PILLAR 3
Informativa da parte degli Enti ai
sensi del Regolamento (UE)
n.575/2013
Dati riferiti al 31/01/2020
INTRODUZIONE ................................................................................................ 3
1. OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO ................................ 6
2. AMBITO DI APPLICAZIONE .................................................................... 66
3. FONDI PROPRI ....................................................................................... 68
4. REQUISITI DI CAPITALE .......................................................................... 81
5. RISCHIO DI CREDITO ............................................................................. 84
5.1 RETTIFICHE DI VALORE SU CREDITI .................................................. 84
5.2 ATTIVITA' VINCOLATE E NON VINCOLATE .................................... 103
5.3 USO DELLE ECAI ............................................................................. 111
5.4 USO DI TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO .. 116
6. ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI CONTROPARTE ..................................... 121
7. RISCHIO OPERATIVO ........................................................................... 133
8. ESPOSIZIONI IN POSIZIONI VERSO LA CARTOLARIZZAZIONE .......... 134
9. ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE NON INCLUSE NEL
PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE ..................................................... 146
10. ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SU POSIZIONI NON
INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE ............................... 156
11. POLITICA DI REMUNERAZIONE ........................................................... 159
12. LEVA FINANZIARIA .............................................................................. 170
GLOSSARIO ................................................................................................. 175
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INTRODUZIONE
La normativa riguardante il Terzo Pilastro prevede obblighi di pubblicazione delle
informazioni riguardanti l'adeguatezza patrimoniale, l'esposizione ai rischi e le caratteristiche
generali dei sistemi preposti all'identificazione, alla misurazione e alla gestione di tali rischi.
Dal 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la disciplina armonizzata per le banche e le imprese
di investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 ("CRR") e
nella Direttiva (UE) 2013/36 del 26 giugno 2013 ("CRD IV"), che hanno trasposto
nell'Unione Europea le riforme degli accordi del Comitato di Basilea ("Basilea 3").
Alla suddetta normativa si aggiungono le disposizioni emanate dalla Banca d'Italia con la
Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 e successivi aggiornamenti, che raccolgono le
disposizioni di vigilanza prudenziale applicabili alle banche e ai gruppi bancari italiani -
riviste e aggiornate per adeguare la normativa interna alle novità intervenute nel quadro
regolamentare internazionale, con particolare riguardo al nuovo assetto normativo e
istituzionale della vigilanza bancaria dell'UE, nonché per tenere conto delle esigenze emerse
nell'esercizio della Vigilanza sulle banche e sugli intermediari - e riporta l'elenco delle
disposizioni allo scopo previste dalla CRR.
La struttura della regolamentazione prudenziale è articolata su tre Pilastri:
- il Primo prevede un requisito patrimoniale per fronteggiare i rischi tipici dell'attività
bancaria e finanziaria, introducendo l'utilizzo di metodologie alternative per il calcolo dei
requisiti patrimoniali;
- il Secondo richiede alle banche di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo
dell'adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica;
- il Terzo stabilisce obblighi d'informativa al pubblico volti a consentire agli operatori di
mercato una più accurata valutazione della solidità patrimoniale e dell'esposizione ai
rischi delle banche.
La materia sulla base della quale viene redatta l'informativa di terzo pilastro è direttamente
regolata da:
• CRR, Parte otto "Informativa da parte degli enti" (art. 431 - 455) e Parte dieci, Titolo I,
Capo 3 "Disposizioni transitorie in materia di informativa sui fondi propri" (art. 492);
• Regolamenti della Commissione Europea recanti le norme tecniche di regolamentazione o
di attuazione per disciplinare modelli uniformi di pubblicazione delle diverse tipologie di
informazioni;
• Orientamenti (Guidelines) emanati dall'EBA (European Banking Autority) con lo scopo di
disciplinare i modelli uniformi per la pubblicazione delle diverse tipologie di informazioni.
La normativa prevede che le banche - al fine di rafforzare la disciplina di mercato -
forniscano al pubblico specifiche informazioni riguardanti, tra l'altro, l'adeguatezza
patrimoniale, l'esposizione ai rischi, le caratteristiche generali dei sistemi di gestione e
controllo dei rischi, gli assetti di governo societario e le politiche di remunerazione.
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Banca Carige (di seguito "Capogruppo", "Banca Carige", "Carige" o "Banca") assolve
l'obbligo d'informativa al pubblico per il Gruppo Banca Carige (di seguito "Gruppo Carige"
o "Gruppo") e redige il presente documento in base alle suddette disposizioni normative, su
base consolidata, con riferimento ad un'area di consolidamento "prudenziale" che coincide
sostanzialmente con la definizione di Vigilanza di gruppo bancario.
Il documento è quindi articolato secondo quanto indicato nella CRR per fornire informazioni
di natura qualitativa e quantitativa, ove si ritengono applicabili al Gruppo, e viene pubblicato
congiuntamente al fascicolo di bilancio.
Occorre ricordare che in data 2 gennaio 2019, come conseguenza delle mutate condizioni
derivanti dall'esito dell'Assemblea del 22 dicembre 2018, che non ha approvato la delega al
Consiglio di Amministrazione per l'aumento del Capitale Sociale, la maggioranza dei
Consiglieri di Amministrazione della Banca ha rassegnato le proprie dimissioni, con la
contestuale decadenza dell'intero Consiglio.
A partire dalla stessa data Consob ha sospeso dalle negoziazioni i titoli emessi o garantiti
dalla Banca sino a vigenza della decisione di BCE.
In pari data la BCE ha posto Banca Carige in Amministrazione Straordinaria, nominando tre
Commissari Straordinari ed un Comitato di Sorveglianza ed attribuendo ai Commissari il
mandato di procedere con le azioni necessarie per ristabilire in modo sostenibile la
conformità con i ratio regolamentari, tra l'altro analizzando/esplorando la possibilità di una
business combination con altre istituzioni finanziarie. In data 29 marzo 2019 la BCE ha
notificato alla Banca la decisione con cui il termine dell'Amministrazione Straordinaria veniva
prorogato al 30 settembre 2019, confermando il mandato dei Commissari (Fabio Innocenzi,
Raffaele Lener e Pietro Modiano) e dei membri del Consiglio di Sorveglianza (Gianluca
Brancadoro, Andrea Guaccero e Alessandro Zanotti).
Il successivo 30 settembre 2019 la BCE ha notificato la decisione con cui veniva prorogato
ulteriormente al 31 dicembre 2019 il termine dell'Amministrazione Straordinaria,
confermando il mandato dei Commissari e dei membri del Comitato di Sorveglianza, con un
lasso temporale adeguato per consentire ai Commissari di dare esecuzione alla manovra
complessiva di rafforzamento patrimoniale del Gruppo approvata dall'Assemblea
straordinaria in data 20 settembre 2019. In data 20 dicembre 2019 la BCE ha notificato la
decisione con cui è stata prorogata al 31 gennaio 2020 il termine dell'Amministrazione
Straordinaria della Banca.
A seguito del citato provvedimento di avvio dell'Amministrazione Straordinaria di Banca
Carige assunto dalla BCE in data 2 gennaio 2019 e delle successive proroghe dalla stessa
disposte fino al 31 gennaio 2020, data di chiusura del periodo di commissariamento, le
funzioni spettanti all'Organo di amministrazione della Banca ai sensi del codice civile, delle
disposizioni di legge applicabili e dello Statuto della Banca sono state svolte dai Commissari
Straordinari nominati dalla BCE, come previsto dall'art. 72 del T.U.B.. Con la conclusione
della procedura di Amministrazione Straordinaria e la nomina, da parte dell'Assemblea degli
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Azionisti, dei nuovi Organi di amministrazione e controllo, si è ripristinata una situazione di
governanceordinaria.
Per quanto concerne le informazioni riguardanti i poteri e le deleghe attribuite al ricostituito
Organo di amministrazione ed all'Alta Direzione, a far data dal 31 gennaio 2020, si rinvia
all'apposito fascicolo separato: "Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari per
l'esercizio 2019", consultabile alla sezione "Governance" del sito internet della Banca
all'indirizzo www.gruppocarige.it.
L'articolo 433, paragrafo 2, del CRR prescrive che l'informativa annuale sul Terzo Pilastro
debba essere pubblicata unitamente alla data di pubblicazione dei rendiconti finanziari
annuali, stabilendo un legame tra le medesime pubblicazioni. Alla luce di tale legame ed in
assenza di obblighi di rendicontazione finanziaria per l'esercizio 2019 1 , il Gruppo, sentite
anche i competenti organi di Supervisione, ha deciso di assolvere gli obblighi di cui alla
Parte 8 del CRR con data di riferimento 31 gennaio 2020, in coerenza con il periodo di
riferimento del Bilancio Consolidato dell'esercizio di Amministrazione Straordinaria
01.01.2019 - 31.01.2020, redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B. ed approvato
da BCE.
Si evidenzia, infine, che talune informazioni quantitative contenute nel presente documento,
determinate comunque secondo la normativa prudenziale di riferimento, non sono state
oggetto di invio alle Autorità di Vigilanza in quanto riferite al 31 gennaio 2020, data non
rilevante ai sensi della normativa vigente per alcuni flussi segnaletici.
Per completezza si specifica che:
• ulteriori informazioni relative ai rischi cui il Gruppo è esposto sono pubblicate nella
Parte E della Nota integrativa del Bilancio Consolidato dell'Esercizio di
Amministrazione Straordinaria 01.01.2019-31.01.2020 redatto ai sensi dell'art. 75,
comma 2, del T.U.B ;
• tutte le informazioni sulla Governance sono riportate nella "Relazione sul Governo
Societario e gli Assetti Proprietari per l'esercizio 2019", consultabile nella sezione
"Documenti societari" della sezione "Governance" del sito internet del Gruppo
www.gruppocarige.it (di seguito "sito internet");
• tutte le informazioni richieste dall'art. 450 della CRR in merito alle politiche e alle
prassi di remunerazione, relative alle categorie di personale le cui attività professionali
hanno un impatto rilevante sul profilo di rischio della Banca, sono riportate nella
"Relazione sulla Remunerazione", consultabile nella sezione "Assemblee" del menù
"Governance" del sito internet.
Il documento è consultabile sul sito internet del Gruppo www.gruppocarige.it, nella sezione
"Report Basilea - Pillar 3" del menù "Investor Relations".
I dati, salvo dove diversamente indicato, sono espressi in migliaia di euro.
1 Per effetto della riduzione degli obblighi informativi conseguenti il regime di Amministrazione Straordinaria, la Banca non era tenuta alla
redazione del Bilancio per l'esercizio al 31 dicembre 2019
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1. OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO
INFORMATIVA QUALITATIVA - art. 435 CRR
1.1 Premessa
Il presidio dei rischi si sostanzia in quattro momenti che vedono:
a) la definizione delle strategie di gestione dei rischi, con particolare riferimento alla
risk toleranceed alrisk appetitedell'organizzazione, espresse dagli Organi
Amministrativi della Capogruppo;
b) la statuizione delle modalità d'individuazione, misurazione e controllo dei vari rischi
cui è sottoposta l'attività del Gruppo;
c) la gestione dei rischi individuati;
d) la verifica dell'adeguatezza dei sistemi di misurazione e gestione di tali rischi.
Nei paragrafi che seguono si offre un dettaglio delle attività del Gruppo finalizzate al
conseguimento dei suindicati obiettivi.
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A. La definizione delle strategie di gestione dei rischi
Coerentemente con quanto previsto dalla normativa di Vigilanza il Consiglio di
Amministrazione della Capogruppo, mediante l'approvazione in data 17/06/2014 del Risk
Appetite Framework ed i suoi successivi aggiornamenti ha identificato il profilo di rischiorendimento
target che il Gruppo Bancario intende conseguire, in coerenza con l'indirizzo
strategico definito, il modello di business prescelto e le competenze del Gruppo.
Le tipologie di rischio da monitorare in ambito RAF, nonché i relativi indicatori, sono
riconducibili essenzialmente a sei profili di rischio: solvibilità, redditività, rischio di credito,
rischio di mercato, rischio di tasso di interesse e rischio di liquidità. In coerenza con quanto
previsto dalla normativa di Vigilanza, per tutti gli indicatori selezionati è stato definito un
sistema di soglie quantitative articolato in termini di risk appetite, risk tolerance, risk capacity
e risk profile.
In relazione ai principali profili di rischio inclusi nel RAF, il Consiglio di Amministrazione ha
definito soglie di risk appetite coerenti con la strategia delineata nel Piano Industriale e limiti
di tolerance tali da garantire il rispetto delle capacity anche in condizioni di stress.
Contestualmente alla definizione degli indicatori, il Consiglio di Amministrazione ha
approvato anche i meccanismi che regolano la governance del processo di RAF in termini di
processo di aggiornamento e revisione, monitoraggio ed escalation.
Per quanto attiene all'informativa fornita al Consiglio di Amministrazione, è previsto che
venga predisposto dalla struttura Risk Management un monitoraggio periodico degli
indicatori di RAF che consenta di verificare l'evoluzione dei diversi profili di rischi nel corso
del tempo e di misurarne la coerenza con i target di rischio/rendimento statuiti. Lo stesso
Consiglio di Amministrazione, inoltre, è coinvolto nei meccanismi di escalation allorquando
si verifichi la violazione dei livelli di risk tolerance fissati per i diversi indicatori, approvando
l'attuazione dei piani di intervento predisposti dalle funzioni assegnatarie.
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B. Modalità d'individuazione, misurazione e controllo dei vari rischi
Nell'ambito delle attività relative alla rendicontazione ICAAP 1 il Consiglio di Amministrazione
della Capogruppo identifica i rischi ai quali il Gruppo è esposto in relazione alla propria
operatività e ai mercati di riferimento.
Nel Risk Appetite Framework il Gruppo Carige ha identificato le tipologie di rischio che si
intendono monitorare ed ha estrapolato dalla complessiva mappa dei rischi, quelli a
maggiore valenza strategica. Il RAF prevede, per ciascuno dei principali profili di rischio,
obiettivi di rischio declinati su diversi indicatori che trovano poi sintesi nel più generale
mantenimento di un profilo di solvibilità in coerenza con il modello di business del Gruppo e
con le strategie perseguite definite nell'ambito del Piano Strategico.
La mappa dei rischi del Gruppo include le tipologie di seguito riportate:
• rischio di credito e di controparte;
• rischio di mercato;
• rischio operativo;
• rischio di concentrazione;
• rischio di tasso (relativamente al banking book);
• rischio immobiliare;
• rischio di liquidità;
• rischio residuo;
• rischio derivante da operazioni di cartolarizzazione;
• rischio strategico;
• rischio reputazionale;
• rischio Paese;
• rischio di trasferimento;
• rischio di base;
• rischio sovrano;
• rischio da Fondi Pensione a prestazioni definite;
• rischio di leva finanziaria eccessiva;
• rischio di partecipazione;
• rischio di riciclaggio e di terrorismo.
1 Nella corso del 2019, a seguito del Commissariamento Straordinario dell'Istituto non sono stati redatti i Resoconti
ICAAP e ILAAP.
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Le metodologie di misurazione dei rischi sono state portate all'attenzione del Consiglio di
Amministrazione che ne ha verificato l'adeguatezza allo scopo di misurare i rischi cui è
esposto il Gruppo nell'ambito delle attività relative all'ultima rendicontazione ICAAP.
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C. La gestione dei rischi individuati
Nell'ambito del processo di monitoraggio dei rischi assunti ed assumibili dal Gruppo, sono
stati predisposti presidi informativi ed organizzativi che consentono la produzione di
un'aggiornata reportistica al servizio dei diversi ruoli coinvolti nelle attività di gestione e
controllo dei rischi, favorendo una tempestiva individuazione delle anomalie ed una gestione
dei fenomeni coerente con l'obiettivo di rischio/rendimento definito dai vertici aziendali.
L'informativa fornita al Consiglio di Amministrazione circa le attività di controllo di secondo
livello esercitate dalla struttura Risk Management avviene mediante un articolato set di report
relativi all'evoluzione dei profili di rischio definiti dal Regolamento (UE) n. 575/2013 e dalla
Circolare Banca d'Italia n. 285/2013, con ulteriore focalizzazione sull'evoluzione nel tempo
degli indicatori di RAF, sulle caratteristiche del portafoglio impieghi del Gruppo e sulle
performance del sistema interno di rating.
Di seguito un elenco dei principali flussi informativi indirizzati al Consiglio di
Amministrazione:
• monitoraggio trimestrale degli indicatori di Risk Appetite Framework;
• reportistica annuale relativa alle caratteristiche del credito deteriorato e ai profili di rischio
del portafoglio in bonis;
• analisi annuale del rating fornito dalle ECAI sulle controparti Corporate;
• relazione annuale che include le risultanze dell'attività di convalida su tutte le componenti
del sistema di rating;
• relazione annuale Internal Capital Adequacy Assessment Process (ICAAP);
• relazione annuale Internal Liquidity Adequacy Assessment Process (ILAAP);
• relazione annuale sulle attività svolte dalla funzione di controllo dei rischi.
Inoltre, il Consiglio di Amministrazione è periodicamente informato circa le attività svolte dal
Comitato Controllo Rischi che supporta gli Organi aziendali e/o i Comitati consiliari nella
gestione integrata dei rischi.
Si rimanda al paragrafo 1.3 del presente capitolo per un'analisi di dettaglio circa i sistemi di
misurazione, gestione e controllo adottati dal Gruppo in relazione alle diverse tipologie di
rischio assunte e/o assumibili.
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D. La verifica dell'adeguatezza dei sistemi di misurazione e gestione di tali rischi
La Capogruppo Banca Carige, in linea con la normativa di legge e di Vigilanza e in
coerenza con le indicazioni del codice di Autodisciplina delle società quotate, per garantire
una sana e prudente gestione che coniughi alla profittabilità dell'impresa una coerente
assunzione dei rischi e un'operatività improntata a criteri di trasparenza e correttezza, si è
dotata di un sistema di controllo interno (il "Sistema dei Controlli Interni o SCI") al fine di
rilevare, misurare e verificare nel continuo i rischi tipici dell'attività sociale.
Il prerequisito per un sistema dei controlli interni ben funzionante è rappresentato dalla
corretta articolazione del Sistema organizzativo aziendale.
Il sistema organizzativo aziendale, costituito da 5 elementi:
-Sistema organizzativo e di governo societario
-Sistema gestionale
-Sistema di misurazione e valutazione dei rischi
-Sistema di autovalutazione dell'adeguatezza del capitale
-Sistema dei controlli interni,
è costruito e costantemente monitorato per garantirne nel continuo la coerenza con il
modello organizzativo di vigilanza, ossia con l'insieme delle previsioni di legge e di vigilanza
che disciplinano i processi, le procedure e la struttura organizzativa.
Il coinvolgimento attivo degli Organi aziendali nell'adeguamento del sistema organizzativo
aziendale alle disposizioni di Vigilanza riveste particolare importanza: la normativa ha infatti
delineato in maniera puntuale i compiti e le responsabilità degli Organi aziendali nella
definizione del sistema dei controlli interni delle banche.
In particolare, all'Organo con funzione di supervisione strategica è demandata la definizione
del modello dibusiness, degli indirizzi strategici, dei livelli di rischio accettati e l'approvazione
dei processi aziendali più rilevanti (quali, ad esempio, la gestione dei rischi, la valutazione
delle attività aziendali e l'approvazione di nuovi prodotti/servizi).
I singoli processi che compongono il sistema organizzativo aziendale sono pertanto
disciplinati e descritti in specifici Regolamenti che costituiscono le fonti normative interne di
primo livello, a loro volta dettagliate nelle fonti normative interne di secondo livello.
La formalizzazione in Regolamenti del funzionamento dei processi che compongono il
sistema organizzativo aziendale ha come obiettivo principale quello di governare i rischi ai
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quali il Gruppo è esposto, in particolare il rischio di non conformità alle norme, cioè il rischio
che i processi vengano svolti diversamente da quanto previsto dalle disposizioni di legge e di
Vigilanza (norme esterne).
Pertanto, l'impianto regolamentare descritto è finalizzato:
-a definire, nel continuo, nel rispetto delle norme esterne, le disposizioni aziendali (norme
interne) relative al complesso dei processi aziendali, ivi compresi quelli di governo
societario e dei controlli;
-a valutare periodicamente:
a. il rischio organizzativo di non conformità delle norme interne che regolamentano i
processi alle relative norme esterne (cosiddettaconformità normativa), con riferimento
alla significatività dell'eventuale scostamento fra le predette normative;
b. il rischio organizzativo di non conformità delle attività svolte nei processi rispetto a
quelle previste dalle norme esterne (cosiddettaconformità operativa), con riferimento
alla significatività dell'eventuale scostamento fra le predette attività e la normativa
esterna;
-ad assicurare l'attendibilità della valutazione dei rischi attraverso la verifica nel continuo
della conformità dei processi attraverso i quali viene effettuata tale valutazione;
-ad informare periodicamente gli Organi aziendali in merito ai risultati delle verifiche
svolte in merito al rischio organizzativo di conformità normativa ed operativa dei processi;
-ad assumere le iniziative necessarie per eliminare le eventuali carenze emerse dalle
predette verifiche e, in particolare, le carenze significative, cioè quelle che ostacolano la
gestione dei rischi ed il conseguimento degli obiettivi di Gruppo.
Il Sistema dei Controlli Interni di Banca Carige, periodicamente soggetto a ricognizione e
adeguamento in relazione all'evoluzione dell'operatività aziendale e al contesto di
riferimento, è incentrato su un insieme di regole, procedure e strutture organizzative che
mirano ad assicurare il rispetto delle strategie aziendali e l'equilibrio gestionale.
Anche alla luce delle osservazioni formulate a livello di Gruppo dalla BCE, nell'ambito del
Supervisory Review and Evaluation Process, e ad esito di attività ispettive, il mantenimento di
un congruo dimensionamento quali-quantitativo delle funzioni di Internal Audit, Risk
Management e Compliance della Capogruppo, è oggetto di attento monitoraggio da parte
sia delle strutture stesse sia da parte delle competenti unità operative della Banca, al fine di
garantire l'adeguatezza del sistema di monitoraggio e di controllo dei rischi a livello di
Gruppo.
La valutazione circa l'adeguatezza e l'efficacia del SCI nel suo insieme è oggetto dell'attività
di revisione interna.
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Nell'ambito del Sistema dei Controlli Interni, i controlli sulla Gestione dei Rischi (2° livello)
sono finalizzati ad accertare la conformità normativa ed operativa dei processi aziendali
rispetto alle disposizioni di legge e di Vigilanza, a definire le metodologie di misurazione del
rischio, a verificare il rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni operative e a controllare il
raggiungimento degli obiettivi di rischio-rendimento loro assegnati, gli stessi controlli sono
affidati a strutture diverse da quelle produttive.
In particolare, il ruolo di funzione di controllo dei rischi è affidato alla Struttura Chief Risk
Officer che, ai sensi di quanto stabilito dalle disposizioni di vigilanza, opera in completa
indipendenza di giudizio e di azione ed è posta in posizione di staff all'Amministratore
Delegato 2 , con possibilità di riferire direttamente, tramite il proprio Responsabile cui è
assegnato il ruolo di Chief Risk Officer - CRO, agli Organi amministrativi e di controllo della
Capogruppo e delle Società del Gruppo che esternalizzano la Funzione alla Capogruppo.
Le competenze della funzione di controllo dei rischi comprendono la verifica circa:
·la corretta rilevazione e misurazione dei rischi ai quali è esposto il Gruppo bancario;
·l'adeguatezza del capitale (cosiddetto capitale complessivo) rispetto alla sommatoria
dei rischi (cosiddetto capitale interno complessivo);
·la conformità operativa del processo svolto dalle unità organizzative competenti per la
classificazione dei crediti, per la determinazione delle relative previsioni di perdita e
per la gestione del recupero dei crediti stessi;
·il rispetto dei limiti di rischio (RAF) fissati dal Consiglio di Amministrazione;
·la conformità operativa del processo ICAAP e ILAAP.
La Struttura CRO svolge le proprie funzioni per la Capogruppo e per le Società del Gruppo
che esternalizzano la funzione alla Capogruppo avvalendosi della collaborazione delle
diverse strutture aziendali e del supporto di specifici referenti nell'ambito di ciascuna società
interessata.
