L'Italia intende negoziare con la Commissione europea una "lunga proroga" della scadenza per tagliare la quota del 64% di Roma nella banca in difficoltà Monte dei Paschi di Siena (Mps), ha detto a Reuters una fonte vicina alla questione.

L'estensione che sarà richiesta dal Tesoro a Bruxelles ammonterà a "anni", ha detto la fonte, senza elaborare.

Lo sviluppo arriva dopo che i colloqui con la banca numero 2 in Italia, UniCredit, su un potenziale accordo di fusione con il prestatore toscano, sono crollati domenica.

Roma crede che la Commissione europea non abbia interesse a mettere l'Italia in una posizione negoziale difficile, ha aggiunto la fonte, che ha rifiutato di essere identificata a causa della sensibilità della questione.

Secondo i termini di un salvataggio statale concordato con Bruxelles nel 2017 al costo di 5,4 miliardi di euro (6,28 miliardi di dollari), il Tesoro avrebbe dovuto tagliare la sua quota del 64% in MPS non più tardi dell'approvazione dei risultati del 2021, il che significa metà del 2022 al più tardi.

Dopo aver considerato la richiesta di capitale di UniCredit di 6,3 miliardi di euro un prezzo troppo alto da pagare per scaricare MPS, il Tesoro italiano ha ora bisogno di affrontare i requisiti di capitale della banca che MPS ha messo a 2,5 miliardi di euro.

Un'iniezione di liquidità è ora probabile che superi quella cifra, hanno detto lunedì a Reuters due fonti vicine alla questione. Una delle fonti ha detto che potrebbe totalizzare 3,5 miliardi - o 3,5 volte l'attuale valore di mercato della banca.

L'Italia ha finora messo da parte 1,5 miliardi di euro per ricapitalizzare il Monte Paschi. Sviluppi su questo potrebbero arrivare nel bilancio 2022 di Roma che dovrebbe essere svelato dal governo del primo ministro Mario Draghi questa settimana.

L'aumento di capitale avverrebbe come una transazione di mercato per evitare qualsiasi "condivisione degli oneri" con gli obbligazionisti junior. Questi investitori devono sostenere le perdite secondo le regole dell'UE se le chiamate di cassa sono classificate come aiuti di stato.

Gli investitori privati hanno contribuito con 2,8 miliardi di euro al salvataggio di MPS nel 2017 attraverso uno swap debito-azionari.

L'Italia prevede anche di attuare alcune delle misure che aveva offerto a UniCredit come parte di un nuovo piano autonomo per MPS.

I debiti problematici residui della banca, per un valore di circa 4 miliardi di euro, andranno al gestore statale di crediti deteriorati AMCO, mentre l'agenzia statale Fintenca dovrebbe assumere fino a 5 miliardi di euro di crediti legali derivanti dalle cause pendenti di MPS.

(1 dollaro = 0,8593 euro) (Relazione di Giuseppe Fonte; Montaggio di Gavin Jones e Mike Harrison)