terzo stadio

17.922

16.762

7.078

6.198

45.763

76.171

671

5.708

255.733

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

Totale

31/12/2020

17.922

16.762

7.078

6.198

45.763

76.171

671

5.708

255.733

Totale

31/01/2020

23.590

6.761

939

12.889

196.611

39.707

782

85.553

350.598

Da oltre 30 giorni fino a 90 giorni

I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31.12.2020 in tabella A.1.1 di pari oggetto.

5.1.3 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti

Tipologie esposizioni/valori

Esposizione lorda

Rettifiche di valore

Esposizione

Netta

Write-off parziali

0

Deteriorate

Non deteriorate

0

0

0

0

0

0

0

0

0

A. Esposizioni creditizie per cassa

a) Sofferenze

-

X

-

-

-

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni

-

X

-

-

-

b) Inadempienze probabili

13.036

X

5.000

8.036

-

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni

13.036

X

5.000

8.036

-

c) Esposizioni scadute deteriorate

-

X

-

-

-

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni

  • d) Esposizioni scadute non deteriorate

    - di cui: esposizioni oggetto di concessioni

  • e) Altre esposizioni non deteriorate

    - di cui: esposizioni oggetto di concessioni

- X

X X X

X

- - 3.983.972 -

- - - 193 -

- - - 3.983.779 -

- - - - -

Totale (A)

13.036

3.983.972

5.193

3.991.815

-

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

  • a) Deteriorate

  • b) Non deteriorate

- X

X 11.505

- -

- 11.505

- -

Totale (B)

-

11.505

-

11.505

-

Totale (A+B)

13.036

3.995.477

5.193

4.003.320

-

I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31.12.2020 in tabella A.1.4 di pari oggetto.

5.1.4 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti

Tipologie esposizioni/valori

Esposizione lorda

Rettifiche di valore

Esposizione netta

Write-off parziali

0

Deteriorate

Non deteriorate

0

0

0

Tipologie esposizioni/valori

0

0

0

0

0

A. Esposizioni creditizie per cassa

  • a) Sofferenze

    - di cui: esposizioni oggetto di concessioni

  • b) Inadempienze probabili

    - di cui: esposizioni oggetto di concessioni

  • c) Esposizioni scadute deteriorate

    - di cui: esposizioni oggetto di concessioni

  • d) Esposizioni scadute non deteriorate

    - di cui: esposizioni oggetto di concessioni

  • e) Altre esposizioni non deteriorate

    - di cui: esposizioni oggetto di concessioni

277.849 42.291 387.519 193.602 24.260 1.882 X

X X X

X X X X X X 177.126 14.598 14.442.490 170.761

194.490

29.208

147.854

68.269

4.369

198

7.232

1.293

118.110

12.234

83.359

13.083

239.665

125.333

19.891

1.684

169.894

13.305

14.324.380

158.527

12.163 416 244 86 3 - 2 - - -

Totale (A)

689.628

14.619.616

472.055

14.837.189

12.412

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

  • a) Deteriorate

  • b) Non deteriorate

184.072 X

X 4.027.489

15.990 2.842

168.082 4.024.647

- -

Totale (B)

184.072

4.027.489

18.832

4.192.729

-

Totale (A+B)

873.700

18.647.105

490.887

19.029.918

12.412

I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31.12.2020 in tabella A.1.5 di pari oggetto.

