UniCredit, la seconda banca italiana, a luglio ha avviato trattative esclusive con il Tesoro per valutare l'acquisto di "parti selezionate" di Mps, che è per il 64% di proprietà dello Stato a seguito di un salvataggio del 2017.

La cessione, che richiederebbe un'ulteriore iniezione di liquidità in Mps da parte dello Stato, è diventata una controversa questione politica, complicata ulteriormente dalle elezioni suppletive a Siena del 3 e 4 ottobre.

A una domanda sulle alternative per Mps Giorgetti -- parlando a margine di un evento a Siena -- ha detto che il suo governo si trova a gestire "un bel problema ereditato dalle gestioni precedenti", ma si è detto "convinto che in scienza e coscienza troverà la soluzione migliore".

Il governo ha da tempo individuato UniCredit come il miglior acquirente di Mps, che ha bisogno di nuovo capitale dopo il salvataggio che è costato ai contribuenti 5,4 miliardi di euro.

Tuttavia i rischi legali dopo decenni di cattiva gestione e la bassa qualità del credito hanno reso difficile la cessione di Mps, costringendo il Tesoro a lavorare duramente per mettere insieme incentivi sufficienti ad attirare un acquirente.

Riguardo a possibili alternative, Giorgetti ha detto che ci sono "molte idee" ma bisogna vedere quali sono quelle praticabili perché il contesto di regole e impegni presi con le autorità Ue è particolarmente gravoso.

Giorgetti ha aggiunto che parlerà anche con il presidente del Consiglio Mario Draghi in merito alle opzioni.

A una domanda su una possibile tabella di marcia per Mps, Giorgetti ha sottolineato che ci sono scadenze fissate dall'Unione europea e che il governo dovrà vedere "quello che si può fare".

(Tradotto da Alice Schillaci, Enrico Sciacovelli in redazione a Danzica, in redazione a Milano Sabina Suzzi)