ROMA (MF-DJ)--Il Tesoro cambia le modalità per la privatizzazione di Mps da completare entro l'autunno 2023, con un'operazione in due tempi: prima la pulizia degli attivi poi la vendita dell'azienda risanata e dimagrita a un partner bancario che potrebbe essere nuovamente Unicredit.

Lo scrive Il Messaggero aggiungendo che il Mef ha in corso serrate consultazioni con la Dg Comp per rinegoziare l'accordo di ristrutturazione del 2017 in scadenza a fine anno: qualche giorno fa una riunione dei tecnici di Via XX Settembre con il team di Margrethe Vestager, avrebbe messo sulla questione alcuni punti fermi anche se non ancora definitivi. Ieri sera Mps, nella periodica informativa Consob, ha confermato il riavvio dei colloqui con Mef e Dg Comp.

Il negoziato, salvo sorprese, potrebbe concretizzarsi nei primissimi mesi 2022 con un nuovo piano approvato dall'Europa, contenente una sostanziale novità rispetto al percorso seguito nelle trattative con Unicredit, interrotte a fine ottobre. Sui tempi della proroga, la richiesta italiana sarebbe di due anni ma sarebbe stata respinta da Bruxelles e adesso si auspica che un punto mediano sia 18 mesi (fino all'autunno 2023). Un periodo congruo perchè circa un anno potrebbe servire per le attività preparatorie alla privatizzazione vera e propria da compiere in parallelo alla predisposizione di una cura di risanamento.

Tra le ipotesi sul tavolo ci sarebbe quella di un rinnovo del board con l'arrivo di un nuovo a.d.: un nome a cui si sta pensando è quello di Victor Massiah, l'ex a.d. di Ubi Banca, ora dedito all'insegnamento alla Cattolica. Il Tesoro punta a separare le passività contenute nel bilancio e questa soluzione potrà rendere più facile la cessione di Mps risanato perchè a quel punto, il venditore non dovrà assicurare nessuna dote all'acquirente, come avvenuto con Unicredit.

pev

(END) Dow Jones Newswires

December 01, 2021 02:13 ET (07:13 GMT)