Leonardo Del Vecchio è pronto a sostenere progetti ambiziosi per Mediobanca dopo aver consolidato la sua posizione di primo azionista salendo al 10,2%.

"Delfin da oggi è il principale socio ed è decisa a rimanere tale per lungo tempo, pronta a supportare la crescita dell'istituto e a sostenere progetti che spero saranno ambiziosi", dice Del Vecchio in un'intervista al Messaggero.

L'imprenditore ha ottenuto in agosto il via libera della Bce a superare il 10% e salire fino a poco sotto la soglia del 20%. "Lo faremo nel momento opportuno, attenti che rimanga un buon investimento per noi e per l'istituto", spiega.

Proprio l'aspettativa che Del Vecchio compri ancora azioni Mediobanca, scrive Equita, spinge al rialzo il titolo che alle 11,15 sale del 3,64% sovraperformando il settore italiano ed europeo.

Del Vecchio è entrato nel capitale di Mediobanca lo scorso anno in quanto "snodo" importante, insieme alla partecipata Generali, per la stabilità del sistema economico italiano.

Tuttavia l'uscita dal capitale di UniCredit, il conseguente scioglimento del patto di sindacato e il disimpegno in corso di Vincent Bollorè sono stati "segnali che rischiavano di assottigliare queste caratteristiche", dice Del Vecchio. "Questo ha creato la necessità e l'opportunità di un mio personale contributo".

Delfin, la holding attraverso cui l'imprenditore detiene la partecipazione, non è però un "fondo attivista" e non ha "richieste o rivendicazioni", precisa.

Dichiarazione importante in vista del rinnovo del Cda di Mediobanca del 28 ottobre per il quale oltre alle liste presentate dal Cda uscente, con la conferma del Ceo Alberto Nagel nel board, e dai fondi, c'è anche quella di Bluebell Partners Capital, critico nei confronti della gestione della banca.

"Abbiamo solo aspettative positive sul futuro di Mediobanca, come è giusto per un investitore. Valuteremo con attenzione l'operato del management e utilizzeremo il voto assembleare in modo sereno e costruttivo. Ho saputo da poco che ci sono tre liste, valuteremo i profili dei diversi candidati e prenderemo la decisione migliore nell'interesse della banca", dice Del Vecchio.

Lo stesso Del Vecchio ha criticato l'operato di Nagel lo scorso anno salvo poi esprimere apprezzamento per il piano industriale presentato a novembre. Nel piano Nagel ha aperto a una grande acquisizione nel wealth management a fronte della quale potrebbe cedere anche l'intera quota in Generali.

Su questo fronte la banca ha preso in considerazione l'acquisizione di Banca Generali, controllata nel wealth management di Generali, ma poi ha accantonato la cosa a causa della volatilità attuale dei mercati, dice una fonte vicina alla situazione.

Sulle voci di una contrapposizione con Nagel, si limita a sottolineare: "sono abituato a giudicare (i manager) in base ai rendimenti che portano agli azionisti, non su simpatie o antipatie" aggiungendo di non essere stato interpellato per la composizione delle liste del Cda.

Quanto a Generali, in cui Mediobanca è prima azionista con il 13% e lo stesso Del Vecchio ha il 4,8%, il fondatore di Luxottica dice: è "una società a cui sono molto legato e che mi piacerebbe tornasse ad essere più centrale nello scacchiere mondiale. Ovviamente non è compito mio dire come, mi auguro che il management di Mediobanca e quello di Generali sappiano come fare".

"Al di là delle dichiarazioni di principio, non è ancora chiaro in termini concreti che piani Delfin intenda proporre come azionista di riferimento di Generali e Mediobanca", conclude però Equita nel suo report.

(Gianluca Semeraro, Claudia Critoferi, in redazione a Milano Maria Pia Quaglia)