MILANO (MF-DJ)--Il cantiere della vendita di Banca Carige è aperto. Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) sta dialogando con diversi soggetti privati per vendere l'80% della banca ligure acquistato in occasione del commissariamento avvenuto a inizio 2019. Secondo quanto hanno riferito fonti a MF-Dowjones in data room ci sono tuttora sia banche che fondi internazionali e c'è un moderato ottimismo in merito alla chiusura della vendita entro inizio 2022.

Sebbene non ci sia una vera e propria accelerazione in avanti - manifestazioni di interesse vincolanti non sono state presentate - alcuni nuovi elementi sostengono questo clima di fiducia. Il provvedimento governativo che ha spostato a giugno il termine per l'utilizzo delle Dta è sicuramente un punto a favore di una possibile operazione. Così come la ripresa economica piú forte del previsto che spinge la redditivitá delle banche e sostiene il grande sforzo commerciale che sta conducendo la realtá guidata dall'a.d. Francesco Guido. Inoltre la fine delle trattative tra Unicredit e B.Mps contrariamente alle attese non è stata percepita dagli addetti ai lavori come un ostacolo a una possibile soluzione per Carige, anzi: ha chiarito la situazione del mercato contribuendo alla riapertura dei giochi.

Eppure una soluzione definitiva ancora manca. Quali sono i nodi che

ostacolano la vendita? Sulla banca pesa l'incertezza circa l'esito delle

cause della famiglia Malacalza, ex primo socio dell'istituto tramite la

holding Malacalza Investimenti. Il pronunciamento del Tribunale sulla

vertenza di primo grado è atteso nei prossimi giorni, sicuramente entro

Natale. Questo potrebbe essere un punto a favore. Una maggiore certezza

sull'entitá dei rischi legali che corre la banca potrebbe agevolare un

possibile matrimonio: sempre che la decisione sia rassicurante in questo

senso. Diversamente c'è chi ipotizza uno spin-off di tali rischi, anche

se l'ipotesi non è mai nemmeno stata ventilata in Consiglio di

amministrazione, dopotutto sarebbe contraddittorio esaminare possibili

strategie in una sede istituzionale come quella del Consiglio prima

dell'arrivo della sentenza.

Un altro nodo è la dimensione: Carige, come ha detto di recente l'a.d.

di Banco Bpm Giuseppe Castagna non permetterebbe un merger di tipo trasformativo, fatto che non la rende appetibile per le banche che puntano a fare un vero salto dimensionale. E per i fondi? Carige non è un gigante ma non è nemmeno una realtá di dimensioni così contenute da essere digerita facilmente, in toto, da un fondo d'investimento o di private equity. Oltretutto questi soggetti - che nelle acquisizioni bancarie non sono mai stati ben visti con particolare benevolenza dalle authority - essendo privi di licenza bancaria non potrebbero sfruttare la conversione delle Dta e dunque l'appeal dell'acquisizione calerebbe. Nel delineare quale sará il futuro della banca della Lanterna sta prendendo corpo anche l'ipotesi della vendita di alcuni asset non strategici. Alcune controllate, per esempio, potrebbero giá avere compratori interessati, così come potrebbe prendere corpo - secondo alcuni - la cessione di alcuni sportelli lontani dalla Liguria.

In ogni caso le condizioni che il Fitd aveva offerto a Cassa Centrale

Banca "sono del tutto superate", spiegano le fonti. Complice

l'affievolirsi dell'emergenza pandemica l'azionista è in grado di

delineare un nuovo quadro. A metá dicembre si terrá un nuovo Cda per

fare il punto sulla situazione.

cce/glm

claudia.cervini@mfdowjones.it

MF-DJ NEWS

1718:03 nov 2021

(END) Dow Jones Newswires

November 17, 2021 12:05 ET (17:05 GMT)