5.1.5 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela

p.1

Esposizioni/Aree geografiche

Italia

Altri paesi europei

America

A. Esposizioni creditizie per cassa

A.1 Sofferenze

77.854

182.002

4.528

10.230

927

A.2 Inadempienze probabili

239.243

147.751

422

103

-

A.3 Esposizioni scadute deteriorate

19.791

4.346

89

19

3

A.4 Esposizioni non deteriorate

14.091.899

124.978

399.094

343

1.688

Totale (A)

14.428.787

459.077

404.133

10.695

2.618

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

B.1 Esposizioni deteriorate

168.082

15.988

-

2

-

B.2 Esposizioni non deteriorate

4.021.345

2.834

3.224

10

32

Totale (B)

4.189.427

18.822

3.224

12

32

Totale (A+B)

31/12/2020

18.618.214

477.899

407.357

10.707

2.650

Totale (A+B)

31/01/2020

18.541.992

668.173

79.119

11.391

2.760

Esposizioni netta

Rettifiche valore complessive

Esposizioni netta

Rettifiche valore complessive

Esposizioni netta

p.2

Esposizioni/Aree geografiche

A. Esposizioni creditizie per cassa

A.1 Sofferenze

A.2 Inadempienze probabili

A.3 Esposizioni scadute deteriorate

A.4 Esposizioni non deteriorate

America

Asia

Resto del mondo

2.137

-

-

50

121

-

-

-

-

-

1

5

2

3

1

6

1.330

15

263

1

2.144

1.335

17

316

123

-

-

-

-

-

-

37

-

9

-

-

37

-

9

-

Totale (A+B)

31/12/2020

2.144

1.372

17

325

123

Totale (A+B)

31/01/2020

2.139

1.586

35

626

122

Totale (A)

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

B.1 Esposizioni deteriorate

B.2 Esposizioni non deteriorateTotale (B)Rettifiche

valore complessive

Esposizioni netta

Rettifiche valore complessive

Esposizioni netta

Rettifiche valore complessive

I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31.12.2020 in tabella B.2 di pari oggetto.

Di seguito si espone la distribuzione territoriale riferita alle esposizioni creditizie per cassa ed "fuori bilancio" verso clientela dell'area Italia.

5.1.6 Consolidato prudenziale - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela

Esposizioni / Aree geografiche

Italia Nord Ovest

Italia Nord Est

Italia Centro

Italia Sud e Isole

A. Esposizioni creditizie per

A.1 Sofferenze

50.402

106.978

9.237

28.062

12.122

32.413

6.093

14.549

A.2 Inadempienze probabili

178.334

108.496

14.984

14.615

38.658

19.846

7.267

4.794

A.3 Esposizioni scadute

11.583

2.428

1.056

258

4.201

963

2.951

697

A.4 Esposizioni non

6.370.670

79.517

1.832.436

10.742

5.190.958

25.083

697.835

9.636

Totale A

6.610.989

297.419

1.857.713

53.677

5.245.939

78.305

714.146

29.676

B. Esposizioni creditizie fuori

B.1 Esposizioni deteriorate

118.183

10.772

36.693

2.600

12.130

2.374

1.076

242

B.2 Esposizioni non

2.523.155

1.964

519.185

125

767.351

690

211.654

55

Totale B

2.641.338

12.736

555.878

2.725

779.481

3.064

212.730

297

Totale (A+B)

31/12/2020

9.252.327

310.155

2.413.591

56.402

6.025.420

81.369

926.876

29.973

Totale (A+B)

31/01/2020

9.132.897

534.713

2.313.907

50.074

6.220.762

61.800

874.426

21.586

Esposizion e netta

Rettifiche valore complessi ve

Esposizion e netta

Rettifiche valore complessi ve

Esposizion e netta

Rettifiche valore complessi ve

Esposizion e netta

Rettifiche valore complessi ve

I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31.12.2020 in tabella B.2.1 di pari oggetto.

5.1.7 Consolidato prudenziale - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche

Esposizioni/Aree geografiche

Italia

Altri paesi europei

America

A. Esposizioni creditizie per cassa

A.1 Sofferenze

-

-

-

-

-

A.2 Inadempienze probabili

-

-

-

-

8.036

A.3 Esposizioni scadute

-

-

-

-

-

A.4 Esposizioni non deteriorate

3.629.858

15

317.494

151

35.764

Totale (A)

3.629.858

15

317.494

151

43.800

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

B.1 Esposizioni deteriorate

-

-

-

-

-

B.2 Esposizioni non deteriorate

5.307

-

4.589

-

19

Totale (B)

