MILANO (MF-DJ)--La prima mossa strategica per il rilancio di B.Mps passa dal rafforzamento del risparmio gestito. Al termine di un Cda fiume iniziato nella mattinata e terminato dopo la chiusura di questa agenzia di stampa, la banca ha conferito mandato al management per l'analisi e la potenziale negoziazione del rafforzamento della partnership in essere con Anima Holding (che vede nell'azionariato Banco Bpm e Poste Italiane) nel settore del risparmio gestito. In una nota arrivata in serata la banca ha fatto sapere che "il mercato sarà prontamente aggiornato in merito ad evoluzioni rilevanti delle interlocuzioni in parola".

E' stata l'unica delibera presa dal Consiglio che tuttavia ha esaminato anche altre questioni tra cui il Capital Plan già condiviso con Bce, possibili scenari per il rafforzamento dell'istituto alla luce anche dei chiarimenti chiesti dalla banca centrale sulle tempistiche dell'aumento di capitale da 2,5 miliardi da lanciare nel caso in cui Rocca Salimbeni non trovi una "soluzione strutturale". Su questo punto, tuttavia, nessuna decisione sarebbe stata presa.

La mossa di rafforzarsi nel risparmio gestito è stata letta da alcuni osservatori come un modo per rendersi appetibile agli occhi di quelle grandi banche che anelano le fabbriche prodotto di cui al momento sono carenti, come Unicredit. Altri hanno interpretato la decisione come un avvicinamento all'azionista lombardo di Anima H, cioè Banco Bpm. Altri ancora come un mero segnale della volontà di aumentare la redditività con un impegno più profondo nell'unico business bancario ancora remunerativo.

Sullo sfondo rimane la trattativa con la Dg Comp per il piano di rilancio che al momento è ancora aperta. Non ci sarebbe nessuna novità concreta in merito alla data room. (che ha registrato nelle scorse settimane la presenza del solo Fondo Apollo). Nel caso non si riuscisse a portare a termine una soluzione strutturale, il Capital plan di Rocca Salimbeni prevede - come ricordato - un rafforzamento patrimoniale di 2,5 mld. L'importo non è ancora stato rivisto nonostante alcuni miglioramenti registrati in occasione della trimestrale. L'operazione,

inizialmente ipotizzata per il terzo trimestre 2021, è stata rinviata al quarto trimestre del 2021 o al primo semestre del 2022.

Intanto la Fondazione ieri ha smentito un coinvolgimento negli scenari dipinti dalla stampa sul futuro di Rocca Salimbeni.

"Con riferimento a quanto pubblicato da alcuni organi di stampa nazionale in merito ai futuri scenari di Banca Monte dei Paschi e al coinvolgimento della Fondazione, l'Ente precisa che simili ipotesi non sono state mai esaminate né tantomeno oggetto di interlocuzioni fra le

parti coinvolte. Quanto riportato dagli organi di stampa è da ritenersi quindi privo di qualsiasi fondamento", si legge in una nota.

Non è mai stata esaminata dalla Fondazione Mps l'ipotesi di una mini-Banca Monte dei Paschi di Siena radicata in Toscana e nel centro Italia, controllata dall'ente, grazie alle azioni che quest'ultimo potrebbe ricevere per la chiusura delle cause intentate a Rocca Salimbeni

con una transazione.

Lo avevano giá spiegato fonti vicine alla stessa Fondazione a MF-Dowjones a seguito delle indiscrezioni di stampa circolate nei giorni scorsi sull'ipotesi di uno spezzatino dell'istituto più antico d'Italia e del ruolo che potrebbe avere la storica fondazione nell'azionariato.

L'ente, un tempo azionista rilevante della banca senese, prima dell'ingresso del Tesoro nel capitale di Mps deteneva lo 0,1% e ora detiene lo 0,003%: 29 mila azioni, il cui valore a bilancio è di circa 39 mila euro.

L'ipotesi non è mai stata discussa, non è sul tavolo e l'Ente non è mai stato contattato dal nuovo Governo presieduto da Mario Draghi.

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1608:10 giu 2021

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June 16, 2021 02:12 ET (06:12 GMT)