Al fine di segregare le funzioni di modellazione da quelle di controllo dei rischi nonché di
garantire l'adeguamento della struttura alle sempre crescenti necessità di una visione
integrata del rischio a livello di banca, anche attraverso l'individuazione di figure manageriali
intermedie, la Struttura CRO è articolata come segue:
2 Disposizione transitoria:
A decorrere dal 2 gennaio 2019 e fino al 31 gennaio 2020 la Banca Centrale Europea ha disposto la Temporary Administration della Banca,
provvedimento che prevede la nomina di tre Commissari straordinari, che operano in base all'art. 72 del D.lgs. n. 385/1993 Testo Unico delle
Leggi in materia Bancaria e Creditizia (TUB), esercitando tutte le funzioni e tutti i poteri spettanti all'organo di amministrazione ai sensi dello
statuto della Banca e della normativa applicabile e la conseguente temporanea decadenza dei Comitati endoconsiliari -, i riferimenti a Consiglio
di Amministrazione e Amministratore Delegato contenuti nel presente documento vanno intesi come riferiti ai Commissari secondo i seguenti
criteri:
a) esercizio da parte dei tre Commissari, su base collegiale, delle facoltà spettanti al Consiglio di Amministrazione ed ai
relativi Comitati endoconsiliari
b) esercizio da parte dei tre Commissari, disgiuntamente tra loro, delle facoltà delegate dal Consiglio di Amministrazione del
21 settembre 2018 all'Amministratore Delegato, anche in qualità di Direttore Generale.
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·Chief Risk Officer, collocata alle dirette dipendenze dell'Amministratore Delegato e
composta dalle seguenti strutture e uffici:
oUfficio Convalida interna, che opera in staff al CRO
oUfficio Risk Engineering, che opera in staff al CRO
oServizio Risk Management, composta da:
§Ufficio Risk modeling
§Ufficio Risk strategy
oServizio Risk Control, composta da:
§Ufficio Credit Risk Control
§Ufficio Financial Risk Control
§Ufficio Operational Risk Control
§Ufficio Valutazioni Beni a Garanzia
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1.2 Governo dei rischi: il Consiglio di Amministrazione - composizione e ruoli
A. Consiglio di Amministrazione: composizione
Più volte nel corso del documento si è accennato alle funzioni del Consiglio di
Amministrazione ed al ruolo fondamentale che esso assume nel governo dei rischi, nella
definizione e valutazione della propensione al rischio del Gruppo, nonché nella
determinazione dell'adeguatezza dei sistemi di misurazione e gestione degli stessi rischi. Si
procede ora con una descrizione dei tratti distintivi di tale organo.
Il Consiglio di Amministrazione di Banca CARIGE può essere composto da un minimo di
sette ad un massimo di quindici membri, secondo quanto stabilito dall'Assemblea, cui spetta
altresì in via esclusiva la nomina del Presidente e del Vice Presidente del Consiglio
medesimo.
Gli Amministratori durano in carica tre esercizi e scadono alla data dell'Assemblea
convocata per l'approvazione del bilancio relativo all'ultimo esercizio della loro carica. Gli
Amministratori sono rieleggibili. L'elezione dei membri del Consiglio di Amministrazione
avviene sulla base di liste presentate dai soci secondo le modalità previste dallo Statuto.
I Consiglieri svolgono la propria attività con diligenza, tenuto conto della specifica
professionalità, nonché del numero di cariche dai medesimi ricoperte in altre società
quotate, bancarie, finanziarie, assicurative o di rilevanti dimensioni.
Le Disposizioni di Vigilanza sul Governo Societario richiedono inoltre che:
- negli Organi societari siano presenti soggetti che dedichino tempo e risorse adeguate alla
complessità del loro incarico;
- sia assicurato che i componenti degli Organi garantiscano un'adeguata dedizione di tempo
al loro incarico, tenuto conto: (i) della natura e della qualità dell'impegno richiesto e delle
funzioni svolte nella banca, anche in relazione alle sue caratteristiche; (ii) di altri incarichi in
società o enti, impegni o attività lavorative svolte, fermo restando il rispetto dei limiti al
cumulo degli incarichi previsti ai sensi della CRD IV o da disposizioni di legge o statutarie.
In particolare, ai sensi dell'art. 18, comma 6, del testo statutario, gli Amministratori non
esecutivi possono assumere il numero massimo complessivo di dieci incarichi di
amministrazione o controllo (di cui massimi cinque incarichi esecutivi) in altre società quotate
in mercati regolamentati ed in società bancarie, finanziarie, assicurative o di rilevanti
dimensioni (per tali intendendosi società di capitali che abbiano un capitale sociale non
inferiore a due milioni di Euro) non appartenenti al Gruppo, nel rispetto del limite massimo
di cinque incarichi di amministrazione o controllo in società quotate diverse dalla Carige.
Ai sensi dell'art. 18, comma 7, dello Statuto, invece, gli Amministratori esecutivi possono
assumere il numero massimo complessivo di sei incarichi di amministrazione o controllo (di
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cui massimo tre incarichi esecutivi) in altre società quotate in mercati regolamentati ed in
società bancarie, finanziarie, assicurative o di rilevanti dimensioni non appartenenti al
Gruppo, nel rispetto del limite massimo di tre incarichi di amministrazione o controllo in
società quotate diverse dalla Carige.
Si fa presente che con provvedimento del 2 gennaio 2019 la Banca Centrale Europea posto
Banca Carige in Amministrazione Straordinaria e ha notificato alla stessa la decisione di
scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e di controllo e la loro sostituzione
con tre Commissari Straordinari ed un Comitato di Sorveglianza ai sensi degli artt. 69-
octiesdecies, 70 e 98 del D.Lgs. n. 385 del 1° settembre 1993 (Testo Unico Bancario) per la
durata di tre mesi.
Con il medesimo provvedimento sono quindi stati nominati:
- quali Commissari Straordinari: Fabio Innocenzi, Raffaele Lener e Pietro Modiano;
- quali membri del Comitato di Sorveglianza: Gianluca Brancadoro, Andrea Guaccero e
Alessandro Zanotti.
Con tre successivi provvedimenti la Banca Centrale Europea ha prorogato il termine
dell'Amministrazione Straordinaria dapprima al 30/9/2019, quindi al 31/12/2019 e da
ultimo al 31/1/2020, confermando il mandato dei Commissari e dei membri del Consiglio
di Sorveglianza deciso dalla stessa BCE il 1° gennaio 2019.
Al termine della procedura di Amministrazione Straordinaria, l'Assemblea ordinaria degli
Azionisti del 31/1/2020 ha provveduto al ripristino degli Organi sociali nominando il
Consiglio di Amministrazione e il collegio sindacale per gli esercizi 2020-2021-2022, con
scadenza della carica all'Assemblea di approvazione del bilancio al 31/12/2022.
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Il nuovo Consiglio di Amministrazione è così composto:
Carica Nome e Cognome Luogo e data di nascita
Presidente Vincenzo Calandra Buonaura (1) Reggio Emilia - 21 agosto
1946
Vice Presidente Angelo Barbarulo (2) Napoli - 17 novembre 1954
Amministratore Delegato Francesco Guido Lecce - 7 gennaio 1958
Consigliere Sabrina Bruno (1) e (3) Cosenza - 30 gennaio 1965
Consigliere Lucia Calvosa (4) e (5) Roma - 26 giugno 1961
Consigliere Paola Demartini (6) Genova - 31 maggio 1962
Consigliere Miro Fiordi (3) e (6) Sondrio - 20 novembre 1956
Consigliere Gaudiana Giusti (7) Livorno - 14 luglio 1962
Consigliere
Consigliere
Francesco Micheli (5) e (8)
Leopoldo Scarpa (6)
Roma - 3 gennaio 1946
Venezia - 16 giugno 1951
(1) Membro del Comitato Nomine, Governance e Sostenibilità.
(2) Presidente del Comitato Rischi.
(3) Membro del Comitato Remunerazione.
(4) Presidente del Comitato Nomine, Governance e Sostenibilità.
(5) Membro del Comitato Operazioni Parti Correlate.
(6) Membro del Comitato Rischi.
(7) Presidente del Comitato Operazioni Parti Correlate.
(8) Presidente del Comitato Remunerazione.
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B. Consiglio di Amministrazione: ruolo
Ai sensi dell'art. 20 dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione è investito di tutti i poteri di
ordinaria e straordinaria amministrazione. Ai fini del governo dei rischi, in particolare, al
Consiglio di Amministrazione sono riservate le seguenti materie:
- la definizione della natura e del livello dei rischi compatibili con gli obiettivi strategici della
Banca;
- la valutazione dell'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile della
Carige e delle Controllate aventi rilevanza strategica, con particolare riferimento al sistema di
controllo interno e di gestione dei rischi;
- la valutazione del generale andamento della gestione, tenendo in considerazione, in
particolare, le informazioni ricevute dagli organi delegati, nonché confrontando,
periodicamente, i risultati conseguiti con quelli programmati;
- la valutazione, almeno una volta all'anno, sul funzionamento del Consiglio stesso e dei
suoi Comitati, nonché sulla loro dimensione e composizione, tenendo anche conto di
elementi quali le caratteristiche professionali, di esperienza, anche manageriale, e di genere
dei suoi componenti, nonché della loro anzianità di carica;
- la definizione di una procedura per la gestione interna e comunicazione all'esterno di tutte
le informazioni riguardanti la società, con particolare riferimento a quelle privilegiate, che
assicuri la corretta gestione di tali informazioni.
Inoltre, con riferimento alla disciplina di vigilanza prudenziale della Banca d'Italia:
- il Consiglio di Amministrazione di Banca Carige ha da tempo approvato il "Modello di
Governo del processo ICAAP", la mappa dei rischi cui è esposto il Gruppo Banca Carige ed
il "Manuale Operativo del Processo per la valutazione dell'adeguatezza patrimoniale",
nonché il "Modello di Governo del Processo di Informativa al Pubblico - Pillar 3" ed il
"Processo di raccolta e pubblicazione delle informazioni ex Pillar 3"; inoltre ha deliberato la
costituzione del Comitato ICAAP con compiti di assistenza e supporto nelle attività di
definizione e manutenzione del processo, attualmente in corso di aggiornamento;
- in attuazione delle Disposizioni di Vigilanza sul Sistema dei Controlli Interni, il Consiglio di
Amministrazione ha approvato il Risk Appetite Framework (RAF) del Gruppo Banca CARIGE
nell'ambito del quale vengono definiti il profilo di rischio-rendimento target che il Gruppo
bancario intende conseguire (Risk Appetite Statement), le tipologie di rischio da monitorare e
i relativi indicatori, le soglie quantitative previste per tutti gli indicatori selezionati nonché i
processi e la governance del RAF.
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A seguito del provvedimento di "Amministrazione Straordinaria" notificato da BCE in data
2/1/2019 le funzioni del Consiglio di Amministrazione sono state svolte dai Commissari
Straordinari in forma collegiale fino alla data del 31/1/2020.
Si rinvia alla Relazione sul Governo Societario e gli Assetti Proprietari tempo per tempo resa
pubblica dall'Emittente per una più esaustiva elencazione e descrizione delle attività svolte
dal Consiglio di Amministrazione.
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C. Consiglio di Amministrazione: politiche di ingaggio
L'elezione dei membri del Consiglio di Amministrazione avviene sulla base di liste presentate
dai soci secondo le seguenti modalità: i soci che da soli od insieme ad altri soci
documentino di essere complessivamente titolari di almeno l'1% delle azioni ordinarie, od
altra minore soglia di possesso che - ai sensi della normativa vigente - venga indicata
nell'avviso di convocazione dell'Assemblea chiamata a deliberare sulla nomina degli
Amministratori, possono presentare e/o recapitare una lista di candidati che può contenere
nominativi fino al numero massimo di Consiglieri previsto statutariamente, ordinati
progressivamente per numero, depositandola, a pena di decadenza, presso la sede sociale
nei termini previsti dalle norme di legge e regolamentari tempo per tempo vigenti (ossia,
attualmente, entro il venticinquesimo giorno precedente la data dell'Assemblea), come altresì
indicato nell'avviso di convocazione.
Le liste sono messe a disposizione del pubblico presso la sede sociale, sul sito internet della
Banca e con le altre modalità previste dalle norme di legge e regolamentari tempo per
tempo vigenti, entro il termine da queste stabilito (ossia, attualmente, entro il ventunesimo
giorno precedente la data dell'Assemblea). La titolarità della quota minima di partecipazione
necessaria alla presentazione della lista deve essere attestata con le modalità e nei termini
previsti dalle norme di legge e regolamentari tempo per tempo vigenti, in conformità a
quanto indicato nell'avviso di convocazione. Ciascun socio potrà presentare e votare una
sola lista di candidati ed ogni candidato potrà candidarsi in una sola lista, a pena di
ineleggibilità.
Unitamente a ciascuna lista, entro il termine di deposito della stessa, devono depositarsi
presso la sede sociale il curriculum di ciascun candidato e le dichiarazioni con le quali i
singoli candidati accettano la propria candidatura e attestano, sotto la propria
responsabilità, l'inesistenza di cause di ineleggibilità e di incompatibilità, l'esistenza dei
requisiti prescritti dalla legge e dai regolamenti per la carica di Consigliere, l'elenco degli
incarichi di Amministrazione e Controllo da essi ricoperti presso altre società, nonché
l'eventuale menzione dell'idoneità a qualificarsi come Amministratore indipendente ai sensi
dell'art. 18, comma 4, dello Statuto.
Le liste che presentino un numero di candidati almeno pari a tre devono garantire,
nell'individuazione dei candidati, il rispetto del criterio di riparto tra generi previsto dalla
vigente normativa e dallo Statuto, nonché contenere un numero di candidati,
specificatamente indicati, aventi i requisiti di indipendenza statutariamente previsti pari ad
almeno un quarto dei candidati presentati nella lista (con approssimazione all'intero inferiore
se il primo decimale è pari o inferiore a 5). La qualifica di candidato appartenente al genere
meno rappresentato e quella di indipendente possono cumularsi nella stessa persona.
La lista presentata senza l'osservanza delle prescrizioni di cui sopra è considerata come non
presentata.
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Ulteriori informazioni in merito alle politiche di ingaggio sono contenute nel capitolo
dedicato al Consiglio di Amministrazione della Relazione sul Governo Societario e gli Assetti
Proprietari tempo per tempo resa pubblica dall'Emittente.
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D. Consiglio di Amministrazione: politiche di diversità
Ai sensi di Statuto nella composizione del Consiglio di Amministrazione deve essere
assicurato l'equilibrio tra i generi almeno nella misura minima richiesta dalla normativa,
anche regolamentare, pro tempore vigente.
A tal riguardo si segnala che la normativa di riferimento è stata recentemente modificata con
due successivi provvedimenti (legge di conversione 157/2019 del D. Lgs. 124/2019 in
vigore dal 25 dicembre 2019 e legge di bilancio n. 160/2019, in vigore dal 1° gennaio
2020) in base ai quali è stata prolungata da tre a sei mandati consecutivi la vigenza della
normativa in materia di equilibrio tra i generi ed è stato stabilito che il genere meno
rappresentato debba ottenere almeno due quinti dei membri eletti, in luogo della precedente
quota di un terzo.
Peraltro la Consob, con Comunicazione n. 1 del 30 gennaio 2020 ha chiarito che - nelle
more di un intervento di adeguamento sulla disciplina regolamentare - nell'ambito
dell'attività di vigilanza sulla disciplina in esame, considererà inapplicabile il criterio
dell'arrotondamento per eccesso all'unità superiore (previsto dal comma 3, dell'art. 144-
undecies.1 del Regolamento Emittenti), per impossibilità aritmetica, agli organi sociali formati
da tre componenti. Pertanto, con riferimento a questi ultimi, la Consob riterrà in linea con la
nuova disciplina l'arrotondamento per difetto all'unità inferiore.
I meccanismi statutari previsti per la nomina mediante voto di lista dei Consiglieri e dei
Sindaci garantiscono il rispetto di tale disposizione. In particolare:
- le liste di Consiglieri che presentino un numero di candidati almeno pari a tre devono
garantire, nell'individuazione dei candidati, il rispetto del criterio di riparto tra generi di
cui sopra;
- se al termine delle votazioni non vengono nominati in numero sufficiente Consiglieri
appartenenti al genere meno rappresentato e pertanto non risulti assicurato il rispetto
dell'equilibrio tra i generi, si procede ad escludere il candidato con il quoziente più
basso, la cui elezione determinerebbe il mancato rispetto dell'equilibrio tra i generi. I
candidati esclusi saranno sostituiti dai candidati successivi nella graduatoria, l'elezione
dei quali determini il rispetto dell'equilibrio tra i generi;
- nell'elezione del Collegio Sindacale, le liste che presentino un numero di candidati
almeno pari a tre devono garantire la rappresentanza di entrambi i generi
nell'individuazione dei primi due candidati alla carica di Sindaco effettivo.
In conformità alla normativa di legge e Vigilanza, il Consiglio di Amministrazione, ai fini delle
nomine o della cooptazione dei Consiglieri, identifica preventivamente la propria
composizione quali-quantitativa considerata ottimale, individuando e motivando il profilo
teorico (ivi comprese caratteristiche di professionalità e di eventuale indipendenza) dei
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candidati ritenuto opportuno, prevedendo, tra l'altro, la presenza in seno al Consiglio di
adeguati elementi di differenziazione con particolare riferimento ai profili di genere.
23
E. Comitato Rischi: composizione
All'interno del Consiglio di Amministrazione di Carige è stato costituito il Comitato Rischi, il
quale ha funzioni consultive e propositive, in particolare, svolge funzioni di assistenza al
Consiglio nella valutazione dell'adeguatezza del sistema di controllo interno e gestione dei
rischi.
Il Comitato è costituito da Amministratori non esecutivi ed in maggioranza indipendenti,
includendo i componenti eletti dalle minoranze, il cui numero (da un minimo di tre ad un
massimo di cinque) è definito dal Consiglio di Amministrazione in sede di nomina in maniera
coerente alla complessità del mandato conferito dallo stesso Consiglio al Comitato. I membri
del Comitato devono possedere le professionalità richieste per svolgere il proprio ruolo ed in
particolare conoscenze in materia di governo e gestione dei rischi al fine di esaminare e
monitorare gli orientamenti e le strategie al riguardo definite dagli Organi competenti.
Il Comitato nomina tra i componenti indipendenti il proprio Presidente, che ne coordina i
lavori.
Ai lavori del Comitato partecipa almeno un componente del Collegio Sindacale e un
esponente dell'Ufficio Affari Societari e di Gruppo con funzioni di verbalizzazione. Il
Presidente ha facoltà di invitare alle riunioni altri esponenti e responsabili delle funzioni
aziendali nonché consulenti esterni.
Nel corso dell'Esercizio 2019 , in costanza della procedura di Amministrazione Straordinaria
della Banca, il Comitato Rischi non è stato costituito.
Una volta cessata la predetta procedura (31/1/2020), il nuovo Consiglio di Amministrazione
nominato dall'Assemblea dei Soci ha ricostituito il Comitato Rischi determinando in quattro il
numero dei componenti e procedendo alla loro nomina con durata fino all'approvazione del
bilancio del 31/12/2022.
24
F. Comitato rischi: ruolo
Il Comitato Rischi supporta il Consiglio di Amministrazione in materia di rischi, sistema dei
controlli interni e organizzazione aziendale, ponendo particolare attenzione su tutte le attività
strumentali e necessarie affinché il Consiglio di Amministrazione possa addivenire ad una
corretta ed efficace determinazione del RAF ("Risk Appetite Framework") e delle politiche di
governo dei rischi.
Nella prassi il Comitato riferisce al Consiglio, almeno semestralmente, in occasione
dell'approvazione della relazione finanziaria annuale e semestrale, sull'attività svolta nonché
sull'adeguatezza del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi. Tuttavia il
Comitato può riferire al Consiglio di Amministrazione ed al Collegio Sindacale, tramite il
Presidente, anche verbalmente, ove necessario ed ogniqualvolta ritenuto utile.
Al Comitato Rischi erano in passato attribuite anche le competenze che il Regolamento Parti
Correlate Consob, la Normativa Banca d'Italia sui Soggetti Collegati e la normativa di
Vigilanza in tema di "Partecipazioni detenibili dalle banche e dai gruppi bancari" prevedono
in capo agli Amministratori indipendenti.
Alla chiusura del periodo di Commissariamento, tuttavia, il nuovo Consiglio di
Amministrazione ha riscontrato l'opportunità di procedere alla costituzione di uno specifico
Comitato Operazioni Parti Correlate, al quale sono state attribuite le funzioni come sopra
previste dalla disciplina vigente in materia di operazioni con parti correlate e soggetti
collegati.
Si rinvia ai capitoli della Relazione sul Governo Societario e gli Assetti Proprietari tempo per
tempo resa pubblica dall'Emittente per ulteriori informazioni su composizione, funzionamento
e funzioni attribuite al Comitato rischi e al Comitato Operazioni Parti Correlate.
25
G. Coordinamento tra i soggetti coinvolti nel sistema di controllo interno e di gestione dei
rischi
In conformità a quanto previsto dal Principio 7.P.3 del Codice di Autodisciplina e in
ottemperanza alla vigente normativa di Vigilanza, considerato che la circolazione di
informazioni tra gli Organi sociali e all'interno degli stessi rappresenta una condizione
imprescindibile affinché siano effettivamente realizzati gli obiettivi di efficienza della gestione
ed efficacia dei controlli, la Carige pone specifica cura nello strutturare forme di
comunicazione e di scambio di informazioni complete, tempestive e accurate tra gli Organi
con funzioni di supervisione strategica, di gestione e di controllo, in relazione alle
competenze di ciascuno di essi, nonché all'interno di ciascun Organo.
Al riguardo appositi regolamenti aziendali disciplinano l'individuazione dei soggetti tenuti ad
inviare, su base regolare, flussi informativi agli Organi aziendali, prevedendo in particolare
che i responsabili delle funzioni di controllo nell'ambito della struttura organizzativa della
Banca riferiscano direttamente al Consiglio di Amministrazione, al Comitato Rischi e al
Collegio Sindacale.
Inoltre, il "Regolamento di Gruppo per il coordinamento degli Organi e delle Funzioni di
controllo" definisce specifiche attività di coordinamento tra Organi e Funzioni della
Capogruppo, nonché tra Organi e Funzioni delle diverse componenti del Gruppo, nelle
singole fasi del processo dei controlli.
I flussi attivati tra gli Organi e le funzioni di controllo sono riepilogati con maggior dettaglio
all'interno della Relazione sul Governo Societario e gli Assetti Proprietari tempo per tempo
resa pubblica dall'Emittente nel paragrafo dedicato al coordinamento tra soggetti coinvolti
nel Sistema dei Controlli Interni e di Gestione dei Rischi nonché nel paragrafo dedicato al
ruolo del Consiglio di Amministrazione, ai quali si rimanda per maggiori informazioni.
26
1.3 Governo dei rischi: definizione, strategia e monitoraggio dei rischi del Gruppo
Nei paragrafi precedenti ci si è soffermati nell'analisi delle attività svolte dal Gruppo a
presidio dei rischi e nella descrizione dei soggetti impegnati nelle medesime attività. Nei
paragrafi che seguono invece, si procede ad una rassegna dei diversi rischi assunti e/o
assumibili dal Gruppo, indirizzata ad evidenziare per ciascuno di essi, le principali
connotazioni, le strategie di contrasto e le metodologie di misurazione e monitoraggio.
27
A. Rischio di Credito
In termini generali, per rischio di credito si intende la possibilità che un debitore della Banca
non adempia integralmente alle obbligazioni contratte oppure che ciò accada in ritardo
rispetto alle scadenze pattuite.
In un'accezione più ampia, afferisce al rischio di credito anche la variazione di valore di un
attivo creditizio connessa al mutare del merito di credito della controparte, allorquando la
variazione della rischiosità non sia controbilanciata da un adeguamento delle condizioni
economiche praticate al cliente.
Strategia
L'offerta di credito del Gruppo è prevalentemente orientata verso il comparto delle famiglie,
dei piccoli operatori economici, delle piccole e medie imprese e della pubblica
amministrazione, senza comunque tralasciare il segmento corporate.