5.307

-

4.589

-

19

Totale (A+B)

31/12/2020

3.635.165

15

322.083

151

43.819

Totale (A+B)

31/01/2020

4.072.612

36

464.285

327

34.255

Esposizioni netta

Rettifiche di valore complessive

Esposizioni netta

Rettifiche di valore complessive

Esposizioni netta

Esposizioni/Aree geografiche

A. Esposizioni creditizie per cassa

A.1 Sofferenze

A.2 Inadempienze probabili

A.3 Esposizioni scadute

A.4 Esposizioni non deteriorate

Totale (A)

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

B.1 Esposizioni deteriorate

B.2 Esposizioni non deteriorate

Totale (B)

Asia

Resto del mondo

-

-

-

-

-

5.000

-

-

-

-

-

-

-

-

-

23

351

-

312

4

5.023

351

-

312

4

-

-

-

-

-

-

-

-

1.590

-

-

-

-

1.590

-

Totale (A+B)

31/12/2020

5.023

351

-

1.902

4

Totale (A+B)

31/01/2020

3.369

357

-

2.034

5

America

Rettifiche di valore complessive

Esposizioni netta

Rettifiche di valore complessive

Esposizioni netta

Rettifiche di valore complessive

I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31.12.2020 in tabella B.3 di pari oggetto.

Di seguito si espone la distribuzione territoriale riferita alle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche dell'area Italia.

5.1.8 Consolidato prudenziale - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche

Esposizioni/Aree geografiche

A. Esposizioni creditizie per cassa

A.1 Sofferenze

A.2 Inadempienze probabili

A.3 Esposizioni scadute deteriorate

A.4 Esposizioni non deteriorate

Totale (A)

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

B.1 Esposizioni deteriorate

B.2 Esposizioni non deteriorate

Totale (B)

Italia Nord Ovest

Italia Nord Est

Italia Centro

Italia Sud e Isole

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

325.901

15

-

-

3.303.957

-

-

-

325.901

15

-

-

3.303.957

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

5.157

-

-

-

150

-

-

-

5.157

-

-

-

150

-

-

-

Totale (A+B)

31/12/2020

331.058

15

-

-

3.304.107

-

-

-

Totale (A+B)

31/01/2020

321.293

32

88

-

3.751.231

4

-

-

Esposizioni netta

Rettifiche

valore complessive

Esposizioni nettaRettifiche

valore complessive

Esposizioni nettaRettifiche

valore complessive

Esposizioni netta

Rettifiche valore complessive

I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31.12.2020 in tabella B.3.1 di pari oggetto.

5.1.9 Consolidato prudenziale - Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela

p.1

Esposizioni/Controparti

Amministrazioni pubbliche

Società finanziarie

Società finanziarie (di cui: imprese di assicurazione)

Esposizione netta

Rettifiche valore complessive

Esposizione netta

Rettifiche valore complessive

Esposizione netta

Rettifiche valore complessive

A. Esposizioni creditizie per cassa

A.1 Sofferenze

- di cui esposizioni oggetto di concessioni

A.2 Inadempienze probabili

- di cui esposizioni oggetto di concessioni

A.3 Esposizioni scadute deteriorate

- di cui esposizioni oggetto di concessioni

A.4 Esposizioni non deteriorate

- di cui esposizioni oggetto di concessioni

- - 119

- 752

- 2.738.189

2.814

- - 212

1 173

- 480

1

179

- 86.926 44.539

6 - 1.459.786

2.733

701 137 39.225 22.645

1 - 1.321

113

- - - - - - 14

-

- - - - - - - -

Totale (A)

2.739.060

865

1.546.897

41.248

14

-

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

B.1 Esposizioni deteriorate

-

-

4.142

134

-

-

B.2 Esposizioni non deteriorate

901.324

261

71.858

60

10.056

2

Totale (B)

