MILANO (MF-DJ)--Alla vigilia della riunione del Cda di B.Mps chiamato ad approvare i risultati semestrali è arrivato, come da attese, l'accordo con le organizzazioni sindacali per la gestione delle 3.500 uscite volontarie al 1* dicembre come previsto dal Piano industriale 2022-2026 presentato poco più di un mese fa, grazie a un programma di esodo in base alle diverse opzioni pensionistiche già maturate e all'attivazione del Fondo di Solidarietà del settore.

Il board oltre ad approvare i conti - che verranno comunicati domattina prima dell'apertura dei mercati e illustrati dal ceo Luigi Lovaglio agli analisti subito dopo - dovrebbe esaminare, secondo quanto emerso da anticipazioni di stampa, anche una corposa pulizia di bilancio di circa 900 mln tra inadempienze probabili e Npl.

Venendo ai conti, gli esperti di Intesa Sanpaolo stimano per B.Mps un utile netto di 14 mln nel secondo trimestre, in linea con lo stesso periodo del 2021. Gli analisti, in dettaglio, assumono che il margine di interesse inizi a beneficiare dall'aumento dei tassi e delle azioni messe in campo per ridurre il costo del funding. In ogni caso, secondo gli analisti di Isp, il focus del mercato rimarrá sull'esecuzione dell'aumento di capitale da 2,5 mld, atteso nel quarto trimestre 2022.

Il board, come detto, dovrebbe esaminare il Progetto Fantino che consiste la cessione di 600 milioni di Npl e 300 milioni di crediti Unlikely to pay. La mossa rientra nel nuovo piano varato a giugno da Lovaglio. I 900 milioni in meno permetterebbero all'Npe ratio lordo di scendere al 3,9% previsto per il 2024.

Intanto nei giorni scorsi, nel pieno del conflitto bellico, di una fase di recrudescenza della pandemia, di nuovi picchi di inflazione, è arrivato un segnale di fiducia da parte della Commissione Ue nei confronti di B.Mps che dovrá lanciare un aumento di capitale da 2,5 mln in una finestra di mercato particolarmente complessa.

Nello specifico l'authority ha valutato la richiesta dell'Italia alla luce delle norme dell'Ue in materia di aiuti di Stato ed è giunta alle conclusioni che la proroga del termine per completare la ristrutturazione della banca e realizzare la vendita della partecipazione dello Stato italiano in Mps è accettato e che gli impegni rivisti bilanciano adeguatamente tale proroga.

Il nuovo piano industriale del Monte giá incorpora la revisione degli impegni del Tesoro italiano approvati dalla Commissione Europea. Il Mef, principale azionista di Mps con circa il 64%, ha infatti fatto sapere che gli impegni, sono stati rivisti sulla base di una proposta sottoposta nel corso di luglio all'istituzione europea, a esito di una "costruttiva interlocuzione" condotta tra i rispettivi uffici nei mesi precedenti. E che tali impegni sono coerenti con gli obiettivi del piano industriale recentemente approvato da Mps.

Nel piano presentato al mercato lo scorso giugno, Mps prevede la trasformazione del modello di business del gruppo che comporta un piano di uscite volontarie mediante il Fondo di Solidarietá che interesserá circa 4.000 risorse, con un risparmio dei costi pari a 270 milioni su base annua a partire dal 2023, a fronte di costi di ristrutturazione pari a circa 0,8 miliardi. E l'ottimizzazione della rete distributiva: ovvero la riduzione di 150 filiali (di cui 100 entro il 2024), che porterá il numero totale a circa 1.218.

La pulizia di bilancio è un fattore chiave del business plan. E il via libera del board al progetto Fantino rappresenterebbe un grande passo in avanti per la qualitá dell'attivo. In particolare, nell'arco di piano è attesa una riduzione dello stock di crediti deteriorati di 1,3 miliardi - dagli attuali 4,1 miliardi a 2,8 miliardi nel 2026 - di cui 0,8 miliardi di cessioni attualmente in corso e il cui completamento è previsto nel secondo semestre 2022.

Le cessioni e i disinvestimenti non coinvolgeranno Widiba, challenger bank del gruppo, per la quale sono previsti importanti investimenti per oltre 30 milioni per portare a scala il suo modello di business, sempre piú orientato alla consulenza finanziaria. Probabilmente le ulteriori cessioni concordate consistono in piccole partecipazioni non strategiche e in alcuni immobili.

Attraverso queste e altre azioni, il piano prevede un utile ante imposte pari a 705 milioni nel 2024 e 909 milioni nel 2026 e un utile netto di 1,003 mld al 2024 (che beneficia del reassessment di Dta) e di 833 milioni al 2026. E' inoltre previsto il ritorno alla distribuzione dei dividendi a partire dal risultato 2025, con un pay-out del 30% in 2025-2026).

Tornando all'accordo raggiunto oggi con i sindacati, altro cardine del Piano, contiene specifiche misure per favorire l'accesso al Fondo in relazione ai diversi livelli retributivi dei dipendenti interessati, salvaguardandone i bisogni anche dopo la cessazione del rapporto di lavoro grazie al mantenimento dei programmi di welfare della banca.

"L'accordo conferma l'importanza del confronto con le organizzazioni sindacali per l'implementazione delle linee guida del Piano Industriale, che prevede la semplificazione degli assetti del gruppo in un'ottica di sviluppo e crescita", ha dichiarato Roberto Coita, chief human capital officer dell'istituto. "L'intesa raggiunta ci permette di avviare un percorso condiviso per cogliere, anche attraverso la ripresa della contrattazione aziendale e nel rispetto degli obiettivi industriali, le opportunità di valorizzazione delle persone del nostro gruppo, mantenendo l'attenzione sullo sviluppo del welfare interno, la formazione e i livelli occupazionali". L'intesa ha incassato il plauso delle organizzazioni sindacali.

cce

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0418:00 ago 2022


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August 04, 2022 12:01 ET (16:01 GMT)