La Capogruppo persegue politiche di consolidamento del proprio posizionamento di mercato
mediante azioni tese all'aumento del livello di penetrazione sugli attuali clienti,
principalmente tramite il cross-selling, non trascurando comunque le nuove iniziative
imprenditoriali. L'azione di sviluppo è indirizzata ai segmenti dei privati, dei piccoli operatori
economici e delle imprese corporate del territorio.
L'obiettivo primario fuori dalla Liguria è la valorizzazione delle potenzialità della rete per
incrementare la base della clientela, con particolare riferimento al segmento privati e piccoli
operatori economici e alle piccole e medie imprese.
Le principali linee di indirizzo di politica creditizia, prevedono:
- il contenimento del rischio di credito da perseguire attraverso la crescita selettiva degli
impieghi, guidata dalla classe di rating delle controparti e dal settore di appartenenza,
unitamente ad un rinnovato impulso all'assunzione di garanzie;
- la ricomposizione del portafoglio crediti coerente con le prospettive di crescita espresse dai
territori di insediamento;
- il contenimento del rischio di concentrazione degli affidamenti su singoli clienti o gruppi di
clienti;
- la semplificazione della gamma di prodotti creditizi offerti.
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Aspetti organizzativi
Il processo di erogazione del credito prevede un decentramento decisionale nell'ambito dei
poteri di delibera definiti dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo. Le proposte di
fido trovano, di norma, formulazione presso le dipendenze e i team di consulenza, e
vengono poi sottoposte all'approvazione degli organi deliberanti abilitati sia "periferici" sia
"centrali" in base ad aspetti qualitativi e quantitativi delle linee di credito e alla perdita attesa
attribuita alla controparte per i segmenti con rating. Le banche controllate agiscono nei limiti
delle deleghe e delle limitazioni fornite dalla Capogruppo mediante specifiche direttive
emanate ai sensi del Regolamento di Gruppo, istituito in recepimento del dettato normativo.
Metodologie di monitoraggio e misurazione
A fronte del decentramento decisionale, sono state predisposte strutture organizzative centrali
deputate a verificare la conformità dei livelli di rischio assunto con gli orientamenti strategici
espressi dagli Organi Amministrativi, sia sotto il profilo del merito creditizio delle controparti,
che in termini di rispondenza formale a norme comportamentali interne ed esterne.
Nel Gruppo Carige il processo di misurazione, gestione e controllo del rischio di credito si
esplica in attività di:
·Credit Risk Management,finalizzate al governo strategico dell'attività creditizia del
Gruppo, mediante il monitoraggio della qualità del portafoglio sulla base di analisi
riguardanti la dinamica degli indicatori di rischio di fonte rating (PD e LGD), nonché
altri fenomeni di interesse con verifica puntuale del rispetto dei limiti interni e
normativi in tema di concentrazione dei rischi e adeguatezza patrimoniale a fronte del
rischio di credito assunto; sono stati inoltre introdotti specifici processi di controllo del
portafoglio impieghi, in coerenza con quanto previsto dalla normativa di Vigilanza in
tema di controlli di secondo livello in capo alla strutturaRisk Control;
·carattere operativo, tese al presidio della qualità del credito erogato; in particolare è
attivo uno strumento di monitoraggio operativo del credito ("Monitora" istituito presso
la Direzione Crediti) che consente di coniugare i diversi ambiti delle attività di
controllo con gli indicatori di rischio elaborati secondo la metodologia IRB al fine di
migliorare l'efficienza dell'attività di controllo ed una gestione sempre più aderente ai
profili di rischio della clientela. In quest'ottica, il processo di monitoraggio è stato
rafforzato fissando, per le posizioni creditizie caratterizzate da rilevanti anomalie
andamentali, tempistiche massime per la loro risoluzione, superate le quali, in
assenza di regolarizzazione, si procede alla loro classificazione nel credito deteriorato.
Tali attività alimentano un sistema di reporting al servizio delle unità aziendali a vario titolo
deputate alla supervisione del rischio di credito del Gruppo.
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I modelli interni di rating sono stati sviluppati dalla Capogruppo su dati storici con
riferimento ai segmenti Retail (Privati, Piccoli operatori economici e Small Business) e
Corporate (PMI e Large Corporate). Banca Carige ha quindi realizzato modelli per la
determinazione, a livello di consolidato, della probabilità di default (PD), della perdita in
caso di insolvenza (Loss Given Default- LGD) e dell'esposizione in caso di insolvenza
(Exposure At Default- EAD).
Le fonti informative utilizzate per la stima della PD afferiscono a tre principali aree di
indagine che intervengono in misura diversa nella valutazione in dipendenza del segmento:
informazioni di natura finanziaria (dati di bilancio); informazioni di natura andamentale (dati
interni della banca e dati di Centrale dei Rischi); informazioni anagrafiche. Per i segmenti
PMI e Large Corporate è operativo il procedimento di override del rating statistico che
consente di apprezzare eventuali informazioni rilevanti ai fini di una corretta classificazione
della clientela.
La Perdita Attesa (prodotto tra PD, LGD e EAD) è il parametro adottato per la determinazione
dell'iter di delibera delle pratiche di fido relative alle controparti appartenenti ai segmenti
retail (Privati; Piccoli operatori economici e Small business), Corporate (PMI e Large
Corporate).
I parametri di rischio (PD, e LGD) sono ricalibrati in modo da incorporare le più recenti
evoluzioni della rischiosità del portafoglio impieghi del Gruppo.
La classificazione delle attività deteriorate avviene sulla base di un processo continuo che si
esplica in attività di monitoraggio incentrate sulla pronta individuazione di eventuali
anomalie nella conduzione dei rapporti, sulla dinamica nel tempo del giudizio di rating e
sull'emergere di eventi sintomatici di potenziale degrado della relazione.
La Capogruppo, per conto di tutte le banche controllate, ha predisposto procedure operative
che determinano automatismi nella qualificazione delle posizioni con irregolarità nel
rimborso dei finanziamenti e strumenti informatici di monitoraggio che supportano un'azione
gestionale coerente con i profili di rischio rilevati.
I provvedimenti che scaturiscono dalle citate attività di monitoraggio sono differenziati a
seconda del grado di anomalia riscontrato e rispondono a norme approvate dai Consigli di
Amministrazione di ciascuna delle banche facenti parte del Gruppo.
La riammissione in bonis dei crediti classificati non in via automatica tra le attività deteriorate
avviene in seguito alla positiva valutazione delle capacità finanziarie del cliente, che,
superate le criticità che avevano condotto alla qualificazione, si ritiene pienamente in grado
di assolvere ai propri obblighi nei confronti della banca.
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Tecniche di attenuazione del rischio di credito
La politica creditizia del Gruppo è improntata alla massima attenzione nella selezione del
credito, delle iniziative finanziate e dei prenditori nonché nel monitoraggio dell'andamento
della relazione. La valutazione del merito di credito si basa su indicatori statistici e
informazioni qualitative volte a valutare la capacità del prenditore di generare risorse
finanziarie coerenti con il servizio del debito.
I finanziamenti a medio lungo termine vengono prevalentemente assistiti da garanzie
ipotecarie e, qualora si delinei un profilo di rischio più rilevante, le linee sono assistite da
garanzie personali (fideiussioni ordinarie ed omnibus) e da Consorzi di Garanzia fidi.
Posto che, in tale ottica, vengono acquisite le garanzie personali e reali che di volta in volta
sono ritenute più opportune ai fini della attenuazione del rischio di credito, vista l'importanza
dei finanziamenti ipotecari sul portafoglio complessivo ed in osservanza del disposto
normativo, è stato messo a punto un processo di monitoraggio del valore dei cespiti in
garanzia.
Più dettagliatamente, al fine di una corretta valutazione del grado di copertura dei
finanziamenti per la determinazione dei requisiti patrimoniali, il valore degli immobili
ipotecati è oggetto di rivalutazione periodica effettuata sulla base delle informazioni
statistiche acquisite da primario istituto specializzato in studi sull'economia reale.
Tale processo prevede, inoltre, una nuova perizia nel caso si verifichi una diminuzione
significativa del valore di mercato del cespite, con lo scopo di attuare gli interventi gestionali
più opportuni a tutela del credito erogato. Analogo processo è operativo sugli immobili
oggetto di locazione finanziaria e sui titoli in pegno a fronte di affidamenti concessi alla
clientela.
Per gli immobili a garanzia di esposizioni di importo significativo è attivo un processo di
controllo periodico del valore della garanzia condotto con il supporto di una relazione di
stima del valore del cespite affidata a network di periti indipendente.
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B. Rischio residuo
Per rischio residuo si intende "il rischio che le tecniche riconosciute per l'attenuazione del
rischio di credito utilizzate dalla banca risultino meno efficaci del previsto".
Il rischio residuo dunque si può manifestare sulle tecniche diCredit Risk Mitigation (CRM)
utilizzate dal Gruppo nel processo gestionale del credito e nel determinare il relativo requisito
patrimoniale ai fini delle Segnalazioni di Vigilanza.
Strategia
Le tecniche di mitigazione del rischio di credito (Credit Risk Mitigation- CRM) sono
rappresentate da contratti accessori al credito oppure da altri strumenti e tecniche che
determinano una riduzione del rischio di incorrere in perdite, cui la normativa, pertanto,
riconosce un beneficio in termini di assorbimento di capitale.
Posto che per le diverse tecniche di CRM sono previsti requisiti di ammissibilità, il Gruppo ha
effettuato nel tempo una serie di attività di approfondimento finalizzate alla verifica della
coerenza e della completezza della contrattualistica e della normativa interna rispetto ai
requisiti normativi, definendo una serie di interventi volti ad assicurare il rispetto degli
specifici requisiti relativamente alle diverse tipologie di garanzie.
Tra questi rilevano ad esempio le attività di razionalizzazione ed informatizzazione della
gestione dei periti, assegnando al network di periti gestito da Crif S.p.A. le perizie su
immobili posti a garanzia di finanziamenti, mentre per quanto riguarda invece il processo di
rivalutazione periodica delle garanzie immobiliari è stato da tempo attivato un processo di
rivalutazione centralizzata di tutte le garanzie ipotecarie collegate a rapporti di mutuo, sulla
base di indici statistici acquisiti da un istituto specializzato in studi sull'economia reale
(Nomisma).
Con specifico riferimento al monitoraggio di secondo livello sulle perizie immobiliari,
importante nell'ambito della determinazione del rispetto dei criteri di eleggibilità delle
garanzie, si elencano di seguito i principali elementi caratterizzanti:
·riguarda l'intero portafoglio ed è finalizzato ad un controllo documentale volto ad
assicurare la completezza della perizia;
·si articola in cluster differenziati per tipologia di immobile ed è basato su specificiKey
Risk Indicator(KRI) e relative soglie per ciascun cluster;
·l'attività per il 2019 si è svolta in fase pilota.
Metodologie di monitoraggio e misurazione
Per effetto delle attività diremediationavviate a seguito delle attività di monitoraggio crediti,
nel processo ICAAP sono stati quantificati gli impatti delle svalutazioni a seguito delle
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riclassificazioni delle posizioni identificate come anomale per la porzione di portafoglio
campionata dal processo. In seguito, è stata effettuata una proiezione degli impatti così
stimati sulla porzione di portafoglio non analizzata, al fine di quantificare il totale delle
potenziali svalutazioni. Il rischio residuo è stato quantificato come il differenziale tra il totale
delle potenziali svalutazioni imputate a seguito dei controlli di secondo livello, calcolato
tramite una proiezione judgmental sull'intero portafoglio crediti, rispetto al valore
effettivamente rettificato a seguito delle riclassificazioni. Un aggiornamento della
metodologia di quantificazione del rischio è previsto entro il mese di aprile 2021.
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C. Rischio di mercato
Il rischio di mercato è riferito a variazioni di valore di uno strumento finanziario o di un
portafoglio di strumenti finanziari connesse a cambiamenti inattesi nelle variabili di mercato
(tassi di interesse, prezzi dei titoli, tassi di cambio, ecc.).
Il Regolamento UE 575/2013 ("CRR") tratta il rischio mercato nella Parte Tre, Titolo IV,
suddividendolo nelle seguenti categorie di rischio:
Rischio di posizione Esprime il rischio che deriva dalle oscillazioni del prezzo degli
strumenti finanziari per fattori attinenti all'andamento
generale del mercato (rischio di posizione "generico") e alla
situazione peculiare della società emittente (rischio di
posizione "specifico")
Rischio di cambio Esprime il rischio di subire perdite per effetto di avverse
variazioni dei corsi delle divise estere
Rischio di posizione su merci Rischio derivante da oscillazioni dei prezzi delle merci
Nell'ambito del rischio di mercato, il rischio di base rappresenta il rischio di perdite causate
da variazioni non allineate dei valori di posizioni di segno opposto, simili ma non identiche.
Per maggiori dettagli sul rischio di base si rinvia ai successivi e specifici contenuti del
presente Capitolo al punto in cui esso viene trattato specificatamente.
Infine la CRR nella Parte Tre, Titolo V tratta il rischio di Regolamento, che è il rischio che si
determina nelle operazioni di transazione su strumenti finanziari qualora la controparte dopo
la scadenza del contratto non abbia adempiuto alla propria obbligazione.
Strategia
Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo definisce gli orientamenti e gli indirizzi
strategici relativamente all'assunzione del rischio di mercato ed identifica, nell'ambito del
Risk Appetite Framework, i livelli di Risk Appetite e di Risk Tolerance.
Il Comitato Controllo Rischi monitora la dinamica del rischio di mercato ed il rispetto dei
limiti, mentre il Comitato Finanza e ALM sovraintende alle azioni di gestione del rischio di
mercato, operativamente attuate dalla Struttura Finanza.
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La Funzione controllo dei rischi garantisce nel continuo la misurazione ed il controllo
dell'esposizione del Gruppo al rischio di mercato, attraverso il monitoraggio del Value at Risk
(VaR) con frequenza giornaliera, anche in ipotesi di stress.
Le principali fonti del rischio di tasso di interesse sono rappresentate dall'attività svolta sugli
strumenti finanziari di natura obbligazionaria e sui derivati di tasso, sia regolamentati che
OTC.
Le principali fonti del rischio di prezzo sono rappresentate dall'attività svolta sugli strumenti
finanziari di natura azionaria, fondi di natura azionaria e derivati azionari.
L'attività di gestione del portafoglio di investimento in titoli del Gruppo è svolta con un profilo
di rischio sostanzialmente conservativo, nell'ottica di mantenere un equilibrato rapporto
rischio/rendimento e rivolgendo particolare attenzione ai profili di liquidità del Gruppo e,
quindi, alla dinamica delle riserve di liquidità (counterbalancing capacity).
Metodologie di monitoraggio e misurazione
La Funzione controllo dei rischi della Capogruppo provvede, a fini gestionali, al
monitoraggio giornaliero del rischio di interesse e del rischio di prezzo sul portafoglio di
negoziazione di Vigilanza, verificando al contempo il rispetto dei limiti operativi previsti.
Il rischio di interesse e il rischio di prezzo vengono misurati tramite ilValue at Risk(VaR) e la
sua scomposizione nei fattori di rischio tasso di interesse e azionario. Il Risk Management
utilizza il VaR a scopi gestionali, con l'obiettivo di misurare sia i rischi degli strumenti
finanziari detenuti nei portafogli di trading (Other Business Model-OBMFT) sia quelli propri
degli strumenti finanziari allocati nei portafogli dibanking book(HTC&S e HTC), monitorarne
nel tempo la dinamica, e verificare costantemente il rispetto dei limiti operativi e definiti in
ambito diRisk Appetite Framework.
Il VaR è calcolato mediante una metodologia basata sull'approccio storico a 1 anno, con un
intervallo di confidenza del 99% e un "holding period" di dieci giorni. Vengono altresì
effettuate analisi distress testche evidenziano gli impatti sia in termini di VaR sia in termini di
present value conseguenti ashockprefissati che richiamano specifici eventi del passato. Gli
scenari di stress sono definiti dal Risk Management sulla base di condizioni di mercato
particolarmente severe, tenendo conto della effettiva composizione dei portafogli.
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D. Rischio operativo
Il rischio operativo consiste nella possibilità di subire perdite derivanti da frodi interne o
esterne, dall'inadeguatezza o dal non corretto funzionamento delle procedure aziendali, da
errori o carenze delle risorse umane e dei sistemi interni, interruzioni o malfunzionamenti dei
servizi o dei sistemi (compresi quelli di natura informatica), errori o omissioni nella
prestazione dei servizi offerti, oppure da eventi esogeni; include altresì il rischio legale (ad
esempio, reclami della clientela e rischi connessi alla distribuzione dei prodotti non in
conformità alle normative a presidio delle prestazione dei servizi bancari, di investimento e
assicurativi, e a sanzioni derivanti da violazioni normative nonché al mancato rispetto delle
procedure relative all'identificazione al monitoraggio e alla gestione dei rischi stessi).
Strategia
L'orientamento strategico del contenimento dei rischi operativi cui soggiace l'attività del
Gruppo si sostanzia nello sviluppo di metodologie di rilevazione e nella definizione di
processi di monitoraggio finalizzati all'attivazione delle soluzioni tecnico-organizzative più
idonee a ridurre l'esposizione a tali fattispecie di rischio e, in prospettiva, all'affinamento
delle modalità di allocazione del capitale aziendale.
Metodologie di monitoraggio e misurazione
IlFramework di Operational Risk Management(ORM) adottato dal Gruppo Banca Carige
prevede un processo di identificazione dei rischi operativi, finalizzato a rilevare e a
raccogliere le informazioni relative ai rischi operativi attraverso il trattamento coerente e
coordinato di tutte le fonti informative rilevanti al fine di costruire una base dati completa e
coerente con l'attività del Gruppo.
Coerentemente al principio di salvaguardia della chiarezza e coerenza logica del Framework
adottato, la raccolta di queste informazioni avviene sulla base di alcuni modelli di riferimento
finalizzati a garantire una classificazione omogenea dei dati stessi. Tali modelli sono alla
base dei due processi che caratterizzano l'identificazione dei rischi operativi:
·la raccolta delle perdite operative (LDC -Loss Data Collection), allo scopo di
costruire un dataset di eventi di rischio operativo;
·l'attività diself-assessmentsui rischi operativi, finalizzata ad una valutazione
prospettica dell'esposizione ai rischi operativi.
Il processo diLoss Data Collectionconsiste nella raccolta strutturata delle informazioni
relative agli eventi operativi (e di reputazione) verificatisi nell'ambito dell'operatività del
Gruppo. Quest'ultimo, infatti, ha implementato una metodologia allo scopo di garantire la
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disponibilità di dati omogenei, completi ed affidabili, presupposto per l'utilizzo di strumenti di
misurazione e gestione dei rischi operativi. La modalità di raccolta è definita nel continuo per
intercettare gli eventi dannosi nel periodo di tempo più breve possibile. Nello specifico, il
sistema di raccolta degli eventi operativi prevede il coinvolgimento delle strutture della Banca
nell'attività di identificazione e segnalazione degli eventi operativi che nel tempo sarà sempre
più decentrato. Il coinvolgimento delle strutture della Banca a diversi livelli, inoltre, è
finalizzato a garantire una maggiore qualità delle informazioni raccolte, in quanto affidata ai
risk owneresperti delle attività di propria competenza, che progressivamente certificano la
correttezza e la conformità dei dati di perdita, consentendone un utilizzo più consapevole
anche in ottica strategica ed integrata nelle decisioni del Management. L'obiettivo di tale
processo di raccolta degli eventi operativi e di reputazione è, quindi, costruire un sistema
solido e strutturato con tutti i dati di perdita storici, che garantisca la tempestiva segnalazione
e gestione degli eventi e la completezza e la coerenza delle informazioni raccolte, anche allo
scopo di identificare opportunamente eventuali azioni di mitigazione da intraprendere ed
evitare, quindi, che eventi di rischio operativo e di reputazione si possano verificare
nuovamente.
Il processo diRisk Self Assessmentè costruito in ottica prospettica, identificando e valutando
l'accadimento potenziale degli eventi operativi. La metodologia implementata dal Gruppo
Banca Carige ha l'obiettivo di ottenere, attraverso la raccolta di stime soggettive ex-ante,
fornite dagli esperti professionali interni al Gruppo, un insieme di informazioni utili ad
identificare e valutare il grado potenziale di esposizione ai rischi operativi. Le stime soggettive
raccolte durante l'esecuzione del processo diRisk Self Assessmentcontribuiscono
all'identificazione delle aree di vulnerabilità del Gruppo e alla conseguente definizione delle
azioni di mitigazione. La metodologia implementata dal Gruppo Banca Carige prevede che
l'esercizio diRisk Self Assessmentsia effettuato a livello aziendale dall'Ufficio Operational
Risk Control con periodicità annuale. Il risultato dell'aggregazione delle valutazioni fornite
dai risk owner e le eventuali azioni di mitigazione da implementare sono presentate al
Consiglio di Amministrazione.
IlFrameworkdi OperationalRisk Managementprevede, inoltre, la fase di misurazione,
gestione e reportistica.
Per ciò che attiene alla misurazione, dal 31 dicembre 2015 il Gruppo ha adottato, ai fini
della quantificazione del capitale di primo pilastro, il metodo "standard" che prevede la
misurazione del requisito patrimoniale separatamente per ogni singola business line
regolamentare sulla base di un indicatore rilevante e di specifici coefficienti di rischiosità
predeterminati. Le business line e i rispettivi coefficienti sono definiti dall'Autorità di Vigilanza
(Titolo III del Regolamento UE 575/2013). Ai fini, invece, della misurazione del capitale
economico di secondo pilastro (ICAAP) è stato sviluppato, utilizzando la serie storica delle
perdite operative del Gruppo, un modello di Operational Risk VaR opportunamente calibrato
e parametrizzato in base alle linee guida strategiche.
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Il processo di gestione prevede, in un ottica di evoluzione progressiva, la definizione di
politiche di assunzione, riduzione e trasferimento del rischio operativo da attuare in relazione
all'esposizione al rischio operativo del Gruppo. Tale processo è svolto sulla base di
un'analisi costi/benefici consapevole, mirata ed oggettiva svolta dalle entità organizzative
con il supporto dell'Area CRO. In generale, gli strumenti gestionali a disposizione sono: 1) la
riduzione del rischio, ovvero la riduzione dell'esposizione al rischio attraverso
l'implementazione di azioni di mitigazione e di prevenzione del rischio. Generalmente tale
scelta è connessa ad eventi con un'alta frequenza di accadimento e un basso impatto
economico; 2) il trasferimento del rischio che prevede il ricorso alla mitigazione assicurativa
tradizionale o ad altre tecniche basate su schemi di natura finanziaria (c.d.Alternative Risk
Transfer), le quali, pur lasciando inalterati i fattori di rischio, permettono di trasferirne
l'impatto finanziario. Generalmente tale scelta è connessa ad eventi con una bassa frequenza
di accadimento e di maggiore impatto; 3) l'assunzione del rischio (gestione passiva) prevede
l'accettazione da parte del Gruppo di un determinato livello a fronte del quale accantonare
capitale. Generalmente tale scelta è connessa ad eventi con una bassa frequenza di
accadimento e di minore impatto.
Il Gruppo Banca Carige ha implementato, inoltre, un processo di monitoraggio e reporting
dei rischi operativi, derivante dai risultati ottenuti dai processi di identificazione, misurazione
e gestione dei rischi operativi, al fine di analizzare e controllare nel tempo l'evoluzione
dell'esposizione e garantire un'adeguata informativa verso l'Alta Direzione in ottica strategica
ed operativa.
***
Allo scopo di migliorare il proprio sistema di gestione dei rischi operativi e, di conseguenza,
ridurre l'impatto economico derivante da potenziali perdite operative, il Gruppo Banca
Carige ha proseguito, nel corso del 2019, nell'affinamento di strumenti e processi sopra
descritti (introdotti a fine 2015) in coerenza con le previsioni normative relative all'utilizzo del
Metodo "Standard" (Titolo III del Regolamento UE 575/2013), adottato dal Gruppo per la
stima dei requisiti di Capitale di primo pilastro. Sono state, inoltre, ricercate le opportune
sinergie con la gestione e monitoraggio del rischio informatico; a tal proposito, nel corso del
2019 è stato implementato un nuovoframeworkspecifico per la misurazione, monitoraggio
e gestione del rischio informatico, tenendo opportunamente in considerazione i recenti
aggiornamenti normativi e la nuova configurazione del Gruppo a seguito dell'operazione di
full-outsourcingdei sistemi IT.