901.324

261

76.000

194

10.056

2

Totale (A+B) 31/12/2020

3.640.384

1.126

1.622.897

41.442

10.070

2

Totale (A+B) 31/01/2020

2.707.118

1.203

2.684.701

95.879

25.047

3

p.2

Società non finanziarieEsposizioni/ContropartiFamiglieA. Esposizioni creditizie per cassa

A.1 Sofferenze

A.2 Inadempienze probabili

A.3 Esposizioni scadute deteriorate

A.4 Esposizioni non deteriorate

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio B.1 Esposizioni deteriorate

- di cui esposizioni oggetto di concessioni

- di cui esposizioni oggetto di concessioni

- di cui esposizioni oggetto di concessioni

- di cui esposizioni oggetto di concessioni

B.2 Esposizioni non deteriorate

Esposizione netta

Rettifiche valore complessive

Esposizione netta

49.801

147.443

33.379

46.346

8.662

25.248

4.422

3.823

109.284

84.786

43.336

23.631

62.938

38.998

17.855

6.625

5.469

841

13.664

3.354

1.681

196

3

1

4.861.899

81.708

5.434.400

41.833

108.439

9.606

57.847

3.807

Totale (A)

5.026.453

314.778

5.524.779

115.164

160.445

15.251

3.495

605

2.763.143

2.330

288.322

191

Totale (B)

2.923.588

17.581

291.817

796

Totale (A+B) 31/12/2020

7.950.041

332.359

5.816.596

115.960

Totale (A+B) 31/01/2020

7.437.812

496.057

5.796.452

88.719

Rettifiche valore complessive

I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31.12.2020 in tabella B.1 di pari oggetto.

5.1.10 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie

Voci/ Scaglioni temporali

A vista

Da oltre 1 giorno a 7 giorni

Da oltre 7 giorni a 15 giorni

Da oltre 15 giorni a 1 mese

Da oltre 1 mese fino 3 mesi

Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a 1 anno

Da oltre 1 anno fino a 5 anni

Oltre 5 anni

Attività per cassa

1.736.140

2.779

7.675

402.334

939.304

1.258.250

975.111

5.233.252

5.195.911

3.345.594

A.1 Titoli di Stato

16

-

-

-

330.484

787.613

364.650

842.559

25.089

-

A.2 Altri titoli di debito

13.390

-

-

-

-

-

-

93

270.028

41.736

A.3 Quote OICR

10.683

-

-

-

-

-

-

-

-

-

A.4 Finanziamenti

1.712.051

2.779

7.675

402.334

608.820

470.637

610.461

4.390.600

4.900.794

3.303.858

- Banche

318.723

-

-

328.988

-

-

261

2.090

37.995

3.303.858

- Clientela

1.393.328

2.779

7.675

73.346

608.820

470.637

610.200

4.388.510

4.862.799

-

Passività per cassa

11.469.867

16.504

14.355

536.986

688.062

292.003

859.934

5.121.647

788.520

-

B.1 Depositi e conti correnti

11.343.329

13.593

13.354

28.263

181.999

270.151

202.762

571.910

-

-

- Banche

9.745

-

-

-

-

-

-

-

-

-

- Clientela

11.333.584

13.593

13.354

28.263

181.999

270.151

202.762

571.910

-

-

B.2 Titoli di debito

2.593

-

-

506.643

504.476

6.428

636.226

735.967

732.987

-

B.3 Altre passività

123.945

2.911

1.001

2.080

1.587

15.424

20.946

3.813.770

55.533

-

Operazioni "fuori bilancio"

