MILANO (MF-DJ)--Entro la fine della prossima settimana la proposta potrebbe arrivare al vaglio delle principali banche italiane. A partire da Unicredit. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il Tesoro e i suoi advisor avrebbero definito lo schema per la privatizzazione del Montepaschi. Coerentemente con la tempistica decisa a giugno, nei giorni scorsi il primo socio della banca senese (64%) avrebbe concluso il complesso lavoro sul framework dell'operazione ed è ora pronto a rimettersi alle scelte delle controparti.

Nella squadra di funzionari coordinata dal direttore generale Alessandro Rivera e assistita da Bank of America - Merrill Lynch e dallo studio legale Orrick si respira cauta fiducia sull'esito della partita, anche se i tempi per mandare la palla in buca sono stretti. Per chiudere il deal entro l'anno (e quindi beneficiare del bonus fiscale sulle dta che, nel caso Montepaschi, vale oltre due miliardi), un accordo di massima non potrà arrivare dopo il mese di settembre e quindi non ci sarà molto tempo per limare la proposta. Tanto più che, ad avviso del venditore, la dote messa sul piatto è già molto generosa e non c'è grande spazio per ulteriori concessioni.

Come anticipato la scorsa settimana da MF-Milano Finanza, sono sei i punti su cui dovrebbe essere incardinata la proposta: spin off dei rischi legali (abbattuti a 6,2 miliardi dalla recente transazione con la Fondazione Mps), derisking dell'attivo fino a quattro miliardi (con cessioni e forme di garanzia sia sui crediti deteriorati che su quelli in stage 2), creazione di una dotazione patrimoniale adeguata, trasformazione delle dta in crediti fiscali, valutazione pre-money e post-money e trattamento delle risorse con possibile copertura dei costi di ristrutturazione. Il documento fisserà insomma uno schema che, almeno nelle intenzioni del proponente, dovrebbe essere mutualmente vantaggioso sia per gli attuali soci della banca che per il compratore senza però mettere sul tavolo ipotesi di spezzatino: l'intenzione del Tesoro è infatti quella di cedere in blocco l'intero perimetro, ferma restando la libertà del compratore di cedere poi alcuni rami d'azienda o per ragioni strategiche o per ottemperare alle richieste dell'Antitrust.

L'interlocutore favorito dal Tesoro rimane Unicredit che pure sinora ha mostrato freddezza sul dossier. Il ceo Andrea Orcel, che venerdì presenterà i risultati semestrali ed è impegnato nella redazione sul nuovo piano, ha fatto intendere che considererà solo proposte neutre in termini di capitale, prive di rischi di esecuzione e accrescitive a livello di utile per azione. Quanto a Banco Bpm, il gruppo guidato da Giuseppe Castagna non è interessato a un acquisto in blocco ma potrebbe al massimo considerare singoli asset.

La partita rimane insomma in salita anche se al Tesoro resta la convinzione di poter raggiungere un'intesa entro l'estate.

red/cce

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2808:05 lug 2021

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July 28, 2021 02:05 ET (06:05 GMT)