Nell'ambito dei processi ORM sono state integrate le attività relative alla predisposizione ed
alimentazione del Database Italiano Perdite Operative (DIPO), costituito nel 2003 su
iniziativa dell'ABI, di cui il Gruppo Carige è aderente sin dalla sua costituzione.
Si segnala inoltre che, a latere delle rilevazioni quantitative, il Gruppo provvede all'analisi
sistematica dei processi con un approccio di Self Assessment al fine di integrare gli aspetti di
natura quantitativa con le analisi di natura qualitativa. Per quanto concerne in particolare il
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sistema informatico di tutte le società del Gruppo, questo è accentrato presso la
Capogruppo che, relativamente ai rischi connessi alla mancata operatività, definisce e
manutiene un piano di Business Continuity e Disaster Recovery finalizzato ad individuare gli
interventi necessari a ripristinare la normale operatività del Gruppo a fronte di situazioni di
crisi, opportunamente adeguato in seguito all'operazione di outsourcing su Cedacri del
Facility Management.
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E. Rischio di tasso
Il rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario è il rischio che variazioni dei tassi di
interesse di mercato impattino negativamente sul valore economico del patrimonio (rischio in
ottica patrimoniale) e sul contributo al margine di interesse (rischio in ottica reddituale) delle
attività e passività di bilancio che non sono allocate nel portafoglio di negoziazione a fini di
Vigilanza.
L'esposizione a tale tipologia di rischio, con riferimento alle operazioni a tasso di interesse
variabile, nasce come diretta conseguenza di strutture di bilancio disallineate in termini sia di
scadenze (maturity gap), sia di caratteristiche e tempi di revisione delle condizioni di
remunerazione (refixing gap). Con riferimento alle operazioni a tasso di interesse fisso,
l'esposizione dipende dalmaturity gap.
In dettaglio il rischio tasso è a sua volta declinabile in:
Repricing riskRischio legato al disallineamento delle scadenze (tasso fisso), delle
modalità e dei tempi direfixing(tasso variabile) delle attività e delle
passività, che espone la banca a variazioni (shock) della curva dei
tassi di interesse, anche di tipo parallelo
Yield curve riskRischio relativo a variazioni inattese nella pendenza o nella
conformazione della curva dei tassi di interesse (shockdi tipo non
parallelo)
Basis riskRischio che i tassi di interesse rispetto ai quali sono indicizzate le
operazioni a tasso di interesse variabile reagiscano con tempi e
intensità differenti al variare delle condizioni di mercato, inducendo
una non perfetta correlazione tra i parametri di indicizzazione degli
impieghi e della raccolta
Optionality riskRischio legato ad opzioni "esplicite" o "implicite" nelle attività o
passività della banca. Talune forme contrattuali includono
componenti opzionali che impongono una valutazione analitica ai fini
della misurazione dell'esposizione al rischio di tasso di interesse. Si fa
riferimento in particolare alle opzioni di rimborso anticipato dei
finanziamenti (prepayment) o dei titoli obbligazionari (callabilitye
putability) e al prelievo/versamento di denaro da prodotti commerciali
di raccolta e impiego con scadenza "a vista"
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Strategia
Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo definisce gli orientamenti e gli indirizzi
strategici relativamente all'assunzione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario
ed identifica, nell'ambito delRisk Appetite Framework, i livelli diRisk Appetitee diRisk
Tolerance.
Il Comitato Controllo Rischi monitora la dinamica del rischio di tasso di interesse sul
portafoglio bancario ed il rispetto dei limiti, mentre il Comitato Finanza e ALM sovraintende
alle azioni di gestione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario,
operativamente attuate dalla Struttura Finanza.
Metodologie di monitoraggio e misurazione
La StrutturaRisk Managementgarantisce nel continuo la misurazione ed il controllo
dell'esposizione del Gruppo al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, sia in
ottica patrimoniale che in ottica reddituale.
Il monitoraggio del rischio di tasso sul portafoglio bancario consiste nel misurare l'impatto di
variazioni dei tassi di interesse sul fair value del patrimonio e sul margine di interesse atteso
su un orizzonte temporale predefinito (gapping period).
Per ulteriori dettagli relativi alle metodologie di misurazione dell'esposizione al rischio di
tasso si rinvia a quanto riportato nell'ambito del successivo Capitolo 10 "Esposizione al
rischio di tasso di interesse su posizioni non incluse nel portafoglio di negoziazione".
Attività di copertura
L'operatività oggetto di copertura del rischio di tasso di interesse riguarda principalmente la
componente di impiego e raccolta con durata originaria di medio lungo termine.
L'attività di copertura delFair Valueha l'obiettivo di immunizzare le variazioni difair value
della raccolta e degli impieghi causate da cambiamenti dello scenario finanziario, mentre le
copertura deiCash Flowssono finalizzate a contenere le variazioni dei flussi finanziari
connesse ad esposizioni a tasso variabile . La StrutturaRisk Managementsvolge le attività di
verifica dell'efficacia delle coperture ai fini dell'hedge accountingnel rispetto della normativa
dei principi contabili internazionali, con particolare riferimento all'identificazione e alla
documentazione della relazione di copertura attraverso la produzione dihedging card. Le
verifiche di efficacia vengono svolte, oltre che con test prospettici, con test retrospettivi a
periodicità trimestrale.
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Gli obiettivi e le strategie sottostanti a tali operazioni di copertura fanno riferimento alla
riduzione del rischio di tasso di interesse perseguita mediante la stipula di contratti derivati
OTC (non quotati).
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F. Rischio Immobiliare
Il rischio immobiliare del Gruppo Carige consiste nelle potenziali perdite derivanti dalle
fluttuazioni negative del valore del portafoglio immobiliare di proprietà delle società del
Gruppo, mentre sono esclusi gli immobili di pertinenza della clientela, gravati da garanzie
ipotecarie.
Il calcolo del rischio connesso al portafoglio immobiliare distingue la parte strumentale (filiali
e agenzie) da quella non strumentale all'esercizio dell'attività bancaria e finanziaria.
Strategia
Il rischio viene misurato nel processo ICAAP nell'orizzonte temporale di riferimento in
considerazione di quanto previsto nel Piano Strategico: pertanto il perimetro di riferimento è
quello rappresentato dagli immobili di proprietà delle Banche del Gruppo.
Metodologie di monitoraggio e misurazione
La valutazione del rischio immobiliare e il conseguente assorbimento di capitale interno
prendono a riferimento quanto effettuato in occasione delComprehensive Assessmentdella
BCE e vengono diversificati a seconda che si tratti di immobili strumentali o non strumentali
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G. Rischio di liquidità
Il rischio di liquidità, nella sua principale accezione diFunding liquidity risk, è il rischio che il
Gruppo non sia in grado di far fronte, secondo criteri di economicità, alle proprie uscite di
cassa (sia attese sia inattese) e alle esigenze di collaterale, senza pregiudicare l'operatività
caratteristica o la situazione finanziaria del Gruppo stesso.
Il rischio di liquidità può essere generato da eventi strettamente connessi al Gruppo e alla
sua operatività caratteristica (idiosincratici) e/o da eventi esterni (sistemici). Le due tipologie
di fattori di rischio non sono tra loro alternative, e possono presentarsi anche
congiuntamente. Il rischio di liquidità si suddivide generalmente in:
Funding liquidity riskIncapacità di reperire fondi
Market liquidity riskPresenza di limiti allo smobilizzo delle attività
Nell'ambito del rischio di liquidità si ricomprende anche il rischio di dover fronteggiare i
propri impegni di pagamento a costi non di mercato, ossia sostenendo un elevato costo
della provvista.
Strategia
Lo scopo del governo, della gestione e del monitoraggio del rischio di liquidità si sostanzia
nel favorire il bilanciamento dei flussi di cassa in entrata e in uscita nel breve termine e,
contestualmente, minimizzare squilibri strutturali nel profilo di liquidità a medio/lungo
termine, in modo tale da assicurare un elevato grado di solvibilità e ottimizzare il costo del
funding.
Dal punto di vista del modello organizzativo, costituisce principio cardine del modello di
gestione del rischio di liquidità del Gruppo la separazione fra i processi di gestione e i
processi di monitoraggio del rischio di liquidità, da conseguire attraverso l'attribuzione di
specifici ruoli e responsabilità ai diversi Organi e Funzioni aziendali coinvolte.
In particolare, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo definisce gli orientamenti e
gli indirizzi strategici relativamente all'assunzione del rischio di liquidità in termini diRisk
AppetiteeRisk Tolerance.
Il Comitato Controllo Rischi monitora la dinamica del rischio di liquidità ed il rispetto dei
limiti, mentre il Comitato Finanza e ALM sovraintende alle azioni di gestione del rischio di
liquidità, operativamente attuate dalla Struttura Finanza.
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LaLiquidity Policydel Gruppo Banca Carige prevede l'accentramento presso la Capogruppo
Banca Carige del processo di gestione e monitoraggio del rischio di liquidità. In particolare,
la Capogruppo è responsabile dello sviluppo e dell'aggiornamento della policy di liquidità e
gestisce ilfundinged il rischio di liquidità a livello di Gruppo.
LaLiquidity Policyprevede inoltre un sistema di limiti distinto per le posizioni di liquidità a
breve (con scadenza inferiore a 1 anno) e a medio/lungo termine (con scadenza superiore a
1 anno).
L'obiettivo del governo della liquidità a breve termine (liquidità operativa) è quello di
garantire che il Gruppo sia nella condizione di far fronte agli impegni di pagamento, previsti
e imprevisti, su un orizzonte temporale di riferimento pari a 12 mesi, senza pregiudicare la
normale continuità operativa. La gestione della liquidità a breve termine è dunque volta al
riequilibrio continuo dei flussi di liquidità in entrata e in uscita.
L'obiettivo del governo della liquidità a medio/lungo termine (liquidità strutturale) è quello di
garantire il mantenimento di un adeguato rapporto fra le attività e le passività, limitando
pressioni sull'attività difundingnel breve termine. La gestione della liquidità strutturale è
dunque volta sia alla redistribuzione delle scadenze delle operazioni di finanziamento, al fine
di ridurre le fonti difundingmeno stabili, sia al finanziamento della crescita del Gruppo con
attività difundingstrategico in termini di scadenze.
Metodologie di monitoraggio e misurazione
La StrutturaRisk Managementgarantisce nel continuo la misurazione ed il controllo
dell'esposizione del Gruppo al rischio di liquidità, sia operativa (a breve termine) che
strutturale (a medio/lungo termine).
La misurazione e il monitoraggio della liquidità operativa vengono effettuati con frequenza
giornaliera tramite lamaturity ladderoperativa. Lamaturity ladderoperativa consente una
analisi della distribuzione temporale dei flussi di cassa positivi e negativi, degli eventuali gap,
nonché delle riserve (counterbalancing capacity) disponibili a fronteggiare tali gap.
La StrutturaRisk Managementmonitora costantemente il rispetto dei limiti operativi, a valere
sui saldi dei soli flussi di liquidità così come sui saldi complessivi dei flussi di liquidità e delle
riserve. Il Gruppo effettua inoltre un'attività di stress test con riferimento allamaturity ladder
operativa al fine di analizzare l'effetto sulla situazione di liquidità del verificarsi di scenari di
crisi e valutare la congruità delle riserve di liquidità detenute, a loro volta soggette ad una
valorizzazione "stressata".
Oltre a indicatori di liquidita gestionali viene monitorato ilLiquidity Coverage Ratio (LCR),
che rapporta il valore degli 'high liquid assets' a quello dei 'net cash outflows' in uno scenario
di stress della durata di 30 giorni.
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31/03/2019 30/06/2019 30/09/2019 31/12/2019 31/01/2020
Liquidity buffer2.199.591 2.392.844 2.759.496 3.484.019 3.602.646
Net liquidity outflow1.486.187 1.373.603 1.293.482 1.360.036 1.344.254
Liquidity coverage ratio (%) 149% 178% 219% 260% 272%
Valori calcolati come media semplice delle osservazioni di fine mese rilevate nei dodici mesi precedenti
La misurazione e il monitoraggio della liquidità strutturale vengono effettuati tramite la
maturity ladderstrutturale. Lamaturity ladderstrutturale si fonda su un modello dimaturity
mismatched ha un orizzonte temporale che comprende le poste a vista e si estende sino a
20 anni e oltre e contiene i flussi in conto capitale, certi o modellizzati, originati da tutte le
poste di bilancio. In connessione sono stati definiti gli indicatori in termini di gap ratio sulle
scadenze oltre l'anno, ed i relativi limiti oggetto di monitoraggio da parte dellaStruttura Risk
Management.
Oltre agli indicatori gestionali viene monitorato ilNet Stable Funding Ratio (NSFR)che
rapporta l'ammontare di provvista disponibile all'ammontare di provvista obbligatoria che
dipende dalle caratteristiche di liquidità e dalla vita residua delle varie attività detenute.
Le politiche di gestione della liquidità a medio - lungo a livello di Gruppo tengono conto di
tali limiti in sede di pianificazione strategica e budget.
Il Gruppo adotta infine unContingency Funding Plan (CFP), che si prefigge la protezione del
Gruppo stesso e delle singole società da stati di stress o di crisi di diversa entità, garantendo
la continuità operativa a fronte di improvvise riduzioni della liquidità disponibile. In
connessione, vengono monitorati indicatori di allarme (EWI, Early Warning Indicators) che
consentono di anticipare l'insorgere di uno stress o di una crisi di liquidità.
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H. Rischio derivante da operazioni di cartolarizzazione
Per rischio derivante da cartolarizzazioni s'intende il rischio che la sostanza economica
dell'operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di
valutazione e di gestione del rischio.
La valutazione quantitativa della rischiosità derivante dalle operazioni di cartolarizzazione
realizzate dal Gruppo Carige è effettuata in base a quanto previsto dalla normativa di
riferimento.
Metodologie di monitoraggio e misurazione
Per quel che concerne la misurazione dei rischi connessi alle diverse operazioni nel tempo
attivate dal Gruppo, è stata impostata una metodologia di valutazione qualitativa mediante
la predisposizione di unascorecardche, compilata dai diversi referenti coinvolti nel processo,
ne ricomprende le valutazioni connesse a tre specifiche aree d'indagine, relative a:
• cash flow attesi;
• aspetti legali;
• entità coinvolte.
A ciascuna delle aree d'indagine viene attribuito un punteggio (score), successivamente
pesato e normalizzato su una scala, secondo una logica di livelli crescenti di rischio.
Per ogni più ampio dettaglio in merito alle operazioni in essere, ai loro profili
economico/finanziari, alle modalità di monitoraggio ed ai correlati presidi organizzativi,
nonché, infine, alle modalità di loro segnalazione, si rimanda a quanto riportato al
successivo Capitolo 8 "Esposizioni in posizioni verso la cartolarizzazione".
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I. Rischio Strategico
Rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti
del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni,
scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo.
Metodologie di monitoraggio e misurazione
Per sua natura il rischio strategico non risulta facilmente misurabile, ma è assoggettabile a
valutazione qualitativa, allo scopo di individuare eventuali aree di miglioramento dei processi
di formazione delle decisioni strategiche e del relativo monitoraggio, indirizzando gli
interventi correttivi che dovessero rendersi opportuni.
La metodologia di valutazione del rischio strategico adottata dal Gruppo Carige prevede il
ricorso a scorecards (compilate dalle Funzioni interne di Organizzazione, Risk e
Commerciale), che permettono un'analisi quali-quantitativa:
I. del livello di coerenza tra le azioni intraprese dall'azienda e i principali obiettivi
strategici del Piano Strategico in vigore;
II. del processo di pianificazione strategica e dei principali elementi che ne potrebbero
modificare la performance, con particolare riferimento alla capacità di evitare che l'azienda
intraprenda decisioni errate o che le decisioni vengano attuate in modo inadeguato e alla
reattività rispetto a mutamenti del contesto competitivo in cui il Gruppo opera.
Le valutazioni qualitative sono state affiancate dalla quantificazione del rischio di business
che misura il rischio di variazioni avverse e inattese del margine da commissioni rispetto ai
dati previsti, legati alla volatilità dei volumi dovuta a pressioni competitive e situazioni di
mercato.
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J. Rischio Reputazionale
Il rischio di reputazione è il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale
derivante da una percezione negativa dell'immagine della banca da parte deglistakeholders
(clienti, fornitori, dipendenti, azionisti, investitori, autorità di controllo, ecc.)
Metodologie di monitoraggio e misurazione
Il rischio reputazionale, data la sua natura trasversale e pervasiva, non risulta di facile
misurazione. Al contempo, è possibile definire politiche gestionali e analisi di valutazione di
aree maggiormente a rischio con l'obiettivo di diffondere una cultura di prevenzione del
rischio e di identificare azioni correttive e di attenuazione.
In tale ottica, la gestione del rischio reputazionale del Gruppo Carige viene effettuata
mediante la definizione di adeguati presidi organizzativi volti al controllo e alla attenuazione
del rischio. Detti presidi coinvolgono una pluralità di funzioni e organi, ciascuno con distinti
ambiti di competenza e responsabilità di monitoraggio e presidio di aree di rischio
specifiche, tra i quali si riportano, a titolo esemplificativo e non esaustivo, la Funzione di
Compliance, il Comitato Controllo Rischi, l'Organismo di Vigilanza ai sensi D. Lgs
231/2001, il Responsabile D. Lgs 81/08. Inoltre, il Gruppo adotta un Codice Etico che
declina i valori sui quali si fondano la propria identità e i principi di condotta cui si ispira
l'attività svolta. Il rispetto del Codice Etico è richiesto a qualsiasi soggetto che intrattiene,
direttamente o indirettamente, rapporti con il Gruppo (fornitori, partner d'affari, appaltatori,
ecc.).
Una valutazione qualitativa atta ad indirizzare le azioni gestionali a fini correttivi e/o di
attenuazione, avviene tenendo in considerazione gli eventi potenzialmente in grado di
generare rischi di reputazione nonché gli stakeholder rilevanti per preservare l'immagine e la
reputazione del Gruppo. Le aree poste sotto osservazione riguardano la gestione dei reclami,
la capacità di retention della clientela con valutazione dei tassi di acquisizione e sviluppo
clientela retail e small business, la fidelizzazione di azionisti e obbligazionisti, il livello di
soddisfazione della clientela attraverso indagini di customer satisfaction, l'esposizione
mediatica tramite un'attività periodica di media monitoring e, infine, la valutazione del
rapporto con il personale quali ad esempio la qualità della formazione offerta, le
performance raggiunte, la capacità di trattenere risorse qualificate.
Con l'intento di rafforzare il presidio su tale rischio, è stato definito un framework di
misurazione, gestione e monitoraggio nel continuo dei rischi reputazionali, attraverso la
strutturazione di processi, metodologie e strumenti allineati alle best practice di sistema, alle
indicazioni fornite dai riferimenti normativi sul tema (es. Guidelines on common procedures
and methodologies for the supervisory review and evaluation process (SREP) - European
Banking Authority), e coerenti con le caratteristiche e peculiarità del Gruppo. Nell'ambito del
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framework sono state previste le opportune sinergie con le attività di sviluppo del framework
di operational risk management; in particolare, nel processo di raccolta delle perdite
operative - Historical data collection (HDC) sono stati integrati gli aspetti peculiari necessari
per valutare gli aspetti reputazionali.
il processo di misurazione e gestione dei rischi reputazionali in corso di evoluzione persegue
le seguenti principali finalità di:
·prevenzione, onde minimizzare il verificarsi di eventi di rischio reputazionale
basandosi sull'analisi di quanto si è già presentato (analisi retrospettiva) e
sviluppando una componente di valutazione prospettica di quanto potrebbe accadere
(analisi prospettica). Il monitoraggio nel continuo dell'esposizione al rischio fornisce
gli elementi informativi a supporto della definizione delle azioni finalizzate al
contenimento/attenuazione delle possibilità che si verifichi un evento con effetti
negativi sulla reputazione aziendale;
·ottimizzazione dei presidi organizzativi e di controllo a fronte del rischio reputazionale;
·contenimento e ripristino, allo scopo di rispondere adeguatamente e in tempi congrui
ai danni alla reputazione del Gruppo causati dal manifestarsi di particolari situazioni
di crisi reputazionale (gestione ex post), anche attraverso adeguati meccanismi di
escalation.
In particolare, il processo di raccolta periodica dei KRI (Key Risk Indicator), con il supporto
delle strutture aziendali owner di tale rischio, utili a valutare l'andamento delle principali
metriche che possono essere influenzate dalla reputazione della Banca, è stato nel corso del
2019 opportunamente integrato con ulteriori indicatori riferiti agli ambiti AML e rapporti con
le autorità di vigilanza.
E' stato inoltre strutturato un processo di raccolta delle notizie sui media che possono avere
una ripercussione sull'immagine de Gruppo.
E' stato, infine, sviluppato un indicatoreReputational Risk Indicator3(RRI) basato sui dati di
mercato che approssima l'andamento della reputazione in funzione dell'andamento delle
quotazioni di borsa in corrispondenza di eventi valutati come reputazionali.
3 L'indicatore RRI è attualmente sospeso in linea con la sospensione del titolo Banca Carige dal gennaio 2019.
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K. Rischio di concentrazione
Il rischio di concentrazione è il rischio derivante dall'esposizione verso singoli clienti o gruppi
di clienti fra loro connessi (concentrazionesingole name) oppure verso controparti
appartenenti al medesimo settore (concentrazione geo-settoriale) e che quindi evidenziano
andamento tra loro maggiormente correlato in quanto esposte a comuni fattori di rischio.
La quantificazione di un requisito di capitale aggiuntivo a fronte del rischio in analisi va a
colmare l'ipotesi di infinita granularità del portafoglio creditizio sottostante ai modelli di
rischio di credito standard e IRB.
Strategia
Il Gruppo Carige persegue una strategia di crescita che nel medio termine garantisca
adeguati profili di diversificazione del portafoglio impieghi, sia a livello "single name", che
per quanto riguarda l'esposizione verso determinati settori produttivi o aree geografiche,
compatibilmente con le peculiarità delle diverse realtà territoriali servite. Tale orientamento si
concretizza nell'indirizzo ad uno sviluppo preferenziale del comparto Retail, cui si affianca,
comunque, un importante sostegno al segmento Corporate, verso il quale è stata delineata
una politica di crescita selettiva. Con riferimento al rischio di concentrazione nominativa sono
stati definiti specifici limiti nell'assunzione del rischio verso gruppi di clienti connessi, allo
scopo di garantire un adeguato livello di frazionamento del portafoglio impieghi
Metodologie di monitoraggio e misurazione
Come menzionato nel paragrafo relativo alle tecniche di misurazione del rischio di credito, la
metodologia per la stima del requisito di secondo pilastro è tale da considerare debitamente
eventuali concentrazioni presenti nel banking book del Gruppo Banca Carige.
Il rischio di concentrazionesingle name, relativamente alle esposizioni Bonis, è quantificato
tramite tecniche di simulazione delle perdite associate alle maggiori esposizioni.
Il rischio di concentrazione Geo-Settoriale relativamente alle esposizioni Bonis, è
rappresentato tramite la Marginal Contribution to VaR dei singoli cluster geosettoriali,
individuati secondo un principio di correlazione tra le serie storiche delle variazioni annue dei
tassi di decadimento.
51
L. Rischio Paese
Rischio di perdite causate da eventi, di carattere politico o di altra natura, che si verificano in
un Paese diverso dall'Italia. Il concetto di rischio Paese è più ampio di quello di rischio
sovrano in quanto è riferito a tutte le esposizioni indipendentemente dalla natura delle
controparti, siano esse persone fisiche, imprese, banche o amministrazioni pubbliche.
Strategia
Vista la natura dell'operatività del Gruppo Carige, orientata in larga prevalenza verso il
mercato domestico, le esposizioni potenzialmente soggette a tale tipologia di rischio hanno
carattere marginale.
Ciò premesso, la valutazione dei profili di rischiosità legati al verificarsi di eventi nel Paese
d'origine che possano compromettere la solvibilità della clientela affidata rientra, da un
punto di vista gestionale, nella più ampia ed articolata valutazione del merito di credito della
controparte, in particolare all'atto dell'assunzione del rischio, assuma essa la forma di
investimento in titoli di debito o di concessione di finanziamenti.