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- Posizioni lunghe

-

4.033

1.933

2.340

24.578

43.773

145

-

-

-

- Posizioni corte

-

5.961

1.930

2.339

24.475

41.625

144

-

-

-

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

- Posizioni lunghe

1.481

-

-

4.570

333

897

1.735

-

-

-

- Posizioni corte

43.769

-

-

-

98

76

54

-

-

-

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere

- Posizioni lunghe

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

- Posizioni corte

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi

- Posizioni lunghe

761.531

225

-

33

4.219

50.205

45.604

75.082

28.195

-

- Posizioni corte

965.093

-

-

-

-

-

-

-

-

-

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate

9.094

-

-

-

-

9

166

2.195

32

-

C.6 Garanzie finanziarie ricevute

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale

- Posizioni lunghe

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

- Posizioni corte

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale

- Posizioni lunghe

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

- Posizioni corte

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

Durata Indeterminata

I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31.12.2020 nelle 2 tabelle distinte per valuta di denominazione della sezione 1.4 "Rischio di liquidità".

La Funzione Risk Management monitora costantemente il rispetto dei limiti operativi, a valere sui saldi dei soli flussi di liquidità così come sui saldi complessivi dei flussi di liquidità e delle riserve. Il Gruppo effettua inoltre un'attività di stress test con riferimento alla maturity ladder operativa al fine di analizzare l'effetto sulla situazione di liquidità del verificarsi di scenari di crisi eccezionali ma realistici e valutare la congruità delle riserve di liquidità detenute.

5.1.11 Esposizioni creditizie per cassa deteriorate verso banche: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Causali/Categorie

Sofferenze

Inadempienze probabili

Esposizioni scadute deteriorate

Totale

di cui: esposizioni oggetto di concessioni

Totale

di cui: esposizioni oggetto di concessioni

Totale

di cui: esposizioni oggetto di concessioni

- - - - - - - - -

A. Rettifiche complessive iniziali - di cui: esposizioni cedute non cancellate

B. Variazioni in aumento

B.1 rettifiche di valore di attività impaired acquisite o originate

B.2 altre rettifiche di valore B.3 perdite da cessione

B.4 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate

B.5 modifiche contrattuali senza cancellazioni

B.6 altre variazioni in aumento

B.4 altre variazioni in aumento C.1 riprese di valore da valutazione C.2 riprese di valore da incasso C.3 utili da cessione

C.4 write-off

C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate

C.6 modifiche contrattuali senza cancellazioni

C.7 altre variazioni in diminuzione D. Rettifiche complessive finali

- di cui: esposizioni cedute non cancellate

- - - - - -

-- - -

X

- - - - - -

- -- - -- - -- - -

-5.000

3.348

-1.652

-1.652 - - - - -- - - - -

-

-

-

3.348

-

-

-

-

-

1.652

-

-

X

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

X

1.652 - -

- --- - - - -

--5.000

-

I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31.12.2020 in tabella A.1.8 di pari oggetto.

5.1.12 Esposizioni creditizie per cassa deteriorate verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Causali/Categorie

di cui: esposizioni oggetto di concessioni

Totale

  • A. Rettifiche complessive iniziali - di cui: esposizioni cedute non cancellate

    209.100

    24.788

    Inadempienze probabiliTotale

    354.838

    6.381

  • B. Variazioni in aumento

50.692 -183 5.223

5.552 65.966

B.1 rettifiche di valore di attività impaired acquisite o originate

X

-

B.2 altre rettifiche di valore B.3 perdite da cessione

30.398 -

B.4 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate

18.409

3.476 - 1.704

58.283 3.233

891

B.5 modifiche contrattuali senza cancellazioni

-

-

100

B.6 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione

1.885

43

3.459

65.302

803

272.950

C.1 riprese di valore da valutazione C.2 riprese di valore da incasso C.3 utili da cessione

2.122

221

11.866

2.777

87 -

14.646

550

3.717

C.4 write-off

2.971

103

128.737

C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate

235

201

18.053

C.6 modifiche contrattuali senza cancellazioni

- 56.647 194.490

-

C.7 altre variazioni in diminuzione D. Rettifiche complessive finali

191 29.208

22 95.909 147.854

di cui: esposizioni oggetto di concessioniEsposizioni scadute deteriorate

Totaledi cui: esposizioni oggetto di concessioni

60.949

4.446

1

1.126 25.967

87

-3.433

205

X

-X

23.433 - 372

18.647

21 16.513 68.269 1.295

2.080

1.418

637 - -

82

58

3.082 - 12

3.510

1.024

- 2.112 4.369

337

343 -

29

2

2

74 - 7 1 123 8 - - - - 6 - 2 198

- di cui: esposizioni cedute non cancellate

8.503

256

2.104

134

I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31.12.2020 in tabella A.1.9 di pari oggetto.

-

5.1.13 Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione

Rettifiche di valore (1)

Riprese di valore (2)Operazioni/Componenti redditualiPrimo e secondo stadio

Terzo stadioTotaleWrite-offAltrePrimo e secondo stadio

Terzo stadio

31/12/2020

  • A. Crediti verso banche

    - Finanziamenti

    - Titoli di debito di cui: crediti impaired acquisiti o originati

    - - - -- - - -

    (1.653) (1.653)

    197 197 -- - - - 30.726 30.726 - -

    (1.456) (1.456)

    -

    -

    -

    - 442 334 108

    -

  • B. Crediti verso clientela

- Finanziamenti

- Titoli di debito di cui: crediti impaired acquisiti o originati

(36.866) (36.649)

(2.716) (2.716)

(81.971) (81.971)

(90.385) (90.276)

(217)

- -

- -

(109)

-

-

-Totale

(36.866)Legenda

  • A = da interessi

  • B = altre riprese

(2.716)

(83.624)

639

30.726

(91.841)

I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte C della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31.12.2020 in tabella 8.1 di pari oggetto.

Di seguito si riportano le informazioni richieste dal documento "Guidelines on disclosure of non-performing and forborne exposures" (EBA/GL/2018/10). Gli Orientamenti EBA adottano un principio di proporzionalità in funzione della significatività dell'ente creditizio e del livello delle esposizioni deteriorate. Alcune tabelle si applicano a tutti gli enti creditizi, mentre altre si applicano soltanto agli enti creditizi significativi e con un'incidenza lorda dei crediti deteriorati (gross NPL ratio) pari o superiore al 5 %. Considerato che il gruppo Banca Carige non rientra tra gli enti creditizi significativi, l'informativa predisposta è limitata alle quattro tabelle riportate di seguito.

5.1.14 Qualità creditizia delle esposizioni oggetto di misure di concessione

Rettifiche di valore cumulate, variazioni negative cumulate del fair value (valore equo) dovute al rischio di credito e accantonamenti

Garanzie reali ricevute e garanzie finanziarie ricevute sulle esposizioni oggetto di misure di concessioneEsposizioni oggetto di misure di concessione non deteriorateEsposizioni oggetto di misure di concessione deteriorate

1

Prestiti e anticipazioni

2

Banche centrali

3 4

Amministrazioni pubbliche

Enti creditizi

5

Altre società finanziarie

6 7

Società non finanziarieFamiglie

  • 8 Titoli di debito

    Impegni

  • 9 all'erogazione di finanziamenti

  • 10 Totale

Su esposizioni oggetto di misure di concessione non deteriorateSu esposizioni oggetto di misure di concessione deteriorate

Di cui impaired

185.359

250.810

250.810

-

-

-2.815

-

--13.036

13.036

67.321

250.810

--13.036

67.321

118.044

137.723

137.723

137.723

61.654

32.730

32.730

32.730

-

-

13.527

102.675

248.228

-

-

-1

-

--5.000

-9.606

22.782 64.443

135.468

3.807

10.450

67.495

1.400

359

359

359

251.169

251.169

Di cui garanzie reali e garanzie finanziarie ricevute su esposizioni deteriorate oggetto di misure di concessione

117.279

---44.535 54.686

18.058

-63

186

368

12

117.291

100

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Banca Carige S.p.A. published this content on 28 March 2021 and is solely responsible for the information contained therein. Distributed by Public, unedited and unaltered, on 29 March 2021 19:12:03 UTC.