ROMA (MF-DJ)--Un utile netto di poco superiore al miliardo nel 2024 e il ritorno al dividendo dal 2025. Sono due degli obiettivi del nuovo piano industriale 2022-26 del Monte dei Paschi, 'A Clear and Simple Commercial Bank', che varerà un aumento di capitale da 2,5 miliardi da realizzare in autunno. La ricapitalizzazione sarà supportata dall'azionista di riferimento, il ministero dell'Economia, che la sottoscriverá pro-quota. Pronto anche il consorzio di garanzia sull'eventuale inoptato. Il piano prevede poi un'accelerazione delle uscite volontarie - 4mila dipendenti con un risparmio netto già dal 2023 - e la chiusura di filiali, fusione delle controllate e ulteriore riduzione dei crediti deteriorati.

"Il piano industriale 2022-2026 permette a Banca Monte dei Paschi di Siena di ripartire dalle proprie radici, dalla forza del brand, dal talento delle persone e dalla propria vocazione di banca commerciale.

Lavoreremo al rilancio dell'attivitá per servire le famiglie e le Imprese

attraverso un consolidato network territoriale e le competenze digitali di Widiba, una risorsa con un grande potenziale che ci posiziona tra i

principali operatori per livello di innovazione e digitalizzazione nel

sistema bancario del Paese", ha dichiarato Luigi Lovaglio, ad di Mps, aggiungendo che "con l'impegno delle colleghe e dei colleghi metteremo la banca nelle condizioni migliori per esprimere quel valore che è rimasto per troppo tempo silente a causa delle legacy del passato. Di riflesso, potremo diventare più attraenti per gli investitori". Lovaglio ha inoltre sottolineato che la semplificazione dell'assetto societario del gruppo è un "primo importante tassello" funzionale al raggiungimento degli obiettivi del piano, per snellire e velocizzare i processi con un'organizzazione più semplice e agile e una condivisione all'interno della banca di tutte le competenze che metteremo al servizio della clientela, a cui saremo sempre più vicini".

Il piano prevede quindi una focalizzazione di Mps su famiglie e imprese. Per la semplificazione del gruppo si parte con le fusioni per incorporazione delle controllate Mps Capital Services, Mps Leasing & Factoring e Mps Consorzio Operativo) che "produrranno significative sinergie in termini di costi e ricavi incrementali". L'uscita dei circa 4.000 dipendenti determinerà un risparmio dei costi di 270 milioni su base annua a partire dal 2023, a fronte di costi di ristrutturazione pari a circa 800 milioni. La chiusura delle filiali procederà speditamente: 100 entro il 2024 e altre 50 nell'arco del piano portando il numero degli sportelli a 1.218.

Mps amplierà l'offerta di prodotti di finanziamento per le famiglie, in particolare per quanto riguarda il credito al consumo e mutui. Potenziamento delle partnership in corso con Anima e Axa rispettivamente nel wealth management e nella bancassurance. Il piano punta sulla valorizzazione di Widiba, per la quale sono previsti investimenti per oltre 30 milioni. Rafforzamento della strategia digitale tramite un ulteriore potenziamento dei prodotti e dell'offerta internet e mobile banking.

La strategia di rifocalizzazione del gruppo porterà a un utile ante imposte pari a 705 milioni nel 2024 e 909 milioni nel 2026 ed un utile netto di 1,003 mld al 2024 (che beneficia del reassessment di Dta) e di 833 milioni al 2026. E' inoltre previsto il ritorno alla distribuzione dei dividendi a partire dal risultato 2025, con un pay-out del 30% in 2025-2026. Dall'implementazione delle iniziative di piano è atteso un contributo incrementale al risultato operativo lordo di 370 milioni al 2024 e di 527 milioni al 2026. Questo risultato atteso si articola in tre componenti: aumento dei ricavi commerciali (margine di interesse al netto del contributo Tltro e commissioni) pari a circa 424 milioni al 2024 e circa 612 milioni al 2026; riduzione del contributo del Tltro, dei ricavi da trading e di altri ricavi della gestione finanziaria pari a 303 milioni al 2024 e 306 milioni al 2026; riduzione dei costi operativi attraverso l'implementazione delle iniziative previste nel piano pari a 248 milioni al 2024 e 221 milioni al 2026. Il cost/income ratio è atteso passare dal 71% del 2021 al 60% nel 2024 e al 57% nel 2026. Il piano prevede inoltre un costo del rischio inferiore a 50pb al 2024 e al 2026, grazie alla riduzione del default rate, al rafforzamento dei sistemi early warning e monitoraggio del credito e alla gestione proattiva del portafoglio crediti deteriorati anche attraverso operazioni di cessione.

Per quanto concerne il miglioramento del profilo di rischio, il piano 2022-26 di Mps prevede iniziative di rafforzamento del presidio sui crediti, attraverso l'istituzione di centri di valutazione specializzati in linea con le prioritá di sviluppo degli impieghi e del sistema di monitoraggio e di gestione dei crediti deteriorati. In particolare, nell'arco di piano è attesa una riduzione dello stock di crediti deteriorati di 1,3 miliardi -dagli attuali 4,1 miliardi a 2,8 miliardi nel 2026- di cui 0,8 miliardi di cessioni attualmente in corso e il cui completamento è previsto nel secondo semestre 2022. Di conseguenza, il Net Npe ratio è atteso ridursi dal 2,6% del 2021 all'1,9% nel 2024 all'1,4% nel 2026, con un livello di coverage rafforzato (53% nel 2024 e 59% nel 2026).

"Oggi si apre un nuovo capitolo per la nostra banca, che ritornerà su una traiettoria di sviluppo e riconquisterà un solido livello di capitale, mantenendo la propria autentica identità e raccogliendo gli insegnamenti della sua lunga storia", ha sottolineato la presidente di B.Mps, Patrizia Grieco. "Il nuovo piano -ha proseguito- si fonda su un modello di sviluppo sostenibile per accompagnare la crescita delle diverse realtà locali nei territori in cui operiamo". Grieco ha ringraziato "le strutture della banca che non hanno mai fatto mancare il loro prezioso supporto anche nei momenti di maggiore complessità".

vs

valeria.santoro@mfdowjones.it


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June 23, 2022 05:02 ET (09:02 GMT)