Gli indirizzi di politica creditizia del Gruppo tengono conto di questa specifica fattispecie di
rischio.
Metodologie di monitoraggio e misurazione
La misurazione del rischio Paese avviene attraverso la rilevazione delle esposizioni in titoli e
crediti delle Banche del Gruppo Carige riferite a soggetti (governi sovrani, istituzioni
finanziarie, imprese, persone fisiche, ecc.) residenti in Paesi esteri potenzialmente soggetti ad
eventi di carattere politico o di altra natura, il cui verificarsi possa comportare un default
parziale o totale del soggetto affidato.
A ciascuna esposizione rilevata viene associato un rating Paese espresso da un soggetto
terzo (SACE) in funzione di tale rischio; l'esposizione viene quindi ponderata in base al
giudizio di rischiosità espresso nel rating Paese e l'ammontare complessivo delle esposizioni
ponderate costituisce la misura dell'esposizione a tale fattispecie di rischio.
52
M. Rischio di Trasferimento
Rischio che una banca, esposta nei confronti di un soggetto che si finanzia in una valuta
diversa da quella in cui percepisce le sue principali fonti di reddito, realizzi delle perdite
dovute alle difficoltà del debitore di convertire la propria valuta nella valuta in cui è
denominata l'esposizione.
Il rischio di trasferimento è di norma considerato un componente del rischio Paese,
specificatamente riferito ad eventi attinenti alla convertibilità della valuta, restrizioni sui
movimenti di capitale, forti svalutazioni e fatti similari, cui risulta esposto qualsiasi soggetto le
cui principali fonti di reddito siano percepite in una valuta a rischio.
Strategia
Vista la natura dell'operatività del Gruppo Carige, orientata in larga prevalenza verso il
mercato domestico, le esposizioni potenzialmente soggette a tale tipologia di rischio hanno
carattere marginale.
Analogamente al rischio Paese, la valutazione di eventuali profili di rischiosità legati a
possibili restrizioni nella conversione e/o circolazione valutaria in determinati Stati, tali da
compromettere la solvibilità della clientela affidata, rientra, da un punto di vista gestionale,
nella più ampia ed articolata valutazione del merito di credito della controparte, in
particolare all'atto dell'assunzione del rischio.
Gli indirizzi di politica creditizia del Gruppo tengono conto di questa specifica fattispecie di
rischio.
Metodologie di monitoraggio e misurazione
Premesso che - in linea di principio - l'esposizione al rischio di trasferimento dipende, a
livello di singola controparte, dall'ammontare dei flussi di cassa espressi in una valuta a
rischio in relazione alle complessive dimensioni aziendali (fatturato, capitale investito,
presenza di flussi alternativi, ecc.), in via approssimativa si è ritenuto di indentificare il
perimetro di potenziale esposizione al rischio di trasferimento con il portafoglio
clienti/emittenti residenti in uno dei Paesi considerati a rischio sotto il profilo della
convertibilità valutaria.
La misurazione del rischio di trasferimento avviene attraverso la rilevazione delle esposizioni
in titoli e crediti presso le Banche del Gruppo Carige riferite a soggetti (governi sovrani,
istituzioni finanziarie, imprese, persone fisiche, ecc.) residenti in Paesi esteri potenzialmente
soggetti a restrizioni nella conversione della valuta nazionale o nella sua circolazione.
53
A ciascuna esposizione rilevata viene associato un rating espresso da un soggetto terzo
(SACE) in funzione di tale specifico rischio (differente, pertanto, dal più ampio e generico
rischio Paese); l'esposizione viene quindi ponderata in base al giudizio di rischiosità espresso
nel rating relativo al rischio di conversione valutaria e l'ammontare complessivo delle
esposizioni ponderate costituisce la misura dell'esposizione a tale fattispecie di rischio.
54
N. Rischio di Base
Nell'ambito del rischio di mercato, il rischio di base rappresenta il rischio di perdite causate
da variazioni non allineate dei valori di posizioni di segno opposto, simili ma non identiche.
L'Autorità di Vigilanza prevede che nella considerazione di tale rischio particolare attenzione
vada posta dalle banche che, calcolando il requisito patrimoniale per il rischio di posizione
secondo la metodologia standardizzata, compensano le posizioni in uno o più titoli di
capitale compresi in un indice azionario con una o più posizioni in future o altri derivati
correlati a tale indice oppure compensano posizioni opposte in future su indici azionari, che
non sono identiche relativamente a scadenza e/o composizione.
Strategia
L'esposizione al rischio di base è inclusa nella valutazione del rischio di mercato che viene
effettuata giornalmente dalla Struttura Risk Management mediante analisi di VaR; peraltro il
rischio di mercato risulta poco rilevante nel suo complesso, viste le dimensioni del portafoglio
di negoziazione, e il rischio base ne costituisce una quota residuale.
Metodologie di monitoraggio e misurazione
Il rischio di base è misurato gestionalmente tramite l'utilizzo del modello interno di VaR
impiegato con l'obiettivo di misurare più compiutamente il rischio di mercato del trading
book, che comprende anche il rischio di movimenti non allineati nelle esposizioni di segno
opposto presenti all'interno del portafoglio.
55
O. Rischio Sovrano
Rischio che riguarda la capacità, o la volontà, del debitore sovrano di onorare i propri
impegni di pagamento. Non si fa riferimento solamente alla disponibilità effettiva di risorse,
ma anche alla reputazione e alla presenza di precedenti ristrutturazioni del debito del
governo medesimo.
Strategia
La valutazione dei profili di rischiosità legati al verificarsi di eventi nel Paese d'origine che
possano compromettere la solvibilità della clientela affidata rientra, da un punto di vista
gestionale, nella più ampia ed articolata valutazione del merito di credito della controparte,
in particolare all'atto dell'assunzione del rischio, assuma essa la forma di investimento in
titoli di debito o di concessione di finanziamenti.
Metodologie di monitoraggio e misurazione
L'esposizione al rischio sovrano per le posizioni incluse nel portafoglioHTC&Sviene misurata
principalmente mediante le analisi previste per il framework sul rischio di mercato (VaR e
Present Value sensitivy) e mediante la valutazione di impatto di specifici scenari (es.
metodologia applicata nell'ambito dell'esercizio diStress Test EBA2018). La scelta del
perimetro oggetto di analisi riflette i criteri contabili (posizioni alfair valuecon impatto ad
OCI). I fattoristresse laseveritydellostressapplicato sono coerenti con quelli definiti per lo
scenario distressICAAP.
56
P. Rischio da Fondi Pensione a prestazioni definite
Rischio che, con riferimento ai piani pensionistici a prestazioni definite, i contributi
versati/accantonati non siano sufficienti a coprire le prestazioni garantite in relazione a
dinamiche demografiche impreviste (cd. rischio attuariale) e/o che si realizzi un insufficiente
rendimento degli asset in cui tali contributi sono stati investiti (cd. rischio finanziario), con
conseguenti oneri aggiuntivi a carico della banca.
Strategia
Al Gruppo Carige fanno capo tre Fondi costituenti forme pensionistiche complementari:
·Fondo di Previdenza di Banca Carige S.p.A (in breve FIP Carige);
·Fondo di Previdenza della Cassa di Risparmio di Savona S.p.A (in breve FIP Carisa);
·Fondo di Previdenza della Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A. (in breve FIP
Carrara).
A seguito della incorporazione della Cassa di Risparmio di Savona S.p.A. e della Cassa di
Risparmio di Carrara S.p.A., i fondi di quiescenza costituiti all'interno della sopraindicate
società hanno mantenuto la loro individualità, anche contabile, all'interno della
incorporanda Banca Carige S.p.A..
I Fondi peraltro non sono strutturati in conti individuali e sono chiusi a nuovi ingressi, in
particolare al FIP Carrara sono iscritti solo dipendenti in quiescenza in quanto la Sezione a
contribuzione definita a cui erano iscritti i dipendenti è stata liquidata nel mese di Febbraio
del 2015 in conformità alla delibera assunta dal CdA della Cassa di Risparmio di Carrara in
data 10/11/2014.
I tre Fondi inoltre non sono dotati di autonoma personalità giuridica, e sono costituiti:
·quelli di Carige e di Carisa come poste contabili nell'ambito del patrimonio
complessivo della Banca Carige S.p.A., all'interno della quale sono costituiti,
conseguentemente non esistono attività al servizio del piano;
·quello di Carrara quale patrimonio separato ed autonomo ai sensi dell'art. 2117 del
codice civile nell'ambito del patrimonio complessivo della Banca Carige S.p.A.
Lo IAS19 distingue i "post employment benefits" vale a dire le prestazioni post lavorative
dovute dopo la cessazione del rapporto di lavoro quali i Fondi in esame tra piani a
contribuzione definita e piani a benefici definiti. I piani a benefici definiti sono caratterizzati
dal fatto che i rischi attuariali e di investimento non sono trasferiti ad un soggetto esterno o al
dipendente ma rimangono in capo all'Azienda.
57
Ai fini IAS, i Fondi di cui sopra sono piani a benefici definiti successivi alla cessazione del
rapporto di lavoro.
L'obbligazione dell'Azienda consiste nel pagamento delle pensioni:
·dirette ai dipendenti cessati dal servizio;
·indirette ai superstiti di dipendenti deceduti in servizio;
·di reversibilità ai superstiti di ex dipendenti deceduti dopo il pensionamento.
Metodologie di monitoraggio e misurazione
Ai fini della redazione del bilancio tecnico di un fondo pensione a prestazione definita
secondo lo IAS 19, i valori attuariali da determinare sono:
·ilDefined Benefit Obligation(DBO), che rappresenta il valore attuale medio alla data
di valutazione delle prestazioni pensionistiche;
·ilCurrent Service Cost(CSC), che rappresenta il valore attuale medio delle prestazioni
maturate dai lavoratori in servizio nel corso dell'esercizio. Nel caso del FIP Carrara,
essendo la collettività costituita da soli pensionati, il CSC è nullo;
·l'Interest Cost(IC), che rappresenta l'interesse sulla passività netta (differenza tra DBO
e Plan assets at fair value) a inizio anno;
·ilPlan assets at fair value,, che rappresenta il valore corrente delle attività del fondo.
Per i Fondi in esame, non dotati di autonoma personalità giuridica, non esistono
attività al servizio del piano.
In definitiva, i rischi relativi ai fondi a prestazione definita riguardano sia le somme che sono
da addebitarsi a conto economico (Interest Cost e Current Service Cost), sia le somme che
sono da addebitarsi allo Stato patrimoniale - riserva di valutazione (Other Comprehensive
Income "OCI") - relativamente alle perdite attuariali (variazione della Defined Benefit
Obligation). Quest'ultima componente valutativa rappresentata dagli utili/perdite attuariali
costituisce il driver di rischio principale.
58
Q. Rischio di Leva Finanziaria Eccessiva
L'Autorità di Vigilanza definisce il rischio di leva finanziaria eccessiva come "il rischio che un
livello di indebitamento particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri renda
la banca vulnerabile, rendendo necessaria l'adozione di misure correttive al proprio piano
industriale, compresa la vendita di attività con contabilizzazione di perdite che potrebbero
comportare rettifiche di valore anche sulle restanti attività" 6 .
Metodologie di monitoraggio e misurazione
La leva finanziaria viene misurata con l'indicatore dileverage ratio, che rapporta il
patrimonio aziendale (TIER 1) con il totale dell'attivo, comprensivo degliassetsfuori bilancio,
la cui esposizione viene quantificata ricorrendo ad appositi fattori di conversione. Illeverage
ratiocostituisce uno degli indicatori di RAF, nell'ambito del quale sono stati definiti valori di
Risk Appetite e Risk Tolerance, oggetto di specifico monitoraggio.
6 Cfr. Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche (Circolare Banca d'Italia n. 285/2013, titolo iii - capitolo 1, allegato A - i
rischi da sottoporre a valutazione nell'ICAAP).
59
R. Rischio di Riciclaggio e di Terrorismo
Rischio che individua i reati presupposto del riciclaggio, ovverosia conversione e
trasferimento di beni provenienti da attività criminosa o il loro acquisto, detenzione ed
utilizzo, nonché l'occultamento e la dissimulazione della reale natura di beni provenienti da
attività criminosa, oltre ad altri fenomeni riconducibili al finanziamento del terrorismo.
Strategia
In stretta aderenza con il modello FATF, la metodologia delineata dalle Disposizioni
sull'organizzazione emanate da Banca d'Italia prevede che il processo sia svolto nelle
seguenti macro attività:
·identificazione del rischio inerente: i destinatari identificano i rischi attuali e potenziali
cui sono esposti, tenendo in considerazione anche gli elementi forniti da fonti
informative esterne;
·analisi delle vulnerabilità: i destinatari analizzano l'adeguatezza dell'assetto
organizzativo, dei presidi di prevenzione e monitoraggio rispetto ai rischi
precedentemente identificati al fine di individuare eventuali vulnerabilità;
·determinazione del rischio residuo: i destinatari valutano il livello di rischio cui sono
esposti in ragione del livello di rischio inerente e della robustezza dei presidi di
mitigazione;
·azione di rimedio: i destinatari realizzano appropriati interventi correttivi a fronte delle
eventuali criticità esistenti e per l'adozione di opportune misure di prevenzione e
mitigazione del rischio di riciclaggio.
Il framework di autovalutazione si sostanzia in un RBA model (Risk Based Approach)
composto da:
·schema logico per la raccolta delle informazioni quantitative;
·schema logico per la raccolta delle informazioni qualitative;
·criteri per la formazione e l'organizzazione del data set (fattori di rischio);
·algoritmi per l'elaborazione delle informazioni quali-quantitative e per stimare il risk
profile;
·infrastrutture informatiche per la produzione delle evidenze (es. spreadsheet excel o
altro strumento software)
Il framework metodologico è articolato su quattro blocchi logici, cui sono dedicati appositi
ambienti di raccolta, catalogazione ed elaborazione delle informazioni che costituiscono il
data set:
·modulo di valutazione del rischio inerente;
·modulo di valutazione della vulnerabilità;
·modulo di determinazione del rischio residuo;
·modulo di produzione dei report di output.
60
Metodologie di monitoraggio e misurazione
L'autovalutazione comporta i seguenti passaggi logico-formali:
·calcolo del "rischio inerente" per ciascuna linea di business individuata, utilizzando
specifici indicatori atti a misurare l'operatività dell'intermediario con riferimento alle
"aree di rischio" individuate (Key Risk Indicators);
ül'analisi del rischio inerente viene ordinatamente condotta mediante l'elaborazione di
KRI o indicatori di rischio, ossia evidenze quali-quantitative che possono essere
considerate come evidenze di esposizione al rischio oppure di potenziale accadimento
di eventi avversi;
üin altri termini, il data set viene costruito processando le informazioni e i dati raccolti
per l'elaborazione dei KRI, specificatamente concepiti e declinati per ogni business
line e tenendo conto dei diversi risk factor;
üsecondo la canonica impostazione di Risk Management, per la stima dell'esposizione
al rischio è necessario prendere in esame:
§la probabilità di accadimento dell'evento avverso (likelihood);
§gravità, svincolata da misure economiche, delle ricadute sulla Banca nel caso di
accadimento dell'evento avverso (severity).
Il modello sviluppato prevede l'attribuzione di una misura di frequenza nella
manifestazione dell'evento avverso sottostante ogni KRI, ovvero per ogni elemento
rilevante individuato nei fattori di rischio e nell'ambito della linea di business.
Il rischio inerente per linea di business viene calcolato come media dello score di rischio
potenziale assegnato al k-esimo KRI ponderata per il livello di severity (peso assegnato).
�������������� ���������������� �� =
Σ (���������� �� ∗ ���������������� �� �� )
������
Σ ���������������� ��
��
������
∀ ���������������� ��������
·determinazione della "vulnerabilità" per ciascuna linea di business/ area di rischio (in
termini di adeguatezza dell'assetto organizzativo e dei presidi).
Una volta determinata l'intensità del rischio inerente per ciascuna delle linee di business
dell'intermediario, va valutato, per ciascuna di esse, il livello di vulnerabilità del relativo
sistema dei presidi. Il sistema dei presidi viene concepito nell'ambito del framework
metodologico come l'insieme delle misure di deterrenza adottate dalla Banca per mitigare
il rischio potenziale. Seguendo l'approccio presentato nella nota di Banca d'Italia, il
sistema dei presidi viene valutato tenendo conto dei seguenti blocchi di presidi:
üquadro organizzativo;
üsistema dei controlli interni;
üconsapevolezza del rischio inerente.
61
Lo svolgimento dell'istruttoria mira a valutare proprio la sussistenza e l'efficacia dei predetti
blocchi, scomponendo il sistema dei presidi nelle sue componenti più elementari, cioè in
misure di deterrenza granulari.
62
S. Rischio di Partecipazione
Rischio di potenziali perdite di valore derivanti da investimenti finanziari non speculativi in
società esterne al perimetro di consolidamento.
Strategia
A decorrere dall'aprile 2015 la Banca si è dotata di un Regolamento di Gruppo relativo al
processo delle partecipazioni e di una policy che contiene le strategie e le politiche in
materia di partecipazioni in imprese non finanziarie. La Capogruppo esercita attività di
direzione e coordinamento nei confronti delle proprie controllate e promuove l'efficienza, la
valorizzazione e l'interesse imprenditoriale delle singole società, fatta salva la dovuta
autonomia di queste ultime, e del Gruppo nella sua totalità, nel rispetto dei principi di
corretta gestione societaria, salvaguardandone la stabilità e la redditività.
La gestione degli investimenti partecipativi in imprese non finanziarie, con particolare
riguardo all'attività di acquisizione e cessione delle interessenze, tiene principalmente conto
delle opportunità di sviluppo e di impulso delle attività core del Gruppo connesse
all'investimento sia sotto il profilo delle iniziative imprenditoriali poste in essere dalla
partecipata sia sotto l'aspetto promozionale. Gli investimenti in imprese non finanziarie
rispondono ad una logica di differenziazione nell'allocazione delle risorse del Gruppo con
l'obiettivo di conseguire nel medio-lungo periodo ritorni economici, diretti ed indiretti, in
termini di distribuzione di dividendi e di commissioni percepite in qualità di intermediario
bancario 'di riferimento' per la società partecipata.
La gestione degli investimenti partecipativi della specie può inoltre essere orientata all'avvio o
al mantenimento e allo sviluppo di relazioni significative con società o enti rappresentativi del
tessuto locale di insediamento della Banca, o aventi rilevanza di sistema in quanto
strumentali ad attività del Gruppo, o promossi da associazioni di categoria o altri enti ed
aggregazioni aventi rilevanza economica o sociale. Ciò nell'ottica di promuovere l'immagine
ed il marchio del Gruppo, tanto presso gli interlocutori istituzionali che presso il pubblico dei
risparmiatori/investitori.
Esulano dagli obiettivi di investimento, come sopra illustrati, le partecipazioni acquisite per
effetto della conversione di crediti nei confronti di imprese in temporanea difficoltà finanziaria
o per recuperare un credito, vantato nei confronti della società partecipata o di un
partecipante alla stessa. In entrambi i casi dovrà essere attentamente valutata la convenienza
economica dell'operazione rispetto ad altre forme di tutela del credito.
Nel caso di acquisizione di partecipazioni in imprese in temporanea difficoltà finanziaria
dovrà essere sottoposto all'approvazione dell'Organo con funzione di gestione della Banca
del Gruppo interessata e, se diversa, della Capogruppo per il previsto parere favorevole, un
piano di risanamento della durata massima di cinque anni, condiviso da un numero di
63
banche che rappresenti una quota elevata dell'esposizione complessiva verso il sistema, e
individuata la banca capofila responsabile della verifica della corretta esecuzione del piano e
del sostanziale conseguimento degli obiettivi perseguiti.
L'acquisizione di partecipazioni direttamente nella società debitrice al fine di recuperare il
credito dovrà, invece, essere finalizzata esclusivamente ad accelerare le procedure di
liquidazione dell'attivo attraverso una o più operazioni da sottoporre alla preventiva
approvazione dell'Organo con funzione di gestione della Banca del Gruppo interessata e, se
diversa, della Capogruppo per il previsto parere favorevole.
In ogni caso, le decisioni d'investimento e la gestione del portafoglio di partecipazioni in
imprese non finanziarie devono essere orientate al criterio della redditività al netto del
rischio.
Come previsto dalla normativa di Vigilanza, non possono essere acquisite partecipazioni
oltre il margine disponibile per investimenti in partecipazioni e in immobili. Inoltre, fermi
restando il limite complessivo e il limite di concentrazione degli investimenti qualificati in
società non finanziarie, da contenere a livello consolidato rispettivamente entro il 60% ed il
15% del capitale ammissibile, come da disposizione regolamentare.
Metodologie di monitoraggio e misurazione
Nella voce partecipazioni di bilancio sono classificate le partecipazioni non possedute per la
vendita in società collegate, iscritte in bilancio in base al metodo del Patrimonio Netto.
L'iscrizione iniziale avviene alla data di regolamento. In questa categoria sono eventualmente
classificate le società controllate escluse dall'area di consolidamento integrale e le società
collegate escluse dall'applicazione del metodo di valutazione del Patrimonio Netto in quanto
non ritenute rilevanti. Tali società sono iscritte in bilancio al costo. In corrispondenza di
ciascuna chiusura contabile, vengono verificati i possibili indizi in base ai quali una
partecipazione potrebbe dover essere svalutata. Tali indizi sono indicativamente individuati in
fattori interni ed esterni alla partecipante quali:
·declino del valore di mercato della partecipazione;
·cambiamento delle condizioni ambientali nelle quali la società partecipata opera;
·incremento dei tassi di mercato;
·deterioramento nelle performance attese della partecipazione.
Se esiste una di tali condizioni viene calcolato il valore recuperabile dell'investimento, inteso
come il maggior valore tra il fair value meno i costi di vendita ed il valore d'uso. Se il valore
recuperabile risulta inferiore al valore contabile, si procede alla svalutazione
dell'investimento. Il valore d'uso si calcola come valore attuale dei flussi di cassa che
saranno generati all'investimento applicando agli stessi flussi un tasso di mercato
rappresentativo del costo del capitale e dei rischi specifici dell'investimento. Nel calcolare il
valore d'uso occorre altresì attualizzare il valore di presunta dismissione dell'investimento ad
64
un tempo finale sulla base di un ipotetico prezzo concordato tra parti indipendenti,
disponibili ed informate.
Se la perdita di valore iscritta nei precedenti periodi viene meno o diminuisce, viene
effettuata una ripresa di valore a conto economico. In caso il valore risultante della
partecipazione non può eccedere il costo precedente la svalutazione.
Le partecipazioni sono cancellate quando l'attività in esame viene ceduta, trasferendo
sostanzialmente tutti i rischi ed i benefici connessi o quando scadono i diritti contrattuali sui
flussi finanziari, il valore riportato con riferimento alla voce "Partecipazioni" corrisponde
all'ammontare indicato nella voce 100 dell'Attivo dello Stato Patrimoniale Consolidato. Si
evidenzia che le partecipazioni esposte nella voce 100 sono tutte non quotate e valutate con
il metodo del Patrimonio Netto o al costo se ritenute non rilevanti.
Per quanto riguarda il complesso delle partecipazioni, secondo la definizione regolamentare,
viene monitorato periodicamente il rispetto dei seguenti limiti regolamentari:
·capienza del margine disponibile, inteso quale differenza tra Capitale Ammissibile e
investimenti in immobili e partecipazioni;
·limite del 60% del Capitale Ammissibile sul totale degli investimenti in imprese non
finanziarie;
·limite del 15% del Capitale Ammissibile su ciascun investimento in imprese non
finanziarie considerato singolarmente.
I limiti sulle imprese non finanziarie vengono verificati anche in ipotesi di stress, andando
cioè a includere nel computo il totale degli investimenti in imprese in temporanea difficoltà
finanziaria o per recupero crediti.
65
2. AMBITO DI APPLICAZIONE
INFORMATIVA QUALITATIVA - art. 436 CRR
L'ambito di applicazione del presente documento riguarda il perimetro del Gruppo Bancario
Banca Carige
Fanno parte del Gruppo Bancario le società controllate che esercitano attività bancaria,
finanziaria e strumentale. Il concetto di controllo applicato è quello fissato dal principio
contabile IFRS 10 - Bilancio Consolidato. Alla data di riferimento non sono state individuate
società sottoposte a controllo congiunto a cui si applica il principio contabile IFRS 11 -
Accordi a controllo congiunto. Le società controllate che esercitano attività dissimili sono
incluse nell'area di consolidamento del bilancio civilistico redatto in base ai principi IAS/IFRS,
ma sono escluse dall'ambito di applicazione della presente informativa. Al 31/01/2020 le
aree di consolidamento civilistica e del gruppo bancario coincidono.
Con riferimento all'attività svolta, le società controllate possono essere suddivise in bancarie
(Banca Carige S.p.A., Banca del Monte di Lucca S.p.A., Banca Cesare Ponti S.p.A.), società
fiduciaria (Centro Fiduciario C.F. S.p.A. in liquidazione), società veicolo di cartolarizzazione
(Argo Mortgage 2 S.r.l., Lanterna Finance S.r.l., Lanterna Consumer S.r.l. e Lanterna Lease
S.r.l.), società veicolo per operazioni di emissione di covered bond (Carige Covered Bond
S.r.l. e Carige Covered Bond 2 S.r.l.) e società strumentali (Carige Reoco S.p.A e Abitare
R.E. S.r.l.).
Con riferimento alle società veicolo Argo Mortgage 2 S.r.l., Lanterna Finance S.r.l., Lanterna
Lease S.rl. Carige Covered Bond S.r.l. e Carige Covered Bond 2 S.r.l. si fa presente che per
tutte si è proceduto al consolidamento con il metodo integrale. Non si è proceduto alla
cancellazione dei crediti dai bilanci dei rispettivi cedenti né per le operazioni di
cartolarizzazione né con riferimento alle cessioni finalizzate all'emissione di covered bond in
quanto il Gruppo ha trattenuto sostanzialmente i relativi rischi e benefici connessi.
Si segnala che non esistono vincoli o restrizioni giuridiche o sostanziali in grado di ostacolare
il rapido trasferimento di risorse patrimoniali all'interno del Gruppo. Gli unici vincoli sono
quelli riconducibili alla normativa regolamentare, che può richiedere il mantenimento di un
ammontare minimo di fondi propri o di un indice di liquidità (LCR - Liquidity Coverage
Ratio), il divieto alla distribuzione di dividendi o alle disposizioni del codice civile sugli utili e
riserve distribuibili.
66
INFORMATIVA QUANTITATIVA - art. 436 CRR
2.1 Area di Consolidamento al 31 Gennaio 2020
Il perimetro dell'area di consolidamento è variato rispetto a quello determinato per la
redazione del bilancio al 31 dicembre 2018 a seguito della fuoriuscita di Creditis Servizi
Finanziari S.p.A. dovuta alla cessione dell'80,1% e dell'ingresso di una nuova società
strumentale - Abitare R.E. S.r.l. - costituita da Carige Reoco S.p.A..
Impresa
partecipante Quota % nel bilancio
nelle segnalazioni
prudenziali
A. Imprese
A.1 Consolidate integralmente
Gruppo Bancario
1. Banca CARIGE SpA in Amministrazione
Straordinaria Genova Genova
2. Banca del Monte Lucca SpA Lucca Lucca A1.1 60,00 cons. integrale cons. integrale
3. Banca Cesare Ponti SpA Milano Milano A1.1 100,00 cons. integrale cons. integrale
4. Centro Fiduciario C.F. SpA in liquidazione Genova Genova A1.1 96,95 cons. integrale cons. integrale
5. Argo Mortgage 2 Srl Genova Genova A1.1 60,00 cons. integrale cons. integrale
6. Carige Covered Bond Srl Genova Genova A1.1 60,00 cons. integrale cons. integrale
7. Carige Covered Bond 2 Srl Genova Genova A1.1 60,00 cons. integrale cons. integrale
8. Lanterna Finance Srl (1) Genova Genova A1.1 5,00 cons. integrale cons. integrale
9. Lanterna Consumer Srl (1) Genova Genova A1.1 5,00 cons. integrale cons. integrale
10. Lanterna Lease Srl (1) Genova Genova A1.1 5,00 cons. integrale cons. integrale
11. Carige Reoco SpA Genova Genova A1.1 100,00 cons. integrale cons. integrale
12. Abitare R.E. Srl Genova Genova A1.11 100,00 cons. integrale cons. integrale
(1) Società veicolo di operazioni di cartolarizzazione controllata in base ai requisiti fissati dall'IFRS 10.
Denominazioni imprese
Rapporto di partecipazione
Sede
legale
Trattamento
Sede
operativa
67
3. FONDI PROPRI
INFORMATIVA QUALITATIVA - art. 437 CRR
I fondi propri sono stati determinati in base alla disciplina armonizzata per le banche e le
imprese di investimento contenuta nel Regolamento UE n. 575/2013 (CRR) e nella Direttiva
UE 36/2013 (CRDIV) che traspongono nell'Unione europea gli standard definiti dal
Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. Si è tenuto conto inoltre delle disposizioni
emanate dalla Banca d'Italia con le circolari 285/2013 e 286/2013 e relativi aggiornamenti
con particolare riferimento all'esercizio delle discrezionalità nazionali.
Non vi sono differenze tra il perimetro di consolidamento utilizzato per la redazione del
bilancio e il perimetro di consolidamento utilizzato ai fini prudenziali.
In data 12 dicembre 2017 il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno emanato il
Regolamento (UE) 2017/2395 "Disposizioni transitorie volte ad attenuare l'impatto
dell'introduzione dell'IFRS 9 sui fondi propri" che aggiorna il Regolamento 575/2013 CRR,
inserendo il nuovo articolo 473 bis "Introduzione dell'IFRS 9", il quale offre la possibilità alle
banche di mitigare gli impatti sui fondi propri derivanti dall'introduzione del principio
contabile IFRS 9 in un periodo transitorio di 5 anni (da marzo 2018 a dicembre 2022)
sterilizzando nel CET1 l'impatto con l'applicazione di percentuali decrescenti nel tempo. In
data 31 gennaio 2018 Banca Carige ha manifestato alla BCE per tutte le Banche del
Gruppo la volontà di adottare il cosiddetto "phase in", ovvero il regime transitorio previsto
dal regolamento UE 2017/2395, che consente la diluizione in 5 anni degli impatti sui fondi
propri derivanti dalla transizione all'IFRS 9, includendo nel capitale primario di classe 1
(CET1) una quota via via decrescente della differenza tra le nuove rettifiche di valore,
calcolate secondo l'IFRS9, e le rettifiche di valore determinate secondo le regole dello IAS39.
Avendo optato per il trattamento transitorio Banca Carige deve fornire al mercato le
informazioni relative a Capitale disponibile, RWA, Ratio patrimoniale e Leverage ratio con e
senza l'applicazione delle disposizioni transitorie in materia di IFRS 9.
68
Schema relativo alle caratteristiche degli strumenti di capitale
I prospetti a seguire sono strutturati sulla base degli schemi contenuti all'interno del
Regolamento di Esecuzione (UE) n. 1423 del 20 dicembre 2013, che stabilisce le norme
tecniche di attuazione per quanto riguarda l'informativa sui requisiti di Fondi Propri degli enti
ai sensi del Regolamento n. 575/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio.
In particolare, l'Allegato II del citato Regolamento prevede uno specifico modello per la
disclosuredelle principali caratteristiche degli strumenti di capitale.
69
1. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET 1)
Il Capitale primario di classe 1prima dei filtri prudenziali è costituito dai seguenti elementi
positivi o negativi:
·capitale sociale
·sovrapprezzo azioni
·riserve
·azioni proprie in portafoglio
·perdita del periodo
·altri elementi di conto economico accumulate
·interessi di minoranza
I filtri prudenziali del CET 1 sono costituiti dai seguenti elementi:
·copertura dei flussi di cassa (cash flow hedge)
·utili o perdite di fair value derivanti dal rischio di credito proprio correlato a passività
derivate
·rettifiche di valore di vigilanza
Le detrazioni dal CET 1 sono costituite da:
·attività immateriali
·attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e non derivano da
differenze temporanee al netto delle relative passività fiscali
·attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura ed emergono da differenze
temporanee
Agli elementi sopraelencati vengono aggiunti gli impatti sul CET 1 dovuti al regime
transitorio per attenuare l'impatto dell'introduzione dell'IFRS 9.
2. Capitale aggiuntivo di classe 1 (additional Tier 1 - AT1)
Il capitale aggiuntivo di classe 1 è costituito da:
·capitale versato (azioni di risparmio)
·interessi di minoranza
3. Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2)
Il Capitale di classe 2 è costituito dai seguenti elementi positivi o negativi:
·strumenti di T2 propri
·detrazione per strumenti di T2 detenuti indirettamente
·interessi di minoranza
70
Gli strumenti computabili nel T2 sono rappresentati dai seguenti prestiti subordinati:
1) Prestito obbligazionario subordinato Tier II emesso dalla Banca con le seguenti
caratteristiche:
- valore nominale euro 320.000.000 emesso il 30 novembre 2018, in circolazione al
31 gennaio 2020 per euro 6.800.000, suddiviso in obbligazioni del valore nominale
unitario di euro 100.000, valore computabile nel T2 euro 6.800.000; Si segnala che
viene portata in deduzione la quota detenuta indirettamente dalle controllate Banca
Ponti e Banca del Monte di Lucca tramite lo Schema Volontario del FITD;
- tasso: 16% annuo pagabile trimestralmente;
- scadenza: 30 novembre 2028, con possibilità di rimborso anticipato a partire dal
quinto anno dalla data di emissione previa autorizzazione della competente Autorità
di Vigilanza;
- clausola di subordinazione: le obbligazioni sono in ogni caso subordinate e, in caso
di liquidazione volontaria o di sottoposizione a procedure di liquidazione coatta
amministrativa o di risoluzione dell'Emittente, potranno essere rimborsate solo dopo
che saranno stati soddisfatti tutti gli altri creditori non ugualmente subordinati
dell'Emittente e, cioè, dopo che siano stati soddisfatti tutti i creditori, subordinati e non
dell'Emittente, fatta eccezione per quelli con un grado di subordinazione uguale o
maggiore rispetto a quello delle obbligazioni;
- caratteristiche di computabilità: non essendosi verificato un Aumento di Capitale entro
il 30 giugno 2019 e non avendo dunque rispettato, a livello individuale e/o
consolidato, i requisiti minimi di capitale alla stessa applicabili (definiti come pillar 1,
pillar 2 requirements, con esclusione pertanto del capital conservation buffer e della
pillar 2 guidance), il portatore dell'obbligazione ha utilizzato a fine 2019 - su
richiesta della Banca e/o delle competenti Autorità di Vigilanza - le obbligazioni per
rafforzare il Common Equity Tier 1 ratio (CET1) della Banca per nominali
313.200.000 euro. L'importo residuo di 6.800.000 euro potrà essere utilizzato di
volta in volta nella misura strettamente necessaria a garantire il rispetto dei suddetti
requisiti minimi.
2) Prestito obbligazionario subordinato Tier II emesso dalla Banca con le seguenti
caratteristiche:
- valore nominale euro 200.000.000 emesso il 20 dicembre 2019, in circolazione al
31 gennaio 2020 per euro 200.000.000, suddiviso in obbligazioni del valore
nominale unitario di euro 100.000, valore computabile nel T2 euro 200.000.000;
- tasso: 8,25% annuo pagabile trimestralmente fino alla "Data di Reset" (primi 5 anni);
dalla data di "reset" a scadenza o rimborso anticipato il "Tasso di Reset": Tasso di
Reset = Tasso di Mercato + Margine; ove "Tasso di Mercato" è il tasso swap a 5
anni, "Margine" è la differenza tra il tasso iniziale degli Interessi e il tasso swap a 5
anni rilevato alla Data di Emissione.
71
- scadenza: 20 dicembre 2029, con possibilità di rimborso anticipato a partire dal
quinto anno dalla data di emissione previa autorizzazione della competente Autorità
di Vigilanza;
- clausola di subordinazione: le obbligazioni sono in ogni caso subordinate e, in caso
di liquidazione o di sottoposizione a procedure concorsuali dell'Emittente, il debito relativo
alle Obbligazioni sarà rimborsato i) solo dopo che siano stati soddisfatti tutti i creditori
privilegiati e ordinari dell'Emittente; ii) pari passu con i titolari di tutti gli strumenti finanziari
dell'Emittente aventi pari grado di subordinazione e con i creditori dell'Emittente caratterizzati
dal medesimo grado di subordinazione; iii) in ogni caso con precedenza rispetto ai titolari di
strumenti finanziari o posizioni negoziali caratterizzati da un grado di subordinazione
maggiore rispetto a quello delle Obbligazioni.)
Di seguito si riportano i modelli sulle principali caratteristiche degli strumenti di classe 2
computati.
72
1 Emittente Banca Carige S.p.A.
2 Identificativo unico {ad es., identificativo CUSIP, ISIN o Bloomberg per i
collocamenti privati)
IT0005353526
3 Legislazione applicabile allo strumento Italiana
Trattamento regolamentare
4 Disposizioni transitorie del CRR Capitale aggiuntivo di classe 2
5 Disposizioni post transitorie del CRR Capitale aggiuntivo di classe 2
6 Ammissiblie a livello di singolo ente/(sub-)consolidamento l di singolo ente e di
(sub-)conso- lidamento
Capitale aggiuntivo di classe 2 sia alivello individuale sia a livello
consolidato
Tipo di strumento (i tipi devono essere specificati per ciascuna giurisdizione) Bond - Art. 62,63 e 77 Regolamento UE 575/2013
8 Importo rilevato nel capitale regolamentare (moneta in milioni, alla più recente
data di riferìmento per la segnalazione)
euro 6,8 milioni
9 Importo nominale dello strumento euro 320,000,000 iniziali. In circolazione alla data 6.800.000
9a Prezzo di emissione 100
9b Prezzo di rimborso 100
10 Classificazione contabile Passività - Costo Ammortizzato
11 Data di emissione originaria 30/11/2018
12 lrredimibile o a scadenza Scadenza
13 Data di scadenza originaria 30/11/2028
14 Rimborso anticipato a discrezione dell'emittente soggetto a approvazione
preventiva dell'auto- rità di vigilanza
15 Data del rimborso anticipato facoltativo, date del rimborso anticipato eventuale e
importo del rimborso
30/11/2023
16 Date successive di rimborso anticipato, se del caso
trimestralmente il 31/3 30/6 30/9 31/12 di ogni anno a partire dal
31/03/2019
Cedo/e/dividendi si
17 Dividendi/cedole fissi o variabili Fisso
18 Tasso della cedola ed eventuale indice correlato 16%
19 Presenza di un meccanismo di "dividend stopper" No
20a Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di
tempo)
Pienamente discrezionale
20b Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di
importo)
Pienamente discrezionale
21 Presenza di "step up" o di altro incentivo al rimborso No
22 Non cumulativo o cumulativo Non cumulativo
23 Convertibile o non convertibile Non convertibile
24 Se convertibile, evento(i) che determina(no) la conversione N/A
25 Se convertibile, in tutto o in parte N/A
26 Se convertibile, tasso di conversione N/A
27 Se convertibile, conversione obbligatoria o facoltativa N/A
28
Se convertibile, precisare il tipo di strumento nel qual e la conversione è possibile N/A
29
Se convertibile, precisare l'emittente dello strumento nel qual e viene convertito N/A
30 Meccanismi di svalutazi one (write down) N/A
31 In caso di meccanismo di svalutazione (write down), evento(i) che la
determina(no)
N/A
32 In caso di svalutazione (write down), svalutazione totale o parziale N/A
33 In caso di svalutazione (write down), svalutazione permanente o temporanea N/A
34 In caso di svalutazione (write down) temporanea, descrizi one del meccanismo di
rivalutazione
N/A
35 Posizione nella gerarchia di subordinazione in caso di liquidazione (specificare il tipo di strumento di rango
immediatamente superiore (senior)) Tier II
36 Caratteristiche non conformi degli strumenti che beneficiano delle disposizioni transitorie No
37 In caso affermativo, specificare le caratteristiche non conformi
Modello sulle principali caratteristiche degli strumenti di capitale (1)
(1) "N/A" se l'informazione non si applica
73
1 Emittente Banca Carige S.p.A.
2 Identificativo unico {ad es., identificativo CUSIP, ISIN o Bloomberg per i
collocamenti privati)
IT0005389934
3 Legislazione applicabile allo strumento Italiana
Trattamento regolamentare
4 Disposizioni transitorie del CRR Capitale aggiuntivo di classe 2.
5 Disposizioni post transitorie del CRR
6 Ammissiblie a livello di singolo ente/(sub-)consolidamento l di singolo ente e di
(sub-)conso- lidamento
Tipo di strumento (i tipi devono essere specificati per ciascuna giurisdizione) Bond - Art. 62,63 e 71 Regolamento UE 575/2013
8 Importo rilevato nel capitale regolamentare (moneta in milioni, alla più recente
data di riferì- mento per la segnalazione)
200
9 Importo nominale dello strumento euro 200,000,000
9a Prezzo di emissione 100
9b Prezzo di rimborso 100
10 Classificazione contabile Passività - Costo Ammortizzato
11 Data di emissione originaria 20/12/2019
12 lrredimibile o a scadenza Scadenza
13 Data di scadenza originaria 20/12/2029
14 Rimborso anticipato a discrezione dell'emittente soggetto a approvazione
preventiva dell'auto- rità di vigilanza
15 Data del rimborso anticipato facoltativo, date del rimborso anticipato eventuale e
importo del rimborso
20/12/2025
16 Date successive di rimborso anticipato, se del caso
trimestralmente il 20/3 20/6 20/9 20/12 di ogni anno a partire dal
20/03/2020
Cedo/e/dividendi si
17 Dividendi/cedole fissi o variabili Fisso
18 Tasso della cedola ed eventuale indice correlato 8,25%
19 Presenza di un meccanismo di "dividend stopper" No
20a Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di
tempo)
Pienamente discrezionale
20b Pienamente discrezionale, parzialmente discrezionale o obbligatorio (in termini di
importo)
Pienamente discrezionale
21 Presenza di "step up" o di altro incentivo al rimborso No
22 Non cumulativo o cumulativo Non cumulativo
23 Convertibile o non convertibile Non convertibile
24 Se convertibile, evento(i) che determina(no) la conversione N/A
25 Se convertibile, in tutto o in parte N/A
26 Se convertibile, tasso di conversione N/A
27 Se convertibile, conversione obbligatoria o facoltativa N/A
28
Se convertibile, precisare il tipo di strumento nel qual e la conversione è possibile N/A
29
Se convertibile, precisare l'emittente dello strumento nel qual e viene convertito N/A
30 Meccanismi di svalutazi one (write down) N/A
31 In caso di meccanismo di svalutazione (write down), evento(i) che la
determina(no)
N/A
32 In caso di svalutazione (write down), svalutazione totale o parziale N/A
33 In caso di svalutazione (write down), svalutazione permanente o temporanea N/A
34 In caso di svalutazione (write down) temporanea, descrizi one del meccanismo di
rivalutazione
N/A
35 Posizione nella gerarchia di subordinazione in caso di liquidazione (specificare il tipo di strumento di rango
immediatamente superiore (senior)) Tier II
36 Caratteristiche non conformi degli strumenti che beneficiano delle disposizioni transitorie No
37 In caso affermativo, specificare le caratteristiche non conformi
Modello sulle principali caratteristiche degli strumenti di capitale (1)
(1) "N/A" se l'informazione non si applica
74
INFORMATIVA QUANTITATIVA - art. 437 / 445 / 492 CRR
3.1 Composizione dei Fondi Propri al 31 Gennaio 2020
Di seguito si riporta il Modello per il confronto dei fondi propri e dei coefficienti patrimoniali
e di leva finanziaria degli enti, con e senza l'applicazione delle disposizioni transitorie in
materia di IFRS 9 previsto negli Orientamenti dell'EBA su tale materia emessi il 16/1/2018.
