MILANO (MF-DJ)--Il verdetto che l'Eba pronuncerà venerdì 30 luglio sarà doppiamente importante per il futuro del Montepaschi. Non solo perché l'esito dello stress test sarà una sintetica cartina di tornasole sullo stato di salute della banca diretta da Guido Bastianini, ma anche perché la decisione influenzerà non poco il governo nelle scelte sulla privatizzazione. Le stime che in questi giorni circolano in ambienti vicini a Rocca Salimbeni sono comunque moderatamente fiduciose. Ieri pomeriggio per esempio l'agenzia Ansa ha diffuso l'indiscrezione di un deficit di capitale decisamente inferiore a 2,5 miliardi.

Un ordine di grandezza in linea con le recenti dichiarazioni dell'amministratore delegato che, in una audizione in Parlamento, ha parlato di una situazione patrimoniale in miglioramento e di un fabbisogno prospettico già sceso sotto il miliardo. Se queste stime venissero confermate, qualcuno ritiene che il processo di privatizzazione potrebbe avvenire in tempi meno serrati rispetto a quelli confermati sinora. Gli impegni presi nel corso del salvataggio del 2017 prevedevano infatti che lo Stato italiano uscisse dal capitale del Monte entro la fine di quest'anno, una scadenza che il Tesoro non ha mai messo in discussione. Malgrado i progressi fatti nelle ultime settimane quella scadenza appare però ancora oggi molto impegnativa.

Le discussioni avviate dall'azionista pubblico (64% del capitale) con le principali banche italiane non hanno infatti ancora prodotto risultati significativi. Come anticipato da MF-Milano Finanza, proprio in questi giorni via XX Settembre dovrebbe condividere con i potenziali compratori una proposta definitiva sul piano di exit con l'obiettivo di arrivare entro settembre a un memorandum of understanding. La determinazione del Tesoro non ha però ancora fatto presa né sull' Unicredit di Andrea Orcel, né sugli altri istituti a cui è stato sottoposto il dossier.

red/cce

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2708:15 lug 2021

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July 27, 2021 02:16 ET (06:16 GMT)