MILANO (MF-DJ)--Dopo l'esito degli stress test dell'Eba, se Mps restasse autonoma e non si aggregasse a un altro gruppo, sarebbe esposta a rischi e incertezze considerevoli e avrebbe seri problemi. Con queste parole ieri sera il ministro dell'Economia Daniele Franco ha chiarito la posizione del governo sulla privatizzazione della banca senese, parlando di fronte alle commissioni finanze di Camera e Senato.

A questo punto, ha insistito Franco, «non ci sono le condizioni per mettere in discussione gli impegni presi con la Commissione Europea» in merito alla exit del Tesoro. Una valutazione giustificata dal precario stato di salute del Monte. Gli stress test hanno infatti evidenziato per Siena «l'esigenza di un rafforzamento strutturale di elevata portata, con un aumento di capitale ben superiore a quello previsto nel piano industriale», ha spiegato Franco, che ha messo in guardia il Parlamento anche sui rischi di natura occupazionale: «Nel caso probabile in cui la Commissione Ue ponesse un obiettivo più ambizioso di riduzione dei costi per Mps, gli esuberi di personale potrebbero essere considerevolmente più elevati rispetto alle 2.500 unità di esodi volontari stimati dalla banca nel piano industriale».

Piano nei confronti del quale il ministro non ha nascosto elementi di perplessità, sottolineando ad esempio il fatto che proprio il target sulla riduzione dei costi risulta lontano rispetto agli obiettivi fissati dalla Ue. Franco si è poi soffermato sulla trattativa avviata con Unicredit che la scorsa settimana ha sottoscritto un term sheet con il Tesoro. «Non vi sono al momento indicazioni che facciano intravedere rischi di smembramento» di Montepaschi con un'aggregazione con Unicredit. «Le attività escluse, per ora, sono individuate nei crediti deteriorati per circa quattro miliardi al lordo delle rettifiche, oltre al contenzioso giudiziale e stragiudiziale di carattere straordinario in essere, ai contenziosi e ai rischi legati alle cessioni a terzi dei crediti deteriorati». E ancora: l'operazione fra Mps e Unicredit «costituisce una soluzione strategicamente superiore dal punto di vista dell'interesse generale del Paese».

Dopo la pausa estiva la vicenda Mps dovrebbe restare sotto la lente della Commissione Banche. Tant'è che in settembre il ceo di Unicredit Andrea Orcel dovrebbe essere ascoltato dai parlamentari. Intanto continuano a tenere banco le polemiche sul dissesto della banca senese e sul bilancio delle precedenti gestioni. Ieri sul tema è intervenuto l'ex presidente Pier Luigi Fabrizi: «L'acquisizione della Banca del Salento, pagata 2.500 miliardi di lire nel 1999, venne fatta sia «per aumentare la presenza di Mps nel Sud Est», sia per avviare «una politica di diversificazione dei canali di distribuzione, acquisendo una rete di promotori finanziari di cui Mps era totalmente priva», ha scritto Fabrizi in una nota. Mentre il confronto politico rimane acceso, oggi gli occhi del mercato saranno puntati sui risultati semestrali del Monte. Secondo fonti finanziarie il secondo trimestre dovrebbe chiudere in utile, dopo i 119 milioni di euro di profitti registrati nel primo trimestre. Oggi il consiglio, oltre alla semestrale, approverà la transazione con la Fondazione Mps, che costerà 150 milioni ma i cui effetti dovrebbero, per competenza temporale e per quanto non accantonato, impattare sui risultati del terzo trimestre.

fch

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August 05, 2021 02:22 ET (06:22 GMT)