Totale Totale
31/01/2020 31/12/2018
A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) prima
dell'applicazione dei filtri prudenziali 1.599.774 1.762.356
di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie - -
B. Filtri prudenziali del CET1 (+/- ) 72.371 84.803
C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effeti del regime
transitorio (A+/-B) 1.672.145 1.847.159
D. Elementi da dedurre dal CET1 (620.790) (607.201)
E. Regime transitorio - Impatto su CET1 (+/- ) , inclusi gli interessi di
minoranza oggetto di disposizioni transitorie 245.144 332.785
F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) (CD+/-
E) 1.296.499 1.572.743
G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) al lordo degli
elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio 175 2.427
di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie - -
H. Elementi da dedurre dall'AT1 - -
I. Regime transitorio - Impatto su AT1 (+/- ) , inclusi gli strumenti emessi da
filiazioni e inclusi nell'AT1 per effetto di disposizioni transitorie
- -
L. Totale capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) (G-H+/- I) 175 2.427
M. Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2) al lordo degli elementi da dedurre e
degli effetti del regime transitorio 206.795 321.773
di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie - -
N. Elementi da dedurre dal T2 - -
O. Regime transitorio - Impatto su T2 (+/- ) , inclusi gli strumenti emessi da
filiazioni e inclusinel T2 per effetto di disposizioni transitorie - -
P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 -T2) (M-N+/-O) 2 06.795 321.773
Q. Totale fondi propri (F+L+P) 1.503.469 1.896.943
75
31/01/2020 31/12/2018
1 Capitale primario di classe 1 (CET1) 1.296.499 1 .572.743
2 Capitale primario di classe 1 (CET1) come se non fossero state
applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe
perdite attese su crediti
1.051.355 1 .240.047
3 Capitale di classe 1 1.296.674 1 .575.170
4 Capitale di classe 1 come se non fossero state applicate le disposizioni
transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti
1.051.530 1 .242.474
5 Capitale totale 1.503.469 1 .896.943
6 Capitale totale come se non fossero state applicate le disposizioni
transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti
1.258.325 1 .564.247
7 Totale delle attività ponderate per il rischio 10.781.824,00 14.727.271,00
8 Totale delle attività ponderate per il rischio come se non fossero state
applicate le disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe
perdite attese su crediti
10.408.564,00 14.125.730,00
9 Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo
dell'esposizione al rischio)
12,02% 10,68%
10 Capitale primario di classe 1 (come percentuale dell'importo
dell'esposizione al rischio) come se non fossero state applicate le
disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su
crediti
10,10% 8,78%
11 Capitale di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al
rischio)
12,03% 10,70%
12 Capitale di classe 1 (come percentuale dell'importo dell'esposizione al
rischio) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in
materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti
10,10% 8,80%
13 Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al
rischio)
13,94% 12,88%
14 Capitale totale (come percentuale dell'importo dell'esposizione al
rischio) come se non fossero state applicate le disposizioni transitorie in
materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su crediti
12,09% 11,07%
15 Misurazione dell'esposizione totale del coefficiente di leva finanziaria 2 2.777.752 22.657.486
16 Coefficiente di leva finanziaria 5,69% 6,95%
17 Coefficiente di leva finanziaria come se non fossero state applicate le
disposizioni transitorie in materia di IFRS 9 o analoghe perdite attese su
crediti
4,62% 5,48%
3.2 Modello quantitativo
Capitale disponibile ( importi)
Coefficiente di leva finanziaria
Attività ponderate per il rischio (importi)
Coefficienti patrimoniali
76
3.3 Tavola di riconciliazione tra le voci dello stato patrimoniale prudenziale utilizzate per il calcolo
dei fondi propri e i fondi propri regolamentari
Voci del l 'at t i vo 31/01/2020 Impatto su Impatto su Impatto su Impatto sui
CET1 AT1 T2 Fondi P ropri
20. ATTIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR
VALUE CON IMPATTO A CONTO
ECONOMICO
157.473 (124) - (5) (129)
20. c) ALTRE ATTIVITÀ FINANZIARIE
OBBLIGATORIAMENTE VALUTATE AL FAIR
VALUE
155.758 (124) - (5) (129)
100. ATTIVITÀ IMMATERIALI 78.441 (78.441) - - (78.441)
di cui:
- avviamento
110. ATTIVITÀ FISCALI 1.664.189 (542.349) - - (542.349)
110. a) CORRENTI 587.960 - - - -
110. b) ANTICIPATE 1.076.229 (542.349) - - (542.349)
TOTALE DELL'ATTIVO 22.714.235 (620.914) - (5) (620.919)
Voci del pass ivo e del patr imonio netto 31/01/2020 Impatto su Impatto su Impatto su Impatto sui
CET1 AT1 T2 Fondi P ropri
10. PASSIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL
COSTO AMMORTIZZATO
20.072.079 - - 206.800 206.800
10. c) TITOLI IN CIRCOLAZIONE 4.252.734 - - 206.800 206.800
120. RISERVE DA VALUTAZIONE (91.146) (17.556) - - (17.556)
150. RISERVE 24.257 269.401 - - 269.401
160. SOVRAPPREZZI DI EMISSIONE 623.958 623.958 - - 623.958
170. CAPITALE 1.915.164 1.915.164 - - 1.915.164
180. AZIONI PROPRIE (-) (15.572) (15.572) - - (15.572)
190. PATRIMONIO DI PERTINENZA DI TERZI (+/-) 13.057 13.015 175 - 13.190
200. UTILE (PERDITA) DEL PERIODO (+/-) (869.777) (869.777) - - (869.777)
TOTALE DEL PASSIVO E DEL PATRIMON 22.714.235 1.918.633 175 206.800 2.125.608
Al tr i elementi a quadratura dei Fondi Propri Impatto su Impatto su Impatto su Impatto sui
CET1 AT1 T2 Fondi Propri
variazione del proprio merito creditizio (2) - - (2)
rettifiche di valore di vigilanza (1.218) - - (1.218)
Totale altri elementi a quadratura dei fondi propr i (1.220) - - (1.220)
TOTALE FONDI PROPRI 1.296.499 175 206.795 1.503.469
77
3.4 Modello transitorio per la pubblicazione delle informazioni sui fondi propri
(A) IMPORTO ALLA DATA
DELL'INFORMATIVA
(B) ARTICOLO DI
RIFERIMENTO DEL
REGOLAMENTO (UE)
N. 575/2013
(C) IMPORTI
SOGGETTI AL
TRATTAMENTO
PREREGOLAMENTO
(UE) No 575/2013
TRATTAMENTO O
IMPORTO
RESIDUO
PRESCRITTO DAL
REGOLAMENTO
(UE) No 575/2013
1 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo 2.539.122, 29, Elenco EBA 26 (3)
di cui: strumenti di primo tipo 2.539.122 Elenco EBA 26 (3)
2 Utili non distribuiti (162.363)
26 (1) e regime
transitorio art 473 bis
245.144
3
Altre componenti di conto economico complessivo accumulate (e altre riserve,
includere gli utili e le perdite non realizzati ai sensi della disciplina contabile
applicabile)
95.473 26 (1)
5
Interessi di minoranza (importo consentito nel capitale primario di classe 1
consolidato)
13.015 84, 479, 480
6 Capitale primario di classe 1 (CET1) prima delle rettifiche regolamentari 2.485.247 245.144
7 Rettifiche di valore aggiuntivo (importo negativo) (1.218) 34, 105
8 Attività immateriali (al netto delle relative passività fiscali) (importo negativo) (78.441) 36 (1) (b), 37, 472 (4)
10
Attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura,escluse quelle derivanti
da differenze temporanee (al netto delle passività fiscali dove siano soddisfatte le
condizioni di cui all' articolo 38 (3)) (importo negativo)
(507.167) 36 (1) (c), 38, 472 (5) -
11
Riserve di valore equo relative agli utili e alle perdite generati dalla copertura dei
flussi di cassa
73.591 33 (a)
14
Utili o perdite sulle passività valutate al valore equo dovuti all'evoluzione del
merito di credito
(2) 33 (b)
16
Strumenti propri di capitale primario di classe 1 detenuti dall'ente direttamente o
indirettamente (importo negativo)
(15.696) 36 (1) (f), 42, 472 (8)
21
Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo superiore
alla soglia del 10%, al netto delle relative passività fiscali per le quali sono
soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38 (3)) (importo negativo)
(35.182)
36 (1) (c) , 38, 48 (1)
(a), 470, 472 (5)
-
22 Importo eccedente la soglia del 15% (importo negativo) - 48 (1)
23
di cui: strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario
detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando l'ente ha un
investimento significativo in tali soggetti
-
36 (1) (i), 48 (1) (b),
470, 472 (11)
25 di cui: attività fiscali derivanti da differenze temporanee -
36 (1) (c), 38, 48 (1)
8a), 470, 472 (5)
25a Perdite relative all'esercizio in corso (importo negativo) (869.777) 36 (1) (a), 472 (3)
26
Rettifiche regolamentari applicabili al capitale primario di classe 1 in relazione
agli importi soggetti a trattamento pre-CRR
-
28
Totale delle rettifiche regolamentari del capitale primario di classe 1
(CET1)
(1.433.892) -
29 Capitale primario di classe 1 (CET1) 1.051.355 245.144
Capitale primario di classe 1 : strumenti e riserve
Capitale primario di classe 1: rettifiche regolamentari
78
30 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo - 51, 52
31
di cui: classificati come patrimonio netto ai sensi della disciplina contabile
applicabile
-
34
Capitale di classe 1 ammissibile incluso nel capitale aggiuntivo di classe 1
consolidato (compresi gli interessi di minoranza non inclusi nella riga 5) emesso
da filiazioni e detenuto da terzi
175 85, 86, 480 -
36 Capitale aggiuntivo di classe 1 prima delle rettifiche regolamentari 175 -
44 Capitale aggiuntivo di classe 1 175 -
45 Capitale di classe 1 (T1= CET1 + AT1) 1.051.530 245.144
46 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo 206.800 62, 63
48
Strumenti di fondi propri ammissibili inclusi nel capitale di classe 2 consolidato
(compresi gli interessi di minoranza e strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1
non inclusi nella riga 5 o nella riga 34) emessi da filiazioni e detenuti da terzi
- 87, 88, 480 -
51 Capitale di classe 2 (T2) prima delle rettifiche regolamentari 206.800 -
52
Strumenti propri di capitale di classe 2 detenuti dall'ente direttamente o
indirettamente e prestiti subordinati (importo negativo)
(4)
63 (b) (i), 66 (a), 67,
477 (2)
57 Totale delle rettifiche regolamentari al capitale di classe 2 (T2) (4) -
58 Capitale di classe 2 (T2) 206.796 -
59 Capitale totale (TC= T1+T2) 1.258.326 245.144
59a
Attività ponderate per il rischio in relazione agli importi soggetti a trattamento pre-
CRR e trattamenti transitori, soggetti a eliminazione progressiva ai sensi del
regolamento (UE) No 575/2013 (ossia importi residui CRR)
373.260
di cui: rettifiche di valore non ammesse in base alle disposizioni transitorie per
attenuare l'impatto dell'introduzione dell'IFRS 9
373.260 473 bis
60 Totale delle attività ponderate per il rischio 10.781.824
61
Capitale primario di classe 1 (in percentuale dell'importo dell'esposizione al
rischio)
12,0% 92 (2) (a), 465
62 Capitale di classe 1 (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) 12,0% 92 (2) (b), 465
63 Capitale totale (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) 13,9% 92 (2) (c)
64
Requisito della riserva di capitale specifica dell'ente (requisito relativo al capitale
primario di classe 1 a norma dell'articolo 92 (1) (a)), requisiti della riserva di
conservazione del capitale, della riserva di capitale anticiclica, della riserva di
capitale a fronte del rischio sistemico, della riserva di capitale degli enti a
rilevanza sistemica (riserva degli G-SII o O-SII), (in percentuale dell'importo
dell'esposizione al rischio)
10,25% CRD 128, 129, 130
65 di cui: requisito della riserva di conservazione del capitale 2,5%
68
Capitale primario di classe 1 disponibile per le riserve (in percentuale dell'importo
dell'esposizione al rischio)
0,28% CRD 128
Coefficienti e riserve di capitale
Capitale aggiuntivo di classe 1: strumenti
Capitale aggiuntivo di classe 1: rettifiche regolamentari
Tier 2 (T2): strumenti
Capitale di classe 2 (T2): rettifiche regolamentari
79
72
Capitale di soggetti del settore finanziario detenuto direttamente o
indirettamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti
(importo inferiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)
25.723
36 (1) (h), 45, 46,
472 (10) 56 (c ), 59,
60, 475 (4), 66 (c ),
69, 70, 477 (4)
75
Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo inferiore
alla soglia del 10%, al netto delle relative passività fiscali per le quali sono
soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38 (3))
143.836
36 (1) (c ), 38, 48,
470, 472 (5)
82
Attuale massimale sugli strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 soggetti a
eliminazione progressiva
32.000 484 (4), 486 (3) & (5)
84
Attuale massimale sugli strumenti di capitale di classe 2 soggetti a eliminazione
progressiva
93.866 484 (5), 486 (4) & (5)
Coefficienti e riserve di capitale
Massimali applicabili per l'inclusione di accantonamenti nel capitale di classe 2
Strumenti di capitale soggetti a eliminazione progressiva (applicabile soltanto tra il 1 gennaio 2013 e il 1 gennaio 2022)
80
4. REQUISITI DI CAPITALE
INFORMATIVA QUALITATIVA - art. 438 CRR
Il Gruppo si pone tra gli obiettivi strategici principali il rafforzamento della propria posizione
patrimoniale e l'attenuazione dei profili di rischio individuando un percorso di graduale
ritorno alla redditività in condizioni di equilibrio patrimoniale con obiettivi di capitalizzazione
coerenti con i requisiti prudenziali a livello consolidato di Banca Carige comunicati dalla
Banca Centrale Europea (BCE).
La BCE tramite la SREP Decision del dicembre 2017 ha richiesto al Gruppo Banca Carige il
mantenimento di un requisito patrimoniale minimo in termini di Common Equity Tier 1 Ratio
(CET1 Ratio) su base consolidata del 10,25% (costituito da coefficiente minimo del 4,5%,
requisito di fondi propri aggiuntivi del 3,25% e requisito combinato di riserva di capitale
dell'2,5%). La BCE richiede, poi, che la Banca mantenga, su base consolidata, un
coefficiente patrimoniale SREP complessivo minimo (Total SREP Capital Requirement- TSCR)
dell'11,25%, precisando che lo stesso potrebbe essere rivisto una volta ridotto il livello delle
esposizioni deteriorate; è stato indicato altresì un requisito patrimoniale complessivo (Overall
Capital Requirement- OCR) minimo del 13,75%.
Sempre a dicembre 2017 è stata comunicata alla Banca, con la SREP Decision, una
riduzione della Capital Guidance sul CET1 Ratio che dal 2,25% del 2017 viene ridotta a
1,55%.
81
INFORMATIVA QUANTITATIVA - art. 438 / 445 CRR
4.1 REQUISITI PATRIMONIALI E COEFFICIENTI DI VIGILANZA
Il rafforzamento patrimoniale e ilderisking(ancorchè non del tutto completato) condotti nel
2019 hanno consentito di ripristinare gli indicatori su valori superiori a quelli richiesti dalla
BCE tramite la SREP Decision del dicembre 2017.
Con riferimento agli orientamenti di capitale di secondo pilastro raccomandati in sede SREP
il Gruppo risulta conforme a quanto raccomandato da BCE nella lettera SREP del 2017 a
valere sull'indicatore CET1r. Non risulta invece conforme al mantenimento degli orientamenti
di capitale di secondo pilastro a valere sull'indicatore Total Capital Ratio.
Tuttavia la BCE, nel prendere atto della pandemia di COVID-19 e dell'eccezionale scenario
di stress della situazione economica e finanziaria che ne è derivata, ha disposto con propria
comunicazione del 12 marzo 2020 "ECB Banking Supervision provides temporary capital and
operational relief in reaction to coronavirus" che le banche possono operare in via
temporanea al di sotto del livello di capitale definito dagli orientamenti di capitale di
secondo pilastro e delcapital conservation buffer.
82
REQUISITIO PATRIMONIALE RELATIVO A CIASCUNA TIPOLOGIA DI RISCHIO
ADEGUATEZA PATRIMONIALE
TIPOLOGIA DI RISCHIO IMPORTI NON
PONDERATI
IMPORTI
PONDERATI
REQUISITO
REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA 23.332.843 9.973.852 797.908
1. Rischio di credito e di controparte
Amm.ni centrali e banche centrali 8.672.597 650.915 52.073
Enti 878.350 334.283 26.743
Amm. Regionali ed autorità locali 643.915 128.783 10.303
Banche Multilaterali di Sviluppo 47 9 1
Organizzazioni internazionali - - -
Organismi del settore pubblico 228.680 228.680 18.294
Imprese 2.435.730 2.259.038 180.723
Esposizioni al dettaglio 2.573.382 1.664.654 133.172
Esposizioni garantite da Immobili 4.738.938 1.711.917 136.953
Esposizioni in stato di default 802.753 991.105 79.288
Esposizioni ad alto rischio 356.795 535.192 42.815
Esposizioni a b-t v/imprese - - -
Esposizioni verso O.I.C - - -
Strumenti di capitale 405.974 405.974 32.478
Altre posizioni 1.555.446 998.131 79.850
Elementi che rappresentano posizioni vs
cartolarizzazione
40.237 65.169 5.214
2. Rischio CVA (metodo standard) 94
3. Rischi di mercato (metodologia standard) 154
rischio generico - titoli di debito 154
rischio generico - titoli di capitale -
rischio specifico - titoli di debito -
rischio specifico - titoli di capitale -
rischio specifico - cartolarizzazioni -
rischio di posizione sulle quote di OICR -
rischio generico dei fattori gamma e vega -
rischio di cambio -
4. Rischio operativo (metodo standardizzato) 64.390
5. Altri requisiti prudenziali -
6. Totale requisiti prudenziali 862.546
COEFFICIENTI DI VIGILANZA
Attività di rischio ponderate 10.781.824
Common Equity Tier 1/Attività di rischio ponderate (Common Equity Tier 1 capital ratio) 12,0%
Capitale primario/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 12,0%
Fondi propri/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 13,9%
Importi espressi in migliaia di Euro.
83
5. RISCHIO DI CREDITO
5.1 RETTIFICHE DI VALORE SU CREDITI
INFORMATIVA QUALITATIVA - art. 442 CRR
I crediti sono costituiti da attività finanziarie verso clientela e banche, con pagamenti fissi o
comunque determinabili e non quotate in un mercato attivo. Essi sono iscritti alla data di
sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione alla
controparte.
Qualora si riscontri un deterioramento del merito creditizio tale da far ritenere improbabile
che vengano puntualmente onorati gli impegni contrattuali del cliente si procede, se
confermate le criticità emerse in sede di monitoraggio, alla classificazione della posizione tra
i crediti deteriorati. I crediti deteriorati sono suddivisi nelle seguenti categorie:
Sofferenze: esposizioni verso clienti che versano in uno stato di insolvenza o in situazioni
sostanzialmente equivalenti.
Inadempienze probabili:esposizioni creditizie, diverse dalle sofferenze, per le quali la
banca giudichi improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l'escussione delle garanzie, il
debitore adempia integralmente alle sue obbligazioni creditizie.
Esposizioni Scadute: esposizioni, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le
inadempienze probabili, che, alla data di riferimento della segnalazione, sono scadute e/o
sconfinanti da oltre 90 giorni e superano una prefissata soglia di materialità.
Le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate possono essere determinate facendo
riferimento, alternativamente, al singolo debitore o - per le sole esposizioni verso soggetti
retail - alla singola transazione.
Il Gruppo ha optato per rilevare le Esposizioni Scadute per singolo debitore: sono pertanto
classificati i clienti che presentano crediti scaduti e/o sconfinanti da oltre 90 giorni, qualora
la quota scaduta/sconfinante oppure la relativa media rilevata giornalmente nell'ultimo
trimestre sia pari o superiore al 5% dell'esposizione complessiva nei confronti della
controparte, al netto di eventuali compensazioni con margini disponibili su altre linee di
credito in capo al medesimo cliente.
Nell'ambito dei crediti deteriorati, sofferenze ed inadempienze probabili sono valutate in
maniera analitica, se di importo significativo, e forfettariamente, qualora di ammontare non
rilevante, mentre le esposizioni scadute sono soggette a valutazione su base collettiva, a
prescindere dall'importo del credito.
84
Più dettagliatamente, le valutazioni analitiche avvengono in base ai flussi di cassa attesi, al
valore di presumibile realizzo delle garanzie che assistono il credito 1 ed ai costi che
potrebbero essere sostenuti a fronte di un'eventuale attività di recupero coatto. Tali voci
vengono attualizzate al saggio di interesse in vigore al momento della classificazione tra i
crediti deteriorati, se i tempi previsti per l'incasso di detti flussi monetari sono superiori ai 12
mesi. In ottica di convergenza con la normativa prudenziale di Basilea 3, le posizioni di
importo non significativo vengono svalutate sulla base degli indicatori di rischio stimati con i
modelli interni sviluppati ed utilizzati su tutte le Banche del Gruppo Carige.
Analogamente, sul portafoglio non qualificato in una delle classi di credito deteriorato
precedentemente richiamate (cd. creditiin bonis), per il quale, quindi, non si ravvisano
specifici elementi di perdita durevole di valore, viene effettuata una svalutazione di natura
collettiva, sempre utilizzando modelli interni opportunamente ricalibrati.
Strategie e politiche di gestione
Le strategie del Gruppo Carige in relazione alla gestione delle esposizioni creditizie
deteriorate sono state specificamente definite nel rispetto del quadro normativo vigente e
delle aspettative delle competenti autorità di Vigilanza con il chiaro obiettivo di ridurre
sensibilmente il livello complessivo di crediti deteriorati iscritti a bilancio per ricondurlo entro
limiti coerenti con quanto osservabile in istituzioni finanziarie comparabili a livello europeo.
Il Piano Strategico 2019-2023, il cui ultimo aggiornamento è stato approvato dal Collegio
dei Commissari Straordinari in data 26 luglio 2019, riduce strutturalmente il profilo di rischio
del Gruppo. In particolare, nel corso del mese di novembre 2019 il Gruppo ha concluso
l'operazione di derisking comportando la cessione di crediti deteriorati per un ammontare
lordo di circa Euro 2.786 milioni al 30 giugno 2019 ad un prezzo complessivo pari a circa
Euro 1.049 milioni ("operazione Hydra"). Le indicazioni contenute nell'offerta vincolante per
la cessione dei crediti non performing, sono state progressivamente riflesse, secondo i criteri
previsti dai modelli contabili interni di impairment, nella valutazione dei portafogli creditizi in
oggetto nell'ambito dell'inclusione della previsione degli scenari di vendita nella valutazione
dei crediti stessi. Per maggiori dettagli si rimanda alla "Sezione 2 - Principi generali di
redazione", paragrafo "Operazione di cessione del portafoglio deteriorato ad AMCO S.p.A."
della Nota Integrativa.
Write-off
Le politiche di cancellazione contabile dei crediti (cd "write-off") adottate dalla Banca hanno
avuto ad oggetto i) iniziative unilaterali non collegate alla rinuncia esplicita verso la clientela
delle ragioni di credito vantate da quest'ultima e ii) iniziative rivenienti da accordi specifici
1 Stante la perdurante crisi del settore immobiliare, nel valutare le somme recuperabili derivanti dal recupero coatto di garanzie ipotecarie,
il Gruppo Carige applica adeguati scarti prudenziali (cd. haircut ), articolati in base alla tipologia di bene e di procedura di realizzo.
85
finalizzati tra la Banca e i propri clienti/debitori che, invece, hanno avuto come riflesso la
rinuncia parziale o integrale delle ragioni di credito vantate dalla Banca.
Con riferimento specifico alla seconda fattispecie evidenziata poc'anzi, l'attività ordinaria
della struttura NPE Unit prevede, anche nel contesto di operazioni effettuate di concerto con
il ceto bancario, la negoziazione con la clientela di accordi di ristrutturazione mediante
l'utilizzo degli strumenti messi a disposizione dalla Legge Fallimentare (es. Piani di
Risanamento ex art 67 LF, Accordi di Ristrutturazione ex art 162 LF) che talvolta prevedono
da parte della Banca la rinuncia parziale (o totale) alla propria creditoria in quanto a
capitale e/o interessi (ordinari e di mora). Tali accordi vengono conclusi dalla Banca spesso
facendo leva sul supporto specialistico di "advisor" finanziari ed industriali specializzati al fine
di garantire sia la riqualificazione del profilo finanziario della clientela sia la più ampia tutela
delle ragioni di credito della Banca oltre alla mitigazione di eventuali rischi di natura
"reputazionale" cui la Banca si troverebbe esposta e spesso connessi a fattori di natura
"sociale" e "territoriale".
Dal punto di vista operativo il processo di cancellazione contabile dei crediti viene esercito
attraverso il confronto tra le strutture operative deputate alla negoziazione degli accordi di
cui sopra (NPE Unit) e le strutture organizzative deputate al presidio delle attività di
contabilità e bilancio della Banca in coerenza con i principi contabili adottati dalla Banca nel
rispetto della vigente normativa.
86
INFORMATIVA QUANTITATIVA - art. 442 CRR
5.1.1 Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia
(valori lordi e netti)
Portafogli/qualità
Deteriorate Non deteriorate
Totale (esposizione
netta)
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Write-off*
parziali
complessivi
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
1. Attività finanziarie valutate al
costo ammortizzato 1.144.020 (505.654) 638.366 21.299 18.002.546 (89.186) 17.913.360 18.551.726
2. Attività finanziarie valutate al
fair value con impatto sulla
redditività complessiva
- - - - 495.546 (36) 495.510 495.510
3. Attività finanziarie designate
al fair value
- - - - X X - -
4. Altre attività finanziarie
obbligatoriamente valutate al
fair value
105.876 (66.078) 39.798 - X X 103.118 142.916
5. Attività finanziarie in corso di
dismissione
- - - - - - - -
Totale 31/01/2020 1.249.896 (571.732) 678.164 21.299 18.498.092 (89.222) 18.511.988 19.190.152
Totale 31/12/2018 3.691.049 1.711.579 1.979.470 132.127 16.495.251 118.069 16.484.965 18.464.435
Portafogli/qualità
Attività di evidente scarsa qualità creditizia Altre attività
Minusvalenze cumulate Esposizione netta Esposizione netta
1. Attività finanziarie detenute per la
negoziazione
1 7 1.708
2. Derivati di copertura - - 9.087
Totale 31/01/2020 1 7 10.795
Totale 31/12/2018 3 2 15.882
I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 1 della Nota Integrativa
del Bilancio Consolidato dell'Esercizio di Amministrazione Straordinaria 01.01.2019-
31.01.2020 (redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B) in tabella A.1.2 di pari
oggetto.
87
5.1.2 Distribuzione delle attività finanziarie per fasce di scaduto (valori di bilancio)
Portafogli/stadi di rischio
Primo stadio Secondo stadio Terzo stadio
Da 1 giorno a 30
giorni
Da oltre 30 giorni
fino a 90 giorni
Oltre 90 giorni
Da 1 giorno a 30
giorni
Da oltre 30 giorni
fino a 90 giorni
Oltre 90 giorni
Da 1 giorno a 30
giorni
Da oltre 30 giorni
fino a 90 giorni
Oltre 90 giorni
1. Attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato
23.590 6.761 939 12.889 196.611 39.707 782 85.553 350.598
2. Attività finanziarie valutate al fair value con
impatto sulla redditività complessiva
- - - - - - - - -
3. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - - - - -
Totale 31/01/2020 23.590 6.761 939 12.889 196.611 39.707 782 85.553 350.598
Totale 31/12/2018 37.512 11.154 6.950 23.500 81.860 112.895 2.795 29.789 1.135.100
I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa
del Bilancio Consolidato dell'Esercizio di Amministrazione Straordinaria 01.01.2019-
31.01.2020 (redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B) in tabella A.1.1 di pari
oggetto.
88
5.1.3 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti
Tipologie esposizioni/valori
Esposizione lorda Rettifiche di
valore
complessive e
accantonamenti
complessivi
Esposizione
Netta
Write-off
parziali
Deteriorate complessivi
Non
deteriorate
A. Esposizioni creditizie per cassa
a) Sofferenze - X - - -
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - X - - -
b) Inadempienze probabili 12.803 X 3.348 9.455 -
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 12.803 X 3.348 9.455 -
c) Esposizioni scadute deteriorate - X - - -
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - X - - -
d) Esposizioni scadute non deteriorate X - - - -
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X - - - -
e) Altre esposizioni non deteriorate X 4.560.543 389 4.560.154 -
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X - - - -
Totale (A) 12.803 4.560.543 3.737 4.569.609 -
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
a) Deteriorate - X - - -
b) Non deteriorate X 3.934 - 3.934 -
Totale (B) - 3.934 - 3.934 -
Totale (A+B) 12.803 4.564.477 3.737 4.573.543 -
I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa
del Bilancio Consolidato dell'Esercizio di Amministrazione Straordinaria 01.01.2019-
31.01.2020 (redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B) in tabella A.1.4 di pari
oggetto.
89
5.1.4 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti
Tipologie esposizioni/valori
Esposizione lorda Rettifiche di
valore
complessive e
accantonamenti
complessivi
Esposizione
netta
Write-off
parziali
Deteriorate complessivi
Non
deteriorate
A. Esposizioni creditizie per cassa
a) Sofferenze 277.436 X 209.100 68.336 16.597
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 35.635 X 24.788 10.847 432
b) Inadempienze probabili 935.091 X 354.838 580.253 4.626
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 195.144 X 60.949 134.195 801
c) Esposizioni scadute deteriorate 24.567 X 4.446 20.121 58
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 7 X 1 6 -
d) Esposizioni scadute non deteriorate X 295.531 15.035 280.496 8
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X 42.796 3.659 39.137 -
e) Altre esposizioni non deteriorate X 13.745.254 73.803 13.671.451 10
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X 265.157 11.206 253.951 -
Totale (A) 1.237.094 14.040.785 657.222 14.620.657 21.299
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
a) Deteriorate 276.012 X 20.687 255.325 -
b) Non deteriorate X 3.754.049 3.948 3.750.101 -
Totale (B) 276.012 3.754.049 24.635 4.005.426 -
Totale (A+B) 1.513.106 17.794.834 681.857 18.626.083 21.299
I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa
del Bilancio Consolidato dell'Esercizio di Amministrazione Straordinaria 01.01.2019-
31.01.2020 (redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B) in tabella A.1.5 di pari
oggetto.
90
5.1.5 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela
p.1
Esposizioni/Aree geografiche
Italia Altri paesi europei America
Esposizioni netta
Rettifiche valore
complessive
Esposizioni netta
Rettifiche valore
complessive
Esposizioni netta
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze 62.830 196.660 4.518 10.184 938
A.2 Inadempienze probabili 578.760 354.317 1.493 520 -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate 20.087 4.439 25 6 2
A.4 Esposizioni non deteriorate 13.877.011 88.132 71.173 668 1.788
Totale (A) 14.538.688 643.548 77.209 11.378 2.728
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 255.312 20.681 13 6 -
B.2 Esposizioni non deteriorate 3.747.992 3.944 1.897 7 32
Totale (B) 4.003.304 24.625 1.910 13 32
Totale (A+B) 31/01/2020 18.541.992 668.173 79.119 11.391 2.760
Totale (A+B) 31/12/2018 21.676.954 1.844.069 208.333 15.183 4.915
91
p.2
Esposizioni/Aree geografiche
America Asia Resto del mondo
Rettifiche valore
complessive
Esposizioni netta
Rettifiche valore
complessive
Esposizioni netta
Rettifiche valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze 2.135 - - 50 121
A.2 Inadempienze probabili 1 - - - -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate - 5 1 2 -
A.4 Esposizioni non deteriorate 3 1.544 34 431 1
Totale (A) 2.139 1.549 35 483 122
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate - - - - -
B.2 Esposizioni non deteriorate - 37 - 143 -
Totale (B) - 37 - 143 -
Totale (A+B) 31/01/2020 2.139 1.586 35 626 122
Totale (A+B) 31/12/2018 1.025 1.388 34 747 112
I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato dell'Esercizio di
Amministrazione Straordinaria 01.01.2019-31.01.2020 (redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B) in tabella B.2 di pari oggetto.
92
Di seguito si espone la distribuzione territoriale riferita alle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela dell'area Italia.
5.1.6 Consolidato prudenziale - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela
Esposizioni / Aree geografiche
Italia Nord Ovest Italia Nord Est Italia Centro Italia Sud e Isole
Esposizione netta
Rettifiche valore
complessive
Esposizione netta
Rettifiche valore
complessive
Esposizione netta
Rettifiche valore
complessive
Esposizione netta
Rettifiche valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze 41.732 142.242 6.818 23.260 8.974 22.148 5.306 9.010
A.2 Inadempienze probabili 520.390 317.076 15.531 12.968 33.146 17.807 9.693 6.466
A.3 Esposizioni scadute deteriorate 9.873 1.737 820 154 8.334 2.312 1.060 236
A.4 Esposizioni non deteriorate 6.006.318 58.483 1.769.640 7.986 5.417.211 16.102 683.842 5.561
Totale A 6.578.313 519.538 1.792.809 44.368 5.467.665 58.369 699.901 21.273
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 172.032 12.245 34.330 5.505 48.022 2.670 928 261
B.2 Esposizioni non deteriorate 2.382.552 2.930 486.768 201 705.075 761 173.597 52
Totale B 2.554.584 15.175 521.098 5.706 753.097 3.431 174.525 313
Totale (A+B) 31/01/2020 9.132.897 534.713 2.313.907 50.074 6.220.762 61.800 874.426 21.586
Totale (A+B) 31/12/2018 12.280.313 1.301.164 3.031.575 181.818 5.279.743 280.076 1.085.323 81.011
I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato dell'Esercizio di
Amministrazione Straordinaria 01.01.2019-31.01.2020 (redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B) in tabella B.2.1 di pari oggetto.
93
5.1.7 Consolidato prudenziale - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori
bilancio" verso banche
p.1
Esposizioni/Aree geografiche
Italia Altri paesi europei America
Esposizioni netta
Rettifiche di valore
complessive
Esposizioni netta
Rettifiche di valore
complessive
Esposizioni netta
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze - - - - -
A.2 Inadempienze probabili - - - - 9.455
A.3 Esposizioni scadute
d
- - - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate 4.072.415 36 462.125 327 24.781
Totale (A) 4.072.415 36 462.125 327 34.236
B. Esposizioni creditizie fuori
b lB.1 Esposizioni deteriorate - - - - -
B.2 Esposizioni non deteriorate 197 - 2.160 - 19
Totale (B) 197 - 2.160 - 19
Totale (A+B) 31/01/2020 4.072.612 36 464.285 327 34.255
Totale (A+B) 31/12/2018 1.227.691 93 341.452 117 44.497
p.2
Esposizioni/Aree geografiche
America Asia Resto del mondo
Rettifiche di valore
complessive
Esposizioni netta
Rettifiche di valore
complessive
Esposizioni netta
Rettifiche di valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze - - - - -
A.2 Inadempienze probabili 3.348 - - - -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate 21 357 - 476 5
Totale (A) 3.369 357 - 476 5
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate - - - - -
B.2 Esposizioni non deteriorate - - - 1.558 -
Totale (B) - - - 1.558 -
Totale (A+B) 31/01/2020 3.369 357 - 2.034 5
Totale (A+B) 31/12/2018 3.344 4.606 2 1.954 3
I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del
Bilancio Consolidato dell'Esercizio di Amministrazione Straordinaria 01.01.2019-31.01.2020
(redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B) in tabella B.3 di pari oggetto.
94
Di seguito si espone la distribuzione territoriale riferita alle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche dell'area Italia.
5.1.8 Consolidato prudenziale - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche
Esposizioni/Aree geografiche
Italia nord ovest Italia nord est Italia centro Italia sud e isole
Esposizioni netta
Rettifiche di valore
complessive
Esposizioni netta
Rettifiche di valore
complessive
Esposizioni netta
Rettifiche di valore
complessive
Esposizioni netta
Rettifiche di valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze - - - - - - - -
A.2 Inadempienze probabili - - - - - - - -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - - - - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate 321.247 32 88 - 3.751.080 4 - -
TOTALE 321.247 32 88 - 3.751.080 4 - -
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate - - - - - - - -
B.2 Esposizioni non deteriorate 46 - - - 151 - - -
TOTALE 46 - - - 151 - - -
TOTALE 31/01/2020 321.293 32 88 - 3.751.231 4 - -
TOTALE 31/12/2018 848.185 93 583 - 378.923 - - -
I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato dell'Esercizio di
Amministrazione Straordinaria 01.01.2019-31.01.2020 (redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B) in tabella B.3.1 di pari oggetto.
95
5.1.9 Consolidato prudenziale - Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela
p.1
Esposizioni/Controparti
Amministrazioni pubbliche Società finanziarie
Società finanziarie (di cui: imprese di
assicurazione)
Esposizione
netta
Rettifiche valore
complessive
Esposizione
netta
Rettifiche valore
complessive
Esposizione netta
Rettifiche valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze - - 83 54.396 - -
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - 137 - -
A.2 Inadempienze probabili - - 96.817 38.815 - -
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - 56.683 9.739 - -
A.3 Esposizioni scadute deteriorate
- - 687 91 - -
- di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - - - -
A.4 Esposizioni non deteriorate
1.879.837 763 2.492.926 1.684 - -
- di cui esposizioni oggetto di concessioni 17.451 14 4.730 310 - -
Totale (A) 1.879.837 763 2.590.513 94.986 - -
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate
- - 3.626 825 - -
B.2 Esposizioni non deteriorate 827.281 439 90.562 68 25.047 3
Totale (B) 827.281 439 94.188 893 25.047 3
Totale (A+B) 31/01/2020 2.707.118 1.203 2.684.701 95.879 25.047 3
Totale (A+B) 31/12/2018 2.904.473 2.610 1.663.683 129.521 25.051 5
96
p.2
Esposizioni/Controparti
Società non finanziarie Famiglie
Esposizione netta
Rettifiche valore
complessive
Esposizione netta
Rettifiche valore
complessive
A. Esposizioni creditizie per cassa
A.1 Sofferenze 43.336 122.174 24.917 32.530
- di cui esposizioni oggetto di concessioni
8.319 22.368 2.527 2.283
A.2 Inadempienze probabili 443.271 295.045 40.165 20.978
- di cui esposizioni oggetto di concessioni
63.069 46.547 14.443 4.663
A.3 Esposizioni scadute deteriorate 9.995 2.546 9.439 1.809
- di cui esposizioni oggetto di concessioni
- - 6 1
A.4 Esposizioni non deteriorate 4.111.559 54.297 5.467.625 32.094
- di cui esposizioni oggetto di concessioni
182.943 11.208 87.964 3.333
Totale (A) 4.608.161 474.062 5.542.146 87.411
B. Esposizioni creditizie fuori bilancio
B.1 Esposizioni deteriorate 249.366 18.739 2.333 1.123
B.2 Esposizioni non deteriorate 2.580.285 3.256 251.973 185
Totale (B) 2.829.651 21.995 254.306 1.308
Totale (A+B) 31/01/2020 7.437.812 496.057 5.796.452 88.719
Totale (A+B) 31/12/2018 10.322.295 1.485.592 7.001.887 242.698
I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato dell'Esercizio di
Amministrazione Straordinaria 01.01.2019-31.01.2020 (redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B) in tabella B.1 di pari oggetto.
97
5.1.10 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie
Voci/ Scaglioni temporali A vista
Da
oltre 1
giorno
a 7
giorni
Da
oltre 7
giorni
a 15
giorni
Da oltre
15 giorni
a 1 mese
Da oltre
1 mese
fino 3
mesi
Da oltre 3
mesi fino a
6 mesi
Da oltre 6
mesi fino a
1 anno
Da oltre 1
anno fino
a 5 anni
Oltre 5
anni
Durata
Indeterminata
Attività per cassa 2.315.353 69.688 9.077 1.328.918 723.316 850.512 994.537 3.413.459 5.874.129 3.835.383
A.1 Titoli di Stato 1.138 50.000 - - 145.390 305.475 252.687 19 625.086 -
A.2 Altri titoli di debito 51 - - - 63 - 63 - 319.139 39.799
A.3 Quote OICR 12.122 - - - - - - - - -
A.4 Finanziamenti 2.302.042 19.688 9.077 1.328.918 577.863 545.037 741.787 3.413.440 4.929.904 3.795.584
- Banche 455.668 - - 214.570 - - 119.762 2.186 32.346 3.745.343
- Clientela 1.846.374 19.688 9.077 1.114.348 577.863 545.037 622.025 3.411.254 4.897.558 50.241
Passività per cassa 10.091.062 18.446 38.032 92.528 298.943 3.855.526 1.670.281 3.177.400 858.242 -
B.1 Depositi e conti correnti 9.962.832 18.118 19.632 39.632 240.639 293.434 328.598 719.509 - -
- Banche 8.402 - - - - - - - - -
- Clientela 9.954.430 18.118 19.632 39.632 240.639 293.434 328.598 719.509 - -
B.2 Titoli di debito 5.552 - 18.398 51.620 55.393 1.041.679 565.430 1.835.967 706.583 -
B.3 Altre passività 122.678 328 2 1.276 2.911 2.520.413 776.253 621.924 151.659 -
Operazioni "fuori bilancio"
C.1 Derivati finanziari con scambio di
capitale
- Posizioni lunghe - 79.590 50.031 212.147 146.612 22.929 775 - 240 -
- Posizioni corte - 80.321 50.619 214.243 148.032 23.019 773 - 240 -
C.2 Derivati finanziari senza scambio di
capitale
- Posizioni lunghe 1.578 239 28 294 447 485 10.275 - - -
- Posizioni corte 42.428 - - - 1.824 2.774 5.160 - - -
C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere
- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -
- Posizioni corte - - - - - - - - - -
C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- Posizioni lunghe 244.795 591 77 - 19.137 44.971 451.048 87.540 25.934 -
- Posizioni corte 874.095 - - - - - - - - -
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate 10.647 - - - - 155 216 3.917 52 -
C.6 Garanzie finanziarie ricevute - - - - - - - - - -
C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -
- Posizioni corte - - - - - - - - - -
C.8 Derivati creditizi senza scambio di
capitale
- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -
- Posizioni corte - - - - - - - - - -
I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E della Nota Integrativa del
Bilancio Consolidato dell'Esercizio di Amministrazione Straordinaria 01.01.2019-
31.01.2020 (redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B) nelle 2 tabelle distinte per
valuta di denominazione della sezione 1.4 "Rischio di liquidità".
La Funzione Risk Management monitora costantemente il rispetto dei limiti operativi, a valere
sui saldi dei soli flussi di liquidità così come sui saldi complessivi dei flussi di liquidità e delle
riserve. Il Gruppo effettua inoltre un'attività di stress test con riferimento allamaturity ladder
operativa al fine di analizzare l'effetto sulla situazione di liquidità del verificarsi di scenari di
crisi eccezionali ma realistici e valutare la congruità delle riserve di liquidità detenute.
98
5.1.11 - Esposizioni creditizie per cassa deteriorate verso banche: dinamica delle rettifiche di valore
complessive
Causali/Categorie
Sofferenze Inadempienze probabili Esposizioni scadute deteriorate
Totale
di cui: esposizioni
oggetto di
concessioni
Totale
di cui: esposizioni
oggetto di
concessioni
Totale
di cui: esposizioni
oggetto di
concessioni
A. Rettifiche complessive iniziali - - 3.326 3.326 - -
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - 3.326 3.326 - -
B. Variazioni in aumento - - 22 22 - -
B.1 rettifiche di valore di attività impaired acquisite o
originate
- X - X - X
B.2 altre rettifiche di valore - - 22 22 - -
B.3 perdite da cessione - - - - - -
B.4 trasferimenti da altre categorie di esposizioni
deteriorate
- - - - - -
B.5 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - - - - -
B.6 altre variazioni in aumento - - - - - -
B.4 altre variazioni in aumento - - - - - -
C.1 riprese di valore da valutazione - - - - - -
C.2 riprese di valore da incasso - - - - - -
C.3 utili da cessione - - - - - -
C.4 write-off - - - - - -
C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni
deteriorate
- - - - - -
C.6 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - - - - -
C.7 altre variazioni in diminuzione - - - - - -
D. Rettifiche complessive finali - - 3.348 3.348 - -
- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - - -
I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa
del Bilancio Consolidato dell'Esercizio di Amministrazione Straordinaria 01.01.2019-
31.01.2020 (redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B) in tabella A.1.8 di pari
oggetto.
99
5.1.12 - Esposizioni creditizie per cassa deteriorate verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore
complessive
Causali/Categorie
Sofferenze Inadempienze probabili Esposizioni scadute deteriorate
Totale
di cui: esposizioni
oggetto di
concessioni
Totale
di cui: esposizioni
oggetto di
concessioni
Totale
di cui: esposizioni
oggetto di
concessioni
A. Rettifiche complessive iniziali 699.305 76.157 1.000.721 509.147 8.227 7
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 8.003 320 7.553 4.479 1.569 -
B. Variazioni in aumento 522.463 198.928 507.240 45.438 5.321 192
B.1 rettifiche di valore di attività impaired acquisite o
originate
- X - X - X
B.2 altre rettifiche di valore 231.265 73.833 426.138 30.031 4.379 34
B.3 perdite da cessione 66.875 21.853 61.936 1.719 2 -
B.4 trasferimenti da altre categorie di esposizioni
deteriorate
221.958 103.151 3.602 2.955 102 2
B.5 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - 512 - - -
B.6 altre variazioni in aumento 2.365 91 15.052 10.733 838 156
C. Variazioni in diminuzione 1.012.668 250.297 1.153.123 493.636 9.102 198
C.1 riprese di valore da valutazione 71.239 15.145 59.950 16.103 703 2
C.2 riprese di valore da incasso 6.771 611 14.928 7.657 1.499 -
C.3 utili da cessione 48.708 10.674 45.733 1.059 4 -
C.4 write-off 14.080 789 174.431 24.014 5 -
C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni
deteriorate
5 - 221.567 15 4.090 189
C.6 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - 192 - - -
C.7 altre variazioni in diminuzione 871.865 223.078 636.322 444.788 2.801 7
D. Rettifiche complessive finali 209.100 24.788 354.838 60.949 4.446 1
- di cui: esposizioni cedute non cancellate 6.381 183 5.552 1.126 87 -
I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte E Sezione 2 della Nota Integrativa
del Bilancio Consolidato dell'Esercizio di Amministrazione Straordinaria 01.01.2019-
31.01.2020 (redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B) in tabella A.1.9 di pari
oggetto.
100
5.1.13 Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo a attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato: composizione
Operazioni/Componenti reddituali
Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2)
Totale Totale
Primo e
secondo
stadio
Terzo stadio Primo e
secondo
stadio
Terzo
stadio
Write-off Altre 31/01/2020 31/12/2018
A. Crediti verso banche (310) - (22) 155 - (177) 968
- Finanziamenti (310) - (22) 155 - (177) 968
- Titoli di debito - - - - - - -
di cui: crediti impaired acquisiti
o originati - - - - - - -
B. Crediti verso clientela (2.550) (33.694) (595.955) 20.497 149.379 (462.323) (244.999)
- Finanziamenti (2.550) (33.694) (595.955) 20.471 149.379 (462.349) (244.960)
- Titoli di debito - - - 26 - 26 (39)
di cui: crediti impaired acquisiti
o originati - - - - - - -
Totale (2.860) (33.694) (595.977) 20.652 149.379 (462.500) (244.031)
I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella Parte C della Nota Integrativa del
Bilancio Consolidato dell'Esercizio di Amministrazione Straordinaria 01.01.2019-
31.01.2020 (redatto ai sensi dell'art. 75, comma 2, del T.U.B) in tabella 8.1 di pari oggetto.
101
5.1.14 Informazioni su esposizioni oggetto di concessioni
Totale esposizioni oggetto di
concessione
Rettifiche di valore Garanzie realie e garanzie
finanziarie ricevute
Esposizioni non
deteriorate
Esposizioni
deteriorate
Su esposizioni
non deteriorate
Su esposizioni
deteriorate
Garanzie reali
ricevute su
esposizioni con
misure di
tolleranza
Garanzie
finanziarie
ricevute su
esposizioni con
misure di
tolleranza
Prestiti e anticipazioni
307.954
243.587
14.865
89.085
366.026
45.878
Banche centrali
-
-
-
-
-
-
Amministrazioni pubbliche
17.465
-
13
-
9.113
1.239
Enti creditizi
-
12.803
-
3.348
-
9.455
Altre società finanziarie
5.041
66.559
310
9.876
57.590
947
Società non finanziarie
194.151
140.302
11.209
68.914
203.662
29.993
Famiglie
91.297
23.923
3.333
6.947
95.661
4.244
Titoli di debito
-
-
-
-
-
-
Impegni all'erogazione di
finanziamenti dati
5.992
412
8
210
134
1.189
TOTALE
313.946
243.999
14.873
89.295
366.160
47.067
La tabella riporta il dettaglio delle esposizioni oggetto di misure di concessione verso banche
e verso clientela suddivise per status e settore di controparte. Il valore delle garanzie reali e
finanziarie è rappresentato in coerenza con la metodologia applicata in bilancio e quindi
non eccede il valore dell'esposizione netta.
102
5.2 ATTIVITA' VINCOLATE E NON VINCOLATE
INFORMATIVA QUALITATIVA - art. 443 CRR
L'informativa relativa alle attività vincolate e non vincolate del Gruppo è stata redatta sulla
base degli orientamenti e dello schema diffuso dall'EBA il 27 giugno 2014 in coerenza con
le disposizioni della Parte otto Titolo II del Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR),
successivamente integrato dal Regolamento delegato UE 2017/2295 del 4 settembre 2017.
Secondo il dettato normativo in materia diAsset Encumbrance, un'attività dovrebbe essere
trattata come vincolata se è stata impegnata ovvero se è oggetto di un accordo per fornire
forme di garanzia (security o collateral) o supporto di credito a un'operazione iscritta in
bilancio o fuori bilancio dalla quale l'attività non possa essere ritirata liberamente. Di
conseguenza, le attività impegnate il cui ritiro è soggetto a qualsiasi tipo di restrizione, come
la preventiva approvazione prima di essere ritirate o sostituite da altre attività, dovrebbero
essere ritenute vincolate. Le attività non vincolate sono quelle che, invece, non rientrano nella
definizione precedente.
Le principali tipologie di attività vincolate dal Gruppo sono rappresentate dalle seguenti
categorie:
·attivi iscritti in bilancio che costituiscono gli aggregati di copertura nell'ambito dei
programmi per l'emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite realizzate ai sensi della
legge 130 del 1999 e della disciplina di Vigilanza (Banca D'Italia 17/05/2007 e
successive modifiche). Gli aggregati di copertura includono i saldi sui conti correnti
aperti pressol'Account Bank, mutui ipotecari residenziali e mutui ipotecari
commerciali per i programmi OBG1 e OBG2, esclusivamente mutui ipotecari
residenziali per il programma OBG3. Le attività segregate nell'aggregato di copertura
e riferite ad obbligazioni mantenute (retained) sono da considerarsi vincolate nel caso
in cui l'Emittente impieghi i titoli in garanzia o altrimenti in garanzia reale per fornire
una forma di assicurazione ad un'operazione. Le obbligazioni bancarie garantite
detenute da terzi investitori rappresentano alla chiusura del 31/12/2019 circa il
48,28% delwholesale funding;
·attivi iscritti in bilancio, ceduti ai veicoli di SPV nell'ambito di operazioni di
cartolarizzazione realizzate ai sensi della legge 130 del 1999 ed aventi come
sottostante mutui residenziali, finanziamenti ipo/chirografari a piccole medie imprese
e contratti di leasing. Le attività sottostanti alle cartolarizzazioni mantenute non
debbono essere considerate vincolate a meno che i titoli in questione non siano
costituiti in garanzia o altrimenti costituiti in garanzia reale per fornire una forma di
assicurazione ad un'operazione. I titoli ABS detenuti da terzi investitori rappresentano
alla chiusura del 31/12/2019 circa il 4,9% delwholesale funding;
·

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Banca Carige S.p.A. published this content on 28 September 2020 and is solely responsible for the information contained therein. Distributed by Public, unedited and unaltered, on 29 September 2020 14:59